Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Sono passate poche settimane dall’annuncio da parte della BCE della messa a punto di uno scudo anti-spread per salvare il sistema-euro, che già arrivano le prime indiscrezioni su come intendono dirigere l’orchestra a Francoforte.
E’ l’Agenzia Reuters a darne la notizia e le specifiche.[1]
Il nuovo strumento anti-frammentazione della Bce di Christine Lagarde sarà orchestrato in questo modo: la banca centrale europea acquisterà bond emessi da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia con parte dei proventi che incasserà con i bond di Germania, Francia e Olanda giunti a scadenza. Dovrebbe essere questo lo schema di acquisti di BTP e di altri titoli di stato della periferia che la Bce avrebbe in mente per tenere sotto controllo gli spread (nel caso dell’Italia spread BTP-Bund).
Potrebbe essere questo in sostanza, lo strumento anti-frammentazione dei debiti dei paesi membri, a cui la Bce starebbe lavorando con l’obbiettivo di salvare i nostri BTP e quindi l’Euro.
La stampa ancora allineata al “pensiero unico” in tema di debito pubblico, ha già identificato l’operazione come un travaso di soldi dal Nord a Sud, dai paesi virtuosi come Francia, Olanda e Germania, verso i paesi indebitati Italia, Grecia, Spagna, Portogallo.
Non solo, ma anche buona parte dell’informazione indipendente cade in questo tranello, con titoli che pregustano fantomatici flussi di denaro che da Nord dovrebbero finire nelle tasche dei paesi del Sud.
Noi sappiamo bene che non è… e non sarà così!
I popoli del Sud possono sognare tranquillamente senza speranza, nemmeno un euro in più affluirà nelle loro tasche. Per quello sappiamo occorrono le politiche fiscali dei governi e qui invece siamo nel campo di quelle monetarie, messe in atto delle banche centrali.
Lo scudo anti-spread, come già spiegato più volte e ripetuto qui sopra, ha come unico ed essenziale obbiettivo, quello di salvare la moneta unica ed il sistema di cambi fissi funzionale a tenere in vita la colonizzazione in atto dei popoli e dei paesi europei.
E per ottenere questo vitale obbiettivo, come possiamo ben vedere, sono disposti a tutto; perfino a rinnegare di volta in volta, tutti i dogmi da sempre prospettati alla plebe come verità assolute per far accettare loro l’inimmaginabile.
Con l’introduzione dell’OMT prima e del QE dopo, è caduto completamente il dogma dei mercati che decidono i tassi ed ora con lo scudo anti-spread così articolato, si arriverà a fare quello che per 23 anni pareva essere il frutto proibito dell’Eden: ovvero mettere in comune i debiti pubblici dei paesi membri, attraverso la garanzia della Banca Centrale Europea.
Nel frattempo questo dogma ha fatto in modo che, dall’entrata dell’euro, gli italiani pagassero di tasca loro, attraverso il prelievo fiscale, una media di circa 70/80 miliardi all’anno di interessi in più rispetto ai tedeschi. Una spesa pubblica ed un sacrificio pagato con il sudore ed il sangue dei lavoratori, che si sarebbe potuta evitare a costo zero, attraverso la semplice attuazione dello scudo in questione.
Purtroppo per noi, da sempre, le azioni dell’élite di comando sono sempre state caratterizzate dalla totale indifferenza, per quello che era il destino di famiglie ed imprese, e solo adesso si prodigano con solerzia ad attuare certe misure (un tempo bandite), solo perché si rendono conto del reale pericolo che sta correndo la moneta unica.
Tutto questo rappresenta la dimostrazione pratica e quindi la pistola fumante che prova il reato commesso dai nostri governanti nei confronti del loro popolo.
I fallimenti, i suicidi per ragioni economiche, la disoccupazione, i tagli alla sanità, all’istruzione e la precarietà dei trasporti, sono solo alcune delle immani conseguenze derivanti da questa loro azione.
E’ innegabile che oltre 20 anni di avanzi primari conseguiti dai nostri governi, al netto di questi interessi pagati – solo perché il dogma dei trattati impediva alla BCE di svolgere, il per lei semplicissimo compito di azzerare gli spread – abbiano inciso in maniera essenziale sul pessimo stato di salute in cui versa la nostra economia ormai da tempo memorabile.
Sul perché lo hanno fatto ne abbiamo parlato molte volte e tornare ancora ad esporre il disegno predatorio identificato nella lotta di classe dell’élite a danno della maggioranza, contribuisce solo ad acuirne il rammarico.
La presidente dell’Eurotower non si è tuttavia sbilanciata, limitandosi a dichiarazioni del tipo: “il nuovo strumento sarà efficace, proporzionato e conterrà salvaguardie sufficienti per preservare la spinta degli stati membri verso una politica fiscale solida”.[2]
Ma secondo le indiscrezioni che sono emerse in occasione del forum annuale delle banche centrali tenutosi a Sintra in Portogallo (i cui lavori, iniziati nella giornata di lunedì 27 giugno, sono terminati ieri, 29 giugno), Reuters nel descrive il piano anti-spread della banca centrale, sottolinea che la Bce “ha diviso i 19 paesi membri dell’Eurozona in tre gruppi: donatori, destinatari degli aiuti e neutrali“: una differenziazione effettuata sulla base del valore degli spread (nel caso dell’Italia spread BTP-Bund) e sulla velocità con cui gli stessi sono saliti nelle ultime settimane.
Immagino già che a Karlsruhe, molti saranno già caduti dalla sedia!
E chissà che non sia la volta buona che decidano di uscire dall’euro?
Del resto sappiamo bene che storicamente per i tedeschi, quando il “troppo è troppo”, le decisioni drastiche non tardano ad arrivare.
Oggi un paese di matrice mercantilista come la Germania, si trova improvvisamente con una bilancia commerciale negativa e con la reale prospettiva che questa, possa addirittura peggiorare nel prossimo futuro, stante il fatto di dover sottostare ai diktat del duo Biden-Draghi, sul blocco alle importazioni del gas russo (vitale per l’industria teutonica), ed acconsentire controvoglia, all’invio di armi in Ucraina; di fatto compromettendo sempre più i rapporti commerciali con la Russia, per loro da sempre partner strategico.
In una situazione del genere credo che a livello politico sarà molto difficile far accettare a quella enorme massa di tedeschi, da sempre in linea con il pensiero di Karlsruhe, di condividere il loro debito con quello di italiani, greci e spagnoli.
Vuoi vedere che alla fine, se parliamo di nazioni – quando verrà tirata la riga finale sui conti dell’esperimento euro – chi avrà tratto i maggiori benefici sarà proprio la colonizzatrice europea per eccellenza, ossia la Francia. Seguendo l’andamento delle bilance commerciali, in base agli insegnamenti della MMT, questo sospetto parrebbe divenire realtà.
Insomma i cugini d’oltralpe con una bilancia commerciale perennemente e massivamente negativa, sono riusciti a fare in modo che la BCE mantenesse per lunghi anni, in sostanziale parità, il differenziale fra i loro titoli e quelli tedeschi. E se guardiamo bene, i metodi usati, il filo rosso che lega la Francia ai poteri global-dem americani, è ancora più evidente: utilizzo dei cambi fissi (l’euro in pratica è il Franco delle colonie) e fregiarsi del benefico titolo di utilizzatore netto di beni prodotti da altri in cambio di estratti conto denominati in moneta che non si svaluta mai.
Tornando a parlare di scudo anti-spread, vedo già che i più scaltri, si stanno chiedono che fine abbia fatto il piano a firma Draghi-Giavazzi-Macron, il quale, come sappiamo, prevedeva il trasferimento della parte di debito emesso durante la pandemia, oggi in pancia della BCE, al MES. A quanto pare sembra che non vedrà mai la luce, troppo complicato da strutturare al momento. Il tempo stringe e l’euro è veramente a rischio e questo i suoi ideatori lo sanno bene. Mettere in piedi il complicato gioco delle tre carte, ideato dal braccio destro di Draghi, l’economista Giavazzi, solo per fare ingoiare il MES all’Italia ed a qualche altro paese europeo, avrebbe fatto sì che il rischio di vederlo atterrare quando l’eurozona fosse già disintegrata, fosse molto concreto.
Tanto è bene essere chiari, il nostro paese con Mr. Britannia al governo è come se di fatto il MES lo abbia già firmato.
Ricordiamolo per i meno attenti, il MES ha solo lo scopo di commissariare i governi in modo che ogni loro decisione di politica fiscale, debba passare dal veto della Troika. Ha il preciso scopo di applicare in modo ferreo le massacranti politiche di austerity per arrivare all’espoliazione totale degli asset del paese.
Ed il nostro premier questo compito dimostra quotidianamente, di saper svolgerlo addirittura meglio della Troika.
Quindi nessun problema, barra diritta, niente perdite di tempo, la BCE faccia quello che deve fare al resto ci pensa SuperMario.
Su questa scia, se ci pensate, si inseriscono alla perfezione le nuove e recenti manovre in atto nel mondo della nostra politica, che attraverso il principio della trasversalità (linea-guida del potere massonico), sta già lavorando per mettere tutti d’accordo per un Draghi-bis anche dopo il passaggio elettorale in arrivo.
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Fonte: Con Draghi a Roma garante della Troika può partire lo scudo anti-spread della BCE – Megas Alexandros
NOTE
[1] EXCLUSIVE ECB to channel cash from north to south in bid to cap spreads – sources | Reuters