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DI EMANUELA LORENZI

comedonchisciotte.org

Quando alle 16:45 del 17 agosto ho insistito per svoltare a sinistra di una insolitamente deserta Rambla alla vista della torre campanaria della Iglesia di Santa Maria del Pi nel Barri Gòtic (barrio gótico), non conoscevo quel tipo di terrore né la forza che può generare, nell’angoscia di proteggere mio figlio a tutti i costi, trascinandolo alla vista di gente armata (solo dopo ho realizzato che erano i Mossos) in un minuscolo negozio per passarvi un pomeriggio a dir poco surreale, blindati con altre famiglie senza vetri e informazioni ma molto fumo e sentendo corse e spari, aspettando da un momento all’altro qualcuno con un mitra a sfondare la saracinesca. Risalire poi la città ferita sino all’auto lasciata alla Sagrada Familia mi ha ulteriormente illuminato sul ventaglio di comportamenti che le persone mettono in atto di fronte a un fatto di tale gravità: turisti che facevano foto, persone che facevano l’aperitivo, gente in cammino apparentemente indifferente al rischio di imbattersi in un proiettile o un machete del ‘terrorista’ ancora in fuga lungo la Avinguda Diagonal.

Non intendo qui fornire letture che non so dare, se non permettermi umanamente di rilevare quanto sia facile giudicare dall’esterno le umane reazioni allo shock che non sono sempre prevedibili, spesso lavorano dentro magari successivamente e prendono altre vie. Non credo che il país catalano si lascerà minacciare nella causa indipendentista da qualche ragazzino drogato e messo in scena dalle solite regie usraeliane, non cambieranno per questo. Mi permetto di dire però che per quanto le regie siano sempre distanti dalle versioni main, mistificate in modi più o meno grossolani, i morti e i feriti sono reali e la paura pure. Del resto questo è lo scopo.

 

La paura governa.

Questo lo sanno gli oligarchi, i plutocrati e i dittatori di ogni misura.

Ma avendo vissuto quella, di origine apparentemente (o volutamente) indefinita, incerta, disorientante, posso asserire che la paura vera non è quella che si prova a passeggiare con i propri figli lungo un viale alberato temendo una furgoneta alle spalle. La paura vera è quella di passeggiare con i propri figli lungo il vialetto della scuola che non potranno più frequentare perché qualcuno ha deciso che l’Italia sarà ancora il ventre molle d’Europa, capofila della GHSA, finanziatore del GAVI con i vaccine bonds. Qualcuno molto al di sopra della ministrella senza laurea che inciampando su virus e batteri saltellanti e macroscopiche menzogne sui “270 morti di morbillo” sulla scia di inesistenti epidemie (laddove i morti e i danneggiati sono invece quelli delle reazioni avverse nascoste da AIFA e Ministero stesso) ha imposto la dittatura sanitaria (con tanto di pizzo di stato – rateizzabile – che fa crollare miseramente il velo di Maya su questa folle sperimentazione di massa, una gigantesca fase 4 cui offriamo una intera generazione).

 

In Francia: dissidenti in prigione!

La dittatura è contagiosa e su questa nuova Norimberga non si perde tempo, visto il rapido adeguamento della Francia di Macron, da dove la ministra Agnès Buzyn ha annunciato ieri 31 agosto che saranno obbligatori 11 vaccini a partire dal 1 gennaio 2018 con sanzioni fino a 3.750 euro e, udite udite, 6 mesi di reclusione, anche qui dietro al leit motiv della sensibilizzazione:

“Mon objectif n’est pas de sanctionner, l’objectif de cette obligation c’est de rendre la confiance aux Français”

Fiducia (confiance) cui i francesi stanno cominciando a rispondere compatti e probabilmente invisibili come gli italiani (tralasciando le innumerevoli manifestazioni, fiaccolate, presidi degli ultimi mesi, bisogna andare sui siti esteri per trovare la notizia dei 70.000 a Pesaro con tanto di foto – i droni non servono per fortuna solo per vigliacchi bombardamenti a distanza, ma anche per testimoniare questa insperato risveglio civile degli italiani) organizzati in una manifestazione nazionale convocata per il 9 settembre dalla REVAHB (associazione delle vittime del vaccino antiepatite B, quello che da noi è stato imposto dietro la forza scientifica della mazzetta al ministro de Lorenzo[1] e che Jean Stèphane tra grasse risate ha esaltato come volano dei profitti della GSK).

 

La scuola che esclude

Quella italiana – prosegue Fedeli – è già una scuola altamente inclusiva e capace di integrare, di fare della diversità una ricchezza.”

ha affermato l’altra ministrella, questa proprio senza neppure la maturità nonostante sia a capo della Istruzione (fa quantomeno ribrezzo che abbia osato proporre l’estensione dell’obbligo scolastico ai 18 anni, perpetrando quella impostazione taylorista e standardizzata di scuola pubblica, gratuita e obbligatoria d’origine prussiana che mira appunto ad in-struere piuttosto che ex-ducere, schiavizzando per formare quel cittadino-modello desolante, amorfo e malleabile che è disperatamente incapace di critica, di ribellione e di autoaffermazione, nelle parole di Marcello Bernardi), parlando della creazione di un osservatorio permanente per l’inclusione.

Ecco quindi, coerentemente, i primi casi di esclusione qui e nel veronese: bambini ghettizzati, separati, discriminati.

 

La paura e i solerti primi (non)cittadini. La vergogna di Uboldo.

Eccola la paura, quella che sta prendendo corpo in questi giorni nelle famiglie italiane che vedono i propri bambini ghettizzatti nelle scuole divenute delatori di regime (perché il regime non ha i mezzi per mappare la popolazione, dimostrazione questa che fra le altre cose non hanno mai avuto alcun dato reale sulla copertura vaccinale, per questo utilizza le già sovraccariche strutture scolastiche per ottenere informazioni sanitarie).

La paura che si insinua ora con stupefacente concretezza nei genitori informati e consapevoli che debbono avere a che fare con questi soggetti indegni del ruolo istituzionale che ricoprono, come questo che non riesco a definire “primo cittadino” (e che rientra in pieno nella categoria degli “odiatori online” tanto cara al ministro Orlando e alla Boldrini nella loro paradossale lotta fake alle news troppo vere per permetterne la diffusione), il quale nella sua abominevole lettera ad una madre che ha espresso legittimi dubbi sulla illegittimità di una legge degna del ventennio fascista e che (e questa non è certo un’opinione) non solo calpesta la nostra già bistrattata Carta (che probabilmente il soggetto non conosce), ma ne maciulla molte altre internazionali che il nostro paese, piaccia o no, ha ratificato (da Oviedo, che il nostro sindaco probabilmente non sa neppure dove si trovi, alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, al Codice di Norimberga che vieta ogni sperimentazione su esseri umani, nonché la recente sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani che stabilisce che le vaccinazioni obbligatorie sono lesive della vita privata dei cittadini).

Ecco alcuni stralci della lettera, che nella sua miseria, volgarità e acrimonia riesce persino a superare le già più volte citate perle di boriosa protervia del più noto Burioni al soldo della Pomona[2] (qui riportate dal senatore Maurizio Romani in senato):

Voi non siete considerati scellerati, voi SIETE SCELLERATI. Perché LA SCIENZA NON E’ DEMOCRATICA.[sic! ] Di quello che pensa LEI e quattro […] che si divertono a fare gli scienziati e i medici patentati con Google, la scienza non sa che farsene.

 (Più avanti definisce questi genitori anche “branco di idioti” e dà della ‘demente’ ad una madre che applica il protocollo in caso di rischio di tetano (che essendo un tossoide anaerobico si sviluppa solo in assenza di ossigeno). Ma il fondo è toccato in questo punto:

Per essere genitore non basta la capacità fisica di mettere in pratica un buon rapporto sessuale completo (sulla qual cosa, immodestamente, sento di poter concorrere in futuro al premio di “Padre dell’Anno”…) o un certificato dell’Ufficio Anagrafe che attesta che una persona è genitore di un’altra.
Per fare il genitore bisogna ESSERE GENITORI dentro.
Bisogna avere una maturità intellettuale, sociale, culturale per poterlo essere.

 

In un mio precedente articolo sul valore sociale e persino metafisico della rivolta del singolo (nel senso camusiano di azione metafisica permanente, di creazione di senso e di una realtà umana che riscatta ontologicamente dall’assurdo l’étranger ripristinando ordine nel caos), citavo il grande Fëdor Dostoevskij sul ruolo genitoriale

Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende degno

ma questo tizio si supera e si sarebbe meritato, più delle milioni di donne in età fertile di Kenya, Messico, Nicaragua e Filippine, di far parte a sua insaputa del progetto della grande Task force sui vaccini per la regolazione della fertilità (il progetto finanziato da OMS come partner del GAVI, Banca Mondiale e Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione UNFPA per la sterilizzazione tramite il vaccino DTP che conteneva l’antigene Hcg abortivo veicolato dal tossoide del tetano).

Ed ecco che si inizia a scavare nel fondo, non come un Caproni alla ricerca del senso ultimo oltre l’inscalfibilità del muro della terra, bensì nel più duro fondo della vergogna umana che non ha coscienza di se stessa:

Non solo bisogna VIETARE a questi bambini di accedere nelle scuole di ogni ordine e grado.
Nella Legge bisognava IMPORRE (I-M-P-O-R-R-E) AI SINDACI DI TOGLIERE D’UFFICIO LA PATRIA POTESTA’ a genitori scellerati come Lei.

Non le porgo i miei più cordiali saluti perché anche io applico la “libertà di scelta” e la faccio applicare anche a Lei: scelga Lei liberamente il luogo dove vorrei mandarla in questo momento e che, Le assicuro, potrà individuare liberamente in una sola e incisiva parola.

 

Walk of change (ma: The Revolution Will Not Be Televised)

 E’ in partenza un cammino per il cambiamento, che, come molti altri atti di ribellione civile, probabilmente non vedremo in televisione. Del resto, la guerra contro boriosi e acefali è solo cominciata e la rivoluzione, come cantava Gil Scott-Heron, non sarà trasmessa in televisione.

E non sarà facile.

No tinc por.

 

Emanuela Lorenzi

Fonte: www.comedonchisciotte.org

3.09.2017

 

 

Note

[1] «Il 27 maggio 1991, con la legge 165 si istituisce l’obbligo dell’antiepatite B, legge voluta dall’allora Ministro della sanità Francesco De Lorenzo, coinvolto nello scandalo di Tangentopoli: in quanto Ministro della Sanità ottenne, nell’ambito delle indagini su tangenti, una condanna definitiva a 5 anni, 4 mesi e 10 giorni di reclusione con l’accusa di associazione per delinquere e corruzione finalizzata al finanziamento illecito ai partiti. Suo degno compare in questa iniziativa fu il dott. Duilio Poggiolini, direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità di Francesco De Lorenzo, coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite sullo scandalo di Tangentopoli, membro della loggia massonica P2. Implicato nello scandalo per le infezioni HIV ed epatite C dovute a trasfusioni da sangue infetto sempre nello stesso periodo. Il Ministro De Lorenzo fu perseguito con procedimento penale per avere percepito nell’occasione dalla casa farmaceutica produttrice del vaccino, SmithKline Beecham una “tangente” di L. 600.000.000, procedimento definito con patteggiamento da parte dell’imputato» (fonte)

[2] The inspiring scientists and originators of Pomona Ricerca, Professor Massimo Clementi (link), Professor of Microbiology and Virology and Dean of the School of Medicine of the Università Vita-Salute San Raffaele, and Professor Roberto Burioni (link), Associate of Microbiology and Virology at the same University, are among the key opinion leaders and internationally recognized experts in the field of human monoclonal antibodies and in the research of the host-pathogen interplay, with an outstanding publication track in this field. Their work and consolidated know how in the specific sector puts also Pomona in a leading position for the design and the development of innovative epitope-based vaccines, able to elicit only the most active antibodies after administration to the patient. From its incorporation, Pomona Ricerca has been financed by angel investors. http://www.pomonaricerca.com/

Il lavoro di Burioni e Clementi rende quindi la Pomona leader nella progettazione e sviluppo di vaccini innovativi basati su epitopi ed è finanziata sin dalla sua costituzione da investitori angelici[ndt]

 

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