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La Redazione

 

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La storia segreta dell’Unione Europea/1

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A cura di Redazione CDC
Il 17 Agosto 2020
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CDC STORIA: I DOCUMENTI

Con questa nuova rubrica (qui la prima puntata) CDC vuole sfuggire all’eterno presente imposto dalla propaganda mainstream e guardarsi indietro, senza filtri: pubblicheremo documenti storici e studi indipendenti, nella loro interezza, senza elaborazioni o commenti redazionali.

Per non dimenticare, ma per ricordare che Oggi è figlio di Ieri, e che ciò influenzerà inevitabilmente il nostro Domani.

Buona lettura.

OSS, CIA e Unità Europea: il Comitato Americano per l’Europa Unita, 1948-60 (1/3) (1a parte ; 2a parte; 3a parte)

di RICHARD J. ALDRICH Professore di Sicurezza Internazionale all’Università di Warwick (UK). [traduzione di Domenico Cortese (Josh Mirante)]

Durante gli ultimi dieci anni gli storici della diplomazia hanno attribuito un’importanza crescente all’intelligence e al relativo tema delle operazioni segrete, in quanto sempre più ineludibili per capire il primo periodo della guerra fredda[1]. Dopo il 1945, un certo numero di organizzazioni occidentali, non soltanto agenzie di intelligence, stilarono programmi di operazioni segrete finalizzate a scalzare l’influenza comunista in Europa e ad assicurare l’accettazione del piano Marshall; ne sono stati documentati esempi nei campi della politica elettorale, del sindacalismo e degli affari culturali.

I funzionari statunitensi che cercavano di ricostruire e stabilizzare l’Europa del dopoguerra lavoravano seguendo il principio che ciò richiedesse una rapida unificazione, che portasse magari agli Stati Uniti d’Europa. L’incoraggiamento dell’unificazione europea, uno degli elementi più consistenti della politica estera di Harry S. Truman, trovò un’enfasi ancora maggiore sotto il suo successore, il generale Dwight D. Eisenhower. Inoltre, tanto sotto Truman e quanto sotto Eisenhower, i politici statunitensi concepirono l’unità europea non solo come un importante fine in sé, ma anche come un modo per risolvere il problema tedesco[2].

L’uso di operazioni segrete per la specifica promozione dell’unità europea ha attratto poco l’attenzione degli studiosi e rimane scarsamente compreso.

Una delle operazioni segrete statunitensi più interessanti nell’Europa del dopoguerra fu il finanziamento del Movimento Europeo. Il Movimento Europeo fu un’organizzazione globale che guidò un gruppo di organizzazioni prestigiose, ma disparate, sollecitando una rapida unificazione in Europa, concentrando i loro sforzi sul Consiglio d’Europa, e annoverando come suoi cinque presidenti onorari Winston Churchill, Paul-Henri Spaak, Konrad Adenauer, Leon Blum e Alcide de Gasperi.

Nel 1948 il suo handicap principale fu la scarsità di fondi. In questa sede sosterremo che l’apporto segreto di più di tre milioni di dollari tra 1949 e 1960, per lo più da fonti governative statunitensi, sia stato cruciale per gli sforzi volti a stimolare il consenso di massa al Piano Schuman, alla Comunità Europea di Difesa e a un Parlamento Europeo con poteri sovrani. Quest’apporto segreto non è mai stato inferiore alla metà del budget del Movimento Europeo e, dopo il 1952, probabilmente mai meno dei due terzi. Nel contempo si cercò di indebolire la leale resistenza del governo laburista britannico alle idee federaliste[3].

Questo saggio si concentra sulla dimensione statunitense di queste attività[4]. Tramite dell’assistenza americana fu il Comitato americano per l’Europa unita (American Committee on United Europe – ACUE), diretto da figure di alto livello dell’intelligence americana. Questo ente fu organizzato a inizio dell’estate del 1948 da Allen Welsh Dulles, in seguito capo di un comitato che controllava l’organizzazione della Central Intelligence Agency (CIA) per conto dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (National Security Council – NSC), e inoltre da William J. Donovan, ex direttore dell’Ufficio per i servizi strategici (Office of Strategic Services – OSS) durante la guerra. Dulles e Donovan rispondevano a richieste separate di assistenza da parte del conte Richard Coudenhove-Kalergi, un attivista veterano pan-europeo di origine austriaca, e da parte di Churchill.

L’ACUE lavorò a stretto contatto con funzionari governativi statunitensi, in particolare con quelli dell’Amministrazione per la cooperazione economici (Economic Cooperation Administration – ECA) e anche con il Comitato nazionale per l’Europa libera (National Committee for a Free Europe).

Le affermazioni avanzate in questo saggio sono tratte principalmente da raccolte di documenti privati depositati in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, inclusi gli stessi archivi dell’ACUE. Esse hanno tuttavia ricevuto una conferma cruciale da una tesi di dottorato sul primo periodo del Movimento Europeo, portata a termine da F. X. Rebattet all’Università di Oxford nel 1962, ma disponibile alla pubblica visione solo dai primi anni ’90. F. X. Rebattet era figlio del segretario generale del Movimento Europeo, e il suo studio fu condotto con il pieno accesso ai documenti interni del Movimento Europeo e con la collaborazione delle sue figure di spicco. Pur essendo basato su archivi situati in Belgio anziché in Gran Bretagna e Stati Uniti, il lavoro di Rebattet conferma le conclusioni di questo saggio ed è degno di nota per la sua franchezza sul tema del finanziamento segreto americano[5].

Nonostante l’attività dell’ACUE suggerisca interrogativi immediati e precisi sul ruolo dell’aiuto statunitense nello stimolare il sentimento federalista popolare nell’Europa del dopoguerra, è importante non perdere di vista le più ampie conclusioni sulla natura dell’intervento americano in Europa, che si possono trarre da questo episodio.

Le origini di questo programma sono non tanto nelle disposizioni formali delle direttive dell’NSC, alle quali gli storici dell’intelligence hanno attribuito molta importanza, quanto in una rete transatlantica informale ed personale, creata da membri dell’intelligence e della resistenza durante la seconda guerra mondiale. Gran parte dell’aiuto statunitense ai gruppi non comunisti in Europa fu inviato, fino al 1950, attraverso canali non ufficiali, benché con l’approvazione e il supporto del governo[6].

L’ACUE rappresenta la filosofia sottostante a molte di queste operazioni segrete. Esso non tentò di manipolare organizzazioni o individui. Piuttosto, cercò veicoli genuinamente indipendenti che sembrassero complementari alla politica americana e tentò di farli crescere. La storia dell’ACUE ci mostra, anziché una CIA alla ricerca di delegati, politici europei di primo piano alla ricerca di un sostegno segreto americano. Questo, insieme all’osservazione comune secondo cui molti europei che ricevettero assistenza segreta appartenevano alla sinistra non comunista, conferma quanto sia stato incisivo Peter Coleman nel caratterizzare queste attività in Europa come «cospirazione liberale»[7].

Molti americani che lavoravano per l’ACUE erano essi stessi federalisti convinti con interessi nelle Nazioni Unite oppure concepivano il federalismo americano come un modello politico ideale che poteva essere adottato altrove. L’ACUE credeva che gli Stati Uniti avessero un tesoro d’esperienza da offrire nel campo dell’assimilazione culturale. In questo modo, la storia dell’ACUE può anche essere interpretata come parte dell’America come “nazione ideale” che esporta i suoi valori e la sua cultura, quale la definì l’ultimo Christopher Thorne.

È anche abbastanza impressionante che lo stesso gruppetto di alti funzionari, molti provenienti dall’intelligence occidentale, sia stato centrale nel sostenere i tre più importanti gruppi di élite internazionale emergenti negli anni ’50: il Movimento europeo, il gruppo Bilderberg ed il Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa di Jean Monnet. Infine, in un periodo nel quale alcuni antifederalisti britannici videro in un continuo «rapporto speciale» con gli Stati Uniti un’alternativa al (forse anche un rifugio dal) federalismo europeo, è ironico che alcune iniziative federaliste europee siano state sostenute con l’aiuto americano[8].

Le operazioni segrete statunitensi in Europa

Qualsiasi analisi dell’ACUE deve essere inserita nel contesto di un più ampio programma di operazioni segrete statunitensi in Europa. Tra il 1948 e il 1950 questo programma si dilatò rapidamente, in parte per rispondere alla pressione di alti funzionari del Dipartimento di Stato come George Kennan, capo del Policy Planning Staff. Il 6 Gennaio 1949 Kennan scrisse a Frank Wisner, responsabile ufficiale dell’Ufficio di coordinamento della polizia (Office of Policy Coordination – OPC), che le operazioni pianificate per il 1949-50 rispondevano solo alle esigenze minime. «Con lo sviluppo della situazione internazionale, ogni giorno è più evidente l’importanza del ruolo che dovrà essere assunto dalle operazioni segrete, se il nostro interesse nazionale dovrà essere adeguatamente tutelato»[9].

È difficile, e al tempo fu problematico, localizzare la responsabilità della direzione delle operazioni segrete statunitensi prima del 1950. Subito dopo la guerra tali attività furono svolte da una strana varietà di enti privati e di organizzazioni militari che avevano assorbito alcuni residui provenienti dell’OSS del tempo di guerra. Dopo il giugno del 1948, tuttavia, queste attività furono dirette in teoria dall’OPC di Frank Wisner, istituito dalla direttiva NSC 10/2, che richiamò il bisogno di operazioni segrete di cui, «se scoperte, il governo degli Stati Uniti avrebbero potuto plausibilmente negare la responsabilità»[10].

Nonostante fosse sotto la tutela amministrativa della CIA, l’OPC prendeva ordini dal Dipartimento di Stato e dall’NSC, perché la NSC 10/2 aveva stabilito che, anche se il Dipartimento di Stato non avesse preso alcuna responsabilità per le operazioni dell’OPC, tuttavia lo Stato avrebbe dovuto «mantenere una guida ferma»[11]. Vi era la ricetta per lotte interne e confusione, come osservò un ufficiale dell’OPC: «L’autorità divisa o parziale non funziona mai. Nessuna persona o agenzia può servire insieme Dio (SNC), Mammona (lo Stato) e un (solo) padrone amministrativo e finanziario qual è adesso il direttore della CIA». Nel 1950, il nuovo direttore della CIA, Walter Bedell Smith, insistette che l’OPC fosse pienamente integrata con la CIA, un processo che si rivelò lento e maldestro[12].

La coordinazione fu inoltre impedita dal ristretto numero di funzionari del Dipartimento di Stato a cui furono rivelate le operazioni segrete. Persino alcuni capi di divisione non possedevano un quadro completo delle attività statunitensi entro il loro campo di responsabilità. Ad un certo punto George Kennan ed altri due membri del Policy Planning Staff, Maynard Barnes e John Davies, furono i soli funzionari del Dipartimento di Stato a cui fosse permessa la «piena conoscenza delle operazioni dell’OPC». Quando Kennan desiderò assegnare più personale del Dipartimento di Stato al compito di coordinare operazioni segrete, fu subito bloccato perché non gli era permesso di dire ai capi delle divisioni del personale, capi privi di un adeguato margine di sicurezza, cosa stesse facendo[13].

Nonostante questa confusione amministrativa iniziale, gli ampi obiettivi delle operazioni americane nell’Europa del dopoguerra sono adesso chiari. Essi si dividono in cinque categorie. Primo, furono sussidiati i partiti politici, spesso della sinistra non comunista e del centro. Durante le elezioni italiane del 1948, per esempio, a vari gruppi politici furono versati milioni di dollari, che aiutarono a rivitalizzare la campagna fino ad allora fiacca del futuro primo ministro, De Gasperi[14]. Secondo, nella lotta per il controllo delle organizzazioni internazionali del lavoro e per i sindacati di Italia e Francia, sindacalisti americani ed europei aiutarono a indebolire la Federazione Mondiale dei Sindacati controllata dai Sovietici. I membri lealmente anti-comunisti della Federazione americana del lavoro (American Federation of Labour – AFL), guidati da David Dubinsky, Jay Lovestone e Irving Brown, furono spesso più zelanti di quanto sembrasse opportuno alle agenzie governative[15].

Terzo, gli Stati Uniti tentarono di influenzare le mode intellettuali e culturali in Europa, finanziando diversi gruppi, conferenze e pubblicazioni. Questo rifletteva l’assunto che gli intellettuali fossero importanti creatori di opinioni nell’Europa continentale. Ciò fu intrapreso in competizione con i finanziamenti sovietici, così da innescare una «battaglia dei festival». Gli esempi meglio documentati sono il Congresso per la Libertà Culturale e la rivista Encounter, alla quale contribuirono luminari del calibro di Raymond Aron, Stephen Spender e Arthur Koestler.

Con un importante mutamento di politica, nella primavera del 1951 molte attività culturali furono poste sotto un nuovo dipartimento della CIA, la Divisione per le organizzazioni internazionali (International Organizations Division)[16]. L’uso di organizzazioni private aveva preso piede fin dal 1947, incoraggiato da Allen Dulles, un appassionato di operazioni segrete, che aveva anche utilizzato la sua posizione come presidente del Comitato per le relazioni internazionali per cercare l’aiuto di fondazioni statunitensi per progetti come una università “ponte” destinata a esuli europei a Strasburgo.

Nei tardi anni ’50, tuttavia, quando scambiò il suo ruolo di consigliere informale dell’NSC con un posto elevato nella CIA, Dulles scoprì che operazioni con gruppi giovanili, sindacati e organizzazioni culturali mancavano di coerenza ed erano frammentate, essendo disperse in modo disordinato tra sezioni organizzate geograficamente. Nelle parole di un funzionario della CIA, quest’area era una «discarica operazionale».

La Divisione per le organizzazioni internazionali fu proposta dall’assistente speciale di Dulles, Thomas W. Braden, per sovrintendere a tutto questo lavoro. Benché controversa, la proposta fu approvata con l’aiuto di Bedell Smith, e Braden fu a capo di questa divisione finché fu sostituito da Cord Meyer nel 1954. Il lavoro fatto da Braden, Dulles e Bedell Smith come direttori dell’ACUE andò di pari passo con la loro riorganizzazione amministrativa della CIA e lo sviluppo di nuovi controversi programmi che avrebbero avuto alla fine ripercussioni sia negli Stati Uniti che in Europa[17].

La Divisione per le organizzazioni internazionali di Braden fu anche coinvolta nel quarto tipo di operazione segreta statunitense – stimolare dissenso negli Stati satelliti dell’URSS. Questo sforzo fu incanalato attraverso il Comitato nazionale per un’Europa libera, più tardi conosciuto come Comitato Europa Libera (Free Europe Committee), che controllava Radio Europa Libera (Radio Free Europe) e Radio libertà (Radio Liberty).

La maggior parte del lavoro, fatto con l’aiuto di gruppi di esuli irascibili appartenenti all’Assemblea delle nazioni europee prigioniere (Assembly of Captive European Nations – ACEN), fu coordinato dalla nascente stazione della CIA di Monaco, che dette aiuto anche a gruppi di resistenza nell’Europa dell’est. Infine, l’OPC e poi la CIA crearono delle reti stay-behind o GLADIO, progettate per offrire resistenza, e addestrarono persone fuggite dall’Europa dell’est come forze speciali contro la possibilità di un’invasione sovietica in Europa occidentale. Questo programma fu molto attivo nel periodo 1948-49, quando qualcuno nella intelligence statunitense credeva che la guerra potesse scoppiare solo sei mesi più avanti[18]. Di questi programmi complementari, il tentativo di promuovere il federalismo europeo rimane quello esplorato meno a fondo.

Churchill, Donovan e Dulles

Le origini degli aiuti segreti ai federalisti europei possono essere ricondotte a Coudenhove-Kalergi. Come altri eminenti pan-europeisti del periodo fra le guerre, esempio tipico il ministro degli esteri francese Aristide Briand, le sue idee dovevano molto alla disillusione causata dalla prima guerra mondiale. Esiliato negli Stati Uniti nel 1943, nel marzo 1947, alla vigilia dell’inaugurazione del piano Marshall, ebbe successo nell’influenzare i senatori americani J. W. Fulbright ed E. D. Thomas perché il Congresso sostenesse l’idea dell’unità europea e riuscì a far passare le mozioni a favore degli “Stati Uniti d’Europa” al Senato e alla Camera dei Rappresentanti.

Allen Dulles e William J. Donovan, che nel 1947 si erano collegati alla campagna di Coudenhove-Kalergi per il sostegno americano, si unirono ora per creare il Comitato per un’Europa libera e unita (Committee for a Free and United Europe), di breve vita, progettato per pubblicizzare l’unità europea negli Stati Uniti e offrire sostegno ai gruppi federalisti in Europa. Esso fu formalmente fondato il 19 aprile 1948 con il senatore Fulbright come suo presidente e William Bullitt, ex ambasciatore in Francia, come vice-presidente. Ma questo comitato doveva godere di poco più che un’esistenza sulla carta[19].

Inoltre, nell’estate del 1948 un gruppo rivale, il più prestigioso Esecutivo internazionale del movimento europeo (International Executive of the European Movement), strettamente legato a Winston Churchill, arrivò a New York per sollecitare la formazione di un comitato americano di sostegno ai suoi sforzi per l’unificazione. La missione era guidata dal presidente dell’esecutivo internazionale del movimento europeo, Duncan Sandys, e comprendeva il suo segretario generale Joseph H. Retinger e il capo del sotto-comitato alle finanze del Movimento Europeo, il maggiore Edward Berrington-Behrens[20].

Per evitare l’imbarazzo di due comitati americani che sostenessero gruppi rivali, il conte Coudenhove-Kalergi, che aveva rivelato un carattere piuttosto permaloso e difficile, fu messo da parte tra recriminazioni risentite. Un nuovo ente, il Comitato americano per l’Europa unita (American Committee on United Europe – ACUE) fu formato per sostenere Churchill e il Movimento Europeo. Nonostante fosse allora solo leader dell’opposizione in Gran Bretagna, Churchill rimaneva il più prestigioso statista europeo[21].

Peraltro, Churchill fu l’effettivo fondatore del Movimento Europeo. Già il 21 marzo 1943 offriva la sua visione di un’Europa unita in un discorso radiofonico:

Si può immaginare che sotto un’istituzione mondiale che incarni o rappresenti le nazioni unite, e un giorno tutte le nazioni, possano prendere vita un Consiglio europeo e un Consiglio asiatico … Dobbiamo cercare di rendere il Consiglio europeo … una lega realmente effettiva con tutte le più potenti forze interessate intrecciate nella sua struttura, con un’Alta Corte per risolvere le dispute e con forze, forze armate, nazionali o internazionali o entrambe, tenute pronte a imporre queste decisioni e prevenire nuove aggressioni o la preparazione di guerre future” [22].

Nel novembre del 1945, Churchill parlava di «Stati Uniti d’Europa»[23]. Nonostante fosse personalmente più entusiasta per la riconciliazione franco-tedesca che per l’unità europea, egli era stato tuttavia la figura centrale ad un congresso di spicco di gruppi federalisti tenuto a L’Aia nel maggio 1948, che invocò un parlamento europeo con poteri effettivi per l’unione politica. Libero da responsabilità di governo, Churchill aveva più tempo per questo impegno e non c’è dubbio che il suo gruppo fosse il candidato più promettente per il sostegno statunitense.

Il Movimento Europeo provò, in maniera abbastanza incerta, a concentrare e a coordinare gli sforzi dei gruppi a favore dell’unità in tutta Europa. Benché numerosi, i loro approcci erano così diversi che rimane difficile misurare l’ampiezza del loro consenso popolare. Fu probabilmente più forte in Francia dove, già dal 1949, il Ministero degli Esteri, che inizialmente non aveva interesse per l’unità europea, fu costretto ad interessarvisi maggiormente «in parte come risposta ad una crescente domanda pubblica». Il primo ministro francese, George Bidault, e alti funzionari francesi decisero che l’idea di un’assemblea europea stava «crescendo in popolarità» in parte perché il federalismo sembrava offrire una soluzione al problema tedesco. Al contrario, il federalismo godeva di scarso consenso in Gran Bretagna. Nonostante le idee dell’«Unione Federale Britannica» tra le due guerre, sostenuta da figure eminenti come Lord Lothian, influenzassero un’intera generazione di europei, il suo seguito era piccolo. Nel frattempo il nuovo governo laburista rimaneva scettico sulle iniziative federaliste.

Il Movimento Europeo concentrò le sue speranze sull’Assemblea europea a Strasburgo, che nacque dal Trattato di Bruxelles del 17 marzo 1948. Alla fine dell’ottobre 1948 i poteri coinvolti nel Trattato di Bruxelles decisero di istituire il Consiglio d’Europa, consistente di un Consiglio dei Ministri e un’Assemblea europea consultiva che, in pratica, funzionava come una conferenza irregolare di delegati nazionali. Questa decisione fu confermata in un incontro di ministri degli esteri a Londra dove lo Statuto del Consiglio d’Europa fu firmato come Trattato di Westminster il 5 maggio 1949. Nell’agosto 1949 l’Assemblea del Consiglio d’Europa tenne la sua prima seduta a Strasburgo[24].

L’ACUE e il suo predecessore di breve durata erano solo due dei tanti comitati «americani» e «liberi» istituiti nel 1948 e 1949. Esempi ben documentati includono il Comitato nazionale per un’Europa libera (National Committee for a Free Europe) (chiamato dopo Free Europe Committee – Comitato per l’Europa Libera) e il Comitato per l’Asia Libera (Free Asia Committee) (dopo Asia Foundation – Fondazione Asia). Il Comitato per l’Europa Libera, formato nel 1948 dal diplomatico in pensione Joseph E. Grew su richiesta di Kennan, lavorò in stretto contatto con la CIA per mantenere i rapporti tra i gruppi di esuli in occidente e il blocco orientale. La loro campagna, «per tenere viva la speranza di liberazione dell’Europa dell’est» fu annunciata pubblicamente nel 1949 dal governatore militare americano in Germania da poco in pensione, il generale Lucius D. Clay[25].

Gli aderenti iniziali includevano molte figure governative importanti come l’ex assistente segretario di Stato, Adolphe Berle, Allen Dulles ed ex personale dell’OSS come Frederich R. Dolbeare. Il Comitato per l’Europa Libera aveva intenzione di ricavare le sue risorse da sottoscrizioni private e da diverse fondazioni, ma in realtà la maggior parte dei suoi finanziamenti venne dal governo statunitense tramite canali gestiti dalla CIA[26].

Comitati paralleli furono fondati simultaneamente per gestire la guerra fredda o i temi della ricostruzione. Donovan si era già unito con Berle per fondare in Italia il Comitato per lo sviluppo sociale ed economico, per coordinare insieme l’aiuto al sud più povero con l’atteggiamento pro-americano e l’aiuto al governo. Nel frattempo, Dulles aveva fondato in Germania il Comitato americano. Sia lui che Donovan erano preoccupati dall’accelerazione della guerra fredda in Europa e già nel 1947 Donovan girò l’Europa per valutare la penetrazione comunista nei sindacati, mentre Allen Dulles scrisse uno studio dettagliato a sostegno del Piano Marshall[27].

Figure di alto rilievo dell’intelligence statunitense fornirono la leadership dell’ACUE per i suoi primi tre anni. Il presidente fu Donovan che, nonostante la scomparsa dell’OSS, non era in pensione e continuò a lavorare per la CIA fino al 1955[28]. Il vice presidente fu Allen Dulles e l’ordinaria amministrazione dell’ACUE era controllata da Thomas W. Braden, direttore esecutivo, che aveva anche prestato servizio nell’OSS. Braden prese formalmente parte alla CIA come assistente speciale di Allen Dulles alla fine del 1950. Donovan e Allen Dulles erano celebri per il loro lavoro nello spionaggio, che avrebbe probabilmente scatenato interrogativi imbarazzanti circa la natura dell’ACUE. Perciò a loro volta, durante gli anni ’50, Dulles, Braden e infine Donovan ebbero successori meno celebri[29].

La struttura dell’ACUE somigliava a quella del Comitato per l’Europa Libera, con il quale aveva membri in comune. Ufficialmente incorporato nel febbraio 1949, il Consiglio d’amministrazione dell’ACUE fu ricavato da quattro gruppi principali: importanti nomi dal governo, come Clay, Bedell Smith, il segretario di Stato in caso di guerra Robert T. Paterson e il direttore del bilancio James E. Webb; personale dell’ECA e altri funzionari responsabili della formulazione della politica statunitense in Europa, compreso l’amministratore dell’ECA Paul Hoffman, i deputati e amministratori dell’ECA Howard Bruce e William C. Foster e il rappresentante Usa al Consiglio Nord Atlantico Charles M. Spofford; illustri politici, finanzieri e avvocati tra i quali Herbert H. Lehman, Charles R. Hook e Conrad N. Hilton; e figure dell’AFL-CIO (American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations) già coinvolte in politica e nei sindacati, specialmente Arthur Goldberg, ora capo consulente per la CIO, che aveva amministrato il tavolo di lavoro dell’OSS, e i noti sindacalisti David Dubinsky e Jay Lovestone[30].

La funzione primaria dell’ACUE era di finanziare gruppi non ufficiali che lavoravano per l’unità, molti dei quali si originarono – o trassero i loro membri – da gruppi della resistenza con cui Donovan e Dulles avevano lavorato in precedenza. I suoi direttori enfatizzavano i recenti risultati dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OEEC), vedevano questa e la futura unità politica fornire «i legami di una forza reale» per un’organizzazione NATO. Nel 1950 sostenevano (in modo un po’ iperbolico) che proposte recenti per una Comunità di Difesa Europea fossero «al centro dei dispositivi militari della NATO»[31].

L’ipotesi che sosteneva la maggior parte del pensiero dell’ACUE era che l’unificazione avrebbe risolto i vecchi problemi del nazionalismo europeo, facendo accettare alla Francia e agli altri lo sfruttamento della forza militare tedesca. Per tali ragioni Donovan, in particolare, preferiva il piano Schuman, uno schema per integrare l’industria pesante in Francia e Germania[32]. Criteri severi furono impostati per la concessione di sussidi: i programmi dovevano essere «concreti» e il gruppo sostenuto doveva credere in un rapido, anziché graduale, avvicinamento all’integrazione europea occidentale; includendo il sostegno (a) al potenziamento del Consiglio d’Europa perché guadagnasse una maggiore autorità politica, (b) alle prime realizzazioni degli scopi di base del Piano Marshall, dell’Atto di Reciproca Sicurezza e dell’Organizzazione Nord Atlantica per la Sicurezza. I programmi che avrebbero ricevuto sostegno dovevano anche facilitare l’inclusione della Germania Occidentale in un’Europa unificata ed avere il potenziale per influenzare una sostanziale fetta di opinione in Europa. Infine, il loro lavoro «non doveva essere in contrasto con la politica estera degli Stati Uniti». Gli scopi secondari dell’ACUE, pienamente dichiarati, comprendevano pubblicizzare l’unità europea all’interno degli Stati Uniti, influenzando il Congresso sui temi europei e sponsorizzando ricerche e studi sul federalismo. Questo lavoro dichiarato permetteva all’ACUE di mantenere un’esistenza pubblica con uffici a New York[33].

Nonostante l’esistenza di questo apparato statunitense ben organizzato, a stabilire il suo programma furono i gruppi europei in competizione alla ricerca attiva di un sostegno americano discreto. Il Movimento Europeo aveva detto all’ACUE in termini non ambigui che esso voleva «sostegno morale e denaro». Nel marzo 1949 Churchill visitò New York per discutere i dettagli finali con Donovan e Dulles e anche per partecipare al lancio formale dell’ACUE che ebbe la forma di un pranzo pubblico in suo onore. Egli continuò scrivendo di chiedere, il 4 giugno, che finanziamenti a breve termine l’ACUE potesse fornire[34]. In pratica, il controllo del denaro passò subito a Duncan Sandys, genero di Churchill e presidente dell’esecutivo internazionale del Movimento Europeo. Il 24 giugno, Sandys scrisse a Donovan in modo confidenziale specificando le sue richieste. Il Movimento Europeo, quasi in bancarotta, aveva bisogno di 80.000 £ per sopravvivere altri sei mesi.

Cord Meyer, che si era unito alla International organizations Division di Braden nel 1951, ricorda che “i leader politici e culturali europei che sollecitarono il nostro aiuto … lo fecero a condizione che non ci fosse alcuna pubblicità, perché la macchina della propaganda comunista avrebbe potuto sfruttare ogni evidenza di sostegno ufficiale americano come prova che essi erano burattini degli imperialisti americani”. Per questo motivo, mentre implorava un «larghissimo contributo dall’America», Sandys era contemporaneamente «molto ansioso perché il sostegno finanziario americano al Movimento Europeo non doveva essere conosciuto», neppure dal Consiglio Internazionale del Movimento, per evitare accuse di «ingerenze americane»[35]. Sandys e l’ACUE temevano le accuse sovietiche di imperialismo capitalista statunitense.

Churchill, insieme il più rilevante difensore dell’unità europea e il più celebre evangelista transatlantico, fu la connessione cruciale tra l’ACUE e il Movimento Europeo. Godeva di impareggiabili contatti personali con leader americani ed europei; la sua attrazione per l’intelligence e la sovversione lo tenne in contatto con professionisti di entrambi i lati dell’Atlantico; e condivideva la visione di Allen Dulles e Donovan per la quale la promozione dell’unità europea attraverso l’ACUE fosse la “controparte non ufficiale” del Piano Marshall[36]. Nel 1949, Churchill aderì anche ai più ampi obiettivi dei vari comitati di libertà nell’Europa dell’est. L’ACUE e il Movimento Europeo avrebbero dovuto unire le forze con il Comitato per l’Europa Libera perché l’unità europea implicava niente di meno che la liberazione dell’Europa dell’est. Nel suo discorso al lancio formale dell’ACUE a New York il 29 marzo 1949, Churchill affermò[37]:

Non ci può essere pace permanente mentre dieci capitali dell’Europa dell’est sono nelle mani del governo comunista sovietico. Abbiamo nostre relazioni con queste nazioni dietro la cortina di ferro. Esse mandano i loro delegati ai nostri meeting e conosciamo i loro sentimenti e quanto sarebbero contenti di essere incorporati nella nuova Europa unita … Noi perciò prendiamo come nostro obiettivo ed ideale niente di meno che l’unione dell’Europa in intero”.

I delegati ai quali Churchill si riferiva erano soprattutto dell’Assemblea delle Nazioni Prigioniere Europee (ACEN), che fu vista nel 1949 come espressione di un collegamento tra l’unità europea e la liberazione, anche se distante[38]. Durante una conversazione nel 1949 con William Hayter, presidente del Comitato Misto dell’Intelligence Britannica a Londra, Kennan affermò che nonostante né l’Europa dell’est né la Gran Bretagna avrebbero probabilmente aderito ad un’Europa federale nel breve termine, tuttavia nel lungo termine l’Europa poteva solo muovere verso il federalismo, o «Fase Due» dell’unificazione , una volta che la troppo estesa Unione Sovietica si fosse ritirata nei suoi confini[39].

Fine prima parte

[1] Sull’intelligence e la guerra fredda vedi John L. Gaddis, ‘Intelligence, Espionage and Cold War Origins’, Diplomatic History, xiii (1989), pp.191-213; Sheila Kerr, ‘NATO’s First Spies: The Case of the Disappearing Diplomats – Guy Burgess and Donald Maclean’, in Beatrice Heuser and Robert O’Neill (eds.), Securing the Peace in Europe, 194S-62 (London, 1991), pp.118-24; Melvyn P. Leffler, A Preponderance of Power: National Security, the Truman Administration and the Cold War (Stanford, 1992), pp. 183-92; Richard J. Aldrich (ed.), British Intelligence, Strategy and the Cold War, 1945-51 (London, 1992), pp.1-17.

[2] John Gillingham, Coal, Steel, and the Rebirth of Europe, 1945-1955: The Germans and French from the Ruhr Conflict to Economic Community (Cambridge, 1992), pp.148-78; Alan S. Milward, The Reconstruction of Western Europe, 1945-51 (Berkeley, 1984), pp.56-84; Sallie Pisani, The CIA and the Marshall Plan (Edinburgh, 1991), pp.34-58; Geoffrey Warner, ‘Eisenhower, Dulles and the Unity of Western Europe, 1955-1957’, International Affairs, lxix (1993), p.320.

[3] Agli sforzi OSS-CIA per promuovere l’unificazione europea non sono state dedicate analisi accurate. Nondimeno, brevi riferimenti sono continuati ad emergere nel corso degli anni: Trevor Barnes, ‘The Secret Cold War: The CIA and American Foreign Policy in Europe, 1945-1956, Part II’, The Historical Journal, XXV (1982), pp.666-7; Robert Eringer, The Global Manipulators: The Bilderberg Group, the Trilateral Commission, Covert Power Groups of the West (Bristol, 1980), pp.19-20; Richard Fletcher, Who Were They Travelling With? (Nottingham, 1977), p.71; Pierre Melandri, Les Etats XJnis face a I’unification de I’Europe, 1945-54 (Paris, 1980), pp.320, 354-5; Peter Thompson, ‘Bilderberg and the West’, in Holly Sklar (ed.), Trilateralism, The Trilateral Commission and Elite Planning for World Management (Boston, 1980), p.184; Arnold Zurcher, The Struggle to Unite Europe, 1940-58 (New York, 977), p.71.

[4] Per una discussione sugli aspetti europei della questione, e in particolare su quelli britannici, vedi, Richard J. Aldrich, ‘European Integration: An American Intelligence Connection’, in Anne Deighton (ed.), Building European Unity: National Decision-Makers and European Institutions, 1948-63 (London, 1995), pp.159-79.

[5] F.X. Rebattet, ‘The “European Movement” 1945-53: A Study in National and International Non-Governmental Organisations working for European Unity’ (D.Phil., St Antony’s, Oxford, 1962). F.X. Rebattet era il figlio di George Rebattet, segretario generale deputato del Movimento europeo, 1948-52 e segretario generale, 1952-5.

[6] Gli sforzi che si volevano indipendenti del AFL-CIO sono l’esempio più ovvio, Irwin M. Wall, The United States and the Making of Postwar France, 1945-1954 (Cambridge, 1991), pp.99-104, 151-3, 211-15; Pisani, The CIA and the Marshall Plan, pp.99-100, 119, 145; Frederico Romero, The United States and the European Trade Union Movement, 1944-51 (Chapel Hill, 1993), pp.12-17, 88-95.

[7] Peter Coleman, The Liberal Conspiracy: The Congress for Cultural Freedom and the Struggle for the Mind of Postwar Europe (New York, 1990), p.xi. Vedi anche William Colby, Honorable Men: My Life in the CIA (New York, 1978), pp.51-107.

[8] Christopher Thorne, ‘American Political Culture and the End of the Cold War’, Journal of American Studies xxvi (1992), pp.316-20; Michael J. Hogan, The Marshall Plan: America, Britain and the Reconstruction of Western Europe, 1947-52 (Cambridge, 1987), pp.213-14, 332-3.

[9] Kennan rispondeva a un documento chiamato ‘OPC Projects Fiscal 1949-1950’. Kennan to Wisner, 6 Jan. 1949, Political and Psychological Warfare file, box 12, Records of the Policy Planning Staff, 1947-53, Lot Files 64 D 563, RG 59, NA.

[10] NSC 10/2, ‘National Security Directive on Office of Special Projects’, 18 June 1948, ristampato in Thomas H. Etzold and John L. Gaddis (eds.), Containment: Documents on American Policy and Strategy, 1945-50 (New York, 1978), pp. 125-8. Per un breve periodo OPC fu conosciuto come Office of Special Projects.

[11] Lovett a Kennan, 29 Oct. 1948, Political and Psychological Warfare file, box 12, Records of the Policy Planning Staff, 1947-53, Lot Files 64 D 563, RG 59, NA.

[12] Geo L. King (OPC) a Bedell Smith, 25 Aug. 1950, Personal Correspondence file K, box 14, Walter Bedell Smith Papers, Dwight D. Eisenhower Library, Abilene, Kansas (hereafter DDE). Il resoconto più completo delle relazioni aggrovigliate CIA-OPC negli ultimi anni 1940 è dato in A.B. Darling, The Central Intelligence Agency: An Instrument of Government to 1950 (Pennsylvania, 1990), pp.273-81, 303-11. I piani della CIA durante gli anni 1950 sono descritti in David Attlee Phillips, The Nightwatch: 25 years Inside the CIA (London, 1977), pp.56-60.

[13] ‘List of State and Foreign Service Personnel having knowledge of political warfare operations’, senza data, Political and Psychological Warfare 1948-50 file, box 11A, Records of the Policy Planning Staff, 1947-53, Lot Files 64 D 563, RG 59, NA; Kennan to Lovett, 29 Oct. 1948, Political and Psychological Warfare file, box 12, ibid.

[14] Vedi in proposito James E. Miller, ‘Taking off the Gloves: The United States and the Italian Elections of 1948’, Diplomatic History, vii (1983), 35-46; David W. Ellwood, ‘The 1948 Elections in Italy: A Cold War Propaganda Battle’, Historical Journal of Film, Radio and Television, xiii (1993), pp.19-35.

[15] Romero ha affermato che sebbene «le operazioni di sostegno al sindacato non-comunista in Italia e Francia siano state finanziate in larga misura dalla CIA», il ruolo delle agenzie di intelligence non dovrebbe essere esagerato, The United States and the European Trade Union Movement, pp.94-6; Ronald L. Filippelli, American Labour and Postwar Italy: A Study in Cold War Politics (Stanford, 1989); Dennis MacShane, International Labour and the Origins of the Cold War (Oxford, 1992); Lutz Niethammer, ‘Structural Reform and a Compact for Growth; Conditions for a United Labour Union in West Europe after the Collapse of Fascism’, in Charles S. Maier (ed.), The Origins of the Cold War and Contemporary Europe (New York, 1978), pp.216-28; Ronald Radosh, American Labour and United States Foreign Policy New York, 1969); Carol Eisenberg, ‘Working Class Politics and the Cold War: American Intervention in the German Labour Movement, 1945-9’, Diplomatic History, vii (1983), pp.283-306.

[16] Coleman, Liberal Conspiracy; Cord Meyer, Facing Reality: From World Federalism to the CIA (New York, 1982), pp.66-7.

[17] Le memorie di Braden sono riportate in Barnes, ‘The Secret Cold War’, pp.666-7, e in Thomas W Braden, ‘The Birth of the CIA’, American Heritage, xxviii (1977), pp.4-13. Vedi anche Miles Copeland, The Real Spy World (London, 1974), p.230. Dal 1954 la International Organisations Division, fu ‘una delle maggiori divisioni operative del Directorate of Plans’, Meyer, Facing Reality, 85.

[18] Meyer, Facing Reality, pp. 110-39; John Ranelagh, The Agency: The Rise and Decline of the CIA (London, 1986), pp.133-8; Christopher Simpson, Blowback: America’s Recruitment of Nazis and its Effects on the Cold War (London, 1988), pp.138-56; Aaron Bank, From OSS to the Green Berets: The Birth of Special Forces (Novato CA, 1986), pp.138-89. Uno dei resoconti più affidabili sulla creazione della rete staybehind è contenuto in Colby, Honorable Men, pp.51-107

[19] Zurcher, The Struggle to Unite Europe, p.24; Rebattet, ‘European Movement’, pp.294-6; R.B. Manderson-Jones, The Special Relationship, Anglo-American Relations and Western European Unity, 1947-S6 (London, 1972), p.13.

[20] Lettera di Duncan Sandys a Beddington-Behrens, 11 Oct. 1948; ‘Report by Chairman of Finance Sub-Committee’, 8 Dec. 1948, EX/P/53, European Movement Archives, citato in Rebattet, ‘European Movement’, p.195. È evidente che Retinger ha intrapreso senza successo una prima ricerca di sostegno negli Stati Uniti nel novembre 1946, incontrando Adolfe Berle e George S. Franklin, ma non se ne sa nulla, ibid, p.299.

[21] Coudenhove-Kalergi a Donovan, 24 nov. 1949, box 38, Allen W Dulles Papers, Mudd Library, Princeton University; verbali del secondo incontro del Comitato esecutivo, 1 luglio 1949, folder 90, ACUE records, Special Collections, Lauinger Library, Georgetown University, Washington DC (d’ora in poi ACUE records, LL); Churchill to Donovan, private, 4 giugno 1949, ibid. Per un esempio dell’opera di Coudenhove-Kalergi tra le due guerre vedi il suo Pan-Europa (London, 1926.

[22] WS. Churchill, War Speeches, Vol.11 (London, 1951), pp.427-8.

[23] WS. Churchill, The Sinews of Peace (London, 1956) p.44.

[24] John W. Young, France, the Cold War and the Western Alliance, 1945-9 (Leicester, 1990), pp.210-14; John W. Young, Britain and European Unity, 1945-93 (Leicester, 1993), pp.4-6, 22-3; John Pinder, ‘Prophet Not Without Honour: Lothian and the Federal Idea’, in John Turner (ed.), The Larger Idea: Lord Lothian and the Problem of National Sovereignty (London, 1988), pp.144-7.

[25] Memorandum di Robert Joyce a Frank Wisner, ‘National Committee for Free Europe’, 19 Oct. 1950, Political and Psychological Warfare file, box 12, Records of the Policy Planning Staff, 1947-53, Lot Files 64 D 563, RG 59, NA. Sulle origini del Free Europe Committee vedi Wilson D. Miscamble, George F. Kennan and The Making of American Foreign Policy, 1947-1950 (New Jersey, 1992), pp.203-5.

[26] Meyer, Facing Reality, pp.110-11. Dolbeare si è unito all’OSS nel 1940 ed è divenuto un alto funzionario nel ramo segreto dell’intelligence dell’OSS. Sul finanziamento del Free Europe Committee vedi Meyer, Facing Reality, pp.110, 116, e il memorandum iconoclasta del generale Crittenberger, 21 aprile 1958, Free Europe Committee 1958 file, box 44, CD. Jackson Papers, DDE.

[27] Filippelli, American Labour, p.134. Altri comitati includevano l’American Committee to Aid the Survivors of the German Resistance. Allen W. Dulles, The Marshall Plan (2nd edn., Oxford, 1992); Ben Pimlott (ed.), The Political Diary of Hugh Dalton: 1918-40, 1945-60 (London, 1986), entry for Tuesday 29 July 1947, p.401.

[28] Donovan lavorò come consulente al Dipartimento di Stato su una quantità di progetti politici di guerra, gestì i negoziati legali sugli aerei cinesi abbandonati in Hong Kong nel 1949 che poi furono trasferiti alla CIA, e fece funzionare un progetto operativo speciale mentre era come ambasciatore in Tailandia. NSC 5430, ‘Status of US Program for National Security as of 30 June 1954, Part 7, USIA Program’, 18 Aug. 1954, FRUS, 1952-4, II, p.1780; Banks, From OSS to the Green Berets, pp. 186-7.

[29] Darling, CIA, pp.267-8, 301-45. Allen Dulles ha anche esercitato influenza sulle questioni del lavoro nella zona americana in Germania nel periodo 1945-6, Eisenberg, ‘Working Class Politics and the Cold War’, p.288. Thomas W Braden sembra aver cessato di essere direttore esecutivo nella primavera del 1951. Gli successe William P. Durkee e poi Alan Hovey in 1953. Durkee è stato al servizio dell’OSS con Braden e poi divenne vice presidente di Free Europe Inc. con speciale responsabilità per Radio Free Europe. Sulla partenza di Braden vedi Braden a Sandys, 30 marzo 1951, e Sandys a Braden, 17 aprile 1951, 9/1/10, Duncan Sandys Papers, Churchill College, Cambridge (d’ora in poi CCC).

[30] Lista dei direttori dell’ACUE allegati ai dettagli di una visita di Robert Schuman, 20 settembre. 1950, folder 5, ACUE records, LL; Filippelli, American Labour, pp.112, 134-5, 211.

[31] ‘Report to the Executive Directors of the American Committee on United Europe’, by William P.Durkee, maggio 1952, ACUE file 2, box 4, Walter Bedell Smith Papers, DDE (Tutti i seguenti riferimenti a WBS, DDE, sono in questi singoli file voluminosi su ACUE.)

[32] William J. Donovan, ‘The Schuman Plan’, febbraio 1952, ibid.

[33] ‘Report to the Executive Directors of the American Committee on United Europe’ by William E Durkee, maggio 1952, WBS, DDE.

[34] Churchill a Donovan, private, 4 June 1949, folder 90, ACUE records, LL.

[35] Meyer, Facing Reality, pp.63-66; John Pomian (ed.), Joseph Retinger: The Memoirs of an Eminence Grise (Sussex, 1972), p.237; Aldrich, ‘European Integration’, pp.163-4.

[36] Churchill a Donovan, private, 4 giugno 1949, folder 90, ACUE records, LL. Churchill conservò i suoi legami di intelligence dopo il 1945, in proposito, per esempio, Martin Gilbert, Winston Churchill, Vol III: Never Despair (London, 1988), p.424.

[37] Indirizzo di Churchill all’ACUE, New York, 29 marzo 1949, folder 2, ACUE records, LL.

[38] Queste idee erano riflesse nel titolo della prima manifestazione dell’ACUE, vedi i verbali dell’American Committee for a Free and United Europe, 5 gennaio. 1949, folder 90, ACUE records, LL.

[39] Verbali di una discussione tra Kennan e Hayter (UK JIC chairman), 26 luglio 1949, W627/2/500G, FO 371/76383, PRO. Furono anche scambiate opinioni tra l’intelligence americana e i British PUSC Papers.

 [1/3- Continua]

(1a parte ; 2a parte; 3a parte)

Fonte (traduzione italiana): https://appelloalpopolo.it/?p=17351 – Di Paolo Di Remigio

FONTE primaria: Autore RICHARD J. ALDRICH,Diplomacy & Statecraft”, 1 marzo 1997 – DOCUMENTO INTEGRALE: https://warwick.ac.uk/fac/soc/pais/people/aldrich/publications/oss_cia_united_europe_eec_eu.pdf

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

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