DI ISRAEL SHAMIR
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Inghilterra e Francia, due antagonisti, due pilastri della civiltà europea, sono entrambe dominate dal parossismo della giudeofilia. Il risultato delle imminenti e molto importanti elezioni parlamentari in Gran Bretagna è imperniato su questo tema, con i Laburisti e i Conservatori che fanno a gara a chi professa in modo più profuso l’amore per gli Ebrei, mentre gli Ebrei non riescono a decidere chi detestare di meno. La Francia, dopo un anno di manifestazioni della classe media dei giubbotti gialli, entra in una nuova fase di rivolta della classe operaia, con milioni di scioperanti che manifestano per le strade, ma il suo parlamento trova solo il tempo per decidere e legiferare su come i Francesi dovrebbero amare gli Ebrei ed odiare quelli che li odiano. Qual’è il significato di tutta questa sceneggiata?
Sicuramente non discutono della cucina ebraica. Anche se gradevole, raramente è più di questo. Una prova la si può trovare in Israele, dove il cibo arabo primeggia, quello giapponese è riconosciuto, quello italiano è amato, ma dove la cucina ebraica brilla per la sua assenza. Non è colpa dei nasi ebraici che, sebbene siano una caratteristica significativa dell’anatomia facciale, non sono più elaborati o più prominenti di, diciamo, quelli siciliani. Qui si tratta di idee.
La giudeofilia, l’amore per gli Ebrei, è un fastidioso sintomo di una pericolosa malattia, quella dell’estraniamento delle élite dalle proprie classi lavoratrici, malattia attualmente in pieno corso in Francia e in Inghilterra. La giudeofilia colpisce le società divise e potrebbe portare al loro collasso molto più rapidamente del suo contro-gemello siamese, l’antisemitismo. Lo ha già fatto in passato, il caso più famoso è quello del Regno di Polonia, dove la szlachta (nobiltà) amava gli Ebrei e disprezzava la gente comune, i bydlo (contadini), fino al vero e proprio crollo dello stato. In una società cristiana o post-cristiana, gli Ebrei sono un simbolo, il segno di un atteggiamento e di un comportamento profondamente anti cristiani.
Gli Ebrei sono una piccola minoranza che sfida il resto della società e le si oppone. Gli Ebrei si preoccupano di se stessi e ignorano la maggioranza e le sue necessità, non hanno scrupoli oltre quelli prescritti dalla legge penale, non provano affinità con la maggioranza. Gli Ebrei non condividono la comunione con la maggioranza e non fanno appello alla stessa divinità. Gli Ebrei prosperano quando la maggioranza regredisce. Sono rapidi nel trovare un punto debole e usarlo a proprio vantaggio.
Non entreremo nella discussione se i veri Ebrei si adattino o meno a questa descrizione e in che misura. È così che vengono percepiti da coloro che li amano e li odiano. Ci sono stati Ebrei che hanno agito contro il paradigma e che non sono stati considerati “buoni per gli Ebrei.” Bruno Kreisky, il Cancelliere Austriaco, Lazar Kaganovich, il funzionario sovietico, Leon Trotsky o Torquemada non erano “buoni per gli Ebrei.” E ci sono molti Gentili che sono stati considerati “buoni per gli Ebrei,” come Hillary Clinton o Tony Blair. Di solito, erano cattivi per tutti gli altri. Quindi, mentre dobbiamo rimandare il nostro giudizio sui “veri Ebrei,” non c’è dubbio che i filosemiti siano un danno per la vostra salute.
Il paradigma economico e politico dominante, il neoliberalismo, afferma che l’atteggiamento ebraico è quello giusto e che tutti dovremmo emulare gli Ebrei. Questa è un’affermazione che non ha senso: la maggioranza non può emulare una minoranza. Una società i cui membri si relazionano tra loro come gli Ebrei con i Gentili è una congrega di cannibali, ed è esattamente ciò che accade nel nostro mondo. Gli Ebrei prosperano perché sono pochi; se tutti emulassero Ebrei, il risultato sarebbe la miseria, non la prosperità. Una società tutta ebraica non può esistere; Israele è un posto dove i Thailandesi, i Cinesi, gli Ucraini e i Palestinesi lavorano, i Russi e i Drusi li sorvegliano, mentre gli Ebrei si fanno i loro soliti affari ebraici.
In Inghilterra, gli Ebrei sono divisi su Boris Johnson. Non vogliono che la Brexit abbia successo, ma la salita al potere di Corbyn li spaventa ancora di più. Corbyn è un nemico dichiarato di … no, non degli Ebrei, ma del neoliberalismo. Unitelo al suo rifiuto della politica israeliana e arriverete al massimo degli atteggiamenti antiebraici. Sì, Corbyn è antiebraico e, se vi pare, anche antisemita, un uomo che gli Ebrei odiano perchè contrario ad entrambi i modi di operare tipici degli Ebrei, quello capitalista e quello sionista. Va perfettamente d’accordo con le persone di origine ebraica, non ha pregiudizi, non è razzista, ma tutto ciò è irrilevante. La sua vittoria non sarà “buona per gli Ebrei,” né per gli Ebrei che insanguinano la Palestina, né per gli Ebrei che prosperano a spese del lavoratore britannico. Forse Corbyn sarebbe meraviglioso per i lavoratori ebrei, ma non sono rappresentati nel Board of Deputies of British Jews e al Rabbino Capo non importa niente di loro.
Sulla scena internazionale, Corbyn non è amico della NATO. Se avesse potuto, avrebbe fatto uscire il Regno Unito da questa obsoleta alleanza militare. Lo stesso farebbe il presidente Trump, che sta cercando una giustificazione per allontanare gli Stati Uniti dalla NATO. Agli Ebrei questo atteggiamento non piace. Per loro, Stati Uniti e Regno Unito dovrebbero rimanere nella NATO, poiché la NATO è un saldo difensore e sostenitore dello stato ebraico.
Gli Inglesi sono di fronte ad una scelta difficile nelle prossime elezioni. Johnson non è poi così male e la sua ferma posizione nei confronti dell’UE dovrebbe essere applaudita. È probabile che Corbyn cerchi il compromesso su ogni questione, compresa la Brexit, l’immigrazione e la NATO, ma la sua posizione iniziale è buona. Per un lavoratore, è la scelta giusta. E l’atteggiamento ebraico nei suoi confronti è un chiaro segno indicatore che, dei due contendenti, Corbyn sarebbe il migliore per tutti quelli che non vogliono emulare gli Ebrei.
Francia
In Francia, gli Ebrei sono molto vicini al potere e, di solito, questo è un segno che le cose non vanno bene per le classi medie e lavoratrici autoctone. In effetti, le cose vanno di male in peggio. Mentre un milione di lavoratori francesi manifestava contro il governo Macron, i parlamentari francesi discutevano di antisemitismo. Non sorprende che abbiano accettato la definizione elaborata da un’organizzazione ebraica. Indugiare nell’accettazione di una definizione del genere ha causato molti problemi a Corbyn, Macron ha imparato la lezione.
Sono assolutamente contrario a simili definizioni, il loro significato è troppo angusto, se non altro. Preferirei un concetto più ampio, che considerasse antisemita qualsiasi persona che frequenta una chiesa o una moschea, chi non contribuisce agli insediamenti ebraici, chi non crede che la nazione ebraica scelta da Dio sia al di sopra di tutte le leggi mortali. Forse allora i Gentili guarirebbero dalla loro paura di essere etichettati come “antisemiti.” Questa paura uccide le loro anime molto più dell’accusa. Tuttavia, alcune fra le persone migliori, Shakespeare, San Giovanni il Divino, Dostoevskij e Chesterton sono considerati antisemiti, ma questo non ha sminuito la loro fama e la loro gloria.
Non potete sfuggire a questa etichetta; se lo vogliono la appicciccheranno al vostro nome. Proprio come un uomo non può evitare di essere definito maschio sciovinista e accusato di molestie da una femminista radicale. Anna Ardin, la femminista svedese che aveva accusato Julian Assange di stupro e che ha distrutto la sua vita, proprio come se lo avesse accoltellato, aveva anche accusato uno studente di molestie solo perché costui aveva evitato di guardarla. Accuse simili andrebbero derubricate.
La Francia non sta andando bene perché le sue élite sono impegnate nello scorporo e nella vendita dei beni industriali, politici e culturali del loro paese. Negli ultimi anni, la Francia ha perso Alstom, Pechiney, Technip, Alcatel. Queste importanti aziende sono state acquisite da società statunitensi. Gli uomini d’affari e i funzionari francesi che avrebbero dovuto preoccuparsi di custodire i gioielli di famiglia dei Francesi, hanno tradito la loro fiducia e defraudato il loro paese, ecco perché la Francia non sta andando bene.
Non tutti questi traditori sono ebrei, assolutamente no. Ma gli Ebrei sono partner di valore inestimabile in questi assai poco pubblicizzati schemi ed è per questo che: “Il Memoriale della Shoah è un tempio secolare per l’intera élite post-cristiana della Francia. Fondazioni dell’Olocausto, progetti comunali ebraici, società ebraiche di beneficenza e filantropia consentono ai membri della comunità ebraica di scoraggiare la denuncia dei progetti in cui sono coinvolti. Possono facilitare gli affari rimanendo nell’ombra.” Questo mi è stato riferito da un Ebreo ben informato, al corrente di quello che succede all’interno della comunità ebraica francese e nei circoli economici, bancari e politici di più alto livello della Repubblica. Lo chiamerò JT (condividerò ancora le sue conoscenze nel prossimo saggio – ISH). “L’ebraismo è ritornato ancora una volta ad essere un modo per evitare il controllo e la responsabilità. Solo gli antisemiti hanno il coraggio di vedere un legame tra la vendita di Alstom, la carriera di Macron, i Rothschild e la comunità ebraica.” Strizzatina d’occhio.
“Il sostegno della comunità ebraica è stato decisivo per la carriera politica di Macron in due momenti cruciali: alla seconda tornata delle elezioni francesi, in cui le principali organizzazioni ebraiche avevano all’unanimità blandito e predicato a tutti quanti di votare Macron e poi nel sopprimere l’insurrezione dei giubbotti gialli. Solo gli antisemiti hanno il coraggio di pensare che i Rothschild abbiano qualcosa a che fare con entrambe le cose.”
JT è molto critico nei confronti della Francia e dei Francesi: “I Gentili bianchi francesi si vergognano del loro passato e della loro identità, fuggono nell’edonismo, nella dissolutezza, nelle droghe, negli antidepressivi, nel libertinismo, nella pornografia e nell’omosessualità. La loro sindrome di Stoccolma è guidata da una coorte di nascite da parte di extraeuropei il cui numero supera ora quello della popolazione nativa. Non sono disposti a combattere per la loro terra e il loro patrimonio, sono ignoranti del loro passato e sempre più analfabeti. Il loro amore per la Francia è inutile, superfluo e, nella migliore delle ipotesi, incoerente.”
“Man mano che la Francia assomiglia sempre di più all’interno arretrato del Nordafrica, i suoi Ebrei, i principali artefici di questo cambio demografico, sono diventati i principali perdenti ed è iniziato un processo di de-assimilazione ebraica dalla Repubblica. Gli Ebrei francesi non possono identificarsi con una società in decadimento e con una popolazione indigena senza spina dorsale. In tali circostanze, gli Ebrei francesi concentrano la loro attenzione sulla sopravvivenza e sull’opportunismo, non sulla difesa nazionale. Israele, Miami, New York sono diventate le seconde case. I patrizi ebrei francesi (tutti, fino all’ultimo, con la doppia cittadinanza fin dagli anni cinquanta), non sono di nessun aiuto. I loro legami con un Israele sempre più duro e con la potente comunità ebraica americana fanno di loro i fautori della svendita dei beni industriali, politici e culturali della Francia. La Francia sta scivolando verso lo status di nazione fallita, dove tutti stanno abbandonando la nave.”
Gli Ebrei francesi aiutano gli Stati Uniti a rapinare la Francia, afferma JT. Le compagnie americane supportate dal potente Dipartimento di Giustizia sono la ragione principale per cui la Francia non prospera. Quando la Francia aveva tentato di tassare le società americane che operano su Internet (Amazon, Google, Facebook) Trump aveva minacciato di imporre un dazio doganale del 100% sul vino francese. La scelta giusta per la Francia sarebbe quella di non aver più nulla a che fare con il predatore yankee, cessare di pagare le multe miliardarie per aver infranto ingiustificate “sanzioni” unilaterali americane, separarsi dalla NATO e ridere delle richieste di Trump di pagare sempre di più per l’inutile protezione americana. Ma la Francia e le altre nazioni europee sono titubanti. Non colgono l’occasione offerta dalla stupidità e dall’arroganza di Trump, sebbene l’Uomo Arancione abbia fatto tutto il possibile per liberare gli Europei. Ha aperto le porte, li ha insultati e li ha presi a calci, ma loro si sono rifiutati di uscire dalla stalla.
Un eccellente esperto americano di relazioni internazionali, il Prof. Michael Brenner della Pittsburgh University, ha osservato:
“La classe politica europea è psicologicamente incapace di liberarsi delle sue relazioni dominanti/subordinate con l’America. Questo schema persiste, nonostante la presenza alla Casa Bianca di un uomo con problemi mentali. La prognosi, è quindi: “Dove tu andrai, andiamo!” I leader americani hanno sfruttato spietatamente questa deferenza compulsiva. Permette a Washington di garantirsi la fedeltà europea praticamente a costo zero. Inoltre, può ottenere consenso attraverso un’ampia gamma di questioni non legate alla sicurezza – commerciali, finanziarie, IT (guerra contro Huawei), politiche, diplomatiche – attingendo alle stesse, incerte lealtà.
L’Europa si è fatta incantare dal canto della sirena dello zio Sam e lo ha seguito, ripetutamente, fin contro gli scogli, in Afghanistan, in Iraq (esclusa la Francia), con la Russia, con l’Iran (accettando sanzioni severe), con l’Arabia Saudita, nello Yemen, abbracciando Bolsonaro (invitato a parlare a Davos), anche su Venezuela e Bolivia. Il test finale arriverà se Washington dovesse combattere con la Cina, che, anche insieme all’Occidente, non potrà mai sconfiggere; l’Europa farà quindi, mano nella mano con lei, il salto finale e fatale?“
Sembra che l’amore per gli Ebrei sia un elemento integrante di questa fedeltà, insieme alle assurdità LGBT e ad altre peculiari importazioni americane. Amore per gli Ebrei e amore per l’America si possono separare in qualche modo? Se e quando Francia e Inghilterra riguadagneranno l’indipendenza i loro Ebrei ritorneranno al loro posto normale nella società. Certo, non sarà un posto al vertice, ma sarà un luogo rispettoso di uguali in una società sana, piuttosto che un simbolo e un facilitatore dell’influenza straniera sulle rovine dell’Europa, com’è ora.
Israel Shamir
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/ishamir/for-the-love-of-jews/
07.12.2019
Scelto e tradotto per comedonchisciotte.org da MARKUS