DI MARCO GIANNINI
comedonchisciotte.org
Proprio oggi si è appreso che Matteo Salvini, sempre più sceriffo, ha aperto un nuovo fronte con(tro) l’alleato pentastellato: la droga, nella fattispecie la questione consumatore-spacciatore.
Salvini ha dichiarato di non voler punire il consumo ma di essere mosso da un intento lodevole e cioè il togliere dalle strade gli spacciatori, a prescindere se costoro siano in possesso o meno di “modiche quantità”: dato che il 5s è a favore della legalizzazione della Cannabis, parlare di “fronte” da parte mia e magari anche di “inopportunità” (nella tempistica) non è un peccato almeno dal punto di vista pentastellato (anche se, come noto tra i lettori, sono tra quelli che apprezzano questo Governo e il rapporto di fiducia tra Luigi Di Maio e Salvini).
Premetto che sulla tematica “legalizzala” (Cit. Articolo 31) sono più vicino alle idee di Salvini ma comprendendone pro e contro non mi reputo assolutamente un “talebano” di una o dell’altra posizione.
Secondo il vicepremier leghista, tuttavia, la questione della legalizzazione (che lo vede contrario) è comunque tutta un’altra storia rispetto a ciò che chiede lui e ha dichiarato di aver già chiarito questo con gli alleati.
Salvini tuttavia vuole presentare un DDL esclusivamente leghista in Parlamento (tradotto “non votato dai 5s ma da Lega, Forza Italia e FdI”) perché, a suo dire, chi gira per strada con sostanze stupefacenti ha comunque pessime intenzioni e inoltre (e qua ha ragione), mettendosi alla guida può anche ferire, o peggio, uccidere innocenti; il leader leghista ha aggiunto inoltre di voler inasprire le pene detentive e le multe per i colpevoli di spaccio.
Va detto che è sempre ostico distinguere chi consuma da chi spaccia ma la Legge, in merito, valuta gli eventuali fermati, mediante un combinato disposto:
1) tabelle che a seconda della sostanza indicano le quantità massime del principio attivo e dello “stock” sequestrato.
2) la presenza o meno di strumenti per lo spaccio (bilancini di precisione, arnesi da taglio, materiali per l’impacchettamento ecc).
Inquadrata la questione ed appurato che si parla di un Disegno di Legge veniamo al punto:
Chi navighi in rete ha subito notato che immediatamente frotte di influencer ascrivibili (un occhio nemmeno tanto “fino” lo capisce immediatamente) a partiti di opposizione, di centro destra, si sperticano in commenti giustizialisti, “gridati”, inneggianti al “pugno di ferro” ecc ecc ecc.
Per ripagarli di tanto impegno civico mi sono ricordato di una battaglia che feci scattare nel 2007 (meglio dire, la ideai, come possono testimoniare alcuni giornalisti di Pietrasanta) da singolo cittadino, mediante una semplice pagina facebook che poi venne clonata da molte altre: Il Test del capello (cocaina) per i Parlamentari.
Inutile dire che quando salì agli onori delle cronache la “battaglia” nessuno si degnò di ricordarmi, tra ospitate su Rai 3 ed interviste sui giornali: come spesso avviene in Italia queste cose, poi finiscono per essere cavalcate da decine di “paladini” in cerca di notorietà e tutto si perde nel nulla.
Nel 2012 aderii al M5s (che ho lasciato nel 2017), e visto che nessuno ne parlava più da anni (ovviamente) “riservatamente” (nel senso che la scrissi senza credere che potesse essere notata) pubblicai in breve tempo la proposta sulla piattaforma del Movimento (quella antica in cui le proposte ricevevano le stelline).
Tiziana Ciprini (deputata pentastellata che nel 2015 aveva recensito il libro di economia https://www.youtube.com/watch?v=rxgDPdGlo04 ) la portò in Parlamento nel 2016 perché probabilmente ne aveva sentito parlare, con mio sommo piacere (ma fu bocciata).
Ebbene, visto che adesso i miei articoli sono letti in media da 75 mila utenti propongo questa raccolta firme indirizzandola al Parlamento e mi attiverò direttamente con alcuni politici a Roma per farli impegnare molto seriamente: ne vedremo delle belle!
Questo è il link: entrate e firmate…
https://www.change.org/p/camera-dei-deputati-test-del-capello-cocaina-per-i-parlamentari .
Questa proposta non è in nessun contratto: ce la mettiamo? Sono certo che chi ha così a cuore il tema non tarderà a creare un altro DDL di questo tipo rivolto al Legislatore!!!
La proposta recita così:
Si propone che sia approvata una Legge che inserisca come requisito per chi si candidi a Camera e Senato il seguente impegno: gli eletti nel Parlamento Italiano dovranno svolgere con cadenza trimestrale ed obbligatoriamente un test del capello per constatare che non consumino cocaina.
In caso contrario o se trovati positivi decadranno dalla carica con effetto immediato.
Acquistare e/o consumare cocaina equivale a finanziare la malavita più sanguinaria e le nostre più alte Istituzioni devono tenersi lontane da contatti diretti o indiretti con mafie e criminalità di ogni risma.
Un consumatore che rappresenti gli italiani nelle più alte Istituzioni è tenuto a:
1) Essere mentalmente libero dagli effetti di sostanze che anche a distanza di tempo dall’uso inficiano il giudizio e la stabilità.
2) Non avere rapporti e/o interessi con spacciatori, cioè criminali: possono arrivare a ricattarlo.
3) Chi consuma è direttamente interessato e quindi in conflitto di interesse nel legiferare (compresi i DDL).
Vi diranno (ne dico alcuni): “allora andrebbe fatta anche per i dottori, ”per gli assistenti di volo”, “per i giudici” ecc ecc “o a tutti o nulla”! Questo è un sofisma, allargare la cosa per depotenziarne la giustezza!
Intanto iniziamo da lì, da chi decide (facendo passare tutto sopra le nostre teste).
Si chiama coerenza.
Marco Giannii
Fonte: www.comedonchisciotte.org
7.03.2019