Quando ho letto questo titolo confesso di aver pensato immediatamente che si riferisse alle “presstitutes”, come l’ottimo Paul Craig Roberts brillantemente definì gli “operatori ed operatrici dell’informazione” (notate che, per correttezza, ho menzionato i due sessi “primari”, quelli da cui “discendono” tutti gli altri che questo “nuovo mondo mirabile” ci regala). E invece no, si tratta proprio di “operatrici sessuali”; a questo punto resto alquanto basito dal fatto che non si menzionino anche gli operatori, la domanda dei quali è sicuramente maggiore in quanto rivolti ad entrambi i lati del campo di gioco.
Emily Mangiaracina – LifeSiteNews – 17/1/2023
Davos, Svizzera – Le prostitute stanno affollando Davos, in Svizzera, e le aree circostanti, spinte dalla domanda di sesso che si accompagna all’incontro annuale di molti degli uomini più potenti del mondo al World Economic Forum (WEF).
I rapporti hanno confermato che anche quest’anno, come negli anni precedenti, in concomitanza con l’inizio del meeting del WEF 2023, a Davos e dintorni vengono prenotate sempre più “operatrici sessuali”.
Al vertice annuale di Davos partecipano primi ministri e presidenti, funzionari di alto rango, accademici e magnati dei media e degli affari, compresi quelli appartenenti alle organizzazioni più ricche e controverse del mondo, come BlackRock, la Fondazione Bill e Melinda Gates e Google.
L’amministratrice di un servizio di escort del villaggio di Argovia, a circa due ore di macchina da Davos, ha dichiarato martedì alla Bild che ad ogni vertice annuale del WEF a Davos la richiesta di ragazze squillo è alta, e quest’anno non fa eccezione. Al quotidiano svizzero 20 Minutes ha raccontato che il suo “servizio” di escort, che è legale in Svizzera, ha ricevuto 11 prenotazioni e 25 richieste, e ne prevede molte altre questa settimana.
La 36enne Salome Balthus, operatrice sessuale e scrittrice, che alloggia in un hotel vicino Davos durante la settimana del summit, non ha voluto dire al Daily Mail chi sono i suoi clienti.
” Credetemi, non volete mettervi a litigare con loro “, ha avvertito.
La Balthus ha scritto lunedì su Twitter: “Un appuntamento in Svizzera durante il WEF significa guardare i musi delle pistole delle guardie di sicurezza nel corridoio dell’hotel alle 2 di notte – e poi condividere con loro i cioccolatini in omaggio del ristorante e spettegolare sui ricchi … #Davos #WEF”.
Liana, una sua “collega”, ha dichiarato Bild che uno dei 2.700 partecipanti alla conferenza, un americano, la vede regolarmente, anche durante altre visite in Svizzera ogni anno.
Nel 2020 un’inchiesta speciale di The Times, citando “un alto funzionario della polizia svizzera”, rivelò che almeno 100 operatrici sessuali si spostavano a Davos durante il vertice annuale del WEF.
Secondo quanto riferito, le donne che partecipano per la prima volta a Davos vengono avvertite di non uscire da sole dopo il tramonto a causa di molestie sessuali “di routine” da parte di “uomini facoltosi”.
“Perché, se succede qualcosa con l’amministratore delegato di qualche grande multinazionale, a chi pensate che crederanno? A te o a loro?”, ha dichiarato un funzionario del WEF a The Times.
Un portavoce del WEF ha dichiarato che l’organizzazione ha una “politica di tolleranza zero” nei confronti delle molestie durante l’incontro di Davos e che il WEF “non è responsabile della condotta dei delegati ufficiali fuori dal Centro Congressi“, prosegue The Times.
Sin dall’inizio dell’incontro, nel 1971, i partecipanti a Davos hanno dialogato su come affrontare quelli che considerano i problemi più urgenti del mondo, come la transizione verso fonti energetiche “verdi” e il “cambiamento climatico”, attraverso politiche governative e pratiche commerciali.
Klaus Schwab, fondatore e presidente del WEF, ha recentemente invocato una “ristrutturazione” globale dei sistemi economici, politici, sociali ed ecologici del mondo, riconoscendo che “se si ristruttura un’economia, il risultato è una riduzione del reddito – del reddito disponibile – che può portare ad ampie tensioni sociali…“.
Il WEF prevede cambiamenti sistemici della società che coinvolgono l’azione congiunta di governi e imprese come parte del “Grande Reset”, un’aspirazione criticata per il suo potenziale di danneggiare la libertà e la prosperità della gente comune in nome della sostenibilità ambientale.
Sebbene non sia considerato una delle preoccupazioni principali del WEF, l’accesso all’aborto è eufemisticamente appoggiato dal gruppo come “risorsa sanitaria”, e già quest’anno Smriti Irani, il Ministro indiano per le Donne e lo Sviluppo dell’Infanzia, ha comunicato con orgoglio come il Primo Ministro indiano Narendra Modi abbia introdotto l’aborto fino a 24 settimane di gravidanza in India “senza un lamento” da parte dei politici maschi indiani.
Un elenco incompleto dei partecipanti al WEF è disponibile qui (sono “solo” poco meno di 80 pagine, N.d.T.).
Emily Mangiaracina è una giornalista di Miami per LifeSiteNews. Si è laureata nel 2013 all’Università della Florida. Emily è appassionata della Messa tradizionale in latino e della promozione degli insegnamenti della Chiesa cattolica.
Scelto e tradotto da CptHook per ComeDonChisciotte