DI GILAD ATZMON
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Negli ultimi 15 anni, ho continuato a mettere in guardia sia gli Inglesi che gli Ebrei sulla possibilità delle gravi conseguenze che potrebbero derivare dalla continua attività della lobby ebraica in Gran Bretagna ed oltre. Sull’argomento ho scritto migliaia di articoli, ho tenuto discorsi, interminabili interviste e ho pubblicato dei best seller sulla politica dell’identità ebraica e, in cambio di ciò, ho ricevuto una serie infinita di insulti. Tuttavia, sopravvivo e, con un po ‘di fortuna, anche la Gran Bretagna potrà sopravvivere all’attuale caos inflittole dalla Lobby e dalla sua stessa struttura politica ormai compromessa.
Negli ultimi tre anni abbiamo assistito ad una ben orchestrata campagna di diffamazione condotta da molte istituzioni ebraiche contro partiti, uomini politici, intellettuali, artisti e diversi membri del pubblico britannico. Il Partito Laburista è stato sottoposto ad una campagna di diffamazione singolarmente vile: la sua leadership è stata accusata di essere “antisemita.” Il Partito Laburista, un collettivo di menti forse non particolarmente acute, è stato goffo nei suoi tentativi di contrastare queste vuote accuse. Il partito ha risposto in modo sciocco, arrendendosi ad ogni richiesta della Lobby: ha sospeso ed espulso alcuni dei suoi membri migliori, colpevoli solo di aver detto la verità sulla Palestina e ha accettato il primato della sofferenza ebraica, adottando la definizione di antisemitismo dell’IHRA [International Holocaust Remembrance Alliance]. Il Partito e il suo leader si sono ripetutamente scusati con la comunità ebraica per atti che non avevano commesso, cosa che comunque non è riuscita a placare lo smodato appetito della Lobby.
Nel luglio 2018, i tre giornali ebrei britannici si erano alleati nel tentativo di porre fine alla carriera politica di Corbyn pubblicando contemporaneamente lo stesso editoriale, in cui era scritto: “Oggi, i tre principali quotidiani ebrei britannici, Jewish Chronicle, Jewish News e Jewish Telegraph, fanno il passo senza precedenti di parlare tutti all’unisono, pubblicando la stessa prima pagina. Lo facciamo a causa della minaccia esistenziale che un governo guidato da Jeremy Corbyn costituirebbe per la comunità ebraica di questo paese.”
Da allora, Corbyn è stata accusato dalla deputata laburista Margaret Hodge e da altre celebrità ebree di essere “razzista” e “antisemita.” Con una mossa particolarmente sciocca, da cui traspare la grave incapacità di capire l’umore dei propri vicini, il rabbino capo britannico, Ephraim Mirvis, aveva lanciato un attacco esplosivo e senza precedenti contro Jeremy Corbyn, invitando gli Inglesi a non votare per i Laburisti.
Quando il rabbino Mirvis aveva pubblicato il suo articolo, i Tories erano in testa nei sondaggi di un 12-14%. Poi era arrivato un grosso cambiamento. Corbyn aveva dovuto confrontarsi con Andrew Neil della BBC, che, senza dubbio, si aspettava da lui la solita arrendevolezza, ma, per qualche motivo, questa volta il leader laburista si era rifiutato di stare al gioco. Per quattro volte Neil aveva usato la BBC per ottenere le scuse di Corbyn e, ogni volta, il leader laburista aveva sollevato delle obiezioni. Corbyn non aveva ceduto e, nel sondaggio successivo, forse non a caso il Partito Laburista aveva fatto un balzo in avanti. I Tories e il loro leader, o almeno così ho letto sulla stampa, sono in preda al panico e per dei buoni motivi anche. Un parlamento senza maggioranza potrebbe far sì che Corbyn diventi il prossimo Primo Ministro britannico. Il principale esperto di sondaggi, Sir John Curtice, ha avvertito che le recenti affermazioni pre-elettorali, che prevederebbero una valanga di consensi per il partito conservatore, potrebbero essere premature. Gli Inglesi ne hanno abbastanza delle interferenze della Lobby straniera nella loro politica. Sono stanchi dei gruppi ostili di pressione che usano l’antisemitismo come arma, che vandalizzano la loro cultura e la loro politica e che sfidano apertamente le radici ateniesi al centro del sistema di valori britannico e del suo ethos.
La strampalata condotta delle istituzioni ebraiche britanniche è sconcertante. La stampa ebraica, il rabbino capo, il consiglio di amministrazione non eletto, che pretende di rappresentare gli Ebrei britannici, hanno tutti apparentemente concentrato le loro energie nell’infangare il leader dell’opposizione britannica. Ma ecco un quesito interessante. Le istituzioni e le celebrità ebraiche hanno ripetutamente descritto Corbyn come una “minaccia esistenziale per gli Ebrei britannici.” Praticamente paragonano ad Hitler chi, per tutta la vita, ha sostenuto l’antirazzismo. Presumo che gli Ebrei britannici sappiano che, nel 1933, Hitler aveva vinto le elezioni tedesche con il sostegno di appena il 33% della popolazione tedesca. Secondo i sondaggi di ieri, Corbyn e il Partito Laburista godono dello stesso livello di sostegno da parte del pubblico britannico. Ritengo che, se queste istituzioni ebraiche credessero veramente che Corbyn possa essere paragonato ad Hitler (come spesso oltraggiosamente fanno i loro leader e la loro stampa) e, visto il fatto che un terzo degli Inglesi lo sostiene, ciò significherebbe che la Gran Bretagna è diventata la nuova Germania nazista e che una Shoah è proprio dietro l’angolo. Se gli Ebrei britannici credessero davvero in uno scenario così ridicolo, ci sarebbe un esodo di massa degli Ebrei dalla Gran Bretagna e i prezzi degli immobili nel nord-ovest di Londra precipiterebbero. Attualmente, non è proprio così. Il costo di una casa con tre camere da letto a Golders Green è ancora molto al di sopra della media britannica.
Non molti studiosi in Occidente affrontano le questioni legate alla politica ebraica; non osano criticare il potere ebraico poiché il potere ebraico è in grado di mettere a tacere chiunque osi criticare il potere ebraico. Avevo capito per la prima volta, all’inizio degli anni 2000, che il potere ebraico è molto pericoloso, sia per gli Ebrei che per i gentili. Il potere ebraico è un apparato sofisticato. In verità, non sono stati i politici o l’establishment britannico ad aver sfidato quello spirito infido che perseguita da troppo tempo la politica britannica. In verità, sono stati Britannici che si sono alzati e che hanno detto, in parole povere, “quando è troppo, è troppo.”
Questo fine settimana è apparso un video dove si vede come il segretario alla salute, Matt Hancock, venga umiliato, fischiato e criticato durante una riunione elettorale aperta al pubblico. In risposta al tentativo del parlamentare conservatore di riciclare lo slogan dell’“antisemitismo,” l’intera assemblea si era messa a protestare e lo aveva zittito dopo pochi secondi.
L’improvvisa e imprevista ascesa della popolarità di Corbyn e del Partito Laburista è un fenomeno affascinante, alla luce del fallimento delle disfunzionali istituzioni britanniche nella difesa delle libertà elementari della nazione. La trasformazione del Guardian, un tempo rispettabile organo di informazione, in “Guardiano della Giudea” è quasi convincente quanto la trasformazione della BBC in BiBiC [in riferimento a Benjamin Netanyahu]. Eppure, in Gran Bretagna solo poche anime coraggiose hanno osato approfondire questi argomenti. David Icke ha svolto un lavoro incredibile e per questo viene sottoposto ad abusi incessanti. Stuart Littlewood ha prodotto un notevole corpus di lavori sui gruppi di pressione sionisti ed ebrei. Craig Murray ha scritto numerosi ed importanti articoli sul controllo che Israele esercita sulla politica britannica. Jonathan Cook osserva lo sgretolamento della sua patria dall’osservatorio privilegiato di Nazaret, in Palestina. Sono tutti intellettuali. Non sono né politici né attivisti, ma vengono comunque sottoposti ad abusi continui da parte della Lobby e dei suoi tirapiedi all’interno dell’establishment britannico.
Mi sono dedicato allo studio della parola J. Mi sono reso conto da tempo che, dal momento che Israele si autodefinisce Stato Ebraico e gode del supporto quasi assoluto dell’ebraismo mondiale e delle sue istituzioni, dobbiamo chiederci quale sia il significato della parola J. Invece di chiedermi chi o che cosa siano gli Ebrei, ho deciso di esaminare che cosa intendano con quel termine quelli che si auto-identificano “come Ebrei.” Nei miei libri The Wandering Who e nel suo sequel, Being in Time, ho realizzato uno studio sulla metafisica dell’ebraismo. Ho esaminato le diverse prospettive del giudeo-centrismo. Ho tentato di far luce sul concetto di ‘essere i prescelti.’ Ho cercato di capire cosa c’è nella cultura ebraica che provoca tanta animosità e fa sì che la storia ebraica sia un tragico continuum.
In The Wandering Who ho approfondito concetto di Disturbo da Stress Pre-Traumatico (PRE TSD). Nel PRE TSD, lo stress deriva da un evento fantasmico, un episodio immaginario ambientato nel futuro, un evento che non ha mai avuto luogo. A differenza del PTSD (Post Traumatic Stress Disorder [malattia da stress post-traumatico]) in cui lo stress si presenta come una reazione diretta ad un evento che (può) aver avuto luogo in passato, nel PRE-TSD, il trauma è causato da uno scenario di distruzione immaginario. La paura di Corbyn è chiaramente un esempio di tale fantasia. L’illusione è autoperpetuantesi, perchè né Corbyn né il suo partito hanno mai fatto nulla per contribuire alla sua escalation. Nessuno, all’interno della comunità ebraica britannica, è riuscito a fermare questa valanga di stress collettivo. Ed ora, i risultati di tutto ciò sono disastrosamente chiari. Una crepa di sfiducia si è aperta nella società britannica tra gli Ebrei e la nazione che li ospita. Penserei che gli Ebrei che trovano la cosa sconcertante possano facilmente identificare i gruppi di pressione ebraica, i leader e i media che hanno contribuito a questo inutile sviluppo.
La mia ipotesi è che leggere il mio lavoro e non bruciare i miei libri avrebbe potuto aiutare la comunità ebraica a capire e a prevenire questa situazione. Interagire con me piuttosto che tentare di soffocare le mie parole avrebbe potuto salvare le istituzioni ebraiche dal ripetere i loro più evidenti errori storici. Accetto il fatto che denunciare ciò che è sbagliato sia una sfida. Capisco che, per la maggior parte delle persone, vivere in uno stato di diniego sia conveniente, ma so anche che la verità ci si rivela da sola, spesso inaspettatamente. Nel mondo reale non siamo noi, le persone, a cercare la verità, è invece la verità che ci perseguita, ovunque ci troviamo e contro tutte le aspettative.
Gilad Atzmon
Fonte: gilad.online
Link: https://gilad.online/writings/2019/12/1/as-of-today-i-am-the-only-winner-of-the-12-december-election
01.12.2019