DI ROGEL ALPHER
haaretz.com
Ogni giorno dell’ultima settimana ha offerto un esempio della condotta razzista, fascista e brutale dei “combattenti” dell’IDF, l’orgoglio della nazione. Lo stomaco si rivolta tutte le volte che li si vede in azione. Queste sono truppe d’assalto giudeo-naziste. Quest’ultimo video è stato girato martedì scorso ad Hebron.
Hebron è una macchia nella società israeliana. Una disgrazia morale in corso. La stessa Hebron da cui Rabin, sì, lo stesso del “retaggio di Rabin,” l’instancabile combattente per la pace, non aveva rimosso i coloni quando c’era stata l’opportunità storica per farlo, dopo il massacro di Baruch Goldstein. Astar Shamir una volta cantava del “posto più in basso di Tel Aviv.” A Tel Aviv, i posti più bassi costituiscono materiale per canzoni pop. Topograficamente, il Mar Morto è il posto più in basso di Israele. Quello più in basso moralmente è Hebron.
חברון היום.
כך נראה כיבוש pic.twitter.com/k9NOHkirmi— Mossi Raz | מוסי רז | موسي راز 🟣 (@mossi_raz) November 5, 2019
חברון היום.
כך נראה כיבוש pic.twitter.com/k9NOHkirmi
— Mossi Raz | מוסי רז (@mossi_raz) November 5, 2019
Il video di padre e figlio palestinesi minacciati dai soldati dell’IDF, il 5 novembre 2019.
Nel video due “combattenti” si avvicinano ad un uomo palestinese che cammina con il figlio. Cosa potrebbe esserci di più banale, ordinario e umano di un padre che cammina con suo figlio? Sembra il coro di una canzone di Eli Mohar. Il ragazzo ha una cartella sulla schiena. Padre e figlio stanno camminando per le strade della loro città in autunno. I due “combattenti” gridano al padre e lo spingono. “Non alzare la voce con me,” uno dei “combattenti” grida al padre, ammonendolo con il dito. Sembra più l’esperienza di un padre ebreo che cammini con suo figlio per le strade di Berlino nel 1934 che [quella di un padre palestinese] per le strade di Tel Aviv nel 2019.
I “combattenti” dicono che il ragazzo ha lanciato pietre contro di loro. La canzone di Eli Mohar inizia a svanire. La situazione non si adatta nemmeno alla canzone di Yehonatan Gefen “La sedicesima pecora,” non è così bello incontrare le truppe d’assalto sulla strada per l’asilo. Il padre è sbalordito dall’affermazione che suo figlio possa aver lanciato pietre: ha solo cinque anni. (Come dice la canzone), adora il cioccolato, i compleanni e i sacchettini di caramelle. Non i pannolini pieni di escrementi che lanciano i coloni. Inizia un battibecco.
Uno dei “combattenti” continua a dire che il bambino ha lanciato pietre e che non gli importa quanti anni abbia. Indossa l’elmetto, è armato di fucile e di chissà cos’altro. Il suo nemico ha solo cinque anni. Un bambino di cinque anni traumatizzato. Anche il “combattente” una volta adorava le gomme da masticare e le caramelle. Uno dei “combattenti” dà uno spintone padre, lo umilia, lo spaventa. Il ragazzo è terrorizzato. Il Palestinese chiede che non gli vengano messe le mani addosso. Per tutta risposta, i “combattenti” lo spintonano ancora qualche volta e poi gli dicono di andarsene.
A questo punto, uno dei “combattenti” imbraccia il fucile e lo punta sulla faccia del padre, sotto gli occhi del figlio. Guardate il video di Hebron e piangete. Piangete per questo bambino. Piangete per suo padre. Piangete per come si sono ridotti i “combattenti” israeliani. Il padre prende il figlio per mano e si allontanano. Non sono in una canzone di Eli Mohar. Sono in una canzone di Berthold Brecht. Questi “combattenti” hanno perso la loro umanità.
Rogel Alpher
Fonte: haaretz.com
Link: https://www.haaretz.com/opinion/.premium-this-hebron-video-makes-you-want-to-cry-for-what-has-happened-to-our-fighters-1.8093886?fbclid=IwAR3pGWdAJnSKiNx8Icd2BoUAhDKggTEVy92S3orlGEZDS-iUhQZc3CP0CLM
07.11.2019
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARKUS