E’ ufficiale : il virus non va in tv.
Nei giorni scorsi due mezzobusti erano apparsi mascherinati sui teleschermi: il ligio Mentana ed il “provocatore” Borgonovo, il quale aveva ricordato a Formigli ed ai suoi ospiti che, in base alle nuove disposizioni governative, la mascherina andava indossata in tutti i luoghi chiusi, ivi compresi gli studi televisivi.
48 ore dopo, il governo è “corso ai ripari” come si suol dire, diramando una fumosa nota riportata dal quotidiano Il Giornale: “In relazione alle nuove norme sui dispositivi di protezione individuale introdotte col decreto legge 7 ottobre 2020 numero 125, la Presidenza del Consiglio dei ministri precisa quanto segue. Per quanto riguarda le attività lavorative che si svolgono al chiuso, quindi per tutti i lavoratori e i titolari di attività economiche, produttive, amministrative, sociali, artistiche, televisione e spettacolo, culturali, sportive e così via, rimangono in vigore i protocolli e le linee guida previsti in precedenza.
In pratica, si continua come prima ed in tv si va senza mascherina.
Alcune reti fanno firmare ai propri ospiti autocertificazioni di sanità che li dispenserebbero da ulteriori controlli: un privilegio che non vale per chi si reca in fabbrica, a scuola, in ospedale o in qualunque ufficio pubblico.
C’è chi può e chi non può, insomma: lo stesso Corrado Formigli aveva descritto come “ridicolo” un eventuale blitz delle forze dell’ordine nel suo telesalotto per misurare distanze, far sollevare mascherine ed elevare contravvenzioni, cioè quel che fanno quotidianamente nel mondo “reale”.
Abbiamo dunque fatto un altro piccolo passo nella lotta contro il virus, acquisendo la consapevolezza che il covid non si manifesta negli studi delle reti televisive italiane.
I tantissimi ricoverati in terapia intensiva potrebbero pertanto essere trasferiti, in via sperimentale, a Saxa Rubra o a Cologno Monzese; qualora l’esperimento funzionasse, si potrebbe trasformare l’intero territorio nazionale in un solo, unico, salubre studio televisivo.