Ad integrazione e commento dell’articolo segue un breve pezzo dell’esperto militare russo Andrey Martyanov
Caitlin Johnstone
rt.com
Donald Trump non ha iniziato nessuna nuova guerra guerreggiata, certo, ma questo non lo rende un “presidente di pace.” Invece di attaccare apertamente i nemici dell’egemonia statunitense, l’esercito americano è ora uno strumento che serve a strangolarli lentamente.
Forbes ha pubblicato due articoli consecutivi basati sull’analisi dell’ex-capitano della Marina ed esperto di politica, Bradford Dismukes, intitolati ‘To Defeat China In War, Strangle Its Economy‘ [Per sconfiggere la Cina in guerra, strangolare la sua economia] e ‘If Russia Invades Europe, NATO Could Sweep The Seas Of Russian Merchant Ships [Se la Russia dovesse invadere l’Europa, la NATO spazzerebbe via dai mari tutte le navi mercantili russe].’
Gli articoli sono stati scritti da un certo David Axe, che è il mio nuovo propagandista bellico da quattro soldi preferito, perché è talmente voglioso di ottenere qualche riconoscimento per la sua stenografia imperialista che spesso compila i suoi pezzi di propaganda in modo informativamente goffo e maldestro. Il migliore che ho trovato finora è questo articolo del 2013, sul suo periodo trascorso con i “ribelli” in Siria, in cui fa tutto il possibile per assicurarci che non sono terroristi o estremisti, ma coraggiosi combattenti per la libertà che erano riusciti a “liberare” vaste aree del territorio siriano.
Gli strateghi navali statunitensi parlano apertamente dell’uso di un blocco marittimo per “strangolare” l’economia cinese in caso di guerra. Nel caso foste incuriositi dal perché gli Stati Uniti sono fissati sul controllo dell’accesso al Mar Cinese Meridionale. https://t.co/dUWfY6Go0Z
— Qiao Collective (@qiaocollective) August 25, 2020
Entrambi gli articoli di Dismukes si concentrano su come questa strategia militare possa essere impiegata contro le prime due più potenti nazioni che hanno resistito all’assorbimento nella sfera di potere statunitense, vale a dire Cina e Russia. Spiegano come “uno sforzo coordinato da parte di tutto il governo degli Stati Uniti e dei suoi più stretti alleati” possa essere utilizzato per “strangolare” economicamente queste due nazioni, tramite blocchi che le taglierebbero fuori dal commercio internazionale e dall’approvvigionamento delle materie prime, se dovesse arrivare il momento di un confronto aggressivo, riducendo così al minimo la necessità di un combattimento militare diretto.
“Tagliare fuori la Cina dai suoi partner commerciali e dalle fonti di petrolio, gas naturale ed altro potrebbe essere per gli Stati Uniti il modo migliore, e meno costoso, di sconfiggere la Cina in una guerra importante,” spiega Axe.
“In tempo di guerra, le flotte statunitensi ed alleate potrebbero bloccare il commercio marittimo russo, mettendo un freno all’economia russa e questo potrebbe costringere Mosca a porre fine alla guerra a condizioni favorevoli a Washington e ai suoi alleati,” scrive.
Da Axe e Dismukes viene taciuto il fatto che sia la Russia che la Cina sono nazioni dotate di armi nucleari, per cui una guerra vera e propria è qualcosa che l’alleanza di potere degli Stati Uniti vorrebbe comunque evitare.
In effetti, gli articoli presentano la visione di un confronto con Russia e Cina non solo realistica, ma anche probabile, e non solo probabile, ma attualmente in corso. Questo è esattamente il motivo per cui la rete degli alleati imperiali che fa riferimento agli Stati Uniti è sempre stata così attiva nel controllare sulla scena mondiale risorse cruciali come il petrolio, non perchè gli Stati Uniti possano usare quello stesso petrolio, ma per controllare chi potrà accedervi. È anche il motivo per cui hanno lavorato per circondare militarmente sia la Cina che la Russia con basi militari e con l’espansionismo della NATO.
Come capire tutta questa roba cinese, “Per rendervi conto di cosa sta succedendo con la Cina e perché i mezzi di informazione continuano a sbattervi in faccia storie su quanto orribile essa sia, dovete solo capire solo due punti fondamentali:” https://t.co/s9oT8nxPY6
— Caitlin Johnstone ⏳ (@caitoz) May 21, 2020
Questi sono i pezzi degli scacchi che sono entrati in gioco durante la Terza Guerra Mondiale al rallentatore tra l’impero centralizzato dagli Stati Uniti e i governi che non sono ancora stati assorbiti da esso. Per evitare il conflitto nucleare, gli imperialisti sanno che devono essere pazienti e strategici, hanno infatti imparato dall’esperienza della precedente Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica che una strategia del genere può portarli alla vittoria. Il fatto che, nel frattempo, stiano mettendo a repentaglio la vita di ogni organismo vivente del nostro pianeta è, per loro, quasi un non problema.
È così che adesso l’impero centralizzato dagli Stati Uniti preferisce uccidere. Non come una tigre, che si avventa sulla sua preda con invasioni terrestri alla vecchia maniera e azzanna alla giugulare, ma piuttosto come un pitone: strangolamento e soffocamento lento e paziente.
Questo è ciò che si vede nelle sanzioni omicide e affamatorie imposte ad Iran e Venezuela. Nello Yemen, dove oltre ad un embargo feroce i Sauditi prendono deliberatamente di mira con attacchi aerei coordinati dagli Stati Uniti fattorie, pescherecci, mercati, depositi di cibo e centri per la cura del colera. In Corea del Nord, dove barche piene di cadaveri si arenano sulle coste del Giappone, quando i pescatori che escono alla ricerca di cibo alle volte rimangono bloccati in alto mare perchè non possono permettersi abbastanza carburante per ritornare a riva, cosa che l’ex segretario di stato Rex Tillerson aveva attribuito alle sanzioni statunitensi. A Gaza, dove le persone vengono private del minimo indispensabile di sostanze nutritive a causa di un blocco israeliano progettato per “mettere a dieta i Palestinesi.”
È una strategia lenta e soffocante che funziona solo se si è la parte al potere, la parte con tutte le risorse e tutto il tempo del mondo, la parte che sa di potersi rilassare e aspettare che l’antagonista muoia di fame. Non con le invasioni “shock and awe” dell’era Bush, ma con sanzioni, blocchi, colpi di stato, operazioni psicologiche, rivolte sostenute dalla CIA e la militarizzazione delle forze di opposizione, come i “ribelli” amici di David Axe.
La moderna macchina da guerra imperiale degli Stati Uniti uccide più come un pitone che come una tigre, ponendo meno enfasi sulle invasioni terrestri su vasta scala dell’era Bush e più sul lento soffocamento della vita delle nazioni prese di mira, tramite sanzioni, blocchi, colpi di stato, operazioni psicologiche e rivolte sostenute dalla CIA.
— Caitlin Johnstone ⏳ (@caitoz) August 9, 2020
Questo è uno dei tanti motivi per cui si può essere sprezzanti nei confronti dei sostenitori di Trump che difendono il loro presidente sostenendo che “non ha iniziato nessuna nuova guerra.” Quello che vogliono dire è che non ha lanciato nessuna invasione terrestre in stile tigre, alla vecchia maniera. Però sta ancora attaccando e uccidendo con sanzioni e blocchi in stile pitone e sta mettendo in pericolo il mondo con questa nuova e pericolosa escalation della Guerra Fredda. Continua ancora con la Terza Guerra Mondiale al rallentatore. E possiamo essere certi che Biden, se vince, farà lo stesso.
È importante esserne consapevoli, perché questo cambia il significato dell’essere contro la guerra. Non dobbiamo solo opporci ai conflitti diretti veri e propri, come quello che temevamo potesse scoppiare all’inizio di quest’anno tra Stati Uniti ed Iran (cosa che potrebbe ancora accadere), dobbiamo anche combattere in modo aggressivo questa nuova guerra fatta di strangolamenti, sempre più favorita dall’impero statunitense.
Quando era arrivata al potere per la prima volta con l’amministrazione Bush, l’ideologia neoconservatrice, in base alla quale occorre fare tutto il necessario per garantire la continua egemonia unipolare degli Stati Uniti, era stata ampiamente criticata. Ora è diventata il consenso bipartisan della politica di Washington e, se osate metterla in dubbio, venite subito etichettati come bizzarri e complottisti. Nel discorso della stampa mainstream statunitense non si sente nemmeno più parlare di Neoconservatori o di Neocon, non perché siano spariti, ma perché la loro è diventata una visione del mondo regolare e normalizzata.
E, mentre tutti questi psicopatici imperialisti stanno letteralmente brandendo le armi da fine del mondo in nome di una immaginaria divinità chiamata unipolarismo, stiamo anche precipitando verso il collasso dell’ecosistema e verso altri, potenziali, eventi estremi. Come specie umana, dobbiamo allontanarci da questa traiettoria e iniziare a collaborare tra noi e con il nostro ecosistema, se vogliamo ribaltare questo disastro.
Caitlin Johnstone
Fonte: rt.com
Link: https://www.rt.com/op-ed/499199-caitlin-johnstone-modern-us-war/
27.08.2002
Per giocare bisogna essere in due
Andrey Martyanov
smoothiex12.blogspot.com
Scrivo libri (il terzo è attualmente in fase di realizzazione) sui conflitti; un conflitto di solito è una questione tra due parti, come minimo. Bisogna che esista una controparte per avere un conflitto. Nel momento in cui le cretinate di Axe e Dismukes “sono diventate famose,” le persone ancora in possesso di qualche facoltà cognitiva hanno iniziato a reagire. Io avevo scritto un paio di cose, ora l’australiana Caitlin Johnstone ha aggiunto qualcosa di suo. E anche di ragionevole. Caitlin era diventata famosa con l’articolo Please, Just Fucking Die Already [Per favore, deciditi a crepare], indirizzato al senatore John McCain [che, un anno dopo, avrebbe esaudito il suo desiderio, N.D.T.]. Si potrebbe discutere dello stile, non è etico, in realtà, augurare a qualcuno di “crepare,” ma c’erano pochissimi dubbi sul fatto che McCain rispondesse molto bene alla definizione di criminale di guerra e di pazzo guerrafondaio, perciò non mi permetto di inteferire.
La Johnstone ha pubblicato oggi un bel pezzo su RT. Scrive:
Forbes ha pubblicato due articoli consecutivi basati sull’analisi dell’ex-capitano della Marina ed esperto di politica Bradford Dismukes, intitolati ‘To Defeat China In War, Strangle Its Economy‘ [Per sconfiggere la Cina in guerra , strangolare la sua economia] e ‘If Russia Invades Europe, NATO Could Sweep The Seas Of Russian Merchant Ships [Se la Russia dovesse invadere l’Europa, la NATO potrebbe spazzar via dai mari tutte le navi mercantili russe].’
Gli articoli sono stati scritti da un certo David Axe, che è il mio nuovo propagandista bellico da quattro soldi preferito, perché è talmente voglioso di ottenere qualche riconoscimento per la sua stenografia imperialista che spesso approccia i suoi pezzi di propaganda in modo informativamente goffo e maldestro. Il migliore che ho trovato finora è questo articolo del 2013 sul suo periodo trascorso con i “ribelli” della Siria, in cui fa tutto il possibile per assicurarci che non sono terroristi o estremisti, ma coraggiosi combattenti per la libertà che erano riusciti a “liberare” vaste aree del territorio siriano.
E, in generale, il pezzo è buono. Non sono d’accordo, tuttavia, con la strategia di “strangolamento,” perché strangolare la Cina è un compito enorme, sopratutto perchè la Cina ha un alleato come la Russia che, letteralmente, protegge le sue retrovie e le fornisce tutte le risorse necessarie. Quelle risorse sarebbero sufficienti a mantenere in gioco la Cina anche se la Marina americana decidesse di interrompere le vie di comunicazione marittime cinesi nell’Oceano Indiano.
Questo, per ora, la US Navy può farlo. Causerebbe qualche disagio ai Cinesi, ma dubito che [una mossa del genere] avrebbe una seria influenza sulla postura cinese. Ed ecco un fatto divertente. Oggi, la flotta russa del Pacifico ha eseguito manovre nelle vicinanze dell’Alaska con uno dei suoi pr.949A Oscar-II SSGN, l’Omsk, [un sottomarino nucleare d’attacco equipaggiato con missili antinave] che è deliberatamente emerso nel Mare di Bering dopo aver lanciato i suoi missili SS-N-19 Granit (Shipwreck). Anche l’incrociatore missilistico Varyag ha lanciato i suoi Voulcan e il video è stato messo in circolazione dal canale Ria (in russo). Questo è un segnale ed anche serio: si tratta dell’esercitazione navale Ocean Shield.
Come dico da sempre, per giocare bisogna essere in due e, come ci si aspettava, sul forum russo Army-2020 sono apparse alcune notizie riguardanti specificamente l’argomento della “lotta antisommergibile a livello strategico” e le operazioni sottomarine nel 21° secolo.
Come riporta la TASS dal forum di Army-2020, fonti del Ministero della Difesa russo hanno confermato che, a partire dai già migliorati SSGN pr.885M Voronezh e Vladivostok, i sottomarini di questo tipo saranno armati con missili avanzati per attacco terrestre Kalibr (3M14) con una portata di oltre 4.000 chilometri (in russo). Per i professionisti questo significa solo una cosa: “le operazioni strategiche antisommergibile” diventano un termine di fantasia buono solo a Capitol Hill e, se l’attuale Kalibr 3M14 con un’autonomia di 2.500 chilometri era già una minaccia particolarmente seria, la nuova autonomia di 4.500 chilometri rende l’area in cui un sottomarino dovrebbe essere cercato la bazzecola di (3,14 x 4,500²) circa 63,5 milioni di chilometri quadrati. Buona fortuna a David Axe e al signor Dismukes per il calcolo delle unità navali necessarie e della scansione operativa richiesta per arrivare anche ad una probabilità moderatamente accettabile (possiamo dire il 50%?) di localizzare [il vettore] ed impedire il lancio di una salva di missili verso gli Stati Uniti continentali. Avranno bisogno di un paio di flotte in più rispetto a quelle attualmente a disposizione della US Navy per avere qualche possibilità di rilevamento o di reazione al Flaming Datum [Il problema della rilevazione di un sottomarino nemico la cui possibile posizione è stata rivelata dal lancio di un siluro o di un missile, N.D.T.].
Ora, la domanda principale è: gli altri sottomarini riceveranno i Kalibr aggiornati? La risposta è molto semplice: perché no? In effetti, è molto probabile. Solo per dimostrare cosa significhi tutto ciò basta dare un’occhiata ad una carta geografica. Sì, poi arriva la domanda divertente: scordatevi gli Zircon e le altre armi ipersoniche, siamo per caso nell’era dei missili anti-nave con gittate che si contano non a centinaia ma a migliaia di chilometri? Assolutamente. X-32 (oltre 1.000 km), Kinzhal (2.000 km), Zircon (1.000 km) sono già in servizio o ai test finali. Quale sarà il prossimo passo, missili con un’autonomia di 3.000 chilometri? Assolutamente. Questa è la realtà della vera rivoluzione negli affari militari, che riscrive completamente i manuali e le direttive tattiche, operative e strategiche. Ridefinisce completamente la guerra navale (ed altri tre domini) e non ditemi che non vi avevo avvertito. Buona fortuna con il “blocco” della Cina, figuriamoci poi della Russia.
Andrey Martyanov
Fonte: smoothiex12.blogspot.com
Link: http://smoothiex12.blogspot.com/2020/08/two-can-play-game.html
28.08.2020