Guerra Fredda e profitto

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Craig Murray
craigmurray.org.uk

Il Guardian ha pubblicato ieri un pezzo molto strano [attualmente rimosso, N.D.T.] dal titolo “Francobolli che celebrano in immagini la resistenza ucraina.” Questa è l’immagine di copertina:

L’esercito insurrezionale ucraino (Ukrainian Insurgent Army – UPA) è stato, senza ombra di dubbio, responsabile del massacro di almeno 200.000 civili polacchi, con la distruzione di intere comunità polacche in Volinia e in Galizia, comprese donne e bambini. L’attuale governo polacco, che è anti-russo e filo-NATO come pochi, lo ha in ogni caso dichiarato un genocidio. Si era certamente trattato di una pulizia etnica estremamente brutale. È anche certo che, a volte tra il 1942 e il 1944, l’UPA aveva operato insieme ai nazisti e collaborato allo sterminio di Ebrei e Zingari. È semplicistico descrivere l’UPA come fascista o come un’estensione del regime nazista; a volte combatteva contro i nazisti, sebbene più spesso collaborasse con loro. [Gli uomini dell’UPA] operavano quasi a livello di contadini medievali, semplicemente cogliendo opportunità locali per sterminare le popolazioni rurali e impadronirsi delle loro terre e dei loro beni, indipendentemente dal fatto che fossero Polacchi, Ebrei o Zingari. A conti fatti, ogni persona ragionevole dovrebbe concludere che l’UPA era stato un fenomeno assolutamente deplorevole. Pubblicarne una celebrazione, travestita da opera d’arte grafica, senza citare nessuno di questi contesti, non è più difendibile di una mostra di arte nazista senza contradditorio.

In effetti, il testo molto breve del Guardian è ancora peggio di nessun contesto.

Il fotografo ucraino Oleksandr Kosmach colleziona francobolli del XX secolo emessi da gruppi ucraini in esilio durante l’era sovietica.

Artisti ed esiliati in tutto il mondo dovrebbero usare questi francobolli per far conoscere gli orrori dell’oppressione sovietica. “Questi francobolli ci mostrano le idee e i valori di queste persone, chi erano veramente e per cosa stavano combattendo,” afferma Kosmach.

Questa è una descrizione talmente fuorviante dell’arte che glorifica il movimento UPA, da essere assolutamente riprovevole. Rientra comunque in linea con tutto ciò che serve ad alimentare la russofobia, che, al momento, è il pilastro dell’agenda del governo e dei media. Anche al culmine della Guerra Fredda, non avevamo mai visto una tale raffica di accuse infondate rivolte alla Russia dalle “fonti dei servizi di sicurezza” attraverso i media.

Un certo numero di queste accuse sono state riproposte da Andrew Marr nel suo fiore all’occhiello, lo show mattutino della BBC1. L’ultima è l’accusa secondo cui la Russia sarebbe responsabile di un attacco informatico ai laboratori di ricerca per il vaccino contro il Covid-19. Questa è un’altra accusa assolutamente senza prove. E che, in ogni caso, manca il bersaglio. Il presunto attacco informatico, se mai è accaduto, era stato un hackeraggio non un attacco; l’accusa è che si sia verificato un tentativo di carpire i risultati della ricerca, non di danneggiare la ricerca stessa. È stupefacente che il Regno Unito stia cercando di mantenere segreti i risultati delle sue ricerche [sul Covid-19] invece di condividerli liberamente con la comunità scientifica internazionale. Come avevo riferito in precedenza, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno impedito all’OMS di organizzare una ricerca comune ed una soluzione comune per i vaccini contro il Covid-19, insistendo invece su un approccio orientato al profitto e a beneficio delle grandi aziende farmaceutiche (e a svantaggio dei poveri di tutto il mondo) .

Ciò che rende ancora più dubbia l’accusa secondo cui la Russia avrebbe tentato di hackerare queste ricerche è il fatto che la Russia ha appena acquistato i risultati di questi studi. Non si ruba quello che già si possiede.

Se qualcuno avesse effettivamente hackerato le ricerche, sappiamo tutti che è impossibile rintracciare con certezza il luogo di origine degli hacker. Le mie VPN sono abitualmente impostate su India, Australia o Sudafrica, a seconda di dove si giocano le partite di cricket che cerco di guardare, eludendo le restrizioni internazionali sulla diffusione dei programmi.

Più verosimilmente, la diffusione da parte di Wikileaks del dossier Vault 7, con materiale proveniente dalla CIA, aveva rivelato che esistono programmi specifici della CIA sul come lasciare indizi per far sembrare che un hackeraggio provenga dalla Russia. Questa prova inconfutabile che la CIA si dedica all’hackeraggio informatico, lasciando deliberatatmente in giro “impronte digitali” russe fasulle, come piccoli frammenti scritti in cirillico, è un esempio assolutamente classico di un fatto che tutti coloro che lavorano nei media mainstream sanno essere vero, ma che tutti scelgono di non menzionare mai.

Così, quando la scorsa settimana era stata fatta trapelare dai servizi di sicurezza la storia dell’”hackeraggio russo,” secondo cui Jeremy Corbyn avrebbe utilizzato documenti segreti riguardanti i colloqui commerciali tra Regno Unito e Stati Uniti, documenti che erano stati hackerati e postati su Reddit da un malvagio Russo qualificatosi come Grigor, non c’erano stati dubbi sui media riguardo a questa narrativa. Invece, quello che abbiamo è un altro episodio di caccia alle streghe in perfetto stile McCarthy, mirato all’ormai abbastanza spento Jeremy Corbyn.

Personalmente, se fossero stati i Russi ad aver rivelato che i Tories erano pronti ad aprire il “mercato” del Sistema Sanitario Nazionale alle grandi multinazionali americane, inclusa l’abolizione o l’aumento del tetto sui prezzi dei prodotti farmaceutici, dovrei essere molto grato ai Russi per avermelo detto. Proprio come il mondo dovrebbe un favore ai Russi, se fossero davvero stati loro a far trapelare quanto sistematicamente il DNC aveva truccato le primarie del 2016 a svantaggio di Bernie Sanders. Ma, guarda caso, non erano stati i Russi. In quest’ultimo caso c’era stata una soffiata da parte di un addetto ai lavori disgustato e ho il fortissimo sospetto che anche la pubblicazione dei documenti sull’accordo commerciale tra gli USA e il nostro SSN sia opera di un insider disgustato.

Quando i governi fanno cose orribili, molto spesso qualcuno riesce a far trapelare i fatti.

Se si riesce a ritardarla per diversi anni, anche la verità più increbibile perde gran parte del suo mordente politico. Se poi viene rivelata durante una crisi sanitaria, ne perde ancora di più. Il mondo quindi non si è improvvisamente bloccato quando l’Amministratore Delegato di Crowdstrike ha ammesso che non c’erano mai state prove di un attacco russo ai server del DNC.

Ricorderete il fatto quasi incredibile che, anche durante l’indagine Mueller, l’FBI non aveva mai ispezionato fisicamente i server del DNC, ma si era semplicemente basata su un rapporto tecnico di Crowdstrike, l’azienda legata ai Clinton responsabile della sicurezza informatica del DNC. Ed ora so per certo che Crowdstrike aveva diffuso fake news per conto di Hillary. In effetti Crowdstrike non aveva avuto alcuna segnalazione di hackeraggi tramite Internet. Non c’erano prove che le e-mail fossero state trafugate via Internet. Secondo loro, quello che c’era erano le prove che i file erano stati organizzati e preparati per essere copiati.

Ricordatevi che l’intera storia dell ‘”hackeraggio russo” era basata SOLO sulle dichiarazioni di Crowdstrike. Non vi sono letteralmente altre prove del coinvolgimento della Russia nelle e-mail del DNC, il che non sorprende, visto che per quattro anni, basandomi su fonti personali ben introdotte, avevo continuato a ripetere che la Russia non ne era coinvolta. E poi, alla fine, una testimonianza declassificata del Congresso aveva rivelato che Shawn Henry aveva dichiarato sotto giuramento che “non avevamo prove concrete” e che “ci sono fatti circostanziali, ma nessuna prova, che [quelle e-mail] siano stato effettivamente esfiltrate.

Questa testimonianza concorda perfettamente con quello che mi era stato detto da Bill Binney, l’ex direttore tecnico della National Security Agency (NSA), secondo cui era impossibile che una grande quantità di dati fosse stata introdotta in Internet dagli Stati Uniti, senza la NSA se ne accorgesse in tempo reale e li registrasse. Se ci fosse stato davvero un hackeraggio russo, l’NSA se ne sarebbe accorta in un millisecondo. Il fatto che la NSA non disponesse di tali informazioni, secondo Binney è la prova che il trasferimento dei dati non era mai avvenuto. Quello che era successo, aveva dedotto Binney, era che i file erano stati scaricati localmente, probabilmente su una chiavetta USB.

Quindi, sembra che la più grande notizia degli ultimi quattro anni, l’affermazione secondo cui queste interferenze erano state espressamente volute da Putin per favorire l’elezione di Trump, sia assolutamente priva di fondamento. I media mainstream, che avevano agito per conto dei servizi di sicurezza, hanno fatto qualcosa per rimediare alla falsa impressione che avevano creato? No, hanno raddoppiato la posta.

Il tema dell’”hackeraggio russo” continua ad essere riportato in relazione a qualunque sia la notizia del giorno.

Brexit? Pirateria informatica russa.

Elezioni generali del Regno Unito del 2019? Pirateria informatica russa.

Vaccino contro il Covid19? Pirateria informatica russa.

Poi abbiamo i continui briefing da parte dei servizi di sicurezza. Due settimane fa, fonti anonime dei servizi di sicurezza avevano riferito al New York Times che la Russia aveva offerto ai Talebani una taglia per l’uccisione dei soldati americani.

Questa informazione sarebbe arrivata dall’interrogatorio di alcuni Talebani catturati in Afghanistan, il che significa che quasi sicuramente era stata ottenuta sotto tortura.

È una storia altamente improbabile. Gli Afghani non hanno mai avuto bisogno di quel tipo di incentivazione per uccidere gli invasori stranieri presenti sul loro territorio. È anche un caso affascinante di un’accusa che ritorna al mittente: gli Inglesi avevano effettivamente offerto soldi agli Afgani per, letteralmente, le teste dei leader della resistenza durante la prima guerra afgana del 1841, come avevo dettagliatamente descritto nel mio libro, Sikunder Burnes.

Non è necessario guardare così indietro per capire la grande ipocrisia di questa accusa. Negli anni ’80 l’Occidente stava apertamente pagando, armando e addestrando i Talebani, tra cui Osama Bin Laden, ad uccidere migliaia di coscritti russi e sovietici. Questo è solo un esempio dell’ipocrisia. I servizi di sicurezza degli Stati Uniti e del Regno Unito coltivano e corrompono in continuazione all’estero figure politiche e di altro genere per influenzare la politica. Lavoriamo per manipolare il risultato delle elezioni, l’ho fatto io stesso avvalendomi del mio ruolo di diplomatico britannico. Gran parte del comportamento su cui i governi occidentali e i media stanno creando questa nuova caccia alle streghe anti-russa in stile McCarthy, è una pratica diplomatica standard.

La mia opinione personale è che ci sono forze russe maligne che tentano di manipolare i governi del Regno Unito e degli Stati Uniti, ma non sono così potenti come le forze maligne britanniche e americane che agiscono sui loro stessi governi.

La verità è che il mondo è sotto il crescente controllo di un’élite globale di miliardari, per i quali la nazionalità è irrilevante e i governi nazionali sono strumenti da manipolare. La Russia non sta cercando di acquistare un’influenza politica corrotta per conto del popolo russo, che è brava gente, sfruttata dagli ultra ricchi come tutti noi. I miliardari russi sono uguali ai miliardari di tutto il mondo, che cercano di manipolare a livello planetario i giochi politici, le strutture commerciali e sociali, unicamente per il loro interesse personale.

L’altro estremo dell’ipocrisia sta nei diritti umani. Infatti, molti commentatori dei media occidentali si sono improvvisamente interessati alla Cina e agli Uiguri o alle restrizioni alla comunità LBGT in Russia, ma chiudono completamente gli occhi sugli abusi degli “alleati” occidentali, come l’Arabia Saudita e il Bahrein. Essendo una persona che già si interessava ai diritti umani degli Uiguri e dei gay in Russia almeno dieci anni prima che queste campagne diventassero di moda, sono disgustato dal modo in cui il termine “diritti umani” è stato trasformato in arma, da usarsi solo contro quei paesi designati come nemici dall’élite occidentale.

Infine, non dimenticate che esiste un’enorme industria degli armamenti e una fiorente industria della sicurezza che dipendono entrambe dall’avere un “nemico.” Le persone potenti fanno soldi con questa russofobia. Aspettatevene molta di più.

Con la Guerra Fredda c’è da guadagnare.

Craig Murray

Fonte: craigmurray.org.uk
Link: https://www.craigmurray.org.uk/archives/2020/07/cold-wars-and-profit/
20.07.2020

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