Dopo Firenze, “AMAZONIADE – Un anno nel magazzino di Passo Corese” – il racconto multimediale diviso in 20 capitoli che ripercorre l’esperienza del giornalista Massimiliano Cacciotti come magazziniere nell’hub laziale, quando nel 2020, in piena pandemia, si trova costretto a cercare un impiego nella logistica, fra i pochi settori che lavorano a pieno regime durante il lockdown – arriva a Roma.
Venerdì 16 giugno ore 21.00 presso Teatro Le Sedie – Via Veientana Vetere 51/51c
L’evento vedrà la partecipazione dell’autore Massimiliano Cacciotti e del responsabile del sito PuntoCritico.info Marco Verrugio.
In una puntata di CDC Incontra abbiamo intervistato proprio il giornalista autore del documentario, con il quale è nata una proficua collaborazione per portare avanti questa importante inchiesta di cui la presente rubrica appena nata, porta il nome: AMAZONIADE.
Sarà con noi per venti settimane, sempre di venerdì.
Buona lettura.
AMAZONIADE CAPITOLO 01
Di Massimiliano Cacciotti per ComeDonChisciotte.org
Correva l’anno ventiventi. Ci sono anni che corrono a ritmo tranquillo, altri che corrono molto di più. Il ventiventi fu uno di questi, un Usain Bolt del calendario, primatista mondiale degli anni infami, fra pandemia, lockdown e problemi personali.
Questa storia comincia così, in quell’anno di (dis)grazia, nel quale le mie questioni private si mescolarono a uno sconvolgimento planetario. Fu proprio quel terribile mix che mi mise in contatto per la prima volta con un magazzino Amazon. Avvenne grazie a un annuncio sul web. E ad alcuni spot che passavano in tv.
Gli spot erano quelli in cui una serie di lavoratori, di ogni tipo e di ogni età – compresa la mia – raccontavano di come Amazon avesse offerto loro l’opportunità di un nuovo lavoro e di una nuova vita, in un momento di crisi. Era la prima volta che vedevo un’azienda che non pubblicizzava prodotti o servizi, bensì i propri dipendenti, il capitale umano – persino troppo umano – e la cosa m’incuriosì.
L’annuncio era quello di Gi Group, una società interinale, che ricercava magazzinieri per l’hub Amazon di Passo Corese, vicino Roma. Il compenso pareva dignitoso. In più, un’occupazione di quel tipo mi avrebbe forse anche permesso di uscire di casa la sera per motivi di lavoro, aggirando il lockdown. Avanzai la mia candidatura, sebbene fare il magazziniere fosse quanto di più lontano potessi immaginare rispetto alla mia precedente vita professionale.
Fu così, quasi per caso, che andai incontro al futuro, quel futuro dei rapporti di lavoro, economici, sociali, culturali, interpersonali, che Amazon rappresenta così bene. “Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato”, diceva Friedrich Nietzsche e mai frase ti risulta più vera di come quando conosci dal di dentro quella realtà un po’ distopica, targata Jeff Bezos.
Un mix di robotica, digitalizzazione spinta, new economy, vecchi meccanismi da fabbrica fordista, spersonalizzazione e precarizzazione del lavoro, greenwashing, concentrazione monopolistica del mercato, apparente inclusività, retorica del self made man, il tutto concentrato in un marchio che sembra un sorriso con la freccia all’insù. Lo spirito del nuovo millennio: questo è Amazon.
Ma il nuovo millennio non lo conoscevo ancora troppo quando avanzai la mia candidatura. Come non sapevo che lì ci avrei passato un anno della mia vita. Né sapevo che alla fine, da quell’esperienza, sarebbe nato un racconto fatto di venti capitoli, con le illustrazioni di Emanuele Giacopetti, oltre a venti video ideati e montati da me, per narrare di un mondo che prefigura la società dei prossimi decenni.
Venti capitoli e venti video che, di settimana in settimana, presenteremo qui, a partire dal primo, intitolato proprio “L’antefatto”. È una sorta di viaggio agli inferi col biglietto di ritorno, quasi fossi un novello Dante, ma privo di un Virgilio a farmi da guida. E allora, visto che Virgilio non c’è, in questo lungo viaggio mi accompagnate voi?