DI GIUSEPPE MASALA
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La pubblicazione del discorso tenuto da Mario Draghi nella sempre negata crociera del panfilo Britannia: un documento dall’eccezionale valore storico e politico
La pubblicazione – a quasi trenta anni – del discorso di Mario Draghi nella famosa crociera sul panfilo Britannia dove si decise la privatizzazione (o meglio, il saccheggio) dell’immenso apparato produttivo e finanziario dello stato italiano fa sospettare che mani oscure stiano manovrando la vita politica italiana.
E’ chiaro ed evidente che qualcuno (i servizi? Parte dei servizi? Servizi stranieri?) stia tentando di sbarrare la strada ad una eventuale ascesa di Draghi a Palazzo Chigi se non addirittura al Quirinale.
Entrando nel merito del discorso tenuto nella sempre negata crociera, si tratta di un documento dall’eccezionale valore storico e politico. Attesta – anche senza voler dare un’interpretazione maligna delle parole di Draghi – lo spirito dei tempi segnati dall’errata convinzione delle virtù taumaturgiche del mercato. La privatizzazione avrebbe – secondo Draghi – portato maggior efficienza e maggior crescita e maggiori profitti di quanto avrebbero fatto i tanto vituperati boiardi di stato (così erano chiamati all’epoca i manager pubblici dai corifei del libero mercato, in particolare l’ultraliberista Scalfari che con una incredibile operazione di mimetizzazione si spacciava per uomo di sinistra) e dunque in definitiva avrebbero aiutato a risolvere l’annoso problema dell’alto debito pubblico in rapporto al Pil.
Arrivarono inefficenza, mancati investimenti, mancata innovazione, spregiudicate operazioni di pirateria finanziaria e infine licenziamenti e chiusure di stabilimenti produttivi fino al completo spappolamento di quell’eccezionale apparato produttivo. Un danno incalcolabile che ha distrutto una nazione. Un danno, ora lo sappiamo, deciso in una scellerata crociera al largo delle coste italiane su una nave battente bandiera britannica e dunque sotto giurisdizione britannica. Una crociera tenutasi il 2 Giugno del 1992 nei giorni convulsi della strage di Capaci nella quale morì il giudice Falcone.
E anche questo riferimento temporale chiarisce come mani oscure tessevano trame mentre un’intera classe politica veniva portata in carcere in manette e mentre i competenti in procinto di entrare al potere agitavano cappi in Parlamento.
Una crociera prima negata additando come paranoici complottisti coloro che ne parlavano e poi disvelata dal Presidente Cossiga in tv e da quel punto derubricata a banale cocktail tra amici. Ora, a quasi trenta anni la prova inoppugnabile che non si trattò di una scampagnata a spese della Corona Britannica ma di un vero e proprio atto eversivo ai danni del popolo italiano.
E’ vero, chi tira le prove fuori ora, lo fa per inquinare e per manipolare il corso della vita politica italiana e probabilmente non è migliore di chi tesseva le trame in quell’epoca. Ma con quella storia – la nostra Storia – dobbiamo farci i conti.
Draghi sarà anche un grande tecnico dell’economia e un mago dei tassi d’interesse, ma deve spiegare. Non sui giornali ma in tribunale. Possibilmente dopo che il Parlamento ha allargato la platea delle persone accusabili di Alto Tradimento.
Giuseppe Masala
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23.01.2020