Per un nuovo esistenzialismo – 7

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Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

 

L’Esistenzialismo è una corrente di pensiero che si è espressa in vari ambiti: nella filosofia, nella letteratura, nelle arti, nello stile di vita.”

Per la sua natura complessa, più che una corrente filosofica unitaria, possiamo intendere l’Esistenzialismo come un insieme di posizioni filosofiche singole, anche molto differenziate, diversamente coinvolte nell’atmosfera di crisi e malessere relativi alle diverse epoche e ai vari contesti.”

 

Prendendo per buone le definizioni essenziali citate sopra, sottolineo il nesso con: “l’atmosfera di crisi e malessere relativi alle diverse epoche”, che si confà perfettamente a questa nostra epoca.

Tuttavia l’attuale momento storico non vede ancora emergere filosofi, letterati, artisti di valore che interpretino esaustivamente gli accadimenti in tutta la loro drammaticità esistenziale (o “esistentiva” secondo la distinzione heideggeriana).

Sono piuttosto le persone comuni che ben rappresentano questi malesseri nei loro sconvolti stili di vita, talvolta senza clamore, vivendo dall’interno queste atmosfere sulla propria pelle in quanto soggetti esistenziali, ognuno a modo proprio.

Il mio auspicio è che a partire dal proprio vissuto ognuno riesca a fare il passo necessario per approdare al significato ed al senso più autentico del vivere, soprattutto in questa inaspettatamente scomoda modernità contraddistinta da politiche eterodirette e malevole, di fatto antipopolari anche se imbellettate da una propaganda suadente quanto totalizzante nei modi e nei contenuti.

Infatti è proprio da un forte malessere soggettivo che spontaneamente può nascere la forza interiore per reagire positivamente, se solo non ci si rassegna, o peggio non si comprende la realtà, non ci si rende neppure conto di diventare una rana bollita nel calderone ipertecnologico che ci impongono facendolo sembrare desiderabile.

Questa non è una crisi come tante altre, qui c’è in gioco molto più che un conflitto tra poteri e interessi di parte. Che pure intervengono prepotentemente per negare e annichilire tutte le possibili soluzioni alternative alle ricette distopiche calate dall’alto. Soluzioni alternative che, al contrario della T.I.N.A. imposta dagli stessi che hanno creato il problema, sarebbero rispettose della persona umana nella sua completezza fisica, spirituale, animica.

Qui è in gioco la volontà e la capacità umana di sopravvivere opponendosi alla propria trasformazione in transumani, in macchine artificiali, in robot senz’anima. Trasformazione indotta da una tecnica in progressione esponenziale che fagocita tutto e tutti, degenerando da strumento a fine ultimo, privo di senso umano. E per di più indirizzata al peggio delle possibili dinamiche “evolutive”, accelerata in tal senso da un’elite diabolica, interprete solo dei propri grandi interessi finanziari e purtroppo dominante in ogni settore della vita civile e produttiva.

Semplificando all’osso è’ un po’ come la parabola della crescita spirituale di Pinocchio, la sua trasformazione in bambino vero, passata attraverso l’esperienza drammatica del “Paese dei Balocchi”, dove è costretto ad affrontare il rischio di diventare un asino pronto per il macello.

Amore, consapevolezza, buoni sentimenti, sono gli ingredienti per il successo di questo passaggio epocale. Tutti noi li abbiamo a disposizione, basta averne cura e usarli giudiziosamente, per cambiare il nostro meschino ruolo unico di “consumatori” egoisti ed arrivare a fare massa critica per cambiare il mondo, altrimenti incanalato verso le peggiori distopie.

Questo è il punto mai abbastanza approfondito e ben compreso, per riuscire ad agire come Pinocchio ed evitare invece la brutta fine di Lucignolo. Come nel Paese dei Balocchi la tecnologia ci offre sempre nuove comodità, nuovi piaceri, nuovi dispositivi “salvavita”, alle cui lusinghe non è facile resistere, soprattutto quando queste meraviglie riempiono un vuoto e una solitudine esistenziale angosciosa, culturalmente alimentata e predisposta in anni e anni di propaganda commerciale, politica, ideologica, valoriale, dai contenuti sempre orientati a desertificare l’anima e sostituire l’io più autentico e profondo con un ego smisurato e narcisistico di facciata, che nasconde le più inconfessabili debolezze ed il vuoto di un fallimento esistenziale de facto, dopo una vita alla spasmodica ricerca di essere riconosciuti e accettati nel sistema di appartenenza. Un sistema fagocitante, distruttivo, sempre pronto a rifiutarti non appena ti discosti dalla sua conformità, per assurda che sia.

Qualcuno può obiettare che questo è comunque il miglior mondo possibile, da accettare e difendere, identificandosi con esso. Non c’è che una prova empirica esistenziale per verificare come stanno veramente le cose, cioè molto, ma molto male, al limite della catastrofe, dal piano personale a quello sistemico.

Non si tratta di un pessimismo catastrofista da squilibrati. Purtroppo è una realtà che chiunque può toccare con mano, vedere nei fatti per quanto la narrazione mainstream cerchi di nasconderli, deformarli, edulcorarli a seconda della convenienza di chi guida il gioco nel millantato ruolo di padre-padrone assoluto. Paradossalmente sono proprio i conformisti irriducibili e dabbene, sedicenti “moderati”, che col loro ottimismo forzato e irrazionale diventano oggettivamente squilibrati, dimostrando un realismo e un buon senso del tutto infondati alla luce dei fatti che nemmeno la propaganda più bieca può nascondere per sempre. Pure loro sanno di questi fatti, ma li “rimuovono” ignorandoli del tutto, oppure li travisano mostrandosi “più realisti del re”, un re fasullo che di questi poveretti si fa scudo e forza, in un circolo vizioso senza fine.

Come le dinamiche ipertrofizzanti dell’ego si alimentano delle paure più o meno consce sperimentate fin dalla primissima infanzia, così il conformismo si consolida con i continui “richiami” terroristici che l’attuale sistema corrotto somministra alla popolazione, traghettandola da un’emergenza all’altra, senza soluzione di continuità. E’ come trovarsi sotto assedio continuo, non avendo più alcuna possibilità di rinvigorire, di risorgere dalla sfinitezza delle battaglie precedenti.

Possiamo anche dire che a questi livelli il conformismo, quando non è opportunismo di chi si ritiene privilegiato, è la difesa dei vigliacchi. Ma come ci ricorda il Manzoni “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, e di questo i dominanti ne approfittano a man bassa.

Pensiamo piuttosto a chi vuole fermare questo film horror per uscirne, ma non sa come fare, non sa cosa fare. Alcuni consigliano di incontrarsi fisicamente tra simili e discuterne, rompendo la solitudine che “il distanziamento sociale” favorisce. Altri consigliano di costruirsi una relativa indipendenza economica ai margini del sistema, allontanandosene il più possibile per non subirne i ricatti. Ecc. ecc.

Il mio più che un consiglio pratico è una constatazione che parte dall’analisi dei fenomeni concreti che ci coinvolgono, che hanno invaso le nostre vite senza essere invitati, ma che comunque ci allontanano dalla nostra essenza più autentica, creandoci difficoltà, disagi, sofferenze, lutti, perdita di libertà, perdita di tempo, di quell’unico prezioso tempo che scorrendo inesorabile dovrebbe scandire i momenti più belli della nostra e dell’altrui breve vita, un’esperienza potenzialmente meravigliosa che ci ritroviamo tra le mani senza conoscerne il perchè.

A voler essere invece più realisti parliamo anche di quei fenomeni tremendi che mettono a grave rischio l’esistenza stessa della razza umana sul pianeta Terra, o la qualità della vita dei popoli, o la qualità dello stesso essere umani, e non altro, secondo i piani di Dio, o della Natura per chi non crede in alcun Dio.

Ma c’è una cosa che più di tutte possiamo sentire e farne la motivazione primaria di ogni scelta successiva. Non so descriverla, so solo che la si può ascoltare, percepire, che altri l’hanno trovata, provata e continuano a provarla. Una cosa che ha molto a che fare con lo spirito che è in noi, per quanto sepolto e soffocato dalle macerie delle mille battaglie perse. Si dice anche di una persona stimabile che è di “nobili sentimenti”. E allora aggiungo che chiunque può coltivare la propria anima e provare con gioia i più nobili sentimenti, se però riesce a scavare coraggiosamente nella propria esistenza e distinguere il bene dal male, che ci appartengono, ma sono anche oggetto di scelta, solo nostra. Buona esperienza esistenziale a tutti, per ritrovarsi vittoriosi in una nuova dimensione più umana e sociale.

E non c’è contraddizione, questo siamo:

“Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.”

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

7/7 – FINE

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