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La Redazione

 

RON PAUL: IL PROSSIMO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI?

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A cura di God
Il 18 Gennaio 2007
119 Views
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blankDI PAUL JOSEPH WATSON & ALEX JONES
Prison Planet

Il Texano e Rappresentante al Congresso Ron Paul gode di un sostegno che taglia trasversalmente lo spettro politico. Ron Paul è un eroe che si oppone alla guerra ed è a favore della libertà, e rappresenta l’ultima speranza per l’America.

L’ufficio di Ron Paul ha confermato le notizie secondo cui il Rappresentante al Congresso del Texas avrebbe deciso di candidarsi alle Presidenziali del 2008. Paul è in grado di unire l’opposizione alla guerra e allo stato di polizia domestico, un’opposizione che taglia in maniera trasversale l’intero spettro politico e che a differenza dell’attuale branco di criminali che occupano la Casa Bianca, rappresenta tutto quello in cui crede veramente l’America. Un enorme sforzo a sostegno di Ron Paul deve adesso essere mobilitato per impedire agli Americani di farsi ingannare una volta ancora e finire per eleggere un altro fantoccio proveniente dallo stesso oscuro establishment nel 2008.

Paul si è candidato per la prima volta alla Presidenza degli Stati Uniti nel 1988, partecipando nella veste di candidato per il partito Libertario, elezioni durante le quali ha ottenuto 400.000 voti. Adesso è alla testa di un sostegno che proviene da tutto lo spettro politico, dai libertari ai Democratici contrari alla guerra fino a veri e propri Repubblicani paleoconservatori.

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Paul ha ricoperto la carica di Rappresentante al Congresso in maniera discontinua fin dagli anni 70 ed è universalmente odiato dalla elite Repubblicana, la quale abitualmente spalleggia i Democratici ogni qualvolta questi si schierano contro di lui e questo al solo scopo di tenerlo lontano dalla vita politica. Ex sergente dell’aviazione in Vietnam, Ron Paul è il perfetto candidato per la Presidenza e gli attivisti che provengono da tutti gli angoli delle tendenze politiche devono mobilitarsi adesso nel tentativo di aiutare Paul a frantumare il monopolio politico dell’establishment Repubblicano e Democratico, i quali per decenni hanno lavorato mano nella mano al solo scopo di tagliare la gola dell’America nel solo interesse del potere, della cupidigia e del puro ego – tutti impegnati a dar vita al Nuovo Ordine Mondiale.

Il Texano Paul rappresenta una specie in estinzione al Congresso, quella di coloro che realmente danno il proprio voto in accordo con la Costituzione e non a discrezione dei lobbisti o della paura che l’elite possa appannare le loro carriere politiche se non sostengono l’establishment in maniera continuativa. Di conseguenza Ron Paul è il peggior incubo possibile per l’establishment, il semplice fatto che è in corsa rappresenterà un colpo massicio nell’ambito delle relazioni pubbliche, e questa è la ragione per cui gli organi mediatici verranno probabilmente attivati allo scopo di provare a discreditarlo prima del 2008.

Paul ha fatto parte di quel manipolo di Repubblicani che hanno votato contro l’invasione illegale dell’Iraq, sostenendo giustamente che la Costituzione afferma chiaramente che solo il Congresso può dichiarare la guerra. Anticipando un trend, Paul era contrario alla guerra molto prima che la maggioranza del paese se ne venisse fuori a pensare un qualcosa del tutto simile a seguito della catastrofe risultante dall’occupazione.

Mentre i Democratici non sono capaci di incidere e fanno gli occhi dolci a Bush, dando vita a false argomentazioni riguardanti il quantitativo di truppe che sono necessarie in Iraq e ignorando il volere maggioritario del paese che chiede a gran voce il ritiro immediato delle truppe, l’opposizione di Ron Paul ad inutili guerre di intervento è sempre stata ferma e risoluta per tutto il corso della sua carriera politica.

Se uno sforzo immane verrà messo in piedi da adesso fino alla fine del 2008 per mettere in luce il suo profilo mediatico e per lanciarlo come l’ultima speranza rimasta all’America, Paul ha realmente una possibilità significativa di far venire i brividi a Jeb Bush, Rudy Giuliani o a qualunque fantoccio elitista scelto dai Repubblicani, e li costringerà a metter mano di corsa al proprio denaro.

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Perlomeno tutto questo rappresenta una possibilità di attirare l’attenzione su alcune serie questioni e di tenere i piedi dell’establishment sui carboni ardenti. Ma con il favore dello scenario politico che continuamente si ritrae dall’orripilante candidato che viene presentato ripetitivamente dai “republicrats” o dai “democans”, dovremmo veramente cominciare con una prospettiva positiva e considerare il fatto che Ron Paul, anche se è ancora semisconosciuto, ha veramente la concreta possibilità di diventare il prossimo Presidente degli Stati Uniti.

Secondo la Associated Press, “Paul si definisce il “Miglior Amico dei Contribuenti”, e alla Camera dei Rappresentanti è stato ripetutamente classificato al primo o al secondo posto dal Sindacato Nazionale dei Contribuenti, un gruppo a livello nazionale che sostiene tasse basse e un governo limitato”.

Su ogni singola questione di importanza nazionale – i confini, la guerra, il governo limitato, la sovranità Statunitense, le tasse e la riserva federale – Ron Paul è a favore di ideali populisti che il paese sta energicamente invocando dopo sette anni di inferno sotto Bush, preceduti da otto anni di disgrazia sotto Bill Clinton.

Ron Paul ha votato contro il Patriot Act, si oppone alla coscrizione, è un patrocinatore della abolizione della tassa sul reddito, sostiene energicamente la necessità di rintrodurre lo standard aurifero, ed è contrario a tutte quelle iniziative che privano gli USA della propria sovranità, iniziative quali il CAFTA [Central American Free Trade Agreement] e il FTAA [Free Trade Agreement of the Americas].

Dalla volontà espressa di riformare le leggi sulla marijuana, a sostegno nei confronti di un Internet non regolato, fino al sostegno del secondo emendamento, Ron Paul centra il bersaglio rivelando un vasto raggio di idee populiste di importanza chiave.

Nel corso di numerose apparizioni durante il The Alex Jones Show, Ron Paul ha consistentemente confermato il proprio impegno a favore delle libertà civili, ha attaccato energicamente il militarizzato stato di polizia creato da Bush e ha anche invocato che le procedure per la messa in stato di accusa – impeachment – vengano portate avanti immediatamente contro l’attuale incombente della Casa Bianca.

Il Presidente Ron Paul potrebbe veramente far tornare l’America ad essere la grande nazione di una volta e la sua decisione di candidarsi alle elezioni è un eccitante sviluppo che noi tutti dovremmo abbracciare e che dovrebbe indurci a sostenerlo nella battaglia per ristabilire una qualche forma di dignità all’ufficio della Presidenza, dignità che è stata completamente assente fin dall’assassinio di John F. Kennedy nel 1963.

“Il Rappresentante al Congresso Ron Paul è un candidato da sogno, un super patriota, un costituzionalista totale, un eroe Americano”.

“Lo dobbiamo eleggere Presidente” – Alex Jones

Paul Joseph Watson & Alex Jones
Fonte: http://www.prisonplanet.com/
Link: http://www.prisonplanet.com/articles/january2007/120107ronpaul.htm
12.01.2007

Traduzione a cura di Melektro per www.radioforpeace.info & www.comedonschisciotte.org

Nota di Marzian:

Consiglio di leggere la pagina di Wikipedia su Ron Paul: noterete la sua incredibile coerenza. Bisogna però sottolineare che è un liberista fanatico e sostiene il diritto a portare armi.

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