Neanche il becco di un quattrino

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di Olivia Del Bravo

I soldi della Cassa integrazione che, lo ricordiamo, coprono solo l’80% dello stipendio, annunciati da fine marzo, arriveranno, prima o poi, a maggio. I famosi 600 euro, per i quali lavoratori autonomi e partite iva hanno potuto fare domanda sul sito dell’Inps a inizio aprile, che sarebbero dovuti arrivare entro il 15, entreranno nelle tasche degli italiani, forse, dalla prossima settimana. Non solo parliamo di aiuti irrisori per i cittadini e in prestito per le imprese, ma anche “ritardatari”. È dai primi di marzo, infatti, quando è stato esteso a tutta Italia l’obbligo di restare a casa (che dall’ultima parte di febbraio, a singhiozzo, aveva cominciato a paralizzare il Nord del Paese), che quasi tutte le attività produttive sono state chiuse, e il Presidentissimo Conte ha iniziato la sua personalistica guerra al Coronavirus a suon di DPCM e promesse di aiuti economici. Ma, si sa, se c’è una cosa che nessun Governo Italiano è mai stato in grado di fare, è risolvere i problemi legati alla povertà. È la famosa solidarietà “dal basso verso l’alto”, decantata giorni fa da Mattia Santori, la patrimoniale, ma per tutti, anche per chi il patrimonio non ce l’ha, perché ”non è il momento di fare differenze”, come ha twittato il Sindaco Sala (quello della Milano che non si ferma), a piacere di più alla nostra classe politica. Intanto, chi può, sopravvive grazie alla beneficenza, alla bontà del singolo più fortunato, a cui è demandata la responsabilità di prendersi cura del suo prossimo, tanto comoda ad uno Stato che, così, può continuare a nascondere le sue mancanze sotto il tappeto della carità cristiana.

Sembra quasi perverso l’entusiasmo con cui Conte, nelle sue dirette facebook, parla di miliardi di euro come fossero noccioline, davanti alle sempre più numerose testimonianze di persone che non hanno neanche i soldi per fare la spesa. Decenni di politiche di austerità, tagli allo Stato sociale, licenziamenti di massa, hanno reso la nostra classe politica insensibile al grido disperato di chi vorrebbe solo dare da mangiare ai propri figli, di chi ha sempre lavorato, ma non ha mai guadagnato abbastanza da potersi permettere una vita dignitosa. Adesso quella insensibilità deve risultare molto utile, per schermarsi dal sempre maggior numero di persone che, preoccupate, arrabbiate, affamate, sono costrette a guardare foto e video di vip e politici che, dalle loro lussuose residenze, intimano di restare a casa (altrimenti “vi pizzichiamo”, come piace dire alla Sindaca Raggi). Lo chiamano un piccolo sacrificio. Si dispiace, il Premier, per i ritardi nei versamenti di liquidità nelle tasche degli italiani, ma per quegli oltre tre milioni di cittadini che si sono aggrappati ai loro computer con la forza della disperazione, sperando in quei pochi spicci, dover aspettare ancora, o scoprire di essere stati esclusi per improvvisi cambi di criterio, vuol dire non poter sopravvivere.

Adesso fingere di preoccuparsi dei cittadini meno abbienti fa tendenza, ma già nel 2018 si parlava di 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta, e di 3 milioni di famiglie in povertà relativa. Sono stati sospesi gli sfratti a causa dell’emergenza Coronavirus, ma non dobbiamo dimenticare chi, negli anni passati, ha perso la casa per morosità incolpevole (vuol dire essere troppo poveri per pagare affitto e utenze) persino all’interno del sistema dell’edilizia residenziale pubblica. Non è la malattia ad aver causato la povertà, ma il virus si è nutrito di essa, serpeggiando in un sistema che è malato ormai da molto tempo. Il Presidentissimo Conte e le sue task force non vogliono risolvere i problemi dell’Italia (anzi), al massimo possono fingere di tamponarli, perché, altrimenti, bisognerebbe dichiarare il fallimento di un sistema economico che non è stato creato per essere al servizio delle persone, bensì per asservirle. E questo è un pensiero forse troppo semplice, banale, per i pluri esperti nelle cui mani, piaccia o no, ci troviamo.

FONTE: lintellettualedissidente.it
LINK: https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/neanche-il-becco-di-un-quattrino-conte-aiuti-economici-coronavirus/

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