Francia: La guerriglia etnica è incominciata ?

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DI GUILLAME FAYE

gfaye.com

È il preludio di una guerra civile in gestazione, probabilmente di forte intensità, sanguinosa e devastatrice e che sarà un cataclisma anche economico. Approfittate degli ultimi anni di tranquillità relativa.

La tempesta si avvicina. Non passa settimana  in Francia e anche altrove nell’Europa dell’Ovest, senza che esplodano dei combattimenti etnici a senso unico. Spesso senza che vi sia bisogno di pretesti: i rivoltosi – quasi tutti di origine magrebina e africana – sono degli aggressori che non giustificano neanche più le loro violenze con la  scusa della protesta. Le sommosse e  le aggressioni sono praticamente gratuite e incessanti. La guerriglia è cominciata, prima fase della guerra. Annuncia l’incendio devastante che si prepara e che forse sarà salvifico.

Criminalità e terrorismo Jihadista, stessa battaglia.

È una criminalità intimidatrice, un insieme di delinquenza per rapina con saccheggi urbani e di azioni di guerriglia. Sempre sullo sfondo della Jihad islamica. A questo si aggiungono degli atti di terrorismo “artigianali”, tra i quali lo sgozzamento del Padre Hamel mentre diceva messa è un simbolo molto evidente, una provocazione che si collega all’assassinio delle monache di Tibehirine in Algeria, salvo che in questo caso, per la prima volta nella storia, gli assassini musulmani agivano proprio in Francia nel cuore della Normandia.
L’intensità e la gravità delle sommosse etniche non fa che crescere di anno in anno. Dopo il suo esordio del 2017, non c’è praticamente una settimana senza un incendio soprattutto nella regione parigina, con il suo corteo di automobili incendiate, di suppellettili urbane distrutte, di poliziotti aggrediti e feriti. I grandi media minimizzano o censurano. C’è un perfetto parallelismo tra la crescita degli attentati jihadisti e l’aumento incessante degli innumerevoli problemi legati all’invasione dell’Islam. Si tratta di un fenomeno unico ed uguale, generato dalla stessa gente, grazie alla passività, all’ingenuità angelica, o alla perversa complicità delle autorità francesi -ed europee.

Lo Stato si umilia davanti ai facinorosi arabo africani.

Il tentativo da parte di canaglie e trafficanti arabi e africani razzisti anti-Bianchi, di assassinare dei poliziotti gravemente ustionati nella loro auto incendiata, alla periferia di Parigi nel Gennaio 2017, ha commosso ben meno i media e il Ministero degli Interni che non “l’affare Teo” della fine di Febbraio 2017. Questo africano che si era violentemente ribellato durante un controllo di polizia, prendendo le difese degli spacciatori, ha preteso di essere stato violato con una penetrazione anale con un manganello. Sembra inverosimile ma i mezzi di comunicazione, complici, hanno seguito questa versione delirante. Si direbbe che la ferita anale abbia tutta altra causa…(1)  I poliziotti, accusati di “razzismo”, sono stati pesantemente puniti e delle sommosse con vandalismi sono scoppiate per alcuni giorni nelle periferie  e altrove, sostenute da islamisti di sinistra.

Incredibile umiliazione : il capo dello Stato,  il patetico François Hollande,  è andato al capezzale del citato Theo (1), delinquentello di periferia, per trattare con lui! E gli ha chiesto, sottomissione massima, di fare appello ai suoi amici “delle città”, perché si calmino. Fatica inutile, comunque. Hollande, sprezzante, indifferente, non era neanche andato al capezzale dei poliziotti gravemente ustionati dalle canaglie arabo-africane. Due pesi e due misure. Hollande è un uomo indegno che ha disonorato la sua carica e  incoraggiato i rivoltosi e gli invasori.
Egli è in effetti la versione microscopica del suo padre politico François Mitterrand, il collaborazionista di Vichy, che sta sempre dalla parte degli occupanti, chiunque essi siano,  che detesta qualunque forma di “resistenza”, che   ha detto che gli invasori erano “sia a casa loro, sia a casa nostra”. Ciliegina sulla torta, “Theo” si rivela essere, come la sua famiglia, un imbroglione che sfrutta le sovvenzioni pubbliche. Ma non rischia nulla. Per la giustizia non imparziale è diventato sacro e intoccabile: come detta l’antirazzismo.

Moltiplicazione degli atti di guerriglia.

L’attacco portato con il machete da un egiziano, Abdullah Reda al-Hamamy,  a militari del primo RCP (Régiment Chasseurs Parachutistes- di stanza a Paumiers, Ariège-) in pattuglia al Carrousel del Louvre, al grido di Allah Akbar, il 3 febbraio 2017 mostra un terrorismo localista, imprevedibile, il cuore della guerra civile etnica che si preannuncia. Questo genere di azioni si moltiplica e si aggiungano le incursioni sempre più frequenti che mescolano criminalità a scopo di rapina e aggressione a carattere antifrancese e razzista.
Nella notte dal 14 al 15 gennaio 2017 sette giovani tutti di origine magrebina e africana, hanno commesso dei saccheggi e delle aggressioni in un tranquillo quartiere di Juvisy-sur-Orge nel’ Essonne. Erano armati (sciabola, sega, machete, martello). Hanno anche distrutto l’appartamento di un residente. Oltre a una questione di regolamento di conti tra bande etniche rivalì, si tratta di una di quelle incursioni sempre più frequenti, gratuite, destinate a terrorizzare i francesi originari sul loro proprio territorio. Sono delle azioni non solo di delinquenza, ma di guerra. Questi 7 aggressori sono stati condannati da una giustizia (lassista o complice?) soltanto a lavori socialmente utili, (degli scherzi mai messi in pratica), obbligati a indennizzare le vittime (cosa che non avverrà mai) e alla prigione con la condizionale. Come dire: impuniti potete ricominciare.
Il 25 e 26 gennaio 2017 a Compiègne, città magnifica  che non ha mai avuto problemi, in un quartiere preda del traffico di droga, dei poliziotti sono stati circondati e lapidati e i combattimenti sono durati alcune ore. Il 26, a Corbeil-Essonne, nel corso di scontri sempre con la stessa gente, (i “giovani”),  un poliziotto è stato gravemente ferito. Non passa settimana senza che scoppino incidenti simili.

L’inesorabile aumento di violenze di vario tipo e di unica origine.

C’è una correlazione tra la delinquenza criminale, la guerra terrorista e le sommosse. In Francia gli omicidi (esclusi gli attentati islamici) erano in aumento dell’11% tra il 2015 e il 2016; le violenze fisiche sono in costante aumento dal 2013. Oggi giorno 3000 persone al giorno ne sono vittime e vengono ferite. Nel 2014, c’erano 90 detenuti per eventi legati al terrorismo islamico e 358 alla fine del 2016 . Inoltre 16000 individui sono sospettati di essere legati all’islamismo radicale, autori potenziali di molte forme di aggressione sanguinose e di terrorismo. Questi dati dei servizi di informazione sono sottostimati perché non si contano quelli che non vengono individuati e il cui numero non cessa di crescere  E’ una questione imbarazzante (la realtà sociologica è sempre scorretta e brutale rispetto all’ideologia): l’immensa maggioranza degli individui implicati in azioni criminali illegali, nelle sommosse e nei progetti -o nella messa in opera-  di atti terroristici, sono di origine araba o africana e sono musulmanì. Quanto ai Francesi, soprattutto quelli delle  classi sociali inferiori, tutti i sondaggi indicano che la loro preoccupazione principale è, ancora prima della disoccupazione, la loro sicurezza a fronte di questa inesorabile crescita della violenza che incancrenisce la loro vita quotidiana. E hanno di fronte  uno Stato impotente e una giustizia quasi complice. Quando si ribelleranno?

La strategia della tensione.

In tutta la Francia sono pressocchè quotidiani gli incidenti gravi e gli scontri; i grandi media li nascondono o li minimizzano per ideologia o per abitudine; queste sommosse vanno oltre la criminalità endemica arabo-musulmana e africana, e prendono di mira le forze dell’ordine. È mirato, calcolato, politico, manipolato e incoraggiato nell’ombra dalle autorità musulmane che vogliono lo scontro. L’immensa maggioranza dei poliziotti e dei gendarmi uccisi in servizio o gravemente feriti in Francia negli ultimi 10 anni lo sono stati da quelli che voi sapete…
Imboscate e aggressioni,  contro i poliziotti e altri rappresentanti dell’Autorità, compresi i pompieri, si moltiplicano ovunque, spesso con l’intenzione di uccidere.  La portata di questi fatti è dunque politica ed etnica. Attaccarsi alle forze dell’ordine ha un senso: quello di lanciare la guerra civile etnica.
In parallelo si sviluppa evidentemente un antisemitismo arabo-musulmano, violento e largamente impunito che provoca la partenza per Israele o altre destinazioni di famiglie ebree che non si sentono più sicure in una Francia che si lascia invadere. Questi ebrei francesi hanno uno stato d’animo intuitivo e preveggente: sentono che la guerra civile etnica si avvicina e che essi ne saranno le prime vittime.

Terrorizzare la popolazione autoctona.

Una delle mie corrispondenti mi riferisce che nel suo piccolo villaggio del sud della Francia vicino a Montpellier, una volta tranquillo e molto piacevole per viverci, è arrivato l’inferno. Tutta la regione è particolarmente invasa dall’immigrazione arabo-africana. Delle bande etniche armate venute da una città vicina fanno regolarmente irruzione con delle razzie, e terrorizzano la popolazione. L’incursione dura una quindicina di minuti: danneggiamento dell’arredo urbano, sfondamento delle  vetrine dei negozi, e dei cristalli delle auto, distruzione delle piante nei giardini privati, eccetera. Il fine è chiaro: terrorizzare la popolazione, che si chiuda in casa. Fine della convivialità del villaggio per la confidenza con i vicini come un tempo. È un marchio territoriale; il messaggio è “non siete più a casa vostra siamo noi a casa nostra, siamo i nuovi padroni”. Esattamente la stessa tecnica atavica impiegata dai loro antenati devastatori a partire dall’ottavo secolo…
Le zone tranquille dove non risiedono musulmani magrebini e africani non sono più risparmiate come una volta. Le bande etniche vi conducono delle razzie per screditare il poliziotto e il Bianco. La sera del 27 gennaio 2017 nella piccola città di Saint-Germain-en-Laye un tempo molto borghese e perfettamente tranquilla, è stato attaccato il posto di polizia municipale da 11 assalitori incappucciati che hanno sfondato il cancello d’ingresso e incendiato un veicolo. Questa aggressione è gratuita; non è motivata da alcun interesse delinquenziale; è un atto di intimidazione e di guerra civile.

Favoritismo etnico e razzismo anti-Bianchi.

La totalità delle aggressioni a scopo di rapina o terroristiche contro i francesi di nascita, i cristiani e gli ebrei, così come la maggior parte degli atti di criminalità infame o violenta e di vandalismo, sono commessi dalla stessa gente che d’altro canto è presentata come vittima di razzismo! Visto che lo Stato accorda a questa popolazione di invasori tutti i privilegi etnici possibili: mansuetudine giudiziaria, impunità molto frequente con pene simboliche, discriminazione in positivo (2) e privilegi in tutti i settori; essi sono presentati dall’ideologia dominante come vittime mentre invece sono dei predatori privilegiati.
Immaginiamo per un secondo che le centinaia di morti (le migliaia contando quelli dell’11 settembre 2001) causate dagli attentati commessi da musulmani in Europa (Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Russia, eccetera ) e dell’America del Nord, in nome della Jihad islamica, fossero stati perpetrati contro dei musulmani da parte di non musulmani. Immaginiamo che dei non-musulmani cristiani avessero attaccato delle moschee  o degli immigrati musulmani facendo migliaia di vittime, come fanno i musulmani, un po’ dappertutto in Occidente e in Oriente contro i cristiani, senza neanche citare i massacri tra musulmani.
Immaginiamo che degli assassini, europei di nascita, avessero attaccato con armi da fuoco una moschea o un quartiere a maggioranza di immigrati nella regione parigina, facendo lo stesso numero di morti che gli arabi musulmani hanno fatto al Bataclan e altrove. Immaginiamo che dei cattolici integralisti avessero ucciso un imam durante la sua omelia, come gli arabi musulmani hanno sgozzato Padre Hamel durante la Messa. Le reazioni di indignazione sarebbero state 10 volte più forti e sarebbero seguite delle ondate di sommosse.  Due pesi, due misure.
Obiettivi degli aggressori: Natale e San Silvestro.

Durante le feste di Natale 2016, per la prima volta nella storia della Francia, è stato necessario che i poliziotti e militari, imbracciando il fucile, fossero schierati davanti alle chiese per scoraggiare le aggressioni di assassini musulmani! La festa di San Silvestro, il 31 dicembre 2016, ha dovuto essere protetta da circa 100.000 poliziotti e militari armati sul territorio francese, per tutta la serata e la notte. La cifra è enorme perché oltre alle aggressioni a scopo di rapina, alle auto incendiate, si aggiunge la minaccia di attentati islamisti. Si noterà nei due casi che è esattamente la stessa gente aggressiva che è implicata. Se non si tratta delle avvisaglie di una guerra civile etnica, allora c’è da domandarsi di che si tratta.

All’indomani di San Silvestro 2016, nonostante le menzogne del nuovo ministro dell’Interno Bruno Le Roux (il veglione “si è svolto particolarmente bene senza grossi problemi” ha dichiarato)  945 veicoli sono stati incendiati -controi 602 dell’anno scorso- e 454 rivoltosi sono stati fermati, soprattutto per aver aggredito le forze dell’ordine. Ben pochi di essi rimarranno in prigione. Dobbiamo compiangere quattro morti nell’incendio del loro appartamento e numerose aggressioni con furti contro persone o negozi. La stragrande maggioranza degli aggressori è dell’origine che potete immaginare. A parte questo tutto va bene. Se non fossero stati mobilitati 100.000 tra poliziotti e militari, che cosa sarebbe accaduto? Qualche decennio fa -e molti se ne ricordano con nostalgia- nessun poliziotto e nessun militare presidiava le chiese, le feste di fine anno e non si bruciava nessuna auto! Ma eravamo ancora tra di noi …
Correlazione tra l’Islam e la criminalità, con la stessa causa antropologica.

L’attacco condotto con un camion, usato come ariete, a un mercatino di Natale a Berlino, alla fine del 2016 (lo stesso metodo del massacro di Nizza il 14 luglio ), che colpisce un simbolo cristiano, segue le violenze, le aggressioni e i  furti con scippo commessi in gran numero contro delle giovani tedesche a Colonia a San Silvestro del 2015, da bande di “migranti” magrebini, questi clandestini, falsi rifugiati, parassiti accolti a braccia aperte dall’irresponsabile Angela Merkel. Questo esempio, che si ripete dovunque, evidenzia che i due tipi di attacco sono perfettamente legati.

Il jihadismo islamico con attentati terroristici e la delinquenza criminale a scopo di rapina o di violenza sessuale, sotto forme violente o non violente, sono ampiamente correlati. È una tradizione millenaria in questa cultura etnica, come ci rivela uno studio obiettivo della nascita dell’Islam arabo delle origini: la religiosità e la criminalità di razzia (omicidi, furti, stupri, bastonature, brutalità, appropriazioni indebite, e barbara pirateria) sono strettamente associate. Questo atavismo ha evidentemente delle origini antropologiche, preesistenti rispetto alla creazione dell’Islam, e quest’ultimo non ne è che il prodotto.

Guillame Faye è stato uno dei principali teorici del Groupement de Recherches et Etudes pour la Civilisation Européenne (GRECE), e dell’ambiente più tardi noto come Nuova Destra francese, nel periodo che va dal 1970 al 1986. In seguito sarà ispiratore di diversi ambienti etno-identitari presenti in tutta Europa. Faye, inoltre, collabora anche con l’associazione identitaria Terre et Peuple, gruppo dell’estrema destra francese animato dall’ex presidente del GRECE Pierre Vial, vicino agli identitari filoleghisti di Terra Insubre. Ha collaborato con giornali e riviste come Figaro-Magazine e Paris Match, nonché con l’emittente radio Skyrock.  I suoi maestri dichiarati sono Friedrich Nietzsche , Carl Schmitt,, Raymond Ruyer e Martin Heidegger.  (da Wikipedia)

Fonte: www.gfaye.com

Link:  http://www.gfaye.com/la-guerilla-ethnique-a-commence/

19.03.2017

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIAKKI49

 

Note dell’autore
(1) Questo Theo è stato fotografato mentre Francois Hollande gli rendeva visita all’ospedale. Era sdraiato sulla schiena. Un paziente che è stato vittima di ferite anali recenti per violazione rettale è sempre coricato su un fianco, non sulla schiena.
(2 ) Questa ”discriminazione positiva”, obiettivamente è razzismo contro i Bianchi, è totalmente anticostituzionale ed è contraria alla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo. Ciò nonostante M. Macrons vuole stabilirla ufficialmente in Francia mentre già si pratica con discrezione un po’ dovunque. Quanto al penoso Benoit Hamon, candidato del partito socialista alle presidenziali del 2017, ha dichiarato che “c’erano troppi Bianchi a Brest”. Se non è razzismo, che  cos’é?

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