DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr
Gli avvenimenti si susseguono velocemente, al confine tra Grecia e Turchia e il post dà conto della reazione dei greci, in gran parte a fianco dei propri soldati, oltre che dei molteplici e convergenti indizi della artificiosità del racconto sui “poveri migranti” ancora così in voga sui nostri media. Non sono migranti, non sono siriani, coloro che premono al confine con l’Europa. E non è la prima volta che accade [come chi ha letto Kelly Greenhill sa bene] e la vicenda del Sahara spagnolo, tuttora irrisolta, è l’esempio più simile e recente, di migrazione “civile” che si tramuta in una presa di possesso del territorio. Forse sta succedendo qualcosa di notevole per la storia d’Europa, ancora una volta in Grecia, ancora una volta con manipoli di coraggiosi a lottare per tutti, come alle Termopili, dice Panagiotis… e c’è da credergli.
Alla fine i media mainstream [sono costretti a] parlare della guerra e del tentativo di invasione per quello che sono. Il “governo” parla di una minaccia asimmetrica e mette l’esercito in allerta, tutti i permessi militari vengono cancellati. “Tutti coloro che a sinistra credono che la nostra patria non debba più essere abitata dai greci ma dagli invasori, che ce lo dicano apertamente”, radio 90.1, fascia di grande ascolto, 2 marzo mattina. Nel bel mezzo del carnevale… le maschere cadono.
Da questa mattina, 2 marzo, il Quarto Corpo d’Armata è schierato lungo tutta la linea di confine con la Turchia in Tracia, da dove sta effettuando importanti esercitazioni per [le prossime] 24 ore, annunciando che la zona diventerà pericolosa e, di conseguenza, vietata, a causa delle manovre e dell’uso di armi di qualsiasi calibro, tra fucili automatici e blidati, il raggio d’azione è ampio. Allo stesso modo e per 24 ore, analoghe esercitazioni con uso di armi su larga scala si svolgeranno in mare, con fuoco diretto in una vasta area vicino alle isole greche di fronte alla Turchia, lungo la linea nord-sud del Mar Egeo. Lunedì sera, si annuncia che queste esercitazioni con uso di armi continueranno per altre 24 ore il martedì.
I convogli dell’esercito greco stanno convergendo sul confine con la Turchia, e altre truppe vengono inviate nelle nostre isole in barca e in aereo, mentre tutti gli alberghi delle città vicino al confine sono occupati dalla polizia e dal personale militare inviato lì (news radio del 2 marzo). Al passaggio dei camion dell’esercito, gli abitanti applaudono, mentre altri cittadini volontari, spesso ex membri delle forze speciali, si organizzano per convergere anche loro verso il confine.
“Siamo stati sotto lo stivale tedesco per dieci anni durante la cosiddetta crisi e ora la Merkel e la sua Germania sostengono ancora Erdogan; sì, voi tedeschi siete i responsabili di ciò che sta diventando l’Unione Europea, cioè inesistente, ormai destinata a scomparire. Perché sappiamo che i funzionari tedeschi hanno dichiarato proprio ieri che non è necessario essere troppo severi nei confronti della Turchia, senza dimenticare in questo gioco di inganni questi orgogliosi profittatori di migranti appoggiati dall’ONU”, (2 marzo, mattino, radio, 90.1 FM). Media mainstream che finiscono per evocare la guerra per quello che è. Si noti che Deutsche Welle ha riferito che la Germania evita di criticare la Turchia per aver aperto le sue frontiere permettendo ai migranti di invadere la Grecia. Tutta la Grecia lo sa… ma non l’Europa, ci sembra.
“Quelli delle ONG che si stanno arricchendo distruggendo la Grecia dovrebbero sapere che d’ora in poi non sono al sicuro, proprio come i loro amici, le termiti della nostra nazione natale”, ha detto il giornalista Trángas su 90.1 FM il 2 marzo. “Dobbiamo usare i mezzi appropriati e non cadere nella trappola degli invasori e dei servizi segreti turchi. Queste persone arrivano con un bambino e una donna davanti, mentre dietro di loro ci sono diverse decine di giovani uomini determinati. Quindi bisogna far capire loro che la loro invasione organizzata deve finire, e non è una questione di pietà. Queste persone sono soldati nemici, non sono siriani o rifugiati, e su un centinaio di arrestati ieri al confine, non c’è neanche un siriano. Sono afghani, pakistani, africani e altri, alcuni dei quali provenienti dalle carceri turche, e le autorità greche hanno trovato bandiere afghane addosso a queste persone che sono riuscite ad entrare nel nostro confine gridando Dio è grande [NdT: Allah Akhbar, invocazione dei musulmani]”, (Trángas su 90.1 FM il 2 marzo). Munizioni vere sono state sparate anche durante il giorno da soldati e poliziotti della parte greca, di fronte a orde di commando… [da guerra] civili inviati dall’esercito turco, forse come avanguardia, (stampa del 2 marzo).
Il generale in pensione Yánnis Baltzois, che è stato contattato dalla stessa stazione radio la mattina presto, ha detto che tra gli invasori immigrati arrestati dalle forze dell’ordine greche c’erano due turchi, apparentemente agenti dei servizi segreti turchi del MIT. “Lo scherzo è finito, e coloro che sostengono l’immigrazionismo, come i giovani di SYRIZA, dovrebbero almeno stare zitti prima di trovarsi in pericolo. La Turchia, per bocca dei suoi ministri, ammette di voler inviare due milioni di migranti in Grecia, ed è una corsa contro il tempo come in ogni guerra. Dobbiamo rispondere con la violenza alle violenze subite, è una guerra che non ha nulla a che fare con l’asilo e ancor meno con i rifugiati, quindi gli… umanitarsti di Atene devono ora farsi piccoli, altrimenti [ciò che fanno] è a loro rischio e pericolo”, aggiunge Trángas.
Sul terreno, l’esercito greco e i suoi veicoli corazzati si stanno posizionando sui 212 chilometri del confine con la Turchia per le loro esercitazioni e questo è già un primo passo nella guerra asimmetrica, ibrida e già psicologica affinché i migranti possano capire che non riusciranno a passare. Trángas ricorda che le soluzioni esistono e sono diventate urgenti: “Se necessario, usate le nostre armi per fermare l’invasione a terra e in mare, e allo stesso tempo cacciate l’ONU e le ONG di Soros dalle isole come Lesbo e Chios, per gestire la situazione tra i greci. Questi membri delle ONG devono essere avvertiti, in modo che lascino le nostre isole prima che sia troppo tardi per loro. Gli isolani devono impedire alle ONG, con ogni mezzo, di accogliere altri migranti”.
“Poi, tutti i migranti devono essere evacuati dalle isole greche abitate e ambite dalla Turchia, aggressiva, islamista e nazionalista, conducendoli verso isole disabitate, dove saranno parcheggiati e isolati fino alla loro partenza e all’espulsione definitiva dal territorio nazionale. Le Nazioni Unite e altri devono quindi, se vogliono essere… umanitariste, finanziare le nostre isole disabitate, diventate campi per i migranti, invece di permettere loro di avvelenare la vita quotidiana nelle nostre isole abitate o delle nostre città sulla terraferma. Così smetteranno di rubare, di attaccare la popolazione greca o di vandalizzare le nostre chiese. Inoltre, alcuni di questi migranti sono delinquenti comuni che Erdogan ha liberato dalle carceri del suo paese per mescolarli con migranti e islamisti. In Grecia sappiamo tutti qual è la verità in questa situazione. Il nonsense ha fatto il suo tempo”.
“Poi dovremo ripulire i quartieri di Atene dai migranti che sono vittime di abusi da parte della criminalità organizzata e quindi tenere solo quelli che lavorano veramente e che sono legali, che potranno rimanere. Infine, dobbiamo armare di più gli abitanti delle isole, le nostre forze di riserva della Guardia Nazionale devono essere consolidate. Senza dimenticare che varrà la pena di porre fine al controllo tedesco sulle nostre amministrazioni e sui nostri ministeri, fino al rango di capo dipartimento per agire finalmente più liberamente”, Trángas su 90.1 FM il 2 marzo. Per due giorni nelle isole e soprattutto a Lesbo, diversi membri delle ONG pro Soros e delle Nazioni Unite sono stati picchiati dagli abitanti, secondo i rapporti, “era finalmente giunto il momento” sentiamo [dire] da tutto il paese reale. La hybris finisce sempre per richiamare la sua punizione, [ciò] è ben noto fin dall’antichità greca.
Domenica 1 marzo, i membri dell’ONG di Soros, così come il capo dell’Alto Comitato per le Migrazioni dell’ONU a Lesbo, sono stati picchiati dagli abitanti, [come si vede in alcuni] video. Hanno voluto continuare nella loro missione di quinta colonna dell’amministrazione neocoloniale che vuole sbarcare i migranti, se non che gli abitanti stanno ora difendendo il loro territorio, anzi la loro esistenza.
È un po’ tardi, ma meglio tardi che mai. Nel frattempo, gli abitanti hanno a volte bloccato gli sbarchi più recenti dei migranti, e già nel Mar Egeo alcune imbarcazioni, messe sotto pressione da… mezzi adeguati sono tornate addirittura in Turchia. “Al punto in cui ci troviamo, solo le armi possono risolvere il problema”, questo [è il] messaggio e allo stesso tempo l’analisi degli ascoltatori, come tanti altri messaggi che vanno nella stessa direzione, come sono stati trasmesso nella trasmissione mattutina non censurata, 90.1 FM, il 2 marzo.
“Tsípras si è poi schierato con Erdogan quando i suoi media scrivono ancora che queste persone sfortunate sono bloccate al confine e che il governo sta usando la violenza per il suo razzismo e la sua xenofobia”, ha detto Reporter Senza Frontiere. Così Tsipras e l’altro scagnozzo, l’Accademico Liákos, vogliono che la Grecia diventi musulmana e turca, installando due milioni di invasori nel nostro Paese, e questa cifra di due milioni è data ufficialmente dal Ministro degli Esteri turco. Qual è dunque il ruolo che Tsipras e SYRIZA incarnano? Siete forse umanitaristi? Quando questi musulmani verranno da noi, [la Grecia] esisterà ancora a lungo, solo per vederli? Volete distruggere il nostro paese. Vergogna e poi vergogna. Ascoltami Tsípras, se hai il coraggio di andare sulle isole vedrai che gli isolani ti picchieranno. E per quanto riguarda Mitsotákis, se si comporta male, allora verrà anche la sua fine”, Trángas 90.1 FM, 2 marzo.
Andrei anche più lontano di Trángas. Direi che Tsípras e alcuni dei suoi seguaci sono direttamente legati agli interessi della Turchia e di Soros, cosa difficile da dimostrare con documenti, [come] per esempio quelli sui traditori greci pagati dagli inglesi durante la colonizzazione di Cipro e poi tra gli anni Cinquanta e Settanta appena declassificati, eppure, usando deduzioni logiche e considerando comportamenti ed eventi, si può comunque farsi una tale idea dei seguaci di Tsipras, Antifa e compagnia. Si stanno addirittura organizzando in questo momento, per manifestare non lontano dal confine… affinché si apra finalmente agli invasori (stampa greca del 2 marzo).
“Coloro che insistono con la retorica propagandistica sui cosiddetti poveri rifugiati, mentre [in realtà] sono orde di fanatici e jihadisti che insultano e minacciano la Grecia e i greci di fronte al nostro confine chiamandoli crociati, allora questi propagandisti o sono agenti della Turchia, o si arricchiscono grazie all’affare dei migranti, il che equivale alla stessa cosa”, dice l’Internet greco, e inoltre, la polizia e l’esercito usano le loro armi già in dotazione la sera del 2 marzo, davanti a una folla di fanatici deliranti e minacciosi sul nostro confine. Allo stesso tempo, da parte della mafia oscurantista dell’Onu, si dichiara che “la Grecia non ha il diritto, come ha appena deciso, di sospendere completamente e per un mese qualsiasi richiesta di asilo” (stampa del 2 marzo).
Il Paese si sta svegliando e, per dirla senza mezzi termini, sta conducendo una guerra di fatto contro l’invasione della Turchia islamica totalitaria e i suoi complici globalizzanti o geopolitici. Tra i pochi migranti intercettati al confine ci sono anche i turchi, secondo i rapporti disponibili, e inoltre l’esercito turco usa i droni per guidare il lancio di granate chimiche su poliziotti e soldati greci, [riportano] i media greci.
Sotto il velo di oltre quarant’anni di propaganda, la guerra. Mondialisti, immigrati e altri propagatori del virus della decostruzione dei popoli, delle nazioni e delle culture, in particolare in Europa, hanno già bevuto il loro siero di latte, il siero che le vacche sacre della finanza nichilista alla Soros producono e poi distribuiscono felicemente. Questo velo si sta strappando in questo momento sotto la pressione della realtà schiacciante: le nostre società sono già entrate in guerra, salvo che le pseudo-élite avranno fatto di tutto per chiudere gli occhi, le coscienze e la riflessione tra i popoli.
Tuttavia, questo tempo di decostruzione… disattento e subdolo sta volgendo al termine, perché sotto la pressione della guerra aperta, come sta accadendo ora in Grecia, la stragrande maggioranza dei cittadini si rende conto che d’ora in poi è una questione di vita, di libertà o di morte. I discorsi stanno cambiando e diventando liberi, e anche i giornalisti mainstream stanno finalmente ammettendo che la Grecia sta subendo un grave attacco da parte degli immigrati clandestini, tutti musulmani, compresi gli ineludibili islamisti del Daesh, che la Turchia, storico e isterico stato pirata, ha appena liberato dalle prigioni in Siria e sul suo territorio per portarli al confine greco per l’invasione.
Non sono più i cosiddetti complottisti a parlare, spesso classificati come estrema destra, ma i fatti reali e comprovati. Siamo infatti nella storia che fa nascere [con] il forcipe e non nelle fantasie dei sinistrorsi che, come sappiamo, si sono uniti all’immaginario degli elitaristi e degli altri pazzi del mondo di oggi. E tra i popoli, quando si liberano le parole, seguono e seguiranno le azioni, anche se i governi del momento sono posti qua e là e ovunque dai mondializzatori per abolire appunto i popoli e le nazioni.
Sì, siamo in guerra, e questa guerra, che non è solo l’inizio, diventerà sempre più flagrante ed evidente in Europa. Quando, fin dall’inizio di questo povero blog del 2011, ho scritto che la cosiddetta crisi, e il debito non sono altro che armi di distruzione di massa e che in realtà si tratta di una guerra genocida contro il popolo greco, perché dalla Troika, come dalla Germania e dalla Turchia agli immigrati invasori inclusi, strumentalizzati o meno, il processo è purtroppo coerente fin dall’inizio.
“Sappiamo anche che in passato la guardia costiera greca ha sparato prima per avvertimento e poi sui motori delle barche per tenerle dalla parte turca, quindi sappiamo cosa fare, se necessario dobbiamo affondare qualche barca, è difficile ma è così, siamo in guerra. E per porre fine alle ONG sulle nostre isole. E da FRONTEX apprendiamo che Erdogan sta preparando una nuova ondata per sfondare i nostri confini, quindi dobbiamo sparare sul posto, è un piano militare dall’altra parte che si sta attuando e dobbiamo reagire subito. Il loro obiettivo è la presa della Grecia da parte di migliaia di musulmani e si giocherà tutto sulle isole, perché non riusciranno a passare il confine settentrionale”. Tanti saluti al tema della giornata, giornalista Trángas, 90.1 FM, mattina del 2 marzo.
Notiamo che quel bastardo politico di Varoufákis dice che non c’è nessuna invasione e che questa povera gente dovrebbe essere accolta nelle nostre case”, e questo è lo stesso motto di tutta la sinistra a mia conoscenza. Sappiamo che Varoufákis è un burattino Soros-compatibile, quindi per la stessa logica deduzione possiamo ammettere che si comporta come un burattino compatibile con Erdogan. In tempi di guerra e di storicità coerente, chi tradisce la propria patria non … dura a lungo, lo dice anche Tucidide.
La guerra è ovvia, e anche il momento scelto da Erdogan, [mentre c’è] il coronavirus, non è affatto casuale. E ci saranno conseguenze. L’accademico Konstantínos Grívas, che insegna geopolitica alla Scuola Nazionale degli Ufficiali dell’Esercito, torna a [mostrare] l’ovvio.
“Sarebbe criminalmente ingenuo credere che la posta in gioco al nostro confine oggi sia solo il fatto di poche decine di migliaia di immigrati clandestini che arrivano in Grecia in aggiunta a quelli già esistenti. Questa è solo la punta visibile dell’iceberg. La Grecia è infatti attaccata dalla Turchia in un’aggressione totale, che cerca di decostruire la sua identità nazionale nel suo insieme. Se la Grecia non riesce a impedire alle folle di fanatici di attaccare i suoi confini con l’aiuto dell’esercito e della polizia turca, allora la sovranità nazionale greca nel suo complesso sarà messa in pericolo”.
“Anche se questo può sembrare eccessivo ad alcune persone, è bene sapere che questo è già accaduto nella storia moderna. In particolare, ciò che sta accadendo oggi al confine greco-turco ha una pericolosa somiglianza con la “Marcha Verde” attuata dal re Hassan II del Marocco nel 1975 per conquistare il Sahara spagnolo. Più in dettaglio, quelli furono gli ultimi giorni della dominazione spagnola nella sua colonia in Nord Africa. Il Fronte di liberazione del Polisario condusse una guerriglia contro gli spagnoli e divenne probabile che presto avrebbe ottenuto l’indipendenza”.
“Tuttavia, Hassan II voleva incorporare il Sahara spagnolo nel suo territorio. Così ha dovuto agire. E dovette agire rapidamente prima della partenza degli spagnoli perché in seguito sarebbe andato ad attaccare un paese indipendente, mentre sotto il dominio spagnolo avrebbe fatto la sua strategia vendendosi come liberatore dei territori marocchini sotto il dominio coloniale spagnolo. Ma l’equilibrio strategico delle forze con la Spagna non gli permetteva di intraprendere un’azione militare convenzionale, così scelse un metodo asimmetrico, diremmo oggi”.
“In particolare, radunò circa 350.000 cosiddetti civili che, il 6 novembre 1975, avanzarono presumibilmente in modo pacifico perché disarmati nel Sahara spagnolo, accompagnati da circa 20.000 soldati, e rovesciarono le forze militari spagnole a cui era stato ordinato di non sparare. Di conseguenza, il Marocco potè raggiungere i suoi obiettivi e con i cosiddetti accordi di Madrid del 14 novembre 1975 [riuscì] a condividere il Sahara spagnolo con la Mauritania”.
“In seguito, naturalmente, il Fronte Polisario lanciò una dolorosa e feroce lotta di guerriglia per liberare il suo Paese dai due invasori. Riuscì ad espellere la Mauritania, ma il Marocco occupò i territori che i mauritani avevano evacuato. Per decenni la guerra infuriò e i marocchini costruirono un enorme muro lungo 2.000 km per bloccare il Polisario. Ancora oggi, la questione dell’indipendenza nazionale del Sahara occidentale non è stata definitivamente risolta”.
“Così osserviamo che i cosiddetti civili, che in gran numero avevano attraversato il confine in questo modo, poi hanno effettivamente occupato un intero Paese, in un passato non così lontano. Questa stessa tattica sembra essere adottata oggi dalla Turchia di Erdogan. In altre parole, si stanno strumentalizzando masse di apparenti civili, sotto la supervisione delle forze statali turche, per neutralizzare la sovranità nazionale greca in Tracia, con tutte le conseguenze che ciò potrebbe avere in futuro”,
“In altre parole, dobbiamo capire che la Grecia sta subendo un grave attacco. Non dobbiamo occuparci della cosiddetta crisi dei rifugiati, né della presunta gestione dei flussi migratori, e scrivere meno di tutto ciò che i soliti pappagalli pensano ancora di ripetere attraverso i media. Siamo sotto attacco dalla Turchia, ed è un attacco asimmetrico e ibrido, ma un attacco totale. E’ chiaro. E siamo sulla nostra ultima linea di difesa. Se cadremo nella trappola in cui sono caduti gli spagnoli, la nostra sovranità nazionale sarà violata. Non c’è spazio per l’esitazione, non c’è spazio per letture errate della realtà”, Konstantínos Grívas, 2 marzo 2020.
Il paese sembra svegliarsi. Non si tratta di un ingresso pacifico di pochi migranti economici, ma di giovani invasori maschi organizzati dalla Turchia. La Turchia, insieme alla nebulosa islamista, all’Onu e alle Ong, arriva con massicci messaggi SMS che incitano i migranti nei campi delle isole e soprattutto a Lesbo a ribellarsi, seminando il caos, (stampa del 2 marzo). La Marina greca si sta schierando per rinforzare la guardia costiera, e l’ordine già dato sembra essere, in un certo senso, “sparare agli… scafisti”.
Sì, perché con tutto il rispetto per i mondialisti, i banchieri, Soros, Antifa e altri islamisti di sinistra, molte volte nella storia, le migrazioni non erano operazioni dello Spirito Santo ma atti di guerra e di invasione. L’Europa, infine, intendo i popoli e le élite ancora degni di questo nome, se esistono, e non l’Unione Europea, capiranno che ancora una volta stiamo resistendo [come a] Termopili, Salamini e Maratona per tutto il continente e per la nostra civiltà di fronte agli invasori e ai commando.
“Siamo arruolati” esclamava Trángas alla fine del suo programma del 2 marzo. “Isolate le termiti che rosicchiano la nostra nazione e il nostro morale, il nostro Paese sopravviverà, restiamo uniti, uniti, coraggio e forza a tutti”. Altrimenti i media mainstream smettono di parlare della guerra e del tentativo di invasione per quello che sono. Cronache che chiameremo di guerra, un’altra lunga notte.
CHIAMATA URGENTE Il vostro blog ha urgente bisogno del vostro sostegno per finanziare un breve soggiorno nell’Egeo orientale per capire meglio la situazione sul campo. La libertà e l’indipendenza hanno sempre un prezzo…
ARTICOLO ORIGINALE QUI
3.03.2020
TRADUZIONE per www.comedonchisciotte. org A CURA DI FRANZ-CVM