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La Redazione

 

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Quando il banchiere centrale diventa l’Imperatore

Intervista a Isabel Schnabel, membro del Comitato Esecutivo della Bce: nell'era dell'indipendenza delle banche centrali, i governatori-banchieri, ormai hanno assunto un ruolo di predominio sulla politica. Numeri elettronici replicabili su un computer e resi scarsi intenzionalmente oltre a false convinzioni dottrinali guidano le nostre vite nel baratro ad esclusivo vantaggio di una élite "satanicamente" predatoria.
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Il 26 Settembre 2022
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Jerome Powell (Federal Reserve) assieme a Christine Lagarde (Bce)

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

L’indipendenza delle banche centrali, oltre a essere una forma di tutela della democrazia, serve a proteggerci dagli aumenti spropositati dell’inflazione. Anzi, è stato dimostrato che tanto più una banca centrale è indipendente, quanto più l’inflazione è adeguatamente contenuta. Non si tratta di un’opinione personale o politica, ma di uno studio pubblicato nel 1993 sul Journal of Money, Credit and Banking e intitolato Central Bank Indipendence and Macroeconomic Performance: Some Comparative Evidence [1] . Gli autori, Alberto Alesina e Lawrence H. Summers, in pratica, ‘misero sotto osservazione’ un periodo di trentatré anni, dal 1955 al 1988, e ne trassero una sintesi comparativa.

Come vedete il movimento di pensiero che ha portato a voler rendere indipendenti dai governi, le banche centrali del mondo occidentale, parte da lontano ed ha raggiunto il suo massimo esperimento sul campo nel continente europeo, per mezzo dell’istituto centrale con sede a Francoforte (la BCE).

Sarebbe da sprovveduti per non dire ingenui, non farvi notare come tra gli autori dello studio sopra citato, ci sia il defunto economista nostrale Alberto Alesina, che in coppia con l’altro economista Francesco Giavazzi ha “fiancheggiato” per tre decadi Mario Draghi, in ogni stanza dove si prendevano tutte decisioni che hanno, poi condotto la nostra economia all’attuale livello di devastazione.

Alla luce di quella che è la realtà odierna, basterebbe rileggere le frasi conclusive dello studio (sopra sottolineate) – addirittura senza approfondirlo – per sorridere e cestinarlo; se, naturalmente non ci fossero di mezzo trenta anni di vite spezzate, famiglie distrutte e fallimenti infiniti.

E’ bene sottolinearlo con forza, l’indipendenza delle banche centrali, ha prodotto tutto il contrario di quello che l’economista fidato di Mario Draghi, insieme ad altri, sostenevano nel loro documento: la tutela della democrazia si è trasformata nel nostro paese in una oligarchia pura, un “sistema” a carattere masso-mafioso, ormai provato dai fatti e perfino confessato da alcuni dei partecipanti; ed il proteggerci dagli aumenti spropositati dell’inflazione al contrario, ci sta facendo vivere la più devastante speculazione sull’energia e sui beni alimentari, mai vista prima.

Di fronte a questi chiari risultati, sarebbe da ingenui, pensare che i suddetti economisti non abbiano confezionato tali studi, su ordine ed a misura, dei poteri che poi, sostenuti dai giornalisti di regime, hanno usato queste “frodi” per colonizzare e depredare l’intero nostro paese.

In definitiva credere all’indipendenza della banche centrali è come credere alle favole e privarle del controllo di una istituzione democratica è il modo perfetto per farle dipendere da qualcun’altro, privo di questa caratteristica. Insomma, senza fare tanti giri di parole, si tolgono dal controllo dei governi per asservirle agli stessi poteri profondi che ne hanno magnificato l’indipendenza stessa.

Nonostante la verità sia venuta fuori e sia sotto gli occhi di tutti, gli stessi personaggi, non si fanno remore a continuare imperterriti sullo stesso sentiero che vede il “dogma” dell’indipendenza delle banche centrali non essere intaccato da nessuna riflessione. Tanto la maggioranza degli italiani neanche comprende di cosa si parla!

Attraverso l’indipendenza dei banchieri centrali (oggi assurti al ruolo di veri e propri imperatori), si continua ad usare questo potere totale, per infondere crisi infinite, seguite da soluzioni scientificamente studiate ed impartite per rendere ancora più gravi le crisi stesse.

E’ il caso del fenomeno inflattivo in corso, di origine speculativa e geopolitica, pensato dai “potenti” e lasciato libero di montare dai banchieri centrali che in accordo con i governi corrotti, privano il popolo della liquidità necessaria, essenziale per risolvere il problema in modo definitivo. Non solo, gli stessi banchieri, fanno credere di arginare il problema attraverso la misura dell’aumento dei tassi; misura che, come sappiamo è nella migliore delle ipotesi inutile, quantomai dannosa se applicata in economie in stato recessivo.

In realtà a Francoforte c’è qualcuno che si rende conto di quanto tutto questo sia errato ed in contrasto con i dettami della scienza economica; ma come un drogato insegue la sua dose giornaliera – pur sapendo che lo porterà alla morte – gli stessi proseguono incuranti del male che stanno provocando, sulla strada della falsità.

E’ il caso di Miss Isabel Schnabel – membro del Comitato Esecutivo della BCE – portata allo scoperto da questa bella intervista rilasciata all’ottimo e concreto intervistatore Florian Schmidt.

Vi riporto qua sotto l’intervista opportunamente tradotta e vi invito a leggerla attentamente. Questa è una chiara testimonianza, per non dire la prova, che le cose stanno precedendo con il “pilota automatico” inserito, senza nessuna possibilità che il pilota in carne ed ossa, si svegli per deviare la rotta verso il baratro.

Si continua ad approcciarsi all’inflazione come se questa non fosse frutto dell’opera umana, ma un evento naturale che appare d’improvviso come un terremoto, una bomba d’acqua o uno tsunami; mentre la dottrina ci dice chiaramente che è sempre e soltanto una conseguenza di politiche fiscali sbagliate o assenti da parte dei governi. Proprio quelle politiche fiscali che oggi sono volutamente impedite dall’aver reso indipendenti le banche centrali e corrotto i governi.. il tutto, seguendo i consigli dei fidati economisti di Mario Draghi.

Buona lettura.

Intervista a Isabel Schnabel, Membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea

Di Florian Schmidt, ecb.europa.eu

  • Signora Schnabel, lei viene da Dortmund, una città di grandi lavoratori, o “Malocher” come vengono chiamati a livello locale. Quante volte pensa a queste persone in un contesto di alta inflazione?

Molte persone sono preoccupate di non essere in grado di pagare le bollette energetiche. Alcuni addirittura faticano a pagare il cibo alla fine del mese perché i prezzi stanno aumentando così tanto. Questo mi preoccupa molto perché noi della BCE siamo responsabili della stabilità dei prezzi nell’area dell’euro. È nostro compito garantire che l’inflazione annua sia al 2% nel medio termine. In questo momento siamo lontani dal nostro obiettivo: l’inflazione è troppo alta.

  • L’inflazione in Germania è stata del 7,9% ad agosto. Lo vedremo mai cadere?

Sì, ma non subito, purtroppo. L’attuale inflazione è principalmente guidata da un forte aumento dei prezzi dell’energia. Un altro fattore è l’interruzione delle catene di approvvigionamento legate alla pandemia, che sta rendendo molti prodotti più costosi. Stiamo anche assistendo a una crescita significativa dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo. La nostra politica monetaria ha scarso impatto su ciò che sta accadendo sui mercati globali delle materie prime.

  • Come mai?

La politica monetaria della BCE influenza l’inflazione principalmente attraverso la domanda. Quando i tassi di interesse aumentano, i prestiti diventano più costosi e il risparmio diventa più interessante. Ciò riduce la domanda di prodotti, sia da parte dei consumatori, che spendono meno, sia da parte delle aziende, che investono meno. Le aziende non possono più aumentare i prezzi così rapidamente perché ci sono meno persone che vogliono i loro prodotti. Di conseguenza, l’inflazione scende. Ma questo richiede tempo.

  • Quanto tempo?

Probabilmente ancora per un po’. L’inflazione potrebbe continuare a crescere nel breve termine, nonostante i recenti aumenti dei tassi di interesse.

  • Allora, quando cadrà di nuovo?

Secondo le nostre proiezioni, ci vorrà fino al 2024 perché l’inflazione si stabilizzi intorno al nostro obiettivo del 2%.

  • In altre parole, continuerete a mancare il vostro obiettivo di inflazione per più di un anno. Avete fallito?

Come ho detto, l’attuale inflazione è in gran parte dovuta a fattori che non possiamo influenzare direttamente. La guerra in Ucraina aggrava la situazione. Pesa sulla crescita economica e fa salire ulteriormente l’inflazione. Ma abbiamo gradualmente normalizzato la nostra politica monetaria già dal dicembre dello scorso anno. In primo luogo, abbiamo interrotto ulteriori acquisti di titoli di Stato. Poi, da luglio, abbiamo aumentato i tassi ufficiali due volte in modo significativo, lasciando dietro di sé tassi di interesse negativi e zero. All’inizio di settembre abbiamo addirittura aumentato i tassi di 0,75 punti percentuali. Questo ha inviato un segnale importante: stiamo facendo tutto il necessario per riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2%.

  • Troppo tardi, secondo i critici.

In attesa delle nostre misure, i tassi di interesse sui mercati finanziari hanno iniziato a salire molto prima e sono aumentati molto rapidamente. Vale anche la pena ricordare che da quando è iniziata la pandemia, abbiamo dovuto affrontare un’enorme incertezza. Quando l’ondata di Omicron ha colpito lo scorso inverno, non sapevamo se avremmo potuto guardare ancora una volta a blocchi diffusi. In primavera era impossibile dire quale impatto avrebbe avuto la guerra sugli sviluppi economici e sull’inflazione. Secondo il Consiglio direttivo della BCE, le misure intraprese per raggiungere il nostro obiettivo di inflazione a medio termine erano all’epoca appropriate.

  • Alcuni economisti hanno avvertito dell’aumento dell’inflazione già in primavera. Perché gli esperti della BCE si sbagliavano così tanto?

Con il senno di poi possiamo discutere se avremmo dovuto agire un po’ prima. Ma ora è iniziata l’inversione di tendenza dei tassi di interesse. Siamo sulla strada giusta.

  • Il più recente aumento dei tassi di interesse è stato il più grande nella storia della BCE. Alcune persone ora sono preoccupate che questo possa soffocare l’economia. Cosa c’è di peggio: inflazione o recessione?

La BCE ha un mandato chiaro: la stabilità dei prezzi. Il segnale che abbiamo inviato con il nostro ultimo rialzo dei tassi di interesse è chiaro: stiamo compiendo passi decisivi per contenere l’inflazione e fare in modo che si stabilizzi nuovamente al 2% nel medio termine.

  • Quindi lo sviluppo economico non è importante per te?

Una flessione incombente avrebbe un effetto frenante sull’inflazione. Naturalmente, teniamo conto di questo quando calibramo la nostra politica monetaria. Tuttavia, il punto di partenza dei tassi di interesse è molto basso, quindi è chiaro che dobbiamo continuare ad aumentare i tassi.

  • Succederà già alla prossima riunione del Consiglio direttivo della BCE alla fine di ottobre?

Mi aspetto che il Consiglio direttivo della BCE continuerà ad aumentare i tassi di interesse nella sua prossima riunione. Quello che non posso dire è quanto sarà grande questo aumento o a che livello smetteremo di aumentare i tassi. Stiamo decidendo incontro per incontro, sulla base di una valutazione di tutti i dati economici e di inflazione.

  • L’istituto ifo si aspetta che la Germania affronti una “recessione invernale”? Te lo aspetti anche tu?

Per l’area dell’euro nel suo insieme prevediamo attualmente una stagnazione economica piuttosto che una recessione. Purtroppo la situazione in Germania è peggiore. A causa della sua forte dipendenza dal gas russo, la Germania è stata particolarmente colpita. Una recessione potrebbe essere potenzialmente inevitabile qui.

  • Ciò causerà anche licenziamenti di massa?

Finora il mercato del lavoro si è dimostrato molto solido. Il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è ai minimi storici; molti paesi, Germania inclusa, stanno addirittura sperimentando una carenza di manodopera. Molte aziende potrebbero ritenere nel loro interesse mantenere il proprio personale nonostante le difficili condizioni aziendali.

  • Ciò significa che le cose potrebbero non essere poi così male?

Si spera che la maggior parte dei lavoratori mantenga il proprio lavoro. Ma le persone sentiranno comunque gli effetti dei prezzi elevati, specialmente quelli a basso reddito, perché i salari non stanno al passo con l’aumento dei prezzi.

  • Ciò a sua volta può comportare un’elevata inflazione radicata nelle menti di molte persone. Quanto la preoccupa?

Le aspettative di inflazione giocano un ruolo cruciale nelle nostre decisioni. Vediamo con una certa preoccupazione che sempre più persone si aspettano che l’inflazione superi il nostro obiettivo del 2% anche a medio termine. Ciò rende ancora più importante inviare segnali chiari che le persone possono fare affidamento sulla BCE e che l’inflazione scenderà nuovamente.

  • E perché la gente dovrebbe credervi, proprio ora?

Perché la BCE ha dimostrato più volte in passato di rispondere adeguatamente agli sviluppi economici. Abbiamo agito con decisione nei momenti in cui l’inflazione era troppo bassa e durante la pandemia di coronavirus abbiamo contribuito in modo significativo a far uscire l’Europa da questa grave crisi economicamente in buona forma. In questo modo abbiamo dimostrato che i cittadini possono fare affidamento sulla banca centrale. Le persone possono fidarsi di noi; assolveremo il nostro mandato e garantiremo la stabilità dei prezzi.

  • Ma cosa succede se ciò non funziona e se le persone si aspettano comunque tassi di inflazione costantemente elevati?

Un pericolo è l’emergere di una spirale salari-prezzi. Se i dipendenti, sullo sfondo delle crescenti aspettative di inflazione, chiedono aumenti salariali molto elevati e le imprese li trasmettono attraverso prezzi ancora più elevati, salari e prezzi possono aumentare a vicenda. Ma al momento non vediamo segni che ciò accada. La crescita dei salari è aumentata, ma è ancora moderata.

  • Davvero? Nell’attuale ciclo di trattative salariali, il solo sindacato tedesco dei lavoratori metalmeccanici IG Metall chiede un enorme aumento salariale dell’8,2%.

Finora, gli accordi salariali non sono riusciti a tenere il passo con l’inflazione. I salari corretti per i prezzi sono in calo, il che significa che il potere d’acquisto si sta riducendo.

  • Quindi un accordo una tantum tra datori di lavoro e dipendenti su un aumento sostanziale non farebbe aumentare automaticamente l’inflazione?

Dobbiamo evitare che le persone si aspettino un’inflazione costantemente elevata. Ecco perché stiamo monitorando da vicino le dinamiche di crescita salariale.

  • I governi europei stanno ora impiegando una serie di strumenti nel tentativo di alleviare la pressione sui loro cittadini. L’uso di tali strumenti può compensare la perdita di ricchezza?

L’aumento dei prezzi dell’energia sta rendendo l’Europa più povera. Dobbiamo trasferire una quota maggiore del nostro reddito all’estero per pagare le importazioni di energia. I governi non possono fare nulla per cambiarlo a breve termine. [1] Tuttavia, possono adottare misure mirate per alleviare particolari difficoltà e prepararsi per il futuro. A tal fine, i politici non dovrebbero ignorare gli effetti dei prezzi sul comportamento. Alla fine della giornata, i prezzi più elevati dell’energia ci aiuteranno a diventare meno dipendenti dai combustibili fossili e quindi a raggiungere i nostri obiettivi climatici. Inoltre, sono necessari investimenti per accelerare il passaggio alle energie rinnovabili. Quando si progettano programmi di sostegno fiscale, occorre prestare attenzione affinché non alimentino ulteriormente l’inflazione.

  • Come mai?

Le misure di aiuto del governo per l’ampia massa della popolazione potrebbero stimolare la domanda e far salire l’inflazione. Potremmo quindi dover aumentare ulteriormente i tassi di interesse. Da un punto di vista politico può essere favorevole fare appello a un’ampia fetta dell’elettorato con un pacchetto di misure di soccorso. Ma dovrebbe essere sempre in fondo alla nostra mente che, a lungo termine, dovremo sostenere collettivamente questi costi.

  • Dove lo noti tu stesso in questo momento?

Sono in grado di affrontare la situazione attuale. Naturalmente anche le persone con redditi e ricchezza più elevati staranno meno bene, ma possono attingere più facilmente dai propri risparmi per attutirne gli effetti.

  • E cosa tagli nella tua vita quotidiana?

Innanzitutto cerco di ridurre il mio consumo di energia. Non solo per risparmiare denaro, ma anche per motivi ambientali.

  • In conclusione, torniamo all’Italia, dove domenica prossima potrebbe diventare presidente del Consiglio la candidata anti-UE Giorgia Meloni del partito di estrema destra Fratelli d’Italia (Fratelli d’Italia). Quanto sei preoccupato per questo?

Non commentiamo mai gli sviluppi politici nei singoli paesi. La BCE è indipendente e conduce la politica monetaria per l’area dell’euro nel suo insieme. Ecco perché siamo guidati dall’inflazione nell’area dell’euro, anche se la situazione è naturalmente diversa da un paese all’altro.

  • Anche il livello del debito pubblico è diverso. L’Italia ha un livello molto alto e in futuro risentirà di un rialzo dei tassi di interesse.

La capacità di un paese di onorare il proprio debito dipende fondamentalmente dalla sua crescita economica. Ciò significa che i paesi devono intraprendere un percorso di crescita sostenibile. Il pacchetto di sostegno europeo Next Generation EU, introdotto durante la pandemia, svolge un ruolo significativo in questo senso. È molto importante che i progetti di crescita, finanziati attraverso questo programma, siano perseguiti in modo coerente e pienamente attuati. Questo è un compito dei governi nazionali. Ma siamo tutti sulla stessa barca. Ecco perché è importante sviluppare soluzioni comuni anche a livello europeo per superare la crisi attuale.

Signora Schnabel, molte grazie per questa intervista.

Di Florian Schmidt, ecb.europa.eu

15.09.2022

link fonte: https://www.ecb.europa.eu/press/inter/date/2022/html/ecb.in220922~0f586d9078.en.html 

BREVE COMMENTO

Come vedete, ci si rende conto dell’estrema difficoltà in cui verseranno la maggior parte delle famiglie e delle imprese, in conseguenza del caro-prezzi e del conseguente disastro sociale che dovremo affrontare, ma niente di tutto questo scalfisce il folle pensiero che la moneta è un qualcosa di scarso, che dobbiamo accaparrarci ognuno in lotta contro l’altro. Tutto seguendo l’assurda idea mercantilista che considera necessaria una competizione infinita tra un paese e l’altro (addirittura all’interno di una unione monetaria), che risulta impossibile da realizzare, per logiche ragioni contabili.

Una frase su tutte, nelle risposte della Schnabel, rende perfettamente l’idea della follia che regna nelle menti di questa gente:

[2] – “Dobbiamo trasferire una quota maggiore del nostro reddito all’estero per pagare le importazioni di energia. I governi non possono fare nulla per cambiarlo a breve termine”. 

Come potete vedere, un rappresentante di quello che è l’unico soggetto abilitato ad emettere la moneta euro in regime di monopolio, dal nulla ed in quantità illimitata, ci sta dicendo che in conseguenza del caro energia, è inevitabile che maggiori quantità del nostro reddito debbano essere destinate per pagare le importazioni di energia. Di fatto facendoci intendere che tutti questi soldi vadano a finire nelle tasche di Putin. Ed addirittura che i nostri governi non possono fare niente per cambiare tale situazione.

Avete compreso bene! Un membro della BCE, che un “click” deciso nella notte in coppia con la FED, ha potuto bloccare 630 miliardi di riserve russe e con lo stesso metodo ha già potuto creare 7 miliardi di euro per inviare armi a Kiev, per non parlare dei 2.000 miliardi creati in una notte per salvare l’euro dopo lo scoppio della pandemia, oggi ci verrebbe a dire, in questa intervista scritta, che non è possibile con lo stesso metodo salvare il nostro sistema economico, trasformando dei numeri elettronici su dei computer da euro in rubli, per acquistare tutto il gas necessario.

A voi le conclusioni.

di Megas Alexandros

NOTE

(1) = https://www.jstor.org/stable/2077833?origin=crossref

[2] = Interview with t-online (europa.eu)

Fonte: Quando il banchiere centrale diventa l’Imperatore…… – Megas Alexandros

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