Samuele ci propone un articolo non recentissimo che, però, ci fornisce l’occasione per guardare un attimo indietro e cogliere il collegamento logico a quanto vi abbiamo recentemente proposto in altri articoli, qui, qui e qui. Nulla di nuovo sotto il sole? Beh, sì, però dai primi sassolini che cadono si può dedurre se una frana ci sta piombando addosso e magari provare a scansarci…, e comunque, “repetita juvant”.
Rajan Laad – The American Thinker – 22 agosto 2022
Un recente studio del centro Populace ha rivelato l’ovvio: gli americani si stanno autocensurando, ovvero hanno l’abitudine di affermare ciò che pensano gli altri vogliano sentirsi dire, piuttosto che ciò che pensano davvero.
La gente spesso rimodella le proprie opinioni personali per conformarsi a ciò che ritiene essere il pensiero del proprio gruppo di appartenenza, nonostante tale valutazione sia spesso sommaria. Questo provoca l’illusione dell’accettazione.
Di seguito sono riportate due delle rivelazioni più significative dello studio:
- I Democratici che affermano che gli amministratori delegati delle aziende dovrebbero prendere posizione pubblica sulle questioni sociali sono quattro volte più numerosi (44%) di quelli che se ne preoccupano effettivamente (11%).
- Per quanto riguarda l’istruzione, un Democratico su tre pensa che i genitori dovrebbero avere maggiore influenza sui programmi scolastici della scuola pubblica. Tuttavia, solo uno su quattro osa affermarlo pubblicamente.
Nel clima attuale, è la sinistra che si fa promotrice dell’idea del pensiero di gruppo (groupthink), che i sinistrorsi sostengono essere l’unico modo “appropriato” di pensare.
Con la presunzione di essere risvegliata (woke), la sinistra “cancella” i dissidenti e li rende emarginati, spesso escogitando false accuse di bigottismo. Il wokismo, che si vanta di provenire dall’empatia, altro non è che un eufemismo del totalitarismo.
È quindi essenziale riconsiderare il principio della libertà di espressione, che è il fondamento della democrazia.
Questo include il diritto di esprimere opinioni senza subire ripercussioni, cioè il diritto di offendere, insultare, fare satira e ridicolizzare. Ciò comporta il fatto che si possano esprimere idee oscene, odiose, ripugnanti e scioccanti.
Il gusto personale, però, non può mai essere un criterio di legittimazione dell’espressione delle idee.
Questo perché che ciò che è odioso per qualcuno può risultare convincente per qualcun altro. Ciò che sembra bigotto a uno può essere una nuova prospettiva per un altro. Ciò che è osceno per uno può avere un valore artistico per un altro. Ciò che è osceno per uno può essere esilarante per un altro. Ciò che è schietto e palese per uno può risultare indigesto ad un altro. Ciò che è ripugnante per uno può essere avvincente per un altro.
Una persona che appare dogmatica a qualcuno, può essere considerata un anticonformista da un altro. Un individuo rabbioso di destra per qualcuno può risultare come una voce della ragione per un qualcun’altro. Un odioso bigotto per uno può essere un rivoluzionario per un altro. Un pazzo per uno potrebbe essere un genio per un altro.
Un sano scambio di idee e dibattiti incessanti, non camere dell’eco, facilita la crescita personale e, di conseguenza, la crescita della società. Inoltre, può portare all’unità, qualora le persone comincino a empatizzare con il punto di vista opposto e quindi con l’altro individuo.
Molto spesso, un’idea contraria espressa in modo solitario inizia come una fiamma tremolante, ma finisce per illuminare un intero popolo. Se una società si attiene alle convenzioni, cessa di crescere.
L’aspetto preoccupante è che questa pratica di aderire al pensiero di gruppo e di autocensurarsi si sta diffondendo come un’epidemia.
Il mondo delle imprese, i media, l’industria dell’intrattenimento e persino gli enti scolastici sono stati messi a tacere dalla massa.
Gli individui di questa massa sono stati coltivati fin dalla più tenera età. L’indottrinamento che inizia da giovani è spesso irreversibile. Per queste persone, adirarsi alla minima offesa ricevuta e mortificare gli altri con epiteti peggiorativi equivale a dar prova delle proprie virtù. Di conseguenza, si comportano proprio come puritani, alla perenne ricerca di eresie da condannare.
I social media svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del pensiero di gruppo. Molto spesso, le agenzie di pubbliche relazioni utilizzano bot o account fittizi per promuovere la loro agenda, che gli utenti creduloni presumono essere l’opinione della maggioranza. Spesso un individuo o un’azienda vengono presi di mira perché hanno idee “sbagliate”.
Il risultato è che alcune persone scelgono di autosilenziarsi.
La maggior parte delle persone vuole vivere una vita semplice. Non vogliono essere ostracizzati o resi disoccupati e inoccupabili. Per questo motivo, approvano le idee più ridicole per evitare di essere definiti anacronistici o bigotti.
Alcuni sperano di essere risparmiati rassicurando il gruppo. Sperano che scendendo a piccoli compromessi possano evitare di essere attaccati. Ma la vigliaccheria non fa altro che rafforzare la massa; col tempo, vengono richiesti sempre maggiori compromessi, e presto ciò che si aveva di più caro si dissolve nel nulla.
È inoltre essenziale capire che nessun individuo, a prescindere dal sua capacità di autocontrollo, è sempre in grado di sostenere il punto di vista ritenuto valido dalla massa. È solo questione di tempo prima che il gruppo si rivolti contro i suoi adulatori. Ha quindi senso sfidare la folla quando fa il primo passo.
Il gruppo spesso sostiene di avere le idee giuste e che gli altri sono ignoranti o bigotti. Se la folla è davvero dalla parte giusta, dovrebbe sentire il desiderio di confrontarsi con l’avversario e sconfiggerlo. Invece la folla fa l’esatto contrario: anziché confrontarsi con gli avversari, li mette a tacere. A prescindere da quanto afferma, vive nel perenne timore che nuove idee possano allontanare i suoi sostenitori.
La massa sostiene sempre di lottare contro il fascismo. Forse non coglie l’ironia del fatto che sono stati i fascisti a sopprimere le opinioni opposte e i nazisti a bruciare i libri che consideravano eterodossi.
L’aspetto preoccupante è che il Governo sembra adottare queste tattiche intimidatorie.
L’anno scorso, l’FBI dell’amministrazione Biden ha dichiarato che stava indagando su “un preoccupante picco di molestie, intimidazioni e minacce di violenza contro il personale scolastico, membri del consiglio e insegnanti“.
L’obiettivo di questo annuncio era quello di mettere a tacere chi si opponeva a eventi sgraditi che avevano luogo all’interno degli istituti scolastici.
All’inizio di quest’anno, il Segretario alla Sicurezza Interna Alejandro Mayorkas ha reso testimonianza sul fatto che il Dipartimento di Sicurezza Interna ha istituito un Consiglio per la gestione (governance) della disinformazione per “attrezzare le comunità locali, allo scopo di identificare gli individui che potrebbero diventare violenti per ragioni ideologiche, odio, false narrazioni, o altre disinformazioni e informazioni errate propagate sui social media e altre piattaforme“. Per il momento la Commissione è stata sospesa.
L’obiettivo di questa Commissione era quello di indurre autocensura.
La rivelazione che gli americani si stanno autocensurando non deve certo sorprendere.
Che impatto ha l’autocensura sulla società?
A causa della repressione, nella società inizia a maturare un profondo risentimento che è quasi una bomba a orologeria.
Si dice che per distruggere una società si inizia uccidendo le idee. Un’idea inespressa equivale a uccidere un’idea.
Tutte le grandi invenzioni moderne, le scoperte, le grandi opere d’arte e la letteratura esistono perché qualcuno, da qualche parte, ha osato pensare in modo diverso – ma soprattutto ha osato esprimere questa differenza di opinione senza paura. Se ci fossimo tutti attenuti al consenso, probabilmente vivremmo ancora nell’età della pietra.
La libertà di espressione deriva dalla libertà di pensiero. Se le persone si autocensurano, i valori democratici vengono compromessi.
È il momento di ribellarsi a questo sinistro culto totalitario, essendo noi stessi il cambiamento che vogliamo vedere, ed avendo il coraggio di esprimerci liberamente.
Rajan Laad ama scrivere di politica, cinema e attualità. Scrive su Twitter a @Sir_R_U_L.
Fonte: https://www.americanthinker.com/blog/2022/08/the_new_epidemic_of_selfsilencing_plagues_america.html
Scelto e tradotto da Samuele per ComeDonChisciotte