Oxfam e Stockholm Environment Institute hanno pubblicato una ricerca sulla produzione di CO2 in relazione ai livelli di reddito.
I dati riguardanti la quantità di CO2 sono già da sè molto preoccupanti: le emissioni di anidride carbonica sono aumentate infatti del 60% dal 1990 al 2015.
Le cifre che fanno discutere, e che potenzialmente potrebbero valere per spingere il discorso sull’ambiente su un terreno di scontro politico serio, riguardano sopra chi cade la responsabilità delle emissioni: il 10% della popolazione mondiale è responsabile del 52% delle emissioni globali durante il periodo. Si tratta di coloro che presentano un reddito superiore a 35mila dollari l’anno.
Questo la dice lunga sulle retoriche che ascoltiamo da anni ormai ovunque: tutti sono colpevoli, tutti irresponsabili inquinatori. E invece viene fuori, come c’era da aspettarsi, che l’1% della popolazione, da sola, produce il doppio delle emissioni del 50% più povero del mondo.
Questo a conferma del fatto che la lotta ambientalista senza lotta al capitalismo, come ha scritto qualcuno su facebook, è mero giardinaggio.
E ovviamente a pagare per l’inquinamento della classe più ricca sono le comunità più povere. Anche se il 90% più povero smettesse di inquinare, le azioni del 10% più ricco farebbero aumentare la temperatura globale di 1,5 gradi.
Secondo le stime di “Confronting Carbon Inequality”, le emissioni pro capite del 10 per cento più ricco dovranno essere circa 10 volte inferiori entro il 2030 per mantenere il mondo in linea con le previsioni di appena 1,5 C di riscaldamento – ciò equivale a ridurre di un terzo le emissioni globali annuali..
I governi possono affrontare sia l’estrema disuguaglianza che la crisi climatica se mirassero alle emissioni eccessive dei più ricchi e investendo nelle comunità povere e vulnerabili. Ad esempio, un recente studio ha rilevato che il 10 per cento delle famiglie più ricche utilizza quasi la metà (45 per cento) di tutta l’energia legata al trasporto terrestre e tre quarti di tutta l’energia legata all’aviazione. I trasporti sono oggi responsabili di circa un quarto delle emissioni globali, mentre i SUV sono stati il secondo motore della crescita globale delle emissioni di carbonio tra il 2010 e il 2018.
Tim Gore, autore della pubblicazione, ha concluso: “Lo scopo migliore possibile e moralmente difendibile è che tutta l’umanità viva una vita dignitosa, ma tutto il vantaggio è stato utilizzato dai ricchi per diventare più ricchi”.