Riportiamo la testimonianza di Clara Panebianco, 42enne di Milano, che ha voluto raccontare la sua esperienza con il vaccino anti Covid-19 ai microfoni di “Lucca Consapevole”, per il progetto “Voci Avverse“.
La donna, insegnante di scuola elementare, era in perfette condizioni di salute prima di sottoporsi a due dosi di vaccino AstraZeneca.
Circa una settimana dopo la prima somministrazione Clara comincia a soffrire di parestesie e scosse elettriche localizzate nella gamba sinistra, che però inizialmente associa all’intensa attività sportiva.
I medici le prescrivono antinfiammatori per una sospetta lombosciatalgia, ma la situazione continua a peggiorare.
A quel punto l’insegnante decide di recarsi in ospedale, dove tramite una lastra viene notata una “massa” nello scavo pelvico.
Inizia così la girandola di visite specialistiche e Clara comincia a sospettare un collegamento con il vaccino da poco ricevuto.
I medici però la rassicurano e la donna, già costretta ad aiutarsi con le stampelle, si reca il 2 giugno 2021 all’appuntamento con la seconda dose.
Il giorno successivo, dopo l’ennesima inutile visita ortopedica, Clara decide di farsi portare in ospedale. Qui, finalmente, trova il primo medico che mette in relazione i suoi problemi di salute con il vaccino AstraZeneca e tramite una successiva elettromiografia scopre una mononeurite del nervo femorale.
Con il caldo estivo, e l’inizio di un ciclo di cure, la situazione sembra migliorare leggermente. Una mattina di novembre, però, Clara si alza dal letto e crolla per terra: si reca quindi al pronto soccorso dove viene dimessa in codice bianco, con il consiglio di farsi prescrivere degli ansiolitici.
L’insegnante effettua allora l’ennesima risonanza, che evidenzia la presenza di liquido all’interno dell’osso del ginocchio. Nel referto viene scritto come la causa fosse da ricercare in un “eccesso di attività fisica“.
A questo punto Clara, sfinita, si rivolge ad una terapeuta che riesce ad aiutarla almeno dal punto di vista psicologico.
Ad oggi, dopo più di un anno di visite, cure e sedute di fisioterapia, la donna si considera ancora un’invalida: la difficoltà nel camminare e l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività sportiva costituiscono un evidente stravolgimento della sua vita.
Nonostante questi 18 mesi da incubo Clara riesce ancora a mantenere un atteggiamento positivo, nella speranza di recuperare tutto quello che per il momento ha perduto.
di Filippo Della Santa, ComeDonChisciotte.org
Fonte: https://luccaconsapevole.it/voci-avverse-testimonianza-di-clara-panebianco/