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La Redazione

 

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Overshoot della Terra: Superata la disponibilità di risorse naturali, fino a che punto sarà sostenibile la crescita della Popolazione?

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A cura di Bosque Primario
Il 17 Maggio 2017
823 Views

DI MIKE SHEDLOCK

MishTalk.com

Per decenni ci hanno predetto che la sovrappopolazione avrebbe distrutto le risorse energetiche se non l’intero pianeta. Ogni anno le previsioni sulla crescita della popolazione e sui picchi del prezzo del petrolio si sono dimostrati sbagliati. Ma per quanto tempo lo status quo potrà ancora generare crescita se continua l’esplosione della popolazione?

 Rick Mills   ha pubblicato, per primo, questo articolo sul suo blog  Earth Overshoot Day.

La seconda metà del 20° secolo ha visto il più grande aumento della popolazione mondiale in tutta la storia umana. La nostra popolazione è aumentata per effetto di:

  • Progressi della medicina e diminuzione del tasso di mortalità in molti paesi
  • Enormi aumenti della produttività in agricoltura dovuti alla “Green Revolution”

Il tasso di mortalità complessivo è sceso quasi ininterrottamente dall’inizio della rivoluzione industriale, igiene personale, miglioramento delle fognature e sviluppo degli antibiotici: tutto ha svolto un ruolo di primo piano.

La Green Revolution

Il termine Green Revolution si riferisce a un insieme di ricerca, sviluppo e tecnologia dagli anni 1940 ai 1970 ed in particolare:

  • Sviluppo di varietà di cereali ad alto rendimento
  • Espansione delle infrastrutture di irrigazione
  • Modernizzazione delle tecniche di gestione
  • Meccanizzazione
  • Distribuzione di semi ibridati, di fertilizzanti sintetici e di pesticidi agli agricoltori.

I trattori con motori a combustione interna alimentati a benzina (prima erano a vapore)  arrivarono nel 1920 dopo che Henry Ford inventò il Fordson nel 1917 – il primo trattore prodotto in serie. Questa nuova tecnologia restò disponibile solo per agricoltori piuttosto benestanti fino agli anni 1940, poi tutti usarono il trattore agricolo.

Motori elettrici e pompe di irrigazione resero coltivazioni e allevamenti più efficienti. Importanti innovazioni in Zootecnia – moderne stalle per la mungitura, silos di stoccaggio verticali e una selezionata alimentazione per gli animali – chiusi in allevamenti intensivi – sono state realizzate grazie all’uso dell’energia elettrica e a enormi progressi nella scelta dei fertilizzanti, erbicidi, insetticidi, fungicidi e antibiotici che portarono un maggior controlli delle erbe infestanti, degli insetti e delle malattie.

Ci sono stati grandi progressi nell’allevamento e nelle colture delle piante – ibridazione, inseminazione artificiale del bestiame, ormoni della crescita e organismi geneticamente modificati (OGM) e poi  tutte le innovazioni nella catena di lavorazione e di distribuzione alimentare.

Tutte queste nuove tecnologie hanno prodotto un aumento della produzione agricola globale i cui pieni effetti si sono cominciati a vedere negli anni ’60.

La produzione di cereali è più che raddoppiata nei paesi in via di sviluppo – la resa di riso, mais e grano è aumentata costantemente. Tra il 1950 e il 1984 la produzione mondiale di grano è cresciuta di oltre il 250% – e il mondo ha fatto sedere a tavola un altro paio di miliardi di persone.

La modernizzazione e l’industrializzazione dell’industria dell’agricoltura a livello mondiale hanno portato alla più grande esplosione della produzione alimentare nella storia. Le riforme agricole e il conseguente aumento della produzione, favorite dalla rivoluzione verde,  hanno evitato le carestie nei Paesi in via di sviluppo ed hanno alimentato miliardi di persone più di quanto era possibile fare prima di allora.

La Rivoluzione Verde ha aiutato a dare il primo calcio alla più grande esplosione della popolazione umana nella nostra storia – ci sono voluti solo 40 anni (a partire dal 1950) perché la popolazione raddoppiasse da 2,5 miliardi a cinque miliardi di persone.

Abbiamo messo in moto una macchina-agraria che ha risparmiato un miliardo di persone che hanno messo al mondo altri miliardi di persone.

Il Pessimismo Malthusiano

“Il potere della popolazione è approssimatamente più grande della potenza che ha la terra per produrre i mezzi di sussistenza per l’uomo.” Thomas Robert Malthus

Il pessimismo malthusiano è stato a lungo criticato da chi dubita nei processi di avanzamento tecnologico in:

  • Agricoltura
  • Energia
  • Uso delle Acque
  • Produzione
  • Controllo delle malattie
  • Fertilizzanti
  • Gestione delle informazioni
  • Trasporti

Tutte componenti che avrebbero dovuto mantenere la produzione agricola più alta della curva di crescita della popolazione, ma la previsione di Malthus non si è avverata, finora, perché l’aumento dei rendimenti agricoli è sempre stato superato alla crescita della popolazione.

Norman Borlang, padre della Rivoluzione Verde, ha detto che, se faremo tutto per bene, la Terra ha la capacità di alimentare 10 miliardi di persone.

Ester Boserup, economista agricolo, dice di non preoccuparsi, perché la crescita della popolazione è il driver per la produttività del terreno – la capacità del nostro pianeta di sostenere la presenza del suo carico umano si basa sulle capacità dei nostri sistemi e sulle tecnologie sociali oltre che sui limiti ambientali.

Il declassamento che ha fatto Esther mettendo i limiti ambientali al secondo posto non mi fa pensare a passi avanti, anzi mi sembra piuttosto miopia.

Popolazione

Nel 1950 la popolazione mondiale era pari a 2,52 miliardi di persone. Oggi è di oltre 7,5 miliardi.

Popolazione Mondiale Attuale7,500,072,439

Secondo le previsioni delle Nazioni Unite  gli umani potrebbero arrivare a 9,7 miliardi per il 2050 ed oltre 11 miliardi nel  2100.blank

La terra potrebbe essere abbastanza grande per un miliardo, quattro miliardi, forse otto o nove o anche 10 miliardi di persone, a dar retta a Borlang. Ma il tempo corre e si avvicina il momento in cui i numeri veri, fatti da persone reali, richiederanno alla terra più di quanto potrà eventualmente fornirci.

Qualcuno dice che quel numero sia già stato superato.

L’ Overshoot ecologico

Per la maggior parte della storia umana, non c’è nessun dubbio che abbiamo consumato risorse a una velocità molto inferiore a quella che il pianeta era in grado di rigenerare.

Purtroppo, abbiamo superato una soglia critica e la domanda di risorse che la stiamo facendo al nostro pianeta sembra aver cominciato a superare il tasso con cui la natura lo può ricostituire.

Il divario tra domanda dell’uomo e offerta della natura è conosciuto come overshoot ecologico. Per capire meglio il concetto provate a pensare a un conto in banca – sul quale gia gravano $ 5.000 di interessi mensili. Mese dopo mese gli interessi da pagare salgono di $ 100. Quei $ 100 sono un finanziamento, o per tornare al nostro ragionamento, il superamento ecologico delle risorse disponibili e il rientro per quel finanziamento diventa, ovviamente, ogni mese sempre più insostenibile.

Attualmente gli esseri umani prelevano più risorse naturali di quante la banca Terra sia in grado di fornire su base sostenibile. Per quanto tempo ancora? Al tasso di prelievo odierno, ci servirebbe poco più di un’altra metà della terra e continuando di questo passo ci serviranno le risorse di due pianeti entro il 2050.

Se oggi tutti sulla terra consumassero la stessa quantità di risorse naturali che consuma un australiano medio, avremmo bisogno di 5,4 pianeti, con un superamento ecologico di 4,4 pianeti.

Il giorno dell’ Overshoot della Terra

Secondo il Global Footprint Network (GFN), l’8 agosto è stato  il Giorno dell’ Overshoot della Terra nel 2016 – il giorno in cui la bilancia dell’umanità ha  cominciato a pendere sulla bilancia ecologica, il giorno in cui il nostro consumo ha superato la capacità di rinnovamento dell’ambiente per l’intero anno.

Per il resto dell’anno siamo in sovrapposizione ecologica e attualmente utilizziamo non solo le risorse rinnovabili della Terra, ma anche uno 0,6 oltre la sua potenzialità.

Il GFN prevede che entro il 2030 il Giorno di Overshoot della Terra sarà nel mese di giugno, vale a dire che ci vorranno due intere terre per sostenere il consumo della nostra specie.

Specie che si estinguono

Ogni due anni, la Global Footprint Network, la WWF e la Società Zoologica di Londra pubblicano un Report sul Living Planet. The Living Planet Report 2016 (ottobre) ci deve far aprire gli occhi:

    • L’Indice del Global Living Planet mostra un calo del 58% tra il 1970 e il 2012 nel popolamento da 14.152 specie  a  3.706 specie monitorate in tutto il mondo.
    • L’Indice LPI della terra mostra un calo del 38% tra 1970 e 2012 tnel popolamento da 4.658  a 1.678 specie terrestri monitorate in tutto il mondo.
    • L’Indice LPI mostra un calo del 41% per le specie delle foreste tropicali  tra il 1970 e 2009 nel popolamento da 369 a 220 specie della foresta tropicale (84 mammiferi, 110 uccelli, 10 anfibi e 16 rettili) monitorati in tutto il globo.
    • L’Indice LPI mostra per le specie di erbivori un calo del 18% tra il 1970 e il 2012 nel trend del popolamento da 372  a 126 specie (55 mammiferi, 58 uccelli e 13 rettili) monitorati in tutto il mondo.
    • L’Indice LPI  per l’acqua dolce mostra un calo dell’81%  tra 1970 e 2012 nel trend delle acque disponibili da  3.324 a  881 specie d’acqua dolce monitorate in tutto il mondo.
    • L’Indice LPI   mostra per le specie che vivono in zone umide una diminuzione del 39% tra il 1970 e il 2012 nel trend del popolamento da  706  a 308 di specie di animali che vivono in zone di acqua dolce (4 mammiferi, 48 uccelli, 224 pesci, 4 anfibi e 28 rettili).
    • L’Indice LPI marino mostra un calo del 36% tra il 1970 e il 2012 nel trend del popolamento da 6.170  a 1.353 specie marine controllate in tutto il mondo.

La Terra ha attraversato cinque grandi eventi di estinzione – dall’Ordoviano-Siluriano (350 milioni di anni fa) al Cretaceo-Paleogeno (65 milioni di anni fa), in ogni caso dal 70 al 90% di tutte le specie sono morte.

L’antropocene, o l’età dell’Uomo, secondo gli scienziati sarà un sesto evento di estinzione. Questa è  veramente una brutta notizia perché l’estinzione del 50% – scomparsa di una specie significa mancanza di impollinatori – è un vero problema perché tante varietà e tante delle nostre colture alimentari si basano sugli insetti (cioè sulle api) per essere impollinate.

La Rivoluzione non è stata proprio Verde

Il moderno complesso agricolo generato dalla Rivoluzione Verde può averci permesso una maggior quantità di cibo, ma la dipendenza da questo carissimo tipo di modello industriale  richiede un pedaggio eccessivamente alto:

  • I prodotti dell’agricoltura sono aumentati dopo la rivoluzione verde, ma le necessità energetiche per produrre questi nuovi raccolti è aumentata più velocemente – il rapporto tra colture prodotte e bisogno energetico è diminuito, per il fatto che le varietà High Yielding (HYV) di semi (ad alto rendimento) superano le varietà tradizionali solo se vengono utilizzati c on adeguati sistemi di irrigazione, pesticidi e fertilizzanti.
  • L’agricoltura della Rivoluzione Verde produce monoculture di cereali. Questo tipo di agricoltura si basa su un ampio uso di pesticidi perché i sistemi di monocultura – con la loro mancanza di variazioni genetiche – sono particolarmente sensibili alle infestazioni degli insetti.
  • La transizione dall’agricoltura tradizionale all’agricoltura Verde significa che gli agricoltori sono diventati dipendenti da modelli industriali – non idonei ai modelli delle fattorie. Gli agricoltori si sono trovati ad affrontare un grosso aumento di costi, perché hanno dovuto acquistare macchine agricole, fertilizzanti, pesticidi, attrezzature per l’irrigazione e semi.
  • L’aumento della meccanizzazione nelle aziende agricole più grandi ha fatto perdere una grande fonte di occupazione nell’economia rurale. Nuovi macchinari – trattori a gas, ma anche macchine che raccolgono cotone –  tutto per ridurre drasticamente il bisogno di manodopera.
  • Meno persone sono state colpite dalla fame e sono morte di  fame – ma molte altre sono colpite da malnutrizione per carenza di ferro o di vitamina A.  Il grano della Rivoluzione Verde non ha gli stessi valori nutrizionali delle varietà tradizionali. Il passaggio da colture multiple con forti rotazioni ad una mono-produzione o alla coltivazione di due sole colture riduce la notevolmente la fertilità del terreno e il valore nutrizionale del nostro cibo.
  • La Rivoluzione Verde ha ridotto la biodiversità agricola puntando su poche varietà per ogni raccolto e l’approvvigionamento alimentare potrebbe essere suscettibile di agenti patogeni che non possono essere controllati da agro-chimici.
  • Molte peculiarità genetiche preziose, coltivate come varietà tradizionali per migliaia di anni, sono ormai andate perdute.
  • La piante selvatiche e la biodiversità animale sono state danneggiate perché la Rivoluzione Verde ha esteso lo sviluppo agricolo su nuove aree dove, prima, c’erano terreni non idonei o troppo aridi per essere coltivati.
  • Il fenomeno 20/80 – cioè il rapido aumento delle dimensioni delle aziende e la concentrazione della produzione in mano a grandi produttori – significa che il 20% dei produttori genera l’80% di tutta la produzione agricola.
  • Come risultato delle moderne pratiche di irrigazione, le falde acquifere in posti come l’India (che una volta segnava il più grande trionfo di Borlaug) o come il Midwest degli Stati Uniti si sono esaurite. Esistono due tipi di falde acquifere: le rinnovabili, come la maggior parte delle falde in India dove le falde sono poco profonde sotto la pianura della Cina settentrionale – esaurimento significa che la velocità massima di pompaggio viene ridotta automaticamente alla velocità del tempo di rinnovamento – oppure le falde acquifere fossili o non rinnovabili, come l’acquedotto Ogallala negli Stati Uniti, le falde profonde sotto la pianura della Cina settentrionale, o quelle dell’Arabia saudita. quando si esauriscono si finisce di pompare. Nelle regioni più aride come gli Stati Uniti sud-occidentali o il Medio Oriente, mancanza di acqua per l’irrigazione potrebbe significare fine dell’agricoltura.
  • Le tecniche della Rivoluzione Verde si basano fortemente su fertilizzanti chimici, pesticidi e erbicidi, alcuni dei quali sono sviluppati da combustibili fossili che rendono il regime agricolo dipendente dai prodotti petroliferi
  • I metodi di coltura dipendono fortemente dai fertilizzanti chimici che non mantengono la fertilità naturale del terreno e poiché i pesticidi producono parassiti resistenti, gli agricoltori necessitano sempre di più fertilizzanti e pesticidi per ottenere gli stessi risultati.
  • L’aumento della produzione alimentare e il basso prezzo degli alimenti hanno portato alla sovrappopolazione in tutto il mondo.

Ho già detto che attualmente utilizziamo le risorse rinnovabili di 1,6 pianeti e che entro il 2030 utilizzeremo le risorse rinnovabili di due interi pianeti. Lo facciamo in agricoltura – con l’uso massiccio di fertilizzanti, di gasolio, di insetticidi, di pesticidi,  di acqua dolce per irrigazione ecc.

Qualcuno ha pensato a quali altri effetti si verificheranno sul nostro ambiente se continuiamo ancora con questi fertilizzanti, pesticidi, insetticidi e erbicidi?

Come faremo, con l’aumento dell’inquinamento emesso dai combustibili fossili e con l’uso dell’acqua dolce per l’irrigazione, a consentire alle grandi aziende agrarie ad alimentare altri 2,2 miliardi di persone in più?

Avete mai pensato al fatto che esistono miliardi di persone (che non vivono nemmeno ad uno stile di vita occidentale) a cui piacerebbe vivere, o almeno consumare, come un qualsiasi americano o australiano? Cosa succederebbe se l’urbanizzazione aumentasse all’infinito e se tutti i nuovi  urbanizzati appena arrivati  pretendessero di accedere agli standard di vita occidentali e se cominciassero a salire nella scala proteica insieme a quei  2,2 miliardi di nuovi consumatori che arriveranno a sedersi intorno al tavolo?

È ovvio che il mondo avrebbe bisogno di una nuova azienda agricola – una con le dimensioni del Sudafrica.

Purtroppo l’ONU dice invece che – entro il 2030 – un’area grande due volte come il Sudafrica diventerà improduttiva a causa della desertificazione, del degrado della terra e della siccità.

Desertificazione

La desertificazione è un fenomeno che si colloca tra le più grandi sfide ambientali del nostro tempo. Purtroppo, la maggior parte delle persone non ne parla o semplicemente non lo conosce. La desertificazione non significa l’avanzamento dei deserti che possono e che si espandono naturalmente.

 

Desertificazione è un processo  diverso in cui la terra delle aree aride o  semi-secche si  degrada –  il terreno perde la sua produttività e la vegetazione che lo copre scompare o si degrada fino  al punto in cui l’erosione del vento e dell’acqua possono portare via lo strato coltivabile lasciando solo polvere e sabbia sterile.

Desertificazione e degrado del suolo sono un problema globale perché la desertificazione già colpisce un quarto della superficie totale del mondo di oggi.

Sembra che oggi il ritmo di degrado delle terre coltivabili sia 30-35 volte più alto del tasso storico. Ogni anno, la desertificazione degraderà più di 12 milioni di ettari di terreno seminativo, equivalente alla perdita di una superficie seminativa grande come la Francia ogni 18 mesi.

Il problema della desertificazione non è nuovo, ha sempre svolto un ruolo significativo nella storia umana, contribuendo persino al crollo dell’impero più antico del mondo,  L’impero Accadico della Mesopotamia.

Il cambiamento climatico può accelerare e intensificare il processo di degradazione.

Cambiamenti Climatici

Quando Norman Borlang fece le sue previsioni sulle capacità di sostentamento di esseri umani sul nostro pianeta, i Cambiamenti Climatici non erano ancora un fattore importante da considerare per il suo modello, come lo sarebbero stati oggi.

Secondo la scienza il mondo continuerà a diventare sempre più caldo, i banchi di ghiaccio polari si scioglieranno, come faranno i ghiacci della Groenlandia e la maggior parte degli altri ghiacciai. Più luce solare sarà assorbita dagli oceani della Terra, causando una maggiore evaporazione ed il vapore acqueo, che è un gas a effetto serra, raddoppierà gli effetti degli altri gas serra. Con la fine del ghiaccio della Terra ci sarà significativamente meno luce solare riflessa nello spazio, quindi grandi distese di tundra artica scongelandosi rilasceranno incredibili quantità di metano, un gas serra ventidue volte più potente del CO2.

Il flusso della corrente polare già è stato alterato, i grandi meandri – i fiumi marini  – che vanno da nord a sud  sono diventati una regola – deviando dal loro solito percorso e dirigendosi verso nord in Canada, la corrente che porta aria calda scende in profondità e va verso sud, verso l’Europa, facendo registrare freddo e neve a livelli record.

Le correnti oceaniche saranno ancor più alterate impattando sul clima e sul livello del mare – le coste saranno inondate obbligando a migrazioni di massa verso l’interno. Le sorgenti di acqua dolce saranno contaminate dall’acqua salata, e le zone che una volta erano abitabili diventeranno inabitabili.

Per effetto delle temperature medie globali più alte la fascia tropicale delle piogge si allargherà notevolmente e le zone secche subtropicali spingendosi verso il polo, provocando variazioni profonde in regioni come il sud-ovest americano e l’Australia meridionale, che saranno sempre più suscettibili di siccità prolungate e intense .

Una relazione del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha concluso che i cambiamenti climatici porteranno a un caldo estremo, a precipitazioni pesanti e a venti delle tempeste tropicali a elocità estreme. Eventuali eventi meteorologici estremi avverranno sempre più frequentmente, il clima della zona in cui viviamo, se non è già cambiato, cambierà. Tutti stiamo guardando e vivendo questi eventi e questi cambiamenti in tempo reale perché i cambiamenti che di solito impiegavano decine e decine di migliaia di anni, ormai si stanno verificando in pochi decenni.

Conclusione

Gli esseri umani stanno cambiando il mondo che li circonda da decine di migliaia di anni. È praticamente questo quello che stiamo facendo, stiamo cambiando l’ambiente con i nostri progetti e poi restiamo indifferenti per gli effetti prodotti dalle nostre azioni. Uno dei problemi più fondamentali (oltre al rapido esaurimento delle nostre risorse idriche di acqua dolce) che ci siamo creati da soli è l’impatto delle attività umane sulla terra che dobbiamo coltivare per la nostra stessa sopravvivenza.

La nostra popolazione sta esplodendo, la nostra domanda per i tesori del mondo (per le risorse naturali) corre, il nostro atteggiamento “chissenefrega” dell’inquinamento e della distruzione dell’ habitat stanno facendo aumentare quella pressione che una volta era tollerabile, ma che in certi campi ha già superato il punto di rottura degli ecosistemi in tutto il mondo.

Hanno ragione Norman e Ester ? La crescita della popolazione marcia verso il futuro insieme ai progressi tecnologici che si allineeranno con la crescita della produzione alimentare?

Avevano ragione con il loro pessimismo malthusiano?

Non credo, ma avrebbero potuto pensare a farvi mangiare a base di alghe, meduse e tofu.

Buon appetito.

Cibo, acqua dolce e  cambiamento climatico  adesso si cominciano a vedere sul vostro radar?  

Se no, forse dovreste cercarli meglio

*  *  *

Fonte: ZEROHEDGE.COM

4- mag. 2017
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org  e l’autore della traduzione Bosque Primario
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