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La Redazione

 

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Le centrali atomiche galleggianti della Russia riusciranno a modificare l’economia mondiale?

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A cura di Markus
Il 1 Dicembre 2019
1137 Views

William Engdahl
journal-neo.org

Mentre l’UE e gli Stati Uniti hanno quasi abbandonato l’energia nucleare come futura fonte di energia, con quasi nessun nuovo reattore in costruzione e quelli esistenti in fase di disattivazione, la Russia è silenziosamente diventata il principale costruttore mondiale di centrali nucleari per usi civili. Ora, l’azienda statale russa per l’enegia atomica, Rosatom, ha completato la prima centrale nucleare galleggiante commerciale e l’ha rimorchiata con successo fino alla sua destinazione definitiva nell’Estremo Oriente russo, dove la produzione di energia elettrica è difficoltosa. [Una soluzione del genere] potrebbe soddisfare i bisogni energetici di gran parte dei paesi in via di sviluppo, oltre a quelli della Russia. Un ulteriore vantaggio è che le centrali nucleari emettono zero emissioni di carbonio e non vanno incontro all’opposizione politica per le emissioni di CO2.

La centrale galleggiante, denominata Akademik Lomonosov, ospita due reattori da 35 megawatt, basati sul progetto degli impianti nucleari attualmente a bordo della flotta russa dei rompighiaccio a propulsione nucleare ed è in grado di fornire 70 MW di energia elettrica ad una città di 100.000 abitanti. A confronto, le normali centrali nucleari sulla terraferma, negli Stati Uniti o in Europa, hanno una capacità di 1.000 MW, che le rende adatte solo per aree industrializzate densamente popolate.

I piccoli reattori, una volta entrati nella fase di produzione industriale, sono molto più economici da costruire e sono molto più flessibili per quelle regioni in via di sviluppo dell’Asia o dell’Africa dove la mancanza di una fornitura affidabile di energia elettrica costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico. Secondo quanto riferito, il costo di costruzione e di installazione per il Lomonosov è stato di 480 milioni di dollari, ovvero circa 6,90 dollari per watt, leggermente più caro di un impianto convenzionale medio.

[Questa centrale galleggiante] è stata progettata per durare 40 anni, prima di essere rimorchiata in un sito particolare in Russia per la disattivazione, un processo simile a quello delle navi a propulsione nucleare. Questo speciale battello è lungo circa 140 metri e largo 30. Il progetto utilizza reattori nucleari russi di comprovata efficacia, quelli utilizzati in modo affidabile da oltre cinquant’anni per alimentare la flotta dei rompighiaccio nucleari, la più grande del mondo. La piattaforma è stata progettata per resistere ad uno tsunami o persino a collisioni con navi o scogli. Deve essere posizionata in speciali bacini appositamente preparati e viene collegata con la terraferma tramite cavi sottomarini. Le unità galleggianti possono fungere da strutture di cogenerazione, in grado di alimentare la rete e dissalare grandi quantità di acqua di mare, rendendole attraenti per il Medio Oriente e per tutti i paesi con problemi idrici.

A settembre, l’Akademik Lomonosov ha raggiunto la sua destinazione finale, a Pevek, nel remoto distretto autonomo settentrionale di Chukotka, dove, entro la fine dell’anno, verrà collegato alla rete da un sito fisso offshore. È l’unica centrale elettrica atomica galleggiante in attività esistente oggi, un risultato significativo, viste anche le pesanti sanzioni economiche occidentali imposte alla Russia fin dal 2014. Il Lomonosov sarà più che sufficiente a sostituire la piccola centrale nucleare di Bilibino, attualmente la più piccola e la più settentrionale operativa centrale nucleare al mondo, che è in fase di disattivazione, ed anche una piccola centrale convenzionale.

Perchè galleggiante?

L’idea di costruire un reattore nucleare su una speciale chiatta o su una piattaforma galleggiante presenta importanti vantaggi. In primo luogo, visto che le unità del reattore sono molto più piccole e progettate per siti offshore galleggianti, possono essere modulari e prodotte direttamente in fabbrica, con notevoli risparmi economici rispetto alle centrali nucleari convenzionali. Di solito, i reattori nucleari convenzionali devono essere interamente realizzati in loco, cosa che li rende estremamente costosi e che richiede un lungo tempo di costruzione, fino a 18 anni in alcuni casi. I piccoli reattori galleggianti possono essere utilizzati in modo modulare per supportare aree con risorse energetiche limitate. E non sarebbe un problema reperire le località dove installarli.

L’Akademik Lomonosov è stato assemblato nel cantiere statale Baltiysky Zavod (cantiere navale baltico), un cantiere navale speciale di San Pietroburgo che costruisce i rompighiaccio nucleari. In alcune settimane è stato poi rimorchiato a Murmansk e da qui alla sua destinazione definiva, a Pevek. Pevek è un porto chiave nella rotta marittima settentrionale della Russia. La società Rosenergoatom ha dichiarato: “Visto che l’impianto galleggiante si trova a Pevek, aumenterà in particolare lo sviluppo sociale ed economico del distretto municipale di Chaun e della regione di Chukotka in generale. Inoltre, diventerà uno degli elementi chiave infrastrutturali all’interno del programma di sviluppo della rotta del Mare del Nord.” Recentemente, la Russia ha sviluppato la rotta artica del Mare del Nord verso Asia per il trasporto del gas naturale liquefatto russo in Cina e in altri mercati asiatici. Lungo il percorso sono previste altre centrali nucleari galleggianti, man mano che il commercio si espanderà.

La Russia ha la più grande flotta mondiale di rompighiaccio a propulsione nucleare, un’esperienza pluriennale nella costruzione di questi reattori galleggianti, che utilizzano tutti lo stesso schema di base. Il cantiere navale Baltiysky, uno dei più grandi della Russia, contiene al suo interno tutte le attività di supporto necessarie: il dipartimento di ingegneria, la lavorazione del legno, la costruzione dei propulsori marini, l’ingegneria dei sistemi di alimentazione, la produzione metallurgica, il dipartimento di ricerca e sviluppo e il cantiere stesso. Il completamento del Lomonosov è stato una grande impresa, dato che la società madre, la United Shipbuilding Corporation, era stata sanzionata nel 2014 dal Ministero del Tesoro americano dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia.

Inizialmente, le centrali nucleari offshore saranno costruite per le zone impervie della Russia difficili da raggiungere, specialmente quelle dell’estremo nord, ricche di minerali e di petrolio ma remote. Inoltre, i futuri reattori saranno utilizzati per alimentare le piattaforme offshore di petrolio e gas in zone lontane. Visto il buon funzionamento del reattore Lomonosov, si prevede di costruire un’intera flotta di piattaforme galleggianti per fornire elettricità a città e villaggi in tutta la Russia, anche per il riscaldamento di abitazioni e di strutture industriali, aprendo nuove importanti possibilità di sviluppo economico. Un altro possibile utilizzo per le centrali nucleari galleggianti del tipo Lomonosov è l’alimentazione degli impianti di dissalazione, che, secondo il costruttore, sarebbero così in grado di fornire 240.000 metri cubi di acqua dolce al giorno.

Un altro vantaggio delle centrali elettriche galleggianti russe è il fatto che vengono costruite in un grande cantiere navale con metodi di produzione testati, piuttosto che in loco. Questo, man mano che verranno costruite nuove unità, ridurrà notevolmente i costi di produzione, rendendole fattibili e convenienti anche per i paesi in via di sviluppo più piccoli. Inoltre, l’energia nucleare presenta vantaggi fondamentali perchè non è intermittente come quella solare o eolica. Il combustibile del reattore dell’Akademik Lomonosov basterà per 12 anni, prima di dover essere sostituito.

I mercati emergenti

Alla recente riunione ASEAN delle nazioni del Sud-Est asiatico, il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha tenuto discussioni che ha definito “molto promettenti” sulla vendita dei reattori galleggianti russi. Medvedev ha riferito al Bangkok Post che l’azienda statale russa Rosatom è disposta a fare accordi con gli stati dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN). “Sono in corso colloqui con alcuni paesi dell’ASEAN sulla costruzione di nuovi centri per la scienza e la tecnologia nucleare,” ha affermato.

Il primo vertice Russia-Africa dell’ottobre 2019 a Sochi, in cui la Russia ha dichiarato di aver annullato debiti risalenti all’era sovietica per 20 miliardi di dollari a carico di alcuni paesi africani, apre potenzialmente un’altra nuova area, in cui la tecnologia nucleare russa, in particolare le piccole centrali nucleari galleggianti a basso costo del tipo Lomonosov, potrebbe fornire importanti e nuove prospettive energetiche per lo sviluppo dell’Africa. A tutt’oggi, la Russia è impegnata in Egitto nel progetto di un importante complesso nucleare, comprendente quattro grandi unità presso il sito della centrale nucleare di El Dabaa, per la quale la Russia ha concesso anche importanti prestiti a basso interesse. Una volta completata, nel 2026, [questa centrale] dovrebbe soddisfare fino al 50% dei bisogni energetici dell’Egitto. La Russia è anche in un trattative per l’energia nucleare con l’Etiopia. Il fatto che oggi la Russia sia il fornitore di energia nucleare civile più attivo al mondo è anche un grande vantaggio di marketing.

Con il suo progetto di centrale nucleare galleggiante, la Russia si trova attualmente in una posizione particolare. L’unico altro paese che sta attivamente sviluppando un progetto di centrale nucleare galleggiante, la Cina, è molto più indietro rispetto alla Russia, dal momento che il suo prototipo sembra essere ancora in fase di progettazione. Sicurezza, dimensioni e flessibilità fanno sì che con questa nuova realizzazione, la Russia può dare un contributo importante all’economia globale. E, per tutti quelli che credono che la CO2 sia un problema, questa tecnologia non ne produce.

William Engdahl

Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2019/11/25/could-russia-floating-nuclear-plants-change-world-economy/
25.11.2019

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