Un esercito europeo agli ordini degli Stati Uniti incentiverebbe solo l’imperialismo e la corruzione militare

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FEDERICO PIERACCINI
strategic-culture.org

L’idea di creare un esercito comunitario per le nazioni dell’UE è stata riproposta numerose volte, negli ultimi dieci anni, da molti sostenitori dell’elite globalista. L’ultimo esempio ci arriva dal Presidente francese Macron che, durante le commemorazioni per la fine della Prima Guerra Mondiale, ha sfruttato l’occasione per rivitalizzare un’idea che rappresenta più una fantasia che una possibilità reale.

Prima le buone notizie. Richard Shirreff, un ufficiale di carriera in pensione dell’esercito inglese aveva dichiarato che: “Penso che dovremmo andarci piano con i pettegolezzi riguardo ad un esercito europeo. Un esercito è una forza militare legale che dipende dall’autorità di un governo sovrano. Se si accetta questa definizione, il concetto stesso di un esercito europeo è impossibile, fino a che non ci sarà un governo europeo dotato di pieni poteri, che ovviamente non esiste. E penso che questa sia una meta ancora lontana.”

Allora ci si chiede: come mai Macron e la Merkel sono così interessati a discutere qualcosa che, al momento, sembra irrealizzabile? La risposta è semplice e ovvia. E’ una strategia rivolta a colpire Trump direttamente, come è stato evidenziato dalle parole della Merkel, anch’essa una fautrice della creazione di un esercito europeo. La Cancelliera ha dichiarato che: “L’epoca in cui potevamo fare affidamento sugli altri è finita.” Gli “altri” sono un chiaro riferimento agli Stati Uniti. Inoltre, mettendo per un attimo da parte i rapporti personali abbastanza tesi fra Macron e Trump, anche il [presidente] francese, come la Merkel, è un esponente del globalismo. L’accordo fra Berlino e Parigi vorrebbe spingere l’Europa in una direzione più gradita [ai globalisti], concentrandosi sulla necessità di attrarre più investimenti nel settore europeo delle armi, insieme al desiderio di diminuire la dipendenza dai sistemi d’arma americani. Come aveva detto Macron: “L’Europa deve aumentare la spesa militare, ma i soldi dovranno andare alle aziende europee, non a quelle americane.”

Il problema più importante, comunque, riguarda gli interessi dell’import-export di armi in Europa e nel mondo intero, un giro d’affari del valore di decine di miliardi dollari l’anno. Come ci ricorda il rapporto annuale del SIPRI, “I cinque maggiori fornitori dell’Europa Occidentale, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia hanno totalizzato complessivamente il 23% dei trasferimenti globali di armi nel periodo 2013-2017.”

Più nello specifico, Francia e Gran Bretagna hanno aumentato le loro esportazioni del 27% e del 34% rispettivamente, mentre la Germania ha avuto un calo del 14% negli ultimi cinque anni. Bisogna ricordare che questi dati arrivano solo fino al 2017 e, da allora, sono stati firmati molti altri accordi, soprattutto fra i paesi europei, con Francia e Germania ai primi posti nelle esportazioni. Il rapporto del SIPRI ci dà un quadro abbastanza preciso delle importazioni da paesi come la Grecia e l’Italia, anche se sono gli Stati Uniti ad avere la maggiore quota di mercato, dal momento che 20 delle 40 nazioni importatrici hanno gli Stati Uniti come loro fornitore principale.

La Francia, il quarto paese ad aver incrementato le esportazioni nel periodo 2008-2017 è passata dal 5,8% al 6,7% delle esportazioni mondiali, un aumento del 27%. La Gran Bretagna, il 18° maggior importatore del mondo, importa circa l’80% dagli Stati Uniti. L’Italia è il 22° maggior importatore mondiale, con il 55% dagli Stati Uniti e il 28% dalla Germania. L’Italia è anche la nazione europea che importa di più da un’altra nazione europea (Germania), circa il 28%, il 55% dagli Stati Uniti e il resto da Israele. In termini di importazioni, la Grecia è al 28° posto nel mondo, importando il 68% dalla Germania, il 17% dagli Stati Uniti e il 10% dalla Francia. Per i primi 40 paesi importatori, il principale fornitore sono gli Stati Uniti, con 20 paesi su 40, seguono la Russia con sette nazioni, la Cina con tre e sette per Gran Bretagna, Francia e Germania complessivamente.

Oltre alla creazione di un conglomerato facente capo sopratutto alle industrie francesi e tedesche, la Merkel ha ribadito che un simile esercito europeo non avrebbe avuto lo scopo di allargare la sfera di influenza dell’UE, ma sarebbe stato, in qualche modo, complementare alla NATO, rafforzando così le posizioni liberiste ed ultra-neoliberali che hanno devastato il mondo negli ultimi decenni. Come ha ribadito la Cancelliera tedesca, “Questo non è un esercito contro la NATO, può essere un buon complemento alla NATO,” sottolineando anche le difficoltà logistiche a cui si troverebbe di fronte l’Europa in questa integrazione, con più di 150 sistemi d’arma diversi, in confronto ai 50-60 degli Stati Uniti.

Questo velato discorso fa capire che la Merkel e Macron vogliono ridurre ulteriormente le importazioni di armi dalle aziende americane, anche se, in totale, Francia e Germania importano per meno di 100 milioni di euro l’anno dagli Stati Uniti. Francia e Germania si troveranno di fronte nei prossimi dieci anni alla impellente necessità di modernizzare le proprie forze armate, data la relativa arretratezza dell’Europa rispetto ai passi avanti fatti dalla Russia, dalla Cina e anche dagli Stati Uniti. Macron ha dichiarato che sarà cruciale, nei prossimi quattro o cinque anni, devolvere il 2% del PIL alla difesa. Il nuovo bilancio della Francia, ha detto Macron, permetterà l’acquisizione di:

“1.700 veicoli blindati per l’esercito, cinque fregate, quattro sommergibili d’attacco a propulsione nucleare e nove pattugliatori d’altura per la marina…. L’aviazione riceverà 12 aerocisterne per i rifornimenti in volo, 28 caccia Rafale e 55 Mirage 2000 potenziati…. Quest’anno ci sarà un aumento di 1,8 miliardi di euro per il bilancio annuale della difesa, che arriverà a 34,2 milioni di euro, di cui 650 milioni destinati al dispiegamento oltremare di truppe pronte al combattimento….. La modernizzazione non riguarderà solo i numeri, si miglioreranno anche le prestazioni e l’equipaggiamento dovrà soddisfare l’esigenza di una cooperazione “equilibrata” tra i servizi e l’ufficio acquisti della Direction Générale de l’Armement. “

L’idea della creazione di un esercito europeo comporta anche una pianificazione di bilancio, che inizierà sopratutto nel 2022, dal momento che “una grossa parte delle somme necessarie saranno stanziate nel 2024 e nel 2025, dopo una revisione di bilancio che avrà luogo nel 2021.”

Tutto questo rappresenta il pretesto perfetto per aumentare i bilanci della difesa, puntando ad un esercito europeo che, apparentemente, cerchi di instaurare una qualche forma di indipendenza dall’America di Donald Trump, tenendo allo stesso tempo a bada la Russia di Vladimir Putin. Trump e Putin sono entrambi detestati dalle elites globaliste, che li considerano i loro assoluti nemici, e vengono usati da Macron e dalla Merkel come spauracchi che minacciano la sicurezza dell’Europa, come se Mosca si stesse preparando all’invasione dei Paesi Baltici, come gli analisti della NATO continuano a ripetere. I suddetti analisti devono continuare a fare affermazioni del genere per giustificare l’esistenza della NATO (e i salari che essa comporta), considerando anche che il settore della difesa è uno dei principali comparti industriali europei, “con circa mezzo milione di posti di lavoro direttamente interessati (ed altri 250.000 nell’indotto) in più di 1.300 aziende.” Questo è praticamente il vero motivo che sta alla base di un esercito europeo.

I complessi militare-industriali americano ed europeo sono datori di lavoro giganteschi. Rappresentano un bacino di votanti che la Merkel e Macron devono tenere dalla loro parte, proprio come come entrambi hanno bisogno del sostegno finanziario degli amministratori delegati delle grosse aziende produttrici di armi in cambio di contratti miliardari, una cosa che, se fosse praticata in altre parti del mondo, si chiamerebbe semplicemente corruzione.

Dopo la crisi economica del 2008, la spesa europea in armamenti era scesa del 22%. Ma, con le provocazioni in Ucraina nel 2014 e l’aggressione contro le regioni del Donbass che avevano alzato la tensione fra la Russia e l’UE, c’era stata una nuova giustificazione per aumento delle spese militari, specialmente dopo il 2017. Per esempio, Polonia, Romania e Svezia avevano deciso di acquistare sistemi di difesa aerea a lungo raggio dagli Stati Uniti e la Lituania aveva ordinato sistemi antiaerei a medio raggio con una componentistica proveniente da Norvegia e Stati Uniti.

Fortunatamente, l’utilizzo di Trump e Putin come spauracchi per giustificare la creazione di un esercito europeo è un bluff che non porterà a nessuna azione concreta. Tutto si riduce ai soldi che si possono guadagnare in questo mercato multimiliardario. Ancora una volta, il SIPRI ci ricorda che Washington occupa un settore dominante in questo campo, sopratutto nel settore privato, con “44 aziende con sede negli Stati Uniti a cui fa capo, complessivamente, il 60% di tutte le vendite di armamenti riportate dal SIPRI. Le 30 aziende europee di questo elenco arrivamo appena sotto il 30%. In testa vi sono Francia e Germania, seguite dalla Gran Bretagna.” Tutto questo senza tenere conto che i paesi membri dell’UE “non sono neanche legalmente obbligati a dichiarere quello che vendono le proprie aziende. Il loro codice [morale] non ha trasparenza e neppure coerenza.”

Ci si potrebbe chiedere come poter impedire all’Europa di sviluppare ambizioni imperiali. La semplice e banale risposta è che una cosa del genere non è possibile fintanto che l’Europa rimane dipendente dagli Stati Uniti e dalle loro ambizioni ultra-capitaliste. Le nazioni europee avrebbero sopratutto bisogno, prima di un esercito nazionale che difenda il territorio europeo, di una banca centrale sovrana che batta moneta sovrana. Le elites europee si stanno, di fatto, muovendo in direzione opposta, come si può vedere dalle attività di tutti i giorni e dalle dichiarazioni di leaders come la Merkel e Macron. La creazione di un esercito europeo, invece di garantire una maggior libertà politica e distanziare l’UE dagli Stati Uniti, servirebbe solo a rafforzare la posizione di Washington come unica superpotenza mondiale.

Contrariamente a quello che sarebbe realmente necessario (maggior sovranità militare ed economica per gli stati dell’UE), la leadership europea sembra essersi rivolta in direzione opposta. In un mondo che sta diventando sempre più multipolare, abdicare da ogni genere di sovranità, politica, economica e militare, è la ricetta per un disastro. Macron e la Merkel, invece di usare il peso politico dell’Europa per confrontarsi con Cina, Russia e Stati Uniti sperano e aspettano un nuovo Obama dopo le elezioni presidenziali del 2020, in modo da sottomettere tutta l’Europa al dominio di Washington, con Parigi e Berlino a fare da satrapi locali, trattando gli altri 25 paesi dell’Unione Europea alla stregua di province del sotto-impero franco-tedesco.

Federico Pieraccini

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2018/11/27/european-army-obeying-us-interests-will-only-incentivize-more-imperialism-military-corruption.html
27.11.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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