Ogni giorno il parlamento europeo ci regala perle di orrore e di iniquità. Oggi è il giorno dell’approvazione della mozione per affermare che il diritto all’aborto sia un diritto fondamentale dell’Ue. La risoluzione, approvata con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, ha valore politico, ma non normativo: non è vincolante, ma questo non ci consola affatto, anzi. Il rifiuto per questa istituzione che ha sempre più la faccia di Moloch, si amplifica, e l’indignazione sale, perché tra le meraviglie proposte dai prodi politici a Bruxelles c’è quella di obbligare i medici e gli studenti di medicina di avere la pratica abortiva nel Curriculum. L’omicidio di una creatura indifesa in carriera, insomma. Ad aver votato la misura sono stati i Socialisti e democratici, i Verdi/Ale, Renew e la Sinistra. Il partito Popolare Europeo si è spaccato con l’approvazione solo degli eurodeputati provenienti dal nord Europa. Il gruppo dei Conservatori e riformisti e Identità e democrazia invece, salvo rare eccezioni, ha votato contro la mozione come, in generale, i partiti di governo italiani.
Ora tutti gli Stati membri devono esprimersi favorevolmente al suo inserimento nella Carta. Difficilmente questo può accadere anche perché Polonia e Malta hanno addirittura in vigore delle norme che ne limitano fortemente la possibilità di accesso alle donne. Ma con il voto di oggi, i parlamentari europei chiedono al Consiglio di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue avvicinandosi, tronfi e altisonanti, a Erode, quando ordinò la strage degli innocenti.
Ecco i passaggi fondamentali da europarl.europa.eu/news/en/press-room, 11 aprile 2024
Le donne devono avere il pieno controllo della loro salute e dei loro diritti sessuali e riproduttivi.
- Il diritto all’aborto è un diritto fondamentale
- Gli Stati membri devono depenalizzare completamente l’aborto
- Fermare i finanziamenti dell’UE ai gruppi anti-choice
- L’educazione alla sessualità e alle relazioni deve essere disponibile per tutti
I deputati chiedono al Consiglio di aggiungere alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE l’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva e il diritto a un aborto sicuro e legale.
In una risoluzione adottata giovedì con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni, gli eurodeputati vogliono inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE – una richiesta che hanno avanzato più volte. I deputati condannano l’arretramento dei diritti delle donne e tutti i tentativi di limitare o eliminare le protezioni esistenti per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi (SRHR) e l’uguaglianza di genere in atto a livello globale, compresi gli Stati membri dell’UE.
Il testo chiede che l’articolo 3 della Carta sia modificato per affermare che
ogni persona ha diritto all’autonomia corporea, all’accesso libero, informato, pieno e universale ai diritti sessuali e riproduttivi e a tutti i servizi sanitari connessi senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”.
I deputati condannano il fatto che, in alcuni Stati membri, l’aborto viene negato da medici, e in alcuni casi da intere istituzioni mediche, sulla base di una clausola di “coscienza”, spesso in situazioni in cui qualsiasi ritardo mette in pericolo la vita o la salute della paziente.
Educazione e assistenza di alta qualità
Secondo il Parlamento, i metodi e le procedure abortive dovrebbero essere parte obbligatoria del curriculum di medici e studenti di medicina.
Gli Stati membri dovrebbero garantire l’accesso all’intera gamma di servizi SRHR, compresa un’educazione sessuale e relazionale completa e adeguata all’età. Devono essere resi disponibili metodi e forniture contraccettive accessibili, sicure e gratuite, e consulenze sulla pianificazione familiare, con particolare attenzione a raggiungere i gruppi vulnerabili. Le donne in povertà sono colpite in modo sproporzionato dalle barriere legali, finanziarie, sociali e pratiche e dalle restrizioni all’aborto, affermano i deputati, che chiedono agli Stati membri di rimuovere queste barriere.
Stop ai finanziamenti dell’UE ai gruppi anti-choice
Gli eurodeputati sono preoccupati per l’aumento significativo dei finanziamenti ai gruppi anti-sesso e anti-choice in tutto il mondo, anche nell’UE.
Chiedono alla Commissione di garantire che le organizzazioni che operano contro l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, compresi i diritti riproduttivi, non ricevano finanziamenti dall’UE. Gli Stati membri e i governi locali devono aumentare la spesa per i programmi e le sovvenzioni ai servizi sanitari e di pianificazione familiare.
Il contesto
Il 4 marzo 2024 la Francia è diventata il primo Paese a sancire il diritto all’aborto nella propria Costituzione. L’assistenza sanitaria, compresa la salute sessuale e riproduttiva, rientra nelle competenze nazionali. La modifica della Carta dei diritti fondamentali dell’UE per includere l’aborto richiederebbe l’accordo unanime di tutti gli Stati membri.