Il Giappone tra CIA, massoneria e gesuiti

L’occupazione militare americana e il genocidio antropologico-culturale della secolare tradizione giapponese

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Loreto Giovannone

 

Introduzione

Questo articolo ricostruisce lo spietato annientamento dello spirito fiero di un popolo millenario, l’inquinamento delle sue istituzioni, l’infiltrazione dei tentacoli della piovra a tre teste – primi tra tutti i Gesuiti – ed il suo definitivo assoggettamento con i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, obbiettivi civili e non militari, crimini dello sterminio coloniale USA mai condannati. L’area geografica dell’Oceano Pacifico che contorna la Cina e che comprende Indocina, Giappone e Filippine, è tornata ad essere strategica per il rapace colonialismo macellaio degli Stati Uniti.

Quando il 27 maggio 1923 nacque Heinz Alfred (Henry) Kissinger, Edmund A. Walsh era già un pilastro della diplomazia USA con la sua School of Foreign Service (SFS) all’interno della Georgetown University di Washington, DC, l’università dei gesuiti (di cui vi abbiamo detto qui). Dal 1900 in poi la diplomazia USA ha operato con tutti i mezzi possibili del colonialismo sanguinario, rapace, sanguisuga, minacciando gli stati, portando conflitti armati e guerre, strangolando finanziariamente, distruggendo sistematicamente le identità nazionali con il genocidio culturale, la distruzione e l’asservimento della moneta, lo sfruttamento della ricostruzione e lo spolpamento successivo tramite le imposizioni commerciali del mercato economico-finanziario ed il controllo attraverso la moneta di scambio.

I due personaggi, Walsh e Kissinger, sia pure in tempi diversi e a livelli diversi, sono stati fondamentali per l’egemonia coloniale, politica e militare degli USA nel mondo. Il livello del gesuita Walsh, ideatore e influente sulla geopolitica espansionista e colonialista americana della prima metà del secolo, fu più importante; altro livello quello di Kissinger, politico e diplomatico, spietato esecutore di ordini per conto della finanza ebraica americana. Entrambi sono stati al servizio e/o agli ordini di un potere finanziario rapace e dominatore la cui ferocia è già nella Storia. Per esemplificare, a Walsh, consigliere a tutto campo di politica estera di Harry Truman, e alla sua SFS, è possibile attribuire la preparazione e la partecipazione politica e militare (SATC, poi ROTC) degli USA alla Seconda Guerra Mondiale, alle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, all’invasione del Giappone, al processo di Norimberga, alla guerra in Corea.

Kissinger (consigliere di Nixon in materia di politica estera e sicurezza nazionale) continuatore della guerra in Vietnam, responsabile del bombardamento della Cambogia (un Paese con cui gli Stati Uniti non erano in guerra), ha dato il via libera a colpi di stato, ha ordinato ai dittatori di “fare in fretta” ad eliminare migliaia di oppositori civili, di uccidere e torturare, ha permesso genocidi, stravolgimenti politici, rivoluzioni colorate, terrorismo e la sistematica rapina di materie prime negli stati sottomessi con guerre feroci e sanguinarie. Pinochet in Cile, Videla in Argentina, i curdi in Afghanistan, Siria e Iraq: oltre 34 guerre in tutto il mondo. Niente è trapelato fino ad ora sui loschi affari della Kissinger Associates durante quarant’anni e dei vantaggi acquisiti dai suoi clienti, per esempio nelle due guerre del Golfo. Il cerchio si chiude se ricordiamo che nella School of Foreign Service della Georgetown University Madeleine Korbelova Albright ha insegnato, a suo dire, per oltre 30 anni a dominare il mondo con la minaccia, il ricatto, la schiavitù monetaria e finanziaria, gli armamenti, la guerra, con il Deuteronomio alla mano. È del tutto evidente che Walsh e le Università gesuite furono e sono oggi più che mai dietro le macchinazioni del potere delle lobby delle armi e del petrolio; con il pretesto dell’evangelizzazione i gesuiti mantengono strettissime relazioni nei paesi che occupano. Quando gli USA scatenarono l’inferno per rubare “l’oro nero” all’Iraq i Gesuiti erano stati espulsi da pochi anni, esattamente quelli necessari ad organizzare l’aggressione armata. Nel frattempo sarà meglio non dimenticare che a rivelare il legame tra la gesuita Georgetown University, Kissinger e Brezinski fu anche Ephifanius nel suo testo Massoneria e sette segrete[1] (quello stesso Brezinski che era stato professore della Albright quando questa studiava alla Columbia University, con Kissinger, esterno, e parte di un gruppo elitario e chiuso della Georgetown).

Walsh, che nel 1919 aveva fondato la SFS, alla fine della seconda guerra mondiale era in grado di determinare la geopolitica mondiale e ebbe un ruolo chiave come consulente e ideatore, per conto degli USA, di quel carrozzone detto processo di Norimberga, mentre al tempo stesso si reclutavano coattamente centinaia di nazisti in America sottraendoli arbitrariamente al giudizio del tribunale. Come già detto, Walsh fu influente consigliere (quasi un controllore) del presidente Harry Truman (democratico) e, allo stesso tempo, del generale Douglas MacArthur, che aveva pieni poteri durante l’occupazione del Giappone e nella successiva guerra di Corea del 1950.

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Padre Edmund A. Walsh, SJ, assieme al generale Douglas MacArthur a Tokyo, 1948

Al processo di Norimberga che, come detto sopra, servì a coprire il reimpiego dei nazisti in America, dopo aver interrogato Karl Haushofer, protetto di Rudolf Hess e primo teorizzatore del “Lebensraum” (lo spazio vitale) poi ripreso da Hitler, il gesuita Walsh, che lo aveva studiato per 20 anni, lo scagionò miracolosamente dalle “finzioni” del processo (*). Truman fu incaricato del reinserimento degli ex nazisti nei due ambiti: imporre ad Adenauer il reintegro in Germania di ex nazisti e portare ex nazisti in USA con l’operazione segreta “Paperclip”. L’opera di Walsh, l’eminenza grigia che manovrava la politica dell’occidente sin dalla formazione della SFS, si spiega attraverso la storia di Haushofer, di Truman, di Adenauer e di Walter Hallstein. Quest’ultimo, docente universitario di diritto, rettore dell’Università di Francoforte, nazista comandante della Wehrmacht in Olanda, dopo due anni di “riconversione” in America (di cui uno passato ad insegnare relazioni internazionali alla Georgetown University di Walsh), fu messo a sedere per 10 lunghi anni sulla poltrona della presidenza della Comunità Economica Europea. Ed è proprio sulla fondazione delle future istituzioni europee che aleggia l’ombra nera del gesuita Walsh con la sua SFS[2], la stessa ombra si stende sulla distruzione e gli orrori del Giappone.

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Invasione e occupazione americana del Giappone [3]

Per quanto denominata “alleata”, l’occupazione fu del tutto americana, se si eccettuano alcuni australiani e qualche reparto non americano nel comando supremo. L’URSS si rifiutò infatti di mettere sue truppe agli ordini di MacArthur, e Chiang Kai-shek era troppo occupato a cercare di riprendere ai comunisti il controllo della Cina del Nord per partecipare all’occupazione del Giappone. Successivamente, attraverso un accordo reso noto a Mosca il 27 dicembre 1945, vennero istituiti due organismi internazionali per la supervisione dell’occupazione:

– la Commissione per l’Estremo Oriente a Washington, composta dai rappresentanti di sètte, e in seguito di undici paesi che avevano preso parte alla guerra contro il Giappone, e che doveva decidere sui problemi più importanti;

– il Consiglio Alleato per il Giappone con sede a Tokyo, composto dai rappresentanti delle quattro maggiori potenze, che doveva guidare l’azione di MacArthur sul posto.

Né l’uno né l’altro, però, si dimostrarono organismi di qualche significato. Il Consiglio Alleato divenne niente altro che un foro per irosi dibattiti tra i rappresentanti sovietico e americano alla presenza dei loro imbarazzati colleghi cinesi e britannici. Quanto alla Commissione per l’Estremo Oriente, dato che gli Stati Uniti avevano il diritto di veto e altresì quello di prendere iniziative unilaterali in attesa delle decisioni collegiali, la commissione in pratica non fece altro che approvare le soluzioni americane che, tra l’altro, MacArthur stava già mettendo in atto.

L’apparato burocratico: una struttura sostanzialmente militare.

Rendendosi conto che non sarebbe stato loro possibile governare direttamente un paese così complesso e così distante da loro come lingua e civiltà, gli americani decisero di servirsi di un governo giapponese. Allo scopo di far capire alla popolazione la futilità di una qualsiasi opposizione, inondarono per un breve periodo l’arcipelago di truppe proprie e australiane ma, a parte questo, costituirono nella capitale un vasto apparato burocratico per la supervisione dell’azione governativa, mentre nelle prefetture si limitarono a mantenere piccole squadre di funzionari con il compito di controllare quello che veniva fatto. L’apparato burocratico, composto inizialmente esclusivamente di militari, fece posto col tempo a una nutrita schiera di civili, rimanendo però sino alla fine una struttura sostanzialmente militare.

Il programma di riforme da attuare nel Giappone del dopoguerra.

Forse la ragione principale per cui le riforme dell’occupazione ottennero un successo così duraturo fu che il governo americano, assai prima della fine della guerra, si era preparato ad affrontare i problemi postbellici del Giappone, cosa che, per quanto possa sembrare sorprendente, non fece per quanto riguardava la Corea e altre parti dell’Asia. Per il Giappone, dunque, fece imparare la lingua del paese a numerosi ufficiali, li preparò a svolgere le future mansioni di governo, mentre un piccolo gruppo di esperti al Dipartimento di Stato, in cooperazione con altri rami del governo, elaborava con cura un programma di riforme da attuare nel periodo del dopoguerra. Dal punto di vista politico vennero sciolte tutte le organizzazioni ritenute ultranazionaliste e militariste; scopo, la distruzione dell’Impero giapponese alla radice.

Processo di Tokyo: 3 maggio 1946, 12 novembre 1948

L’IMTFE International Military Tribunal For The Far East (Tribunale Militare per l’Estremo Oriente).

Si procedette anche ai processi contro i criminali di guerra. Molti militari accusati di atrocità vennero sottoposti a procedimenti sommari sul posto, sia in Giappone che all’estero, mentre venticinque ex dirigenti governativi vennero processati a Tokyo da un tribunale internazionale sul tipo di quello istituito a Norimberga per i criminali nazisti […] L’attività di questa corte internazionale durò fino al [12 novembre] 1948 e dei venticinque imputati solo sette vennero condannati alla forca: tra essi il generale Tojo e un civile, l’ex primo ministro Kōki Hirota contrario alla guerra del Giappone alla Cina, mentre il nazionalista Principe Fuminaro Konoe, ex primo ministro per 2 volte, sfuggì alla pena capitale suicidandosi.

Una nuova carta costituzionale redatta negli Stati Uniti d’America.

I primi mesi di occupazione furono essenzialmente un periodo di organizzazione e di preparazione per quelle riforme che gli americani intendevano attuare. Importanti furono le iniziative costruttive dell’occupazione, rivolte alla creazione di un sistema politico più democratico, basato sulla premessa che un Giappone democratico sarebbe stato un sostegno migliore alla pace rispetto ad un paese autocratico. Le riforme politiche avevano come centro la stesura di una nuova costituzione. Quando, nel febbraio 1946, il governo giapponese presentò a MacArthur le proposte di modifica alla costituzione, questi le trovò insoddisfacenti e incaricò immediatamente alcuni suoi funzionari di preparare una carta costituzionale completamente nuova, che originariamente venne redatta in inglese. Dopo lievi modifiche da parte del governo giapponese, questo documento venne presentato alla Dieta sotto forma di emendamento imperiale alla costituzione del 1889; la Dieta lo approvò ed esso entrò in vigore dal maggio 1947. La nuova costituzione apportava due cambiamenti fondamentali alla struttura politica del Giappone.

– Il primo fu il ridimensionamento della figura dell’imperatore, inquadrando in maniera univoca il concetto della sua funzione nella realtà del tempo come nient’altro che “il simbolo dello Stato e dell’unità del popolo”, senza poteri politici di sorta. A preparare la strada a questa trasformazione fu lo stesso imperatore, annunciando il 1° gennaio 1946 al suo popolo che la sua persona non aveva alcunché di divino.

– L’altro importante cambiamento apportato dalla costituzione fu l’istituzione, in modo chiaro e inequivocabile, del sistema parlamentare di tipo inglese.

[…] l’istituzione imperiale fu ridotta, attraverso la costituzione – e di conseguenza nella mente dei giapponesi – a uno status paragonabile a quello della monarchia costituzionale inglese.

Supreme Commander of the Allied Powers (SCAP Comando supremo delle forze alleate).

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Il Palazzo Dai-Ichi Seimei servì da quartier generale dello SCAP (la sezione a più piani sullo sfondo fu costruita dopo l’occupazione.)

SCAP era il grado e l’incarico assunto dal generale statunitense Douglas MacArthur durante l’occupazione del Giappone successiva alla seconda guerra mondiale. Anche se vi furono e vi sono tuttora altri Comandanti alleati supremi, l’incarico di SCAP in quanto tale è stato dato solo a MacArthur.[4]

Occupazione del Giappone sotto Douglas MacArthur

Il Giappone fu occupato e amministrato dagli Alleati vittoriosi della Seconda Guerra Mondiale dal 2 settembre 1945, data della resa dell’Impero del Giappone, fino all’entrata in vigore del Trattato di San Francisco il 28 aprile 1952. L’occupazione, guidata dall’esercito americano con il sostegno del Commonwealth britannico e sotto la supervisione della Commissione per l’Estremo Oriente, coinvolse un totale di quasi un milione di soldati alleati. L’occupazione fu supervisionata dal generale statunitense Douglas MacArthur, nominato dal presidente Truman comandante supremo delle potenze alleate. Nel 1951 a MacArthur successe come comandante supremo il generale Matthew Ridgway. A differenza dell’occupazione della Germania e dell’Austria, l’Unione Sovietica ebbe poca o nessuna influenza sull’occupazione del Giappone, rifiutando di partecipare perché non voleva collocare le truppe sovietiche sotto il comando diretto di MacArthur.[5]

 Attività della C.I.A. in Giappone

CIA_logo

Le attività della Central Intelligence Agency (CIA) in Giappone risalgono alla sua occupazione da parte degli alleati. Charles Willoughby, capo dell’intelligence di MacArthur, autorizzò la creazione di una serie di organizzazioni subordinate giapponesi di raccolta di informazioni note come “kikan”. Sotto la direzione dell’American Far East Command, Willoughby accumulò, sulla carta, una forza di oltre 2.500 membri dell’intelligence. La CIA ha avuto un ruolo determinante nel gettare le basi per la formazione dell’attuale sistema politico giapponese.[6]

Dal 1950, NPR National Police Reserve, al 1954 (JGSDF) Japan Ground Self-Defense Force

  1. NPR National Police Reserve. La Riserva Nazionale di Polizia (Keisatsu Yobitai), o NPR, era una forza di polizia nazionale armata istituita nell’agosto del 1950 durante l’occupazione.
  2. Nell’ottobre 1952 fu ampliata a 110.000 uomini e ribattezzata Forza di Sicurezza Nazionale (Hoantai).
  3. Il 1° luglio 1954 fu riorganizzata come Forza di Autodifesa Terrestre Giapponese (JGSDF).[7]

A ricostruire la storia della NPR fu il prof. Thomas French (Ph.D., Università di Southampton). Il libro, basato su anni di ricerca condotta negli archivi dell’occupazione statunitense, fornisce una storia della National Police Reserve (NPR) del Giappone, il precursore dell’odierna Ground Self Defense Force (GSDF). È la prima storia completa ed esclusivamente focalizzata di tale forza in qualsiasi lingua. Il libro esamina le origini nazionali e internazionali della forza, il modello di polizia americano su cui si basava, il carattere e il funzionamento della NPR e la sua evoluzione nella GSDF. Questo volume fornisce numerosi approfondimenti e nuove prospettive sul carattere della NPR, sulle origini della SDF, sull’occupazione statunitense del Giappone e sulle relazioni USA-Giappone dell’era della Guerra Fredda.[8]

La Massoneria e MacArthur in Giappone (fonte Tim Wangelin)

Prima della Seconda Guerra Mondiale la massoneria non era vista di buon occhio in Giappone, in quanto considerata un ordine segreto e sovversivo e il governo giapponese era molto sospettoso nei suoi confronti. Ufficiali di alto rango dell’esercito giapponese, tra cui il maresciallo Hisaichi Terauchi, il tenente generale Nobutaka Shioten e altri, alimentarono movimenti antimassonici e antisemiti al punto che, nella primavera del 1940, l’attività massonica in Giappone aveva rallentato considerevolmente e molti membri avevano lasciato il paese. Nel novembre del 1941 si tenne in Giappone l’ultimo incontro massonico e la setta rimase inattiva fino al dopoguerra, quando fu reintrodotta dagli americani. Harry Truman Presidente dal 1945 al 1953 (massone ed ex Gran Maestro del Missouri) assecondò fraternamente il generale Douglas MacArthur che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, contribuì ad assicurare alla massoneria un posto sicuro in Giappone. Tutte le logge avevano avuto la benedizione di MacArtur, massone egli stesso e in quegli anni la maggior parte dei massoni in Giappone era costituita da americani. I Riti presenti in Giappone sono il Rito Scozzese [RSAA] di Tokyo, il rito di York di Tokyo. Il principe Higashikuni Naruhiko (zio dell’Imperatore e Primo Ministro del dopoguerra), mostrò il suo interesse a diventare un servitore della Massoneria diventando il primo giapponese nel Giappone del dopoguerra a presentare una domanda di ammissione alla Fratellanza.

Nel 1947 MacArthur autorizzò la ricostituzione dei Boys Scout in Giappone così che, nel dopoguerra, i Boy Scouts of America (BSA) di Daniel Beard (1850-1941) giocarono un ruolo importante nel re-infiltrare la massoneria nei ceti sociali del paese. In un recente viaggio in Giappone ed Estremo Oriente, C. Fred Kleinknecht (Sovrano Gran Comandante del Supremo Consiglio 33º, Rito Scozzese Antico ed Accettato della Massoneria della Giurisdizione del Sud, Stati Uniti d’America) ha incontrato i Massoni in Giappone, tra i quali vi sono molti giapponesi. Con loro ha discusso degli aspetti del rito scozzese in Giappone, riferendo nel numero di marzo 1994 dello Scottish Rite Journal che la Massoneria sta crescendo in Giappone e che i legami tra i Massoni in Oriente e in Occidente stanno diventando più forti.[9]

Come il suo predecessore Franklin D. Roseevelt, anche Truman faceva parte della massoneria statunitense. Iniziato il 9 febbraio 1909 presso la “Belton Lodge No. 450” a Belton, nel Missouri, nel 1940 il Fratello Truman venne eletto 97º Gran Maestro dello Stato del Missouri. Subito dopo la sua elezione a presidente, il 19 ottobre 1945 venne nominato Sovrano Grande Ispettore Generale, 33º grado e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, e membro del suo Supremo Consiglio.[10]

Gesuiti in Giappone

La prima università gesuita in Giappone, la Sophia University, fu fondata nel 1913, quattrocento anni dopo l’arrivo in Giappone del missionario gesuita padre Francesco Saverio, da tre sacerdoti gesuiti provenienti dall’Europa per continuare in Giappone l’opera missionaria della Chiesa e contribuire a fondare questa università. Uno dei fondatori, il tedesco padre Joseph Dahlmann, SJ, era arrivato in Giappone attraverso l’India ufficialmente per costruire un’università cattolica che fungesse da base culturale e spirituale per le operazioni missionarie della Chiesa nel paese. Dietro la parvenza missionaria dei Gesuiti si nasconde ben altro sin dalla fondazione della Compagnia di Gesù. Dahlmann ascoltò le richieste e inviò una proposta all’allora vescovo di Roma, Papa Pio X, presso la Santa Sede. Nel 1905, Dahlmann ottenne un’udienza privata dal Papa, che promise di incaricare la Compagnia di Gesù di creare e amministrare un’università cattolica in Giappone indirizzata alla formazione delle future classi dirigenti e del tessuto di funzionari politici e membri influenti nella società civile. Nelle memorie latine di Dahlmann riguardanti l’incontro con Pio X, egli racconta di aver parlato così: “Habebitis collegium in Japonica, magnam universitatem” (avrete in Giappone un collegio che è una grande università). Nello stesso anno, l’allora vescovo di Portland, Maine, negli Stati Uniti, William H. O’Connell, fu nominato dal Papa per servire come ambasciatore speciale del Vaticano presso Mutsuhito, l’imperatore della dinastia Meiji e fu anche incaricato di esaminare la situazione in Giappone. Quando gli fu concessa un’udienza con l’imperatore, si era accertato degli indirizzi di politica educativa del Ministero dell’Istruzione giapponese e aveva riferito ai funzionari della Santa Sede riguardo alla possibile istituzione, appunto, di un’università cattolica in Giappone. Dietro l’alibi dell’evangelizzazione si è sempre nascosto un fitto lavorio di osservazione, relazione, spionaggio, ingerenza; ovunque ci siano Gesuiti c’è il controllo del potere. Alla 25a Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, tenutasi a Roma nel settembre 1906, Pio X rilasciò una dichiarazione formale scritta ai gesuiti per fondare un’università cattolica in Giappone. Così i delegati della Congregazione votarono all’unanimità a favore dei comandi del Papa e furono fatti i primi passi concreti per preparare un’istituzione universitaria in Oriente.[11]

L’influenza dei Gesuiti nell’area asiatica è pressoché totale; da secoli la ragnatela di istituzioni scolastiche private è loro esclusivo dominio; la loro influenza è sempre presente e forte nei paesi dell’area Atlantica. Sul piano dell’intera area asiatica, dal 2008 è stato avviato il Global Leadership Program per gli studenti di quattro università gesuite dell’Asia orientale: l’Università Ateneo de Manila nelle Filippine, l’Università cattolica Fu Jen a Taiwan, l’Università Sogang in Corea del Sud e, appunto, la Sophia University in Giappone [20]. Sul piano nazionale giapponese opera la Sophia University Corporation, che dal 2016 raccoglie le scuole medie e superiori dei gesuiti Sophia University, Rokko Junior/Senior High School, Hiroshima Gakuen Junior and Senior High Scool, Eiko Gakuen Junior and Senior High Scool, Sophia Fukuoka Junior/Senior High Scool e Sophia University Junior College Division, col fine di trasmettere il carisma gesuita ai propri docenti laici attraverso seminari ed altra assistenza. Nel 2019, Papa Francesco ha visitato la Sophia University come parte del suo tour pastorale.[12]

Eiko Gakuen, scuola dei Gesuiti fondata nel 1947 nel distretto Taura nella città di Yokosuka (Giappone)

Al momento della fondazione della Scuola Eiko Gakuen la Seconda Guerra Mondiale era appena finita e il primo preside, un prete tedesco di nome Gustav Foss, insieme ai suoi confratelli gesuiti e ai loro studenti, si trovarono in tempi turbolenti. Determinato a formare una generazione di giovani giapponesi eccezionali in grado di affrontare le sfide del nuovo Giappone, padre Foss e i suoi docenti lavorarono giorno e notte per costruire, arredare e attrezzare la scuola, in un momento in cui ogni tipo di materiale scarseggiava. Grazie ai loro numerosi sforzi, i primi docenti riuscirono a instillare lo spirito e a creare l’approccio educativo unico che Eiko Gakuen continua a sostenere fino ad oggi.[13]

Questo è il Giappone moderno dopo la totale distruzione della cultura tradizionale il cui ultimo rappresentante è stato l’Imperatore Hiroito. La parte militare fu appannaggio della C.I.A., di MacArtur e della massoneria, mentre la parte politica e amministrativo-burocratica dello stato Giapponese fu ed è tutt’ora massicciamente curata ed istruita in toto dai Gesuiti e dagli organismi organizzativi militari delle loro università. Nella storia recente i crimini della finanza anglo-ebraica-americana sono annoverati in una lunghissima lista ma il caso Giappone presenta particolare ferocia dispotica, con lo svuotamento del pensiero e della cultura politica, con l’innesto di un nuovo potere che ha i tentacoli di una piovra invincibile, capace di cancellare all’istante duecentomila vite umane e provocare milioni di malati terminali. Il Giappone è un paese asservito politicamente e culturalmente agli USA, che hanno distrutto la cultura plurimillenaria di quello che fu l’Impero del Sol Levante.

Grazie a Giacomo per la fondamentale collaborazione.

 

Loreto Giovannone. Studioso di storia alla ricerca dell’identità culturale e geografica delle origini. Studioso dei documenti amministrativi e ufficiali dell’Unità d’Italia conservati negli Archivi di Stato. Scopritore della prima deportazione di Stato di civili del Sud Italia nei lager del centro nord. La prima deportazione in Europa attuata dallo Stato italiano dal 1863, circa settanta anni prima del nazismo. Scrittore, articolista di argomenti storici con la predilezione della multidisciplinarietà di scuola francese. Convinto assertore che la Storia è la politica del passato.

 

Revisione e adattamento editoriale di CptHook per ComeDonChisciotte

 

(*) Nota del Revisore: nonostante l’intervento di Walsh le autorità di occupazione gli revocarono comunque il titolo di professore e il diritto alla pensione, facendo sì che alla fine del 1945 Haushofer (uno dei cui figli era stato giustiziato dalle SS pochi giorni prima dell’arrivo delle truppe sovietiche) uccidesse la moglie e si suicidasse.

 

[1] (Ephifanius. Massoneria e sette segrete, volume 2 edizione, Controcorrente Edizioni, 2021 pag. 922, 923).

 

[2] https://comedonchisciotte.org/usa-e-nuovo-ordine-mondiale-il-gesuita-edmund-walsh-e-la-politica-deuteronomica-americana/

 

[3] Reischauer Edwin – Storia del Giappone. Dalle Origini ai giorni nostri. Ed: Bompiani, 2012

 

[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Comandante_supremo_delle_forze_alleate

 

[5] https://en.m.wikipedia.org/wiki/Occupation_of_Japan

 

[6] https://en.wikipedia.org/wiki/CIA_activities_in_Japan

 

[7] https://en.m.wikipedia.org/wiki/National_Police_Reserve

 

[8] French, Thomas. National Police Reserve: The Origin of Japan’s Self Defense Forces (2010). Thomas Ph.D. dell’Università di Southampton, è professore associato di Relazioni internazionali presso la Ritsumeikan University.

 

[9] Fonte: Wangelin Tim – Freemasonry and Modern Japanese History

http://www2.gol.com/users/lodge1/history-e/papers/wangelin.html

 

[10] https://it.m.wikipedia.org/wiki/Harry_S._Truman

 

[11] https://en.wikipedia.org/wiki/Sophia_University

 

[12] Ibidem

 

[13] https://ekh.jp/en/about/history/index.html

 

 

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