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Molti esperti sostengono che la paura del Coronavirus sia esagerata, però nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che il tasso di mortalità dal Wuhan Coronavirus (noto come CoVid-19) è del 3,4% a livello globale. L’influenza spagnola del 1918 – che uccise decine di milioni di persone – aveva un tasso di mortalità più basso, stimato dall’OMS tra il 2/3%. Per consolarci allora potremmo chiederci se il Coronavirus possa essere forse meno contagioso della spagnola … ma sfortunatamente sembra esserlo addirittura di più.
Il CDRAP (Center for Infectious Disease Research and Policy) sostiene che il nuovo coronavirus ha un valore R0 di 2,2, il che significa che ogni paziente potrebbe infettare più di altre 2 persone. Se la stima fosse accertata renderebbe il CoVid-19 più contagioso del virus pandemico del 1918, che aveva un R0 di 1,80.
L’OMS aggiunge anche che il valore R0 del Coronavirus in Cina era inizialmente compreso tra 2/2,5, ma gli scienziati del Los Alamos National Laboratory hanno affermato che in realtà è tra 4,7/6,6 (anche se quel numero scende tra 2,3/3 dopo le quarantene).
Purtroppo però non abbiamo ancora i dati necessari di cui abbiamo bisogno per determinare quanto sia letale. I dati sulla mortalità non sono chiari e c’è un dibattito ancora aperto al riguardo.
Potremmo anche aggiungere che finora il CoVid-19 sembra essere letale soprattutto per gli anziani, e in particolare per quelli che accusano patologie complesse e pregresse, al contrario invece della spagnola che aveva ucciso molte persone giovani e sane. Sembra quasi che il virus sia stato studiato apposta per eliminare i più vecchi e i più malati dalla faccia della terra. Del resto lo stesso Michael Bloomberg ha detto qualche tempo fa che gli ultranovantenni non andrebbero curati, ma lasciati semplicemente morire.
https://www.youtube.com/watch?v=_c1YKpsz7m4
Se poi navighiamo in acque profonde, scopriamo curiosità sorprendenti. Questo servizio della Televisione Svizzera mette bene in evidenza le manovre dei poteri mondialisti operanti tramite l’OMS e i governi, grazie alla propaganda terroristica ripetuta negli anni sul fenomeno montato e in gran parte artificioso delle pandemie.
Sembra che anche il nostro governo sia stato “commissariato” dall’OMS, visto che a fianco del Presidente del Consiglio, a dirigere la gestione della crisi, c’è proprio un esponente dell’OMS, un certo prof Gualtiero Walter Ricciardi. Sempre presente anche nei vari dibattiti Tv, L’aria che tira, Omnibus, Tagadà… sempre pronto a difendere le direttive ferree del governo, a terrorizzare il pubblico con scenari pluridistopici, e ben disposto ad insinuare messaggi subliminali. Preoccupato inoltre che il virus possa diffondere un clima di xenofobia e razzismo verso gli stranieri.
Walter Ricciardi, un curriculum da urlo: professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, è stato nominato a capo del “Mission Board for Cancer” istituito dalla Commissione Europea nel quadro di Horizon Europe, il prossimo programma di ricerca e innovazione dell’UE (2021-2027), che si occuperà di valutare e approvare i finanziamenti per progetti di ricerca in ambito oncologico.
Profilo taumaturgico, nominato consigliere del ministero della Salute per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali per l’emergenza Covid-19, si è affrettato a dichiarare: “Ora tocca a noi garantire l’alleanza tra scienza, politica e media, tre pilastri che possono fare la differenza. Se la scienza è virtuosa e capace di comunicare, se la politica è in grado di governare e i media sapranno farsi ascoltare, si può forse dare vita a uno scenario per l’Italia e per il mondo. Sempre che i pilastri vadano di pari passo, alleati tra loro. Se qualcuno dei tre devia, allora è tutto più complicato.”
Scienza, politica e media quindi fermamente alleati verso un unico obiettivo: sconfiggere il famigerato virus. Che però fino a quando ci saranno folle di vaccinandi agli angoli delle strade in attesa di essere salvati, non potrà essere debellato definitivamente, a meno che si estingua per evoluzione naturale, così come avvenuto per la Sars nel luglio 2003.
“La situazione attuale è che siamo ancora nella fase in cui riteniamo che questi focolai endemici possano essere contenuti e che quindi l’infezione si possa in qualche modo limitare a quelle grandi zone dell’Italia del Nord dove si sono concentrate, evitando che diventi un’epidemia tutta italiana e che si espanda alle altre regioni” dice. Ma allora perché questi provvedimenti non sono stati presi un mese fa, visto che stavamo assistendo da gennaio all’evidenza pandemica della situazione cinese?
Medico e professore universitario, siede in diverse commissioni di grande prestigio internazionale. Molte le sue doti, un’innata simpatia, la disinvoltura davanti alle telecamere, ottimo comunicatore, ex attore, ed ex responsabile del dipartimento salute e sanità per il movimento “Italia Futura” di Luca Montezemolo, con la prospettiva di mancata elezione per la lista Mario Monti alle politiche del 2013, per un’eventuale ascesa al podio del Ministero della salute.
Di lui e dei suoi presunti conflitti d’interesse si è occupato “VacciNazione“, il libro di Giulia Innocenzi, all’origine di ben tre interrogazioni parlamentari, due in Italia e una in Europa.
Ricciardi infatti negli anni scorsi è stato una sorta di braccio armato delle politiche sanitarie dei governi Renzi e Gentiloni. Fu chiamato ai vertici della Sanità italiana dal Ministro Lorenzin nel 2014, come Commissario Straordinario dell’Iss, per poi diventarne l’anno seguente presidente. Una scelta evidentemente di carattere non solo meritocratica, ma anche politica.
E’ ormai accertato che abbia fatto consulenze per le case farmaceutiche dei vaccini. Per un incarico assunto in Europa, Ricciardi dovette precisare le sue responsabilità professionali presso la Commissione europea nel marzo 2013. Il documento rivela che l’ex presidente dell’Iss ebbe a stilare gli HTA (Health Technology Assessment), cioè le valutazioni dell’impatto sulla salute di una serie di vaccini. Quello che balza agli occhi è che l’ultimo vaccino per cui fece da consulente fu quello contro il Meningococco B, che è stato poi inserito nel Piano nazionale sui vaccini, nonostante il parere contrario di molti ricercatori dello stesso Iss.
I membri del gruppo di lavoro “Vaccino Veritas” avevano inviato a suo tempo al ministro della Salute Giulia Grillo una richiesta di attivazione di una Commissione d’Inchiesta Ministeriale a carico di Ricciardi per «valutazione conflitti d’interesse e omissione di peculiari informazioni a garanzia della tutela della Salute Pubblica, nonché dell’integrità, indipendenza e trasparenza della Pubblica Amministrazione».
Il Codacons aveva presentato una diffida urgente e pubblicato tutti i rapporti intercorsi tra Ricciardi e le aziende farmaceutiche produttrici di vaccini.
Numerosi sono infatti i conflitti d’interesse per alcuni suoi incarichi presenti o passati: membro dell’European Steering Group sulla sostenibilità dei sistemi sanitari e relatore del Libro Bianco europeo, iniziativa finanziata dalla casa farmaceutica AbbVie; membro del Comitato scientifico del Centro di Ricerca sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi, che nel progetto Academy of Health Care Management and Economics collabora con la Novartis; responsabile scientifico del Primo Libro Bianco sull’Health Technology Assessment (HTA) in Italia e del progetto ViHTA, iniziative finanziate da GlaxoSmithKline.
La lista che Ricciardi presentò alla Commissione europea è la seguente: Novartis per il vaccino MenB (2012); Menarini per il vaccino Nebivololo (2012); Menarini per il vaccino Remimazolam (2012); IBSA per il vaccino Fostimon (2012); GlaxoSmithKline per il vaccino Belimumab (2011); Pfizer per il vaccino Enbrell (2011); Pfizer per il vaccino PCV13 (2011); Astellas Pharma per il vaccino Mycamine (2010); Amgen Dompè per il vaccino Prolia (2010); Wyeth Lederle per il vaccino Prevenar (2009); Novartis per il vaccino Lucentis (2009); Sano Pasteur per il vaccino Gardasil (2008); GlaxoSmithKline per il vaccino Syn orix (2008); GlaxoSmithKline per il vaccino Lapatinib (2008); GlaxoSmithKline per il vaccino HPV (2007).
Da notare che dei 15 prodotti citati, 6 sono vaccini e il resto non lo sono, anche se Ricciardi li elenca tutti come tali, sia nella Dichiarazione del 2013 che in quella depositata nel 2014. Poi anche un altro incarico del Ricciardi incuriosisce parecchio, quello presso la Altis OPS srl, dove OPS sta per «Omnia Pharma Service», una vera e propria società di lobbying che lavora nel settore farmaceutico.
L’apprendista attore fino a 30 anni, si è dunque trasformato in professionista sciamano, già vicepreside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dal 2012, e direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli.
È stato anche il primo curatore non inglese dell’Oxford Handbook of Public Health Practice, pubblicato dalla Oxford University Press, e primo componente non americano del National Board of Medical Examiners degli USA; dal 2010 al 2014 presidente dell’European Association of Public Health, l’associazione di tutte le società di Sanità Pubblica dei Paesi della Regione Europea dell’OMS.
Nel 2013-2014, su commissione delle Nazioni Unite ha coordinato la prima indagine di benchmarking sui rischi professionali del personale dell’UNHCR, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Si dimise poi da presidente dell’Iss nel gennaio 2019, in polemica con la presunta scarsa collaborazione instaurata a suo dire dal Governo gialloverde e con le posizioni assunte da importanti esponenti dell’esecutivo su questioni di sanità, in particolare, su vaccini, termovalorizzatori, rapporto tra immigrazione e diffusione di malattie, da lui definite ascientifiche e antiscientifiche.
Insomma una personalità di assoluto prestigio in ambito medico internazionale, molto attento alla divulgazione dell’uso dei vaccini. Che ci ricorda che solo l’alleanza tra scienza, politica e media ci potrà salvare.
La politica quindi sembra aver delegato alla scienza la gestione dei comportamenti e dei problemi sociali. Siamo ad un passo dalla sorveglianza scientifica di massa già realizzata in Cina, dove il Covid-19 è servito mirabilmente allo scopo, e dove la potente gabbia digitale sta gradualmente potenziando l’efficacia dello stato onniveggente.
Il governo cinese ha infatti sottoposto la cittadinanza a monitoraggio sui dati personali, tramite le app scaricate dallo smartphone e fornite da Alibaba e Tencent.
Sulla base delle risposte, gli algoritmi hanno mostrato un codice sanitario colorato di verde, giallo o rosso, per indicare la probabilità d’intercettazione del coronavirus, imponendo la quarantena ai detentori di codice rosso.
Mentire naturalmente è fuori discussione, perché tutte le informazioni fornite, ubicazione, soggiorni in hotel o viaggi, vengono verificate in modo incrociato con i Big data governativi, che vanno dai dati sulla posizione dello smartphone agli acquisti di biglietti ferroviari.
La lotta contro l’epidemia di Covid-19 sta dimostrando l’efficacia del sistema di rilevamento dati, ma anche i suoi lati oscuri. Se sta combattendo con successo un virus, immaginiamo quanto potrebbe essere efficace nella lotta contro le proteste sociali.
Sebbene sia difficile valutare la relazionare tra salute pubblica, privacy e diritti individuali in un’emergenza sanitaria, l’epidemia rivela aspetti preoccupanti della rete di sorveglianza cinese.
Alla fine quindi nessun timore per il virus, o i Big Data o Vaccinator ci salveranno.
07/03/2020