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Reddito di sudditanza

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A cura di Davide
Il 8 Ottobre 2018
222 Views

FONTE: ROSSLAND

Da IlCorriere.it

Di Maio -“Rispondendo a una domanda, ha poi precisato: «Non diamo l’opportunità di prendere soldi standosene sul divano, perché tutti dovranno avere la giornata impegnata per la formazione e per i lavori di pubblica utilità». Questo vuol dire che non si avrà tempo per lavorare in nero e chi imbroglia si becca fino a 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge”.

1. “prendere soldi standosene sul divano” ricorda il noto “…con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro” della Fornero.
Siamo lì: i poveri disoccupati, tali per decisioni prese dai politici sulla loro testa, sono sempre dei mangia pasta a sbafo e lavativi buoni solo a far niente, seduti o svaccati sul divano.
Penoso doverlo risentire, speravo di no.

2. “dovranno avere la giornata impegnata per la formazione e per i lavori di pubblica utilità” –

I corsi di formazione al lavoro non sono roba inventata da Di Maio: da anni se ne fanno di ogni tipo in tutto il paese, finanziati dal FSE o dalle Regioni e gestiti da enti accreditati.
E da quel che so, i corsisti che poi hanno trovato un lavoro, intendo un vero lavoro, sono pochini. Docenti dei corsi e dipendenti delle società che li organizzano a parte.
Poi c’é da considerare che i corsi organizzati con i soldi del FSE venivano (non so se è ancora così) retribuiti con 3€/h. e quindi, calcolando circa 7h al giorno, si arriva(va?) frequentando tali corsi, a incassare circa 420€ al mese. Senza minacce di anni di galera e senza ditini alzati su immorali divani e pastasciutte.
Pare poi che i percettori del futuro RdS avranno anche l’obbligo di almeno 8h impegnate in lavori di pubblica utilità (immagino una volta finiti i corsi).
In altri tempi, i lavori di pubblica utilità venivano offerti ai disoccupati per garantire loro una retribuzione, vogliamo quindi calcolare il valore economico di quei lavori a 8.50€ l’ora? Sarebbero circa 270€ al mese, se vivessimo in un mondo normale. E invece saranno a gratis, perché già compresi nei 780€.

3. I 780€/mese – La cifra è calcolata a nucleo familiare, non a singolo individuo, quindi dalla misura immagino saranno esclusi i giovani laureati che vivono in famiglia in attesa di uno stipendio vero che consenta loro di farsi una vita: se i tuoi guadagnano, tu sei costretto o a campargli sulle spalle a vita o a espatriare. Nulla di nuovo.
Il nucleo familiare, per accedervi, dovrà poi avere un Isee di poco superiore ai 9mila euro anno.
Che corrispondono a uno stipendio di circa 750€ al mese, se per 12 mesi.
Se in una famiglia è disoccupata la moglie, e il marito porta a casa invece 850€ lordi al mese, sono fuori (l’Isee è calcolato al lordo, e tiene conto anche del saldo medio di conto corrente).
Hanno un figlio? Forse avranno agevolazioni per scuola o asilo, ma nel RdS non rientreranno.

4. Di Maio: «il reddito sarà erogato su una carta -. Questo permette la tracciabilità, non permette evasione o spese immorali e quindi permette di utilizzare questi soldi per la funzione per cui esiste, cioè assicurare la sopravvivenza minima dell’individuo. Quindi alimentari e beni di prima necessità»

Sentir parlare di “tracciabilità” e “spese immorali” nel concedere 780€ di RdS, condizionato da obblighi di corsi 8 ore al giorno e 8 ore a settimana di lavori socialmente utili, fa capire quanto questo giovane Viceministro non abbia proprio idea di quanto costi “la sopravvivenza minima” a una famiglia fra alimentari, bollette, trasporti, assicurazioni e Tari varie, che si pagano anche se non si hanno introiti di alcun tipo.
Che spese immorali immagina Il Viceministro si possano fare con 780€ al mese per camparci magari in 3?
I dementi in rete straparlano di “gente che se li gioca”, “gente che se li beve”, “gente che si compra l’iPhone”, dimostrando che la platea di imbecilli che sentenziano su cose di cui non hanno idea è infinita e varia.

La misura è per ora destinata solo a famiglie in difficoltà con almeno un componente disoccupato, e voglio provare a fare un esempio di famiglia che potrebbe averne diritto.

Facciamo che ho 30 anni, sono laureata e sposata, ho un bambino che va all’asilo, mio marito è laureato ma disoccupato da 2 anni, e io riesco a guadagnare qualcosa facendo la domestica la mattina e riesco a portare a casa con questo lavoro part-time, circa 500€ al mese.
Ho un Isee sotto i 9mila, per cui il nostro nucleo familiare rientra nella platea dei possibili percettori del RdS.

Attualmente, avendo un Isee sotto i 7.500€/anno, ogni anno presento domanda per avere bonus gas/energia/idrico.
Sono pochi euro di risparmio in bolletta, ma in miseria anche quei 150/180€ totali di risparmio annuo sono importanti.
In più, sempre per Isee basso, ho esenzione sui ticket (non su tutto) e per la eventuale mensa dell’asilo.
Siamo in affitto (chi vive in casa di proprietà vedrà ridotto l’importo di circa 400€, ritenuto il costo medio di un affitto, ovviamente nel mondo di papalla), 500€/al mese, e per pagarlo attualmente rientriamo fra i percettori di un’integrazione all’affitto erogato dalla Regione di circa 150€/mese.
In casa entrano quindi ora circa 650€/mese, ed essendo in 3, siamo comunque costretti a chiedere aiuto alle nostre famiglie per avere “la minima sopravvivenza”.

Se mio marito, disoccupato, rientra fra i possibili percettori, i suoi futuri 780€ di RdS al mese porteranno il nostro reddito annuale oltre la soglia Isee che ora ci consente di avere i bonus, l’esenzione ticket e la mensa scolastica per il piccolo.

Quindi, già dall’anno successivo, non solo i 780€ di RdS non gli saranno più riconosciuti perché l’Isee supererà la soglia dei 9mila euro previsti dalla misura (i suoi 780€/mese + i miei 500€/mese superano i 15mila l’anno), ma perderemo i pochi benefici che il nostro attuale reddito da fame almeno ci consentiva.

Il tutto, senza altra garanzia che l’obbligo a frequentare corsi 7/8h al giorno, l’obbligo di 8 ore a settimana in lavori di pubblica utilità per il Comune, a essere tracciato su cosa e come spende quasi fosse un delinquente in libertà vigilata che è necessario monitorare.

Poi, diciamolo, finiti i corsi (che si fanno già), finiti i soldi (li danno per 3 anni, non all’infinito), il lavoro chi lo garantisce? Dov’é? Dove si trovano tutti ‘sti lavori per ridare dignità ai milioni di cittadini poveri e disoccupati?

A tavolino, Di Maio i conti li fa tornare così:

“L’obiettivo, ha dichiarato Di Maio, è quello di far spendere le risorse distribuite ai bisognosi «nei negozi italiani, nelle attività sul suolo italiano, perché vogliamo iniettare nell’economia reale 10 miliardi di euro ogni anno, che significa far ripartire non solo i consumi, ma anche la vita delle imprese e dei commercianti e tutti gioveranno del reddito di cittadinanza».

Tradotto: il RdS (Reddito di Sudditanza) usa i poveri disoccupati come una sorta di elicopter money, dove a far girare le pale dell’elicottero come benzina ci saranno i percettori i quali dovranno spendere quei soldi, non immoralmente e non all’estero (non potranno andare a puttane né andare a comprare cioccolato in Svizzera, per capirci).
E però i percettori, già minacciati di 6 anni di galera, che girano le pale dell’elicottero per far piovere quei soldi sui commercianti e sulle imprese, che dovranno impegnarsi ai corsi forzati, ai lavori forzati per il Comune, insieme serviranno su un piatto d’oro all’Istat e a chiunque ne sia interessato, anche svariati dati sui loro consumi personali, sulle loro abitudini di spesa, sulle loro debolezze (ti piacciono i biscottini al miele, eh?) e sulle loro perversioni (ma ci si potranno comprare gli anticoncezionali e i preservativi oppure no? No, a meno che si riesca a farli rientrare come spesa farmaceutica di prima necessità, boh?).

Insomma, alla fine, nulla che non si sia già visto: corsi già esistono, bonus energia e gas, ecc., già definiscono chi è povero e chi non lo è (non accedi a questi aiuti se non porti  anche gli estratti conto bancari).
Manca il lavoro, non i corsi, non i lavori socialmente utili.
Mancano i soldi per vivere, non le lezioncine e le minacce preventive.
E se non hai un reddito, con 780€ in 3 e in affitto, non ci campi comunque (“chi non li spende tutti se li vedrà ridotti” è parte degli insulti all’intelligenza del RdS…)

Ciò che non si capisce (cioè si capisce benissimo) è per quale ragione chi ha un Isee sotto una certa soglia non possa essere destinatario di un versamento mensile direttamente nel conto corrente quale forma di aiuto senza condizioni.
Perché, al di là delle sciocchezze, una cosa è certa: come tracciano le spese della eventuale carta del RdC, così già oggi chi presenta richiesta per bonus energia, di integrazione all’affitto o per qualunque altra forma di aiuto economico previsto dall’attuale sistema, viene scannerizzato direttamente nel conto corrente dall’Agenzia delle Entrate.
Che non perdona, e mi pare giusto.
Ma se già oggi funziona così, vuol dire che il sistema di verifica e controllo del diritto all’aiuto è comunque possibile ed esiste già, senza carte (con estremo godimento e lucro del sistema interbancario), senza ricatti, senza ditini alzati e senza minacce di galera e moralizzazione dei consumi del povero cristo (chissà com’é che ai ricchi nessuno mai fa la morale…).
Invece, mi tocca rileggere la Fornero in peggio.
Forse, più che accettare questo Reddito di Sudditanza che è un insulto ancora prima di essere attivato, i poveri disoccupati dovrebbero imparare come si fa a farsi rispettare dai vitelloni con iPhone che passano davvero la giornata a cazzeggiare sulle panchine: imparare a stare tranquilli sulle panchine, innanzitutto; e al primo che se ne lamenta alzare subito la voce urlando: ” No buono mangiare, no wi-fi, tu dare me soldi o buttiamo cibo merda e matterassi giù dalla finestra”.

 

Fonte: http://rossland.blogspot.com

Link: http://rossland.blogspot.com/2018/10/reddito-di-sudditanza.html

7.10.2018

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