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La Redazione

 

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Api sempre più minacciate. Lo studio dell’Università di Firenze

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Il 12 Giugno 2022
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Api sempre più minacciate. Lo studio dell'Università di Firenze

Le api sono preziose per l’equilibrio degli ecosistemi e soffrono quando le condizioni ambientali sono compromesse.  L’Università degli Studi di Firenze ha pubblicato uno studio che documenta il livello di stress di questi insetti impollinatori quando sono esposti al polietilene, la più comune delle materie plastiche. Le api, infatti, sono sempre più spesso coperte di microplastiche che raccolgono dall’aria volando dal momento che la peluria di cui sono coperte si carica elettrostaticamente. Di conseguenza sta capitando che, invece di trasportare polline, come natura vorrebbe, questi insetti finiscono per diventare veicolo di microplastiche fin dentro gli alveari.
La ricerca è visionabile su ScienceDirect, portale di informazione scientifica, e gli autori, coordinati da David Baracchi, hanno misurato una serie di parametri (assunzione di cibo, apprendimento, memoria e sopravvivenza) dopo aver somministrato per via orale alle api il polietilene in tre diverse concentrazioni su varie scale temporali (1 e 7 giorni di esposizione).

Il lavoro scientifico ha evidenziato che le api operaie – che rappresentano la maggior parte della popolazione dell’alveare e svolgono tutti quei lavori necessari per la sopravvivenza della colonia – non sono immuni all’ingestione acuta e prolungata di microparticelle di polietilene: a concentrazioni alte le microplastiche hanno un effetto significativo sulla loro mortalità, mentre a dosi più basse il polimero influenza il loro comportamento alimentare. Si è visto, cioè, che le api iniziano a consumare più zuccheri, e quindi più energia, e ciò suggerisce che questo materiale può indurre costi metabolici agli insetti.
Invece i saggi effettuati sull’ esposizione, anche prolungata nel tempo, rispetto agli aspetti comportamentali e quelli legati ad apprendimento e memoria, sono stati più rassicuranti perché hanno evidenziato che, anche a concentrazioni molto alte di microplastiche, non si verifica un’alterazione delle funzioni cognitive essenziali per lo svolgimento dei compiti normalmente eseguiti dagli insetti nell’ecosistema.

Rimane da studiare l’impatto di altre microplastiche, al di là del polietilene, perché solo da una valutazione singola e poi combinata dei vari materiali sarà possibile capire come reagiscono questi insetti impollinatori che sono le sentinelle della resilienza del nostro pianeta. Dalla riduzione delle api, infatti, dipende la vita di piante e fiori e ovviamente anche la nostra salute, non a caso la loro progressiva diminuzione è sempre stata vista dagli etologi con grande preoccupazione.

Le microplastiche, frammenti di plastica di dimensioni piccolissime, sono state ormai rilevate in quasi tutti gli ambienti, dai ghiacci dell’Artide a quelli dell’Antartide, e sono una minaccia per la salute di varie specie animali e vegetali, certamente anche di noi umani dal momento che sono state riscontrate perfino dentro il nostro corpo.
QUI, QUI, QUI, QUI e QUI alcuni precedenti articoli che affrontano la tematica.
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VB

 

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Giornalista professionista specializzata in tematiche di salute e ambiente. Naturopata membro FNNP (Federazione Nazionale Naturopati Professionisti). “Percepisco il mio lavoro come una sottile indagine fatta di domande, di chiedersi il perché. Comprendere la causa è sempre il primo passo da fare.”
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