di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Veniamo subito al punto, il transatlantico rappresentato della UE così com’è strutturato, non può navigare in presenza di una bilancia commerciale dell’Unione, stabilmente con segno negativo.
La folle e dogmatica struttura dell’Eurozona che prevede il seguire pedissequamente le regole dei trattati, quali il fiscal compact ed il pareggio di bilancio, non consente a livello matematico e contabile, ai popoli ed agli stati che la compongono, di avere vita al di fuori di una politica economica strettamente mercantilista.
Con la Banca Centrale Europea indipendente dai governi dei paesi membri, alla quale per regolamento non è consentito finanziare direttamente i deficit dei governi stessi, i flussi di soldi – per finanziare una sperata crescita nella migliore delle ipotesi o per mantenere un minimo di equità sociale per non giungere al peggio – possono arrivare soltanto dal conseguimento di surplus commerciali con i paesi fuori dall’eurozona.
Questo assunto lo si può comprendere in in modo semplice ed efficace, studiando la contabilità dei bilanci settoriali che compongono un sistema economico – cosa che la Modern Monetary Theory spiega alla perfezione.
Per chi volesse approfondire consiglio questo breve articolo (“I bilanci settoriali”), che vi aggiungo anche nelle note in fondo all’articolo. [1]
Stiamo parlando di macroeconomia e per capirne i concetti è necessario comprendere profondamente due aspetti essenziali:
– Come è costituito un sistema economico;
– Che cos’è e come funziona la moneta;
Una volta compresi questi due punti, tutto il resto non è altro che una conseguenza naturale.
La moneta sappiamo bene che è un monopolio dello Stato e che per essere ritirata tramite la tassazione, occorre che prima lo Stato stesso (settore governativo), l’abbia immessa nel settore privato attraverso la spesa pubblica. Non c’è logica nel comune concetto, profuso dal main-stream, nel quale si tenta di far credere che uno Stato monopolista della moneta, debba prima procurarsi la moneta stessa per finanziare la sua spesa. Un soggetto, primo ed unico emettitore di un qualcosa, non può richiedere quel qualcosa indietro se prima non l’abbia lui stesso fornita. Spero che su questo concetto non debba esserci più nessun dubbio, anche se molti ancora, sfidando le leggi della fisica, vengono indotti a credere il contrario.
L’altro aspetto che però dovete aver ben chiaro per capire l’analisi del mio articolo, è il funzionamento dei bilanci settoriali.
In breve, parlando del funzionamento di un sistema economico: per ogni singola nazione si può delineare un perimetro virtuale. Tutto quello che rimane all’esterno rappresenta il resto del mondo, mentre all’interno del perimetro troviamo tutti i soggetti economici che costituiscono quella nazione: i cittadini, le aziende, le banche, il Governo e la Banca Centrale.
Questi soggetti vanno a costituire due settori distinti:
– il settore governativo (o pubblico), composto dal Governo e dalla Banca Centrale
– il settore privato: composto da famiglie (cittadini), imprese e banche
L’interfaccia con le altre nazioni invece va a costituire il settore estero.
I tre sottosistemi (pubblico, privato ed estero) interagiscono tra loro attraverso flussi di ricchezza. Ogni settore ha pertanto entrate ed uscite che possono essere schematizzate come nell’esempio della figura postata qua sotto:
La cosa che dovete avere ben chiara, è che la somma algebrica di tutti i flussi finanziari che caratterizzano i tre settori equivale sempre a zero.
Compreso questo possiamo andare avanti con le tesi dell’articolo.
In Europa, quindi (a causa della sua struttura ampiamente esposta), non ci può essere crescita e quindi accumulo di mezzi finanziari netti, eccetto che questi non provengano dal settore estero.
Ovvero, la UE per crescere ha necessità che qualcuno fuori dal continente vada in deficit per consentirne il suo surplus. Questo è un concetto strettamente contabile, sul quale credo nessuno possa obbiettare. Il surplus commerciale, ovvero esportare di più di quello che importiamo, è la caratteristica richiesta ad uno Stato, per attuare appunto quella politica così detta “mercantilista”.
Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che la crescita possa avvenire anche attraverso il credito bancario. In linea di principio l’osservazione è giusta, ma come sapete, la moneta credito trattasi di debito ed in quanto tale prevede a scadenza la sua totale restituzione, quindi nel lungo periodo non cambia la quantità netta di mezzi finanziari all’interno del settore privato. Oltre al fatto, come ben sappiamo, la concessione del credito da parte delle banche segue il ciclo dell’economia ed in caso di crisi economiche come ad esempio quella attuale, gli istituti di credito chiudono i loro rubinetti e quindi non sono in grado di sostenere l’economia a livello finanziario.
Se mi avete seguito fin qua nel ragionamento, potrete anche facilmente constatare la “pura follia” di questo tipo di politica, la quale si scontra chiaramente con l’impossibilità logica, matematica e contabile, di poter essere attuata contemporaneamente da tutti i paesi del mondo.
Insomma, tanto per essere più chiari, non possiamo fare in modo che tutto il mondo sia caratterizzato da esportatori se prima non troviamo qualcuno disposto ad importare, da qualche altro pianeta o galassia dell’universo.
Quindi eccoci qua, abbiamo una Unione Europea, che si rifiuta categoricamente di porre in essere quelle politiche fiscali che mirano alla piena occupazione ed alla crescita di un benessere diffuso. Abbiamo una Banca Centrale completamente indipendente dai governi – i quali, come sappiamo, sono gli unici preposti attraverso le politiche fiscali a perseguire tali obbiettivi – oltre al fatto di garantire i debiti pubblici a fasi alterne. E’ infatti palese che la BCE, in fatto di garanzia del debito, operi su preciso indirizzo dell’élite, solo ed esclusivamente quando ricorrono le esigenze di salvare la moneta euro (QE e scudo anti-spread) e non per salvare il lavoro, le famiglie e le imprese. [2]
A questo dobbiamo aggiungere il rialzo dei tassi messo in atto dalle banche del blocco occidentale, che porterà a breve aziende e famiglie a vedersi aumentare le rate dei propri finanziamenti e gli stati membri a dover pagare più interessi sul debito pubblico, soldi che sempre in virtù del rispetto dei famosi parametri verranno presi dalle tasche degli italiani.
Infine, ma non ultimo, il fenomeno inflattivo in corso che di fatto sta colpendo in modo preciso e “scientifico” le classi a più basso reddito che dopo 30 anni di euro, sono la maggioranza del paese. Non dimentichiamoci che già da uno studio di Bankitalia redatto agli inizi del 2021 (quindi prima del fenomeno inflattivo in corso), venne fuori che 6 famiglie su dieci nel nostro paese, non arrivavano a fine mese. [3]
Guardate nel grafico qua sotto, cosa ci diceva già nel 2015 la CIA World Factbook riguardo alle percentuali di popolazione che vive sotto la soglia della povertà nei paesi europei. E stiamo parlando di uno studio che proviene dalla CIA, ovvero da personaggi che, opinione comune, non sono qualificati come dei santi missionari.
Ho usato il termine “scientifico” nel descrivere la caratteristica del fenomeno del caro-prezzi che sta colpendo il mondo occidentale e l’Europa in particolare nei settori strategici dell’energia ed a più alta diffusione inflattiva come quello alimentare, proprio perché dietro al fenomeno stesso si nasconde sempre la voluta e delinquenziale mancanza delle necessarie politiche fiscale dei governi.
Come spesso ricordato, sono i governi stessi (in quanto emettitori della moneta e quindi, primi a spendere), a determinare i livello dei prezzi. Di conseguenza, deve essere chiaro a tutti, che la sanguinosa speculazione in atto da parte di chi gestisce, in regime pressoché di monopolio certi settori, è messa in atto solo perché i governi stessi acconsentono loro di farlo.
Qualsiasi governo attraverso la politica fiscale e con il sostegno della Banca Centrale, è perfettamente in grado di sostenere i redditi più bassi, sia attraverso sussidi che riportando i prezzi ad un livello desiderato, in modo che il sistema economico possa essere florido e non far sì che si infili in una recessione senza fine.
Ma questo sappiamo bene che in Europa non avverrà mai….. e men che meno in Italia, dove la nostra classe dirigente, completamente inginocchiata a Mario Draghi, risponde in toto ai poteri profondi del nostro paese, i quali non hanno la minima intenzione di rinunciare a questo sistema predatorio messo in atto ai danni della gente, ormai attivo e ben oliato da tre decadi. Un sistema predatorio che vede nell’euro e le sue regole, l’arma di distruzione per eccellenza.
Mai la nostra élite accetterà di uscire dalla moneta unica se non costretta da forze esterne potenti ed estremamente convincenti.
Allora, non ci rimane che attendere il sangue, solo quello forse e purtroppo, potrà fare in modo che la gente comprenda quanto sia grave a livello economico e sociale la situazione nel nostro paese.
di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Fonte: Prepariamoci al sangue!!! – Megas Alexandros
NOTE
[1] I bilanci settoriali – COMPRENDERE IL MONDO (comprendereilmondomoderno.com)
[3] Famiglie ridotte alla fame: 6 su 10 non arrivano a fine mese – Il Paragone