Covid, la paura fa 90: da domani si richiude, per ora solo nelle regioni “rosse”

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Il DPCM è firmato, da domani si ricomincia la serrata in casa, ma solo nelle cosiddette zone rosse. Il timore di un ondata di morti da coronavirus è maggiore degli altri timori che invece coltivano i pochi fuochi di resistenza di questo paese: timore da collasso economico, psicosi di massa, aumento di suicidi, overdosi, violenze domestiche, sviluppo di disturbi nello sviluppo del cervello dei nostri giovani, quelli che con tanta fierezza i nostri rappresentanti definiscono “il nostro futuro”. Un futuro fragile e incerto, certamente più di prima.

A non essere presente in alcun discorso pubblico è anche il timore che il parlamento sia diventato uno strumento di rappresentanza completamente inutile, visto che serve davvero a poco nei processi di legislazione di questo paese (ma magari è sempre stato così), e ovviamente il timore che non si torni più indietro, che oltre a obbligarci a stare in casa ci obbligheranno, con la dovuta calma, a iniettarci un vaccino testato in tempi record contro un virus del quale sembra che nessuno ci abbia ancora capito nulla; il timore che presto non sarà più permesso spostarsi se non abbiamo fatto tamponi, vaccini o futuri interventi invasivi di cui non parlo se no mi danno del complottista. Si tratta di misure che ahimè molti troveranno già ragionevoli anzichè vomitevoli come invece ritiene il sottoscritto.  In definitiva parlo del timore di vivere in un mondo più brutto di quello in cui siamo nati e in cui, in realtà, non vorremmo proprio vivere. Un timore che la paura della morte da Covid sembra annullare, almeno alla maggioranza dei cittadini di questo paese.

Ma torniamo a qui e ora, ecco che succede in zone rosse da domani: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Calabria. L’articolo che segue è di Torinotoday.it.

 

 

Coronavirus | Lockdown tra il 5 novembre e il 3 dicembre 2020

Dalla mezzanotte di stasera, o meglio da giovedì 5 novembre 2020, e fino a tutto il 3 dicembre, il Piemonte [assieme a Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Alto Adige e Calabria, ndr]  diventa zona rossa e quindi entra in vigore il lockdown, che sarà però più leggero di quello applicato in primavera. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il decreto che prevede l’applicazione di ulteriori pesanti restrizioni.

Gli ultimi dati disastrosi su contagi e ricoveri ospedalieri, insieme ai dati sull’indice di contagio Rt che è il primo d’Italia, con un coefficiente di 2,16, hanno convinto il governo a bloccare l’intera regione, con l’eccezione delle attività ritenute essenziali. Si tornerà alla necessità di autocertificazione per spostarsi da casa (bisognerà dimostrare che l’uscita è dovuta a ragioni di lavoro, di salute o di urgenze indifferibili, tra cui rientra anche l’accompagnare i propri figli a scuola dove questa è ancora aperta) e sarà vietato, sempre fatta eccezione per i medesimi casi, lo spostamento fuori dai confini comunali. Sui mezzi pubblici è previsto un tasso massimo di accesso pari al 50% della capienza. Le fabbriche restano aperte. Dalle 22 alle 5 ci sarà il coprifuoco a livello nazionale.

Ristorazione

Chiusi bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, anche se potranno lavorare per il servizio da asporto (con divieto assoluto di consumazione nelle vicinanze del locale) fino alle 22 e la consegna a domicilio. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti.

Negozi e servizi

Restano chiusi tutti i negozi ritenuti non essenziali a eccezione delle attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie. Aperte librerie, ferramenta, negozi di telefonia, di informatica e di prodotti per gli uffici, di giardinaggio, di fiori, di prodotti per animali, di ottica, di cosmetici, di articoli sportivi, di auto, di prodotti per pulizia, di articoli igienico-sanitari e di biancheria intima. Chiusi anche gli estetisti, ma non parrucchieri e barbieri. Aperte lavanderie e servizi funebri. Per quanto riguarda i mercati rionali, restano aperti esclusivamente per la vendita di alimentari.

Scuola

Per quanto riguarda la scuola, la didattica in presenza verrà garantita esclusivamente per i bambini fino alla prima media. Dalla seconda, invece, sarà obbligatoria la didattica a distanza al 100%, con l’eccezione dei laboratori, che dovrebbero essere garantiti in presenza.

Sport

Restano sospesi gli sport individuali e di contatto (comprese le gare, con l’eccezione dei professionisti), così come restano chiuse palestre, piscine, centri benessere, centri termali e impianti sciistici. L’attività motoria è consentita solo in forma individuale, in prossimità della propria abitazione e con l’obbligo di mascherina. Passaggio più criptico quello che dice che è consentita l’attività sportiva all’aperto in forma individuale.

Fonte: https://www.torinotoday.it/attualita/coronavirus-lockdown-5-novembre-3-dicembre-2020.html
L’introduzione è di Riccardo Donat-Cattin
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