Apriamo la settimana con una notizia che arriva dalla Gran Bretagna.
Come riporta Il Messaggero in un articolo pubblicato venerdì, un uomo è deceduto la settimana scorsa dopo aver contratto la Febbre di Lassa, una malattia infettiva appartenente al gruppo delle febbri emorragiche virali (Fev), nella maggioranza dei casi causate da virus a RNA.
A darne notizia per prima l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa), che ha confermato la prima vittima nel Bedfordshire, aggiungendo che anche oltre alla persona scomparsa anche 2 familiari erano stati contagiati. Successivamente la notizia è girata su tutti i notiziari.
Patient dies of Lassa fever as third case in UK confirmed, health officials say https://t.co/esURQ7G3vy
— Sky News (@SkyNews) February 11, 2022
Secondo le stime del Regno Unito prima di questi 3 casi – come riporta Il Messaggero – “ce ne erano stati in tutto otto nel Paese dal 1980, sempre in arrivo dall’estero, con gli ultimi due nel 2009”.
Come dichiarato dall’Ukhsa: «Stiamo contattando le persone che hanno avuto contatti stretti con i casi prima della conferma della loro infezione, per fornire valutazioni, supporto e consigli appropriati»…sottolineando quindi come i protocolli applicati negli ultimi due anni possono oramai essere utilizzati costantemente.
Di fatto, al di là della morte di un uomo, la notizia non c’è. Certo parliamo dei primi casi dal 2009, e per la prima volta c’è stata una vittima in Europa, ma stiamo parlando sempre e solo di una sola vittima. Quello che è incredibile è come la notizia della morte di un uomo “per colpa di un (quasi) nuovo virus” sia diventata virale su tutti i media mainstream. Ed allora ecco il punto di tutto: anche in questo caso non è la malattia in sé che conta quanto piuttosto infondere paura e garantire il controllo dei corpi e delle menti.
Massimo A. Cascone, 14.02.2022