DI GIANLUCA BIFOLCHI
Achtung Banditen
Vedo nell’apertura di Gianfranco Fini sul tema del voto agli immigrati una giusta intuizione, e cioè che non vi è nessuna predestinazione per un immigrato a votare per i partiti dello schieramento di sinistra. E’ certo verosimile che oggi vi sia una tendenza del genere, che si manifesterebbe in maniera abbastanza netta se gli stranieri potessero votare, ma ciò è solo perché le proposte della sinistra in materia di immigrazione appaiono più inclini all’apertura e all’integrazione. Fini d’altronde sa che dai tempi dei CPT, introdotti dalla Turco-Napolitano, queste differenze tra destra e sinistra si vanno gradualmente restringendo, e siamo molto prossimi al punto in cui queste riguarderanno più la forma che la sostanza. Di conseguenza i vantaggi della sinistra di fronte ad un ipotetico elettorato di immigrati tendono a sparire.
Possiamo inoltre chiederci se un padre di famiglia maghrebino, piuttosto compreso della mentalità patriarcale della sua terra di origine, possa sentirsi più attratto da suggestioni multiculturaliste – teoricamente emananti da sinistra – o da parole d’ordine tipo “tolleranza zero” da parte di esponenti della destra che promettono di ripulire il suo quartiere da straccioni e prostitute. Non c’è da farsi illusioni: la luna di miele tra immigrati e sinistra dipende esclusivamente dai probemi legati all’accoglienza e all’integrazione, ma è del tutto verosimile che quando questi apparterranno al passato di persone ormai integrate nella società italiana, una grossa fetta di immigrati maturerà orientamenti politici conservatori, fortemente conservatori, particolarmente se si troverà in quella fascia della società in cui ci si sente minacciati da possibili nuovi arrivi, o se si teme di poter perdere quello che è stato conquistato.Fini capisce queste cose, e fa una proposta che sa non essere troppo rischiosa per la destra. E Berlusconi? Berlusconi che
bolla come “opinione personale” questa apertura, e la rigetta, non sa queste cose? Avendo portato in parlamento lo Zio Tom
Souad Sbai, marocchina islamofoba, non capisce che la destra non ha troppo da temere dal voto amministrativo agli immigrati?
Certo che sa queste cose, certo che capisce queste cose. Ma Berlusconi si è fatto un calcolo che Fini non ha fatto, e sa che
contro il modernismo di una destra alla Sarkozy, vi sono altri dividendi su cui la destra italiana ha scommesso, dovendo ad
essi probabilmente una gran parte delle ragioni del suo nuovo ciclo elettorale vincente. Berlusconi conosce gli enormi
investimenti politici e mediatici che ha comportato la costruzione di un capro espiatorio sui cui far ricadere tutti i
problemi della nazione. Berlusconi è ben consapevole di quanto sia politicamente vantaggioso poter contare su una nuova
classe di “ebrei” che funzioni sia come valvola di sfogo per una cattiveria sociale alimentata da tutt’altre fonti – con cui
non si vuole fare i conti -, sia come generatore di paura che rende ancor più manipolabile l’opinone pubblica. E se
Berlusconi non sapesse queste cose – ma le sa – ci sarebbe Bossi a ricordargliele.
A Napoli siamo arrivati ai pogrom antizingari. Credete che sia una fatalità? Credete che sia una conseguenza non voluta di
situazioni di oggettivo degrado? No, la xenofobia italiana non è un fenomeno spontaneo, ma è uno strumento di controllo
politico e sociale attentamente progettato e gestito; e i suoi frutti verrebbero meno se gli immigrati potessero vendicarsi
alle urne. E non lasciatevi ingannare dal fatto che stiamo parlando solo di voto amministrativo: tenete conto del valore
politico di elezioni comunali come quelle di Milano e Roma e capirete perché Berlusconi non vuole correre questi rischi.
Fonte: http://achtungbanditen.splinder.com/
Link
05.09.2008