Pepe Escobar
strategic-culture.org
È stato qualcosa da vedere. Dmitri Medvedev, ex presidente russo, atlantista impenitente, attuale vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, ha deciso di parlare fuori dai denti in uno sfogo che ha eguagliato l’esordio in combattimento del signor Khinzal, che aveva causato stupore e un palpabile shock in tutto il NATOstan.
Medvedev ha detto che le “infernali” sanzioni occidentali non solo non sono riuscite a paralizzare la Russia, ma si stanno invece “ritorcendo contro l’Occidente come un boomerang.” La fiducia nelle valute di riserva sta “svanendo come la nebbia del mattino” e abbandonare il dollaro USA e l’euro non è più irrealistico: “L’era delle valute regionali sta arrivando.”
Dopo tutto, ha aggiunto, “non importa se lo vogliono o no, dovranno negoziare un nuovo ordine finanziario (…) E allora l’ultima parola sarà di quei Paesi che hanno un’economia forte e avanzata, finanze pubbliche sane e un sistema monetario affidabile.”
Medvedev ha rilasciato la sua succinta analisi anche prima del D Day – questo giovedì, la data stabilita dal presidente Putin, dopo la quale i pagamenti per il gas russo da parte delle “nazioni ostili” saranno accettati solo se in rubli.
Il G7, prevedibilmente, ha assunto una posizione (collettiva): noi non pagheremo. “Noi” significa i 4 che non sono grandi importatori di gas russo. “Noi,” inoltre, significa l’Impero della Menzogna che detta le regole. Per quanto riguarda i rimanenti 3, che saranno in gravi difficoltà, non solo sono grandi importatori ma sono anche le nazioni sconfitte della Seconda Guerra Mondiale – Germania, Italia e Giappone, ancora, de facto, territori occupati. La storia ha l’abitudine di giocare scherzi perversi.
Il diniego non è durato a lungo. La Germania è stata la prima a cedere – anche prima che gli industriali, dalla Ruhr alla Baviera, inscenassero una rivolta di massa. Scholz, il patetico cancelliere, ha chiamato Putin, che ha dovuto spiegare l’ovvio: i pagamenti dovranno essere effettuati in rubli perché l’UE ha congelato le riserve in valuta estera della Russia – in una rozza violazione del diritto internazionale.
Con pazienza taoista, Putin ha anche espresso la speranza che questo non rappresenti un deterioramento dei termini contrattuali per gli importatori europei. Gli esperti russi e tedeschi dovrebbero riunirsi e discutere i nuovi termini.
Mosca sta lavorando ad una serie di documenti che definiscono il nuovo accordo. Essenzialmente, questo stabilisce che niente rubli, niente gas. I contratti diventano nulli una volta che si viola la fiducia. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno rotto accordi legalmente vincolanti con sanzioni unilaterali e, in più, hanno confiscato le riserve estere di una nazione – nucleare – del G20.
Le sanzioni unilaterali hanno reso dollari ed euro senza valore per la Russia. L’isteria non porta da nessuna parte, la questione sarà risolta – ma alle condizioni della Russia. Punto. Il Ministero degli Esteri aveva già avvertito che il rifiuto di pagare il gas in rubli avrebbe portato ad una grave crisi di mancati pagamenti e fallimenti a livello globale, una reazione a catena infernale di transazioni bloccate, congelamento di beni collaterali e chiusura di linee di credito.
Quello che accadrà dopo è parzialmente prevedibile. Le aziende dell’UE riceveranno la nuova serie di regole. Avranno tempo per esaminare i documenti e prendere una decisione. Quelle che diranno “no” saranno automaticamente escluse dal ricevere forniture dirette di gas russo – con tutte le conseguenze politico-economiche del caso.
Ci sarà qualche compromesso, naturalmente. Per esempio, parecchie nazioni dell’UE accetteranno di usare i rubli e aumenteranno le loro acquisizioni di gas in modo da poter rivendere il surplus ai loro vicini e ottenere un profitto. E alcune potrebbero anche decidere di comprare gas al momento sul mercato spot.
Quindi, la Russia non sta imponendo un ultimatum a nessuno. Il tutto richiederà tempo – è un processo in corso. Con anche qualche azione secondaria. La Duma sta contemplando l’estensione del pagamento in rubli ad altri prodotti essenziali – come petrolio, metalli, legname, cereali. Dipenderà dalla voracità collettiva dei chihuahua dell’UE. Tutti sanno che la loro incessante isteria può tradursi in una colossale rottura delle catene di approvvigionamento in tutto l’Occidente.
Ciao ciao oligarchi
Mentre le classi dirigenti atlantiste sono andate completamente fuori di testa, ma rimangono ancora concentrate sulla lotta fino all’ultimo Europeo per estrarre ogni residua, palpabile ricchezza dell’UE, la Russia sta mantenendo i nervi saldi. Mosca, infatti, è stata abbastanza indulgente, evocando lo spettro della mancanza di gas in primavera, invece che in inverno.
La Banca centrale russa ha nazionalizzato i guadagni in valuta estera di tutti i principali esportatori. Non c’è stato nessun default. Il rublo continua a salire – e ora è ritornato, più o meno, alle quotazioni antecedenti l’operazione Z. La Russia rimane autosufficiente dal punto di vista alimentare. L’isteria americana su una Russia “isolata” è ridicola. In tutta l’Eurasia ogni attore che conta – per non parlare degli altri 4 BRICS e praticamente tutto il Sud globale – non ha demonizzato e/o sanzionato la Russia.
Come bonus extra, probabilmente l’ultimo oligarca in grado di influenzare Mosca, Anatoly Chubais, non c’è più. Chiamatelo un altro epocale trucco storico: l’isteria sanzionatoria occidentale ha, di fatto, smembrato l’oligarchia russa – il progetto preferito di Putin fin dal 2000. E questo implica il rafforzamento dello stato russo e il consolidamento della società russa.
Non conosciamo ancora tutti i fatti, ma possiamo affermare che, dopo anni di attenta valutazione, Putin ha deciso veramente di rischiare il tutto per tutto e rompere la schiena all’Occidente – usando quella triade (l’imminente guerra lampo nel Donbass, i laboratori statunitensi di armi biologiche, il progetto ucraino di armi nucleari) come casus belli.
Il congelamento delle riserve estere doveva essere previsto, soprattutto perché la Banca centrale russa aveva aumentato le proprie riserve di titoli del Tesoro USA fin dal novembre dello scorso anno. Poi c’è la seria possibilità che Mosca possa accedere a riserve estere “segrete” offshore – una matrice complessa costruita con l’aiuto di insider cinesi.
L’improvviso passaggio da dollari/euro a rubli è stata una vera e propria mossa di judo geoeconomico di livello olimpico. Putin ha invogliato l’Occidente collettivo a scatenare il suo demente attacco di isteria sanzionatoria – e lo ha rivoltato contro l’avversario con una sola, rapida mossa.
Ed eccoci qui, a cercare di assorbire tutti questi rivoluzionari e ben sincronizzati sviluppi che seguono la militarizzazione degli asset del dollaro: la rupia-rublo con l’India, il petroyuan saudita, le carte Mir-UnionPay co-badged emesse dalle banche russe, l’alternativa SWIFT Russia-Iran, il progetto EAEU-Cina di un sistema monetario/finanziario indipendente.
Per non parlare del colpo da maestro della Banca centrale russa, che ha fissato 1 grammo d’oro a 5.000 rubli – che è già intorno ai 60 dollari, e sta salendo.
Insieme a No Rubli No Gas, quello che abbiamo qui è che, di fatto, l’energia è stata ancorata all’oro. I chihuahua dell’UE e la colonia giapponese dovranno comprare molti rubli utilizzando l’oro o comprare molto oro per avere il loro gas. E c’è di meglio. La Russia, nel prossimo futuro, potrebbe nuovamente ri-ancorare il rublo all’oro. Potrebbero essere 2.000 rubli, 1.000 rubli, anche 500 rubli per un grammo d’oro.
Tempo di essere sovrani
Il Santo Graal nelle discussioni in corso su un mondo multipolare, fin dai vertici BRICS degli anni 2000 con Putin, Hu Jintao e Lula, è sempre stato come aggirare l’egemonia del dollaro. Ora la cosa è proprio di fronte a tutto il Sud globale, come un’apparizione benigna con un sorriso da gatto del Cheshire: il rublo d’oro o il rublo sostenuto da petrolio, gas, minerali, esportazioni di materie prime.
La Banca centrale russa, a differenza della Fed, non pratica il QE e non esporta inflazione tossica nel resto del pianeta. La Marina russa non solo garantisce la sicurezza di tutte le linee di comunicazione marittime russe, ma i sottomarini russi a propulsione nucleare sono in grado di spuntare in tutto il pianeta, senza preavviso.
La Russia è molto, molto avanti nel mettere in pratica il concetto di “potenza navale continentale.” Il game-changer strategico si era verificato nel dicembre 2015, nel teatro siriano. La quarta divisione sottomarina con base nel Mar Nero come star dello spettacolo.
Le flotte navali russe possono ora impiegare missili Kalibr in uno spazio che comprende l’Europa orientale, l’Asia occidentale e l’Asia centrale. Il Mar Caspio e il Mar Nero, collegati dal canale Don-Volga, offrono uno spazio di manovra paragonabile al Mediterraneo orientale e al Golfo Persico messi insieme. 6.000 km di lunghezza. E non c’è nemmeno bisogno di accedere alle acque calde.
Questo copre circa 30 nazioni: la tradizionale sfera d’influenza russa, i confini storici dell’impero russo e le attuali sfere di rivalità politica/energetica.
Non c’è da stupirsi che la Beltway sia impazzita.
La Russia garantisce la navigazione attraverso l’Asia, l’Artico e l’Europa, in tandem con la rete ferroviaria Eurasia-wide BRI.
E, ultimo ma non meno importante, non si scherza con un orso nucleare.
Essenzialmente, questo è ciò che caratterizza la vera politica di potere. Medvedev non si stava vantando quando aveva detto che l’era della moneta unica di riserva era finita. L’avvento di una valuta di riserva globale basata sulle risorse significa, in poche parole, che il 13% del pianeta non dominerà più l’altro 87%.
È il redux del NATOstan contro l’Eurasia. Guerra Fredda 2.0, 3.0, 4.0 e persino 5.0. Non ha importanza. Tutte le precedenti nazioni del Movimento dei Non Allineati (NAM) vedono da che parte soffiano i venti geopolitici e geoeconomici: il tempo di affermare la loro reale sovranità è a portata di mano, mentre l'”ordine internazionale basato sulle regole” morde la polvere.
Benvenuti alla nascita del nuovo sistema mondiale. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, in Cina, dopo aver incontrato diverse controparti da tutta l’Eurasia, non avrebbe potuto delinearlo meglio:
“Si sta formando una nuova realtà: il mondo unipolare sta irrevocabilmente diventando un ricordo del passato, un mondo multipolare sta prendendo forma. È un processo oggettivo. È inarrestabile. In questa realtà, “governerà” più di una potenza – sarà necessario negoziare tra tutti gli stati chiave che oggi hanno un’influenza decisiva sull’economia e sulla politica mondiale. Allo stesso tempo, rendendosi conto della loro situazione speciale, questi Paesi assicureranno il rispetto dei principi di base della Carta delle Nazioni Unite, compreso quello fondamentale – l’uguaglianza sovrana degli stati. Nessuno su questa Terra dovrebbe essere considerato un attore minore. Tutti sono uguali e sovrani.”
Pepe Escobar
Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2022/03/31/meet-the-new-resource-based-global-reserve-currency/
31.03.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org