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La Redazione

 

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October surprise

Non chiedetevi cosa farà il Cremlino, chiedetevi invece cosa faranno gli Stati Uniti
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A cura di Markus
Il 5 Ottobre 2022
20677 Views

John Elmer
johnhelmer.org

La reazione ufficiale russa all’attacco al Nord Stream è quella di identificarlo come un’operazione militare statunitense, e di attendere che un’indagine produca le prove. Questo significa aspettare, ritardare. Nessuna ritorsione.

“Come risponderemo?” La portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, giovedì nel briefing più dettagliato uscito finora da Mosca ha parlato così: “Risponderemo con un’indagine. È un obbligo e le nostre forze dell’ordine l’hanno già avviata. Questi [i gasdotti] sono nostre proprietà, risorse e infrastrutture.

“Vorrei poter credere che l’indagine internazionale su ciò che è accaduto ai gasdotti nel Mar Baltico sarà obiettiva… Cercheremo di condurre un’indagine onesta e obiettiva… Spero che qualcuno negli Stati Uniti, o forse qualcuno in Europa – anche se, purtroppo, sull’Europa in questo caso non si può più contare – qualcuno degli investigatori indipendenti abbia il desiderio di chiarire il coinvolgimento degli Stati Uniti, dei servizi speciali e di tutti gli altri organismi [occidentali] in ciò che è accaduto il 25-27 settembre di quest’anno nel Mar Baltico.”

Questo significa che il governo russo sta aspettando, ritardando. Per il momento non ci saranno ritorsioni.

Il motivo è che i funzionari russi sospettano che l’amministrazione Biden stia preparando un October Surprise proprio in vista della giornata elettorale, l’8 novembre: un attacco alle infrastrutture interne degli Stati Uniti – le reti elettriche, per esempio – che sarà volutamente etichettato come la ritorsione russa.

Gli attacchi al Nord Stream sono stati un’operazione militare di Stati Uniti, Polonia, Danimarca e Svezia, con un ulteriore supporto di sorveglianza aerea della NATO dalle basi in Italia. Politicamente, sono stati un attacco alla Germania, ma il cancelliere tedesco Olaf Scholz non ha ancora detto pubblicamente cosa sapeva in anticipo e cosa sa ora.

Chi può sapere cosa accadrà dopo, se non che ora c’è una guerra in Europa, al di fuori dell’Ucraina. La Sorpresa d’Ottobre darà inizio ad una guerra all’interno degli Stati Uniti?

Il Presidente Vladimir Putin è stato accusato di minacciare un’escalation utilizzando le armi nucleari. La Zakharova ha affrontato la questione ricordando chi aveva minacciato per primo la guerra nucleare.

Sono stati loro a sollevare la questione delle armi nucleari. Prendiamo la dichiarazione del [presidente Vladimir] Zelensky nel febbraio 2022, che era stata promossa da Washington; le dichiarazioni dell’allora ministro degli Esteri Liz Truss, e altre dichiarazioni di Zelensky e [dell’ex primo ministro ucraino Yulia] Tymoshenko, tutti quanti avevano detto che le armi nucleari devono essere usate contro la Russia. Molti funzionari ucraini e politici occidentali hanno fatto tali dichiarazioni. Continuano a parlarne e lo fanno apertamente. Mi chiedo se capiscano di cosa stanno parlando. Non credo che tutti loro lo capiscano. Washington non li ha mai fermati, anzi li ha incoraggiati.

Leggete qui della la minaccia di guerra nucleare della Truss alla convention del Partito Conservatore, in agosto. Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves De Drian aveva invece lanciato la sua minaccia il 24 febbraio.

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A sinistra: Elizabeth Truss; al centro, Jean-Yves Drian. A destra: a marzo l’allora ministro della Difesa britannico Ben Wallace aveva approvato l’assistenza britannica per le armi nucleari in difesa dell’Ucraina in una conversazione che pensava di avere con il primo ministro ucraino. Un mese dopo Wallace non aveva escluso la possibilità di usare le sue [quelle inglesi] armi nucleari per “battere” la Russia.

Ci sono cose ancora più orribili“, ha continuato la Zakharova. “La gente comune pensa che le armi nucleari siano bombe o missili. Cosa vediamo ora? Vediamo che la centrale nucleare di Zaporozhye viene bombardata ogni giorno da diversi mesi, pur sapendo che ciò potrebbe avere conseguenze irreversibili e paragonabili all’uso di armi nucleari. Chi sta bombardando la centrale? Noi lo abbiamo detto chi è, è il regime di Kiev. Ma i funzionari internazionali filo-occidentali tacciono o dicono che non è chiaro chi stia bombardando la centrale. Qualcuno ha persino detto che è la Russia a bombardare se stessa. Ora hanno smesso di dirlo. Questo [il bombardamento di una centrale nucleare] è forse meglio dell’uso di armi nucleari? Le radiazioni non si preoccupano di come sono state scatenate, utilizzando armi nucleari “ufficiali” o “sporche” o come risultato di un disastro in un impianto nucleare. Le conseguenze per le persone e per l’umanità nel suo complesso saranno le stesse. Perché nessuno a Washington ha chiesto a Zelensky o ai suoi collaboratori di smettere di bombardare l’impianto? Non sono state fatte dichiarazioni in tal senso. Ciò significa che stanno traendo vantaggio da questa situazione. Questa è la risposta alla domanda su chi usa cosa per minacciare gli altri e chi dice cosa.

L’intervento dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) a favore di Kiev negli attacchi di Zaporozhye può essere seguito qui. Ascoltate qui la discussione sulle prove.

La rottura definitiva della Russia con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres su questo tema, e su molti altri, è avvenuta venerdì scorso, quando il Ministero degli Esteri di Mosca ha dichiarato che [Guterres] è “uno strumento di propaganda e di pressione sugli Stati membri.”

I preparativi per una Sorpresa di Ottobre negli Stati Uniti sono stati segnalati da funzionari statunitensi e promossi da think tank ufficiali a Washington. “Tutti dovrebbero essere in stato di massima allerta,” ha dichiarato mercoledì il Segretario all’Energia Jennifer Granholm durante una riunione dell’AIEA a Vienna. Alla domanda se anche per le spedizioni di GNL dagli Stati Uniti verso l’Europa si dovrebbero prendere maggiori precauzioni, la Granholm ha risposto: “Certo. Dobbiamo stare in massima allerta.”

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A sinistra, il Segretario all’Energia statunitense Jennifer Granholm mentre parla all’AIEA il 26 settembre. A destra, John Kerry mentre parla al programma mattutino della NBC il 28 settembre. Alla domanda se crede che Putin stia minacciando di usare armi nucleari, Kerry aveva risposto: “Francamente, dubito che lo faccia.” Poi aveva proseguito: “Ad un certo punto dovrà esserci un negoziato.”

Sugli attacchi al gasdotto Nord Stream, “stiamo aspettando di conoscere i fatti,” aveva dichiarato John Kerry a nome dell’Amministrazione Biden, lasciando intendere che le accuse di complicità europee ed americane al sabotaggio sono premature. “I nostri amici europei sono stati più lungimiranti nell’etichettarlo come sabotaggio.” Kerry ha anche proposto di “ripararlo il più velocemente possibile, è un’operazione subacquea, ma bisognerà farlo.” Kerry è attualmente l’inviato speciale dell’Amministrazione Biden per la politica climatica. Già Segretario di Stato nell’amministrazione Obama, Kerry aveva fabbricato le prove satellitari statunitensi per sostenere l’accusa del ruolo russo nell’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines il 17 luglio 2014; Kerry si era poi rifiutato di corroborare la sua affermazione per tutta la durata delle indagini e durante il procedimento giudiziario olandese sul caso.

Potete leggere qui il dossier sulle falsificazioni e le bugie di Kerry. Otto anni dopo, questa volta Kerry si sta orientando verso la verità, riavvicinandosi all’atteggiamento pacifista che aveva tenuto agli inizi della sua carriera politica, quando aveva assunto il ruolo di capo dei Veterani del Vietnam contro la Guerra (VVAW).

Olga Khakova, vice direttore per la sicurezza energetica europea presso il Consiglio Atlantico di Washington, ha dichiarato in un’intervista alla testata tedesca Politico: “Tutti valutano la situazione e la considerano dal punto di vista di: ‘Se c’è la Russia dietro tutto questo, allora perché?’” E ha aggiunto: “È una minaccia per altre infrastrutture in Europa? E poi, cosa succederà?” Secondo lei, “gli Stati Uniti e l’Europa devono continuare a coordinarsi e a predisporre sanzioni contro la Russia, nel caso in cui venisse individuata come responsabile. La minaccia di un attacco informatico alle infrastrutture statunitensi ed europee, che potrebbe interrompere il flusso e il trattamento dell’acqua, la fornitura di gas e l’elettricità, rimane alta.

La Khakova è ucraina e ha studiato all’università del Kansas. Prima di lavorare per il Consiglio Atlantico a Washington come vicedirettore per la “Sicurezza energetica europea”, la Khakova è stata una lobbista per le società elettriche e energetiche statunitensi, le prime a trarre profitto dall’esclusione della Russia dal mercato europeo dell’approvvigionamento energetico. Queste pagano anche il personale del Consiglio Atlantico, come rivela questo elenco di donatori. Il denaro dall’Europa, non la guerra in Europa, è il vantaggio che vogliono ottenere dall’attacco al Nord Stream.

Fare pressioni su Berlino e Washington attraverso i bombardamenti nel Baltico – la Zakharova lo ha detto in modo esplicito.

“È interessante che il Segretario di Stato americano Antony Blinken abbia detto che il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream non sarebbe ‘nell’interesse di nessuno’. Davvero? Non sarebbe nell’interesse dell’Europa occidentale e centrale, le regioni europee che fanno parte del collegamento eurasiatico tra Europa e Asia. No, non sarebbe nell’interesse di quel gruppo di Paesi. Non sarebbe nemmeno nell’interesse del mondo intero, perché dimostra il totale disprezzo per la moralità e la legge in molti Paesi occidentali. Washington è il chiaro beneficiario di questa situazione. Suggerisco al signor Blinken di rileggere le sue stesse parole e ciò che i presidenti degli Stati Uniti hanno detto su questo tema. Forse non vede Donald Trump come suo presidente, ma che dire di Joe Biden e dei predecessori del signor Blinken? Hanno detto molto sulla distruzione, la chiusura e la rimozione del Nord Stream dall’agenda e sul perché questo sarebbe nell’interesse degli Stati Uniti… Rileggete quelle dichiarazioni e vedrete chi beneficerà delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2.”

“Per riassumere ciò che i funzionari statunitensi hanno detto negli ultimi anni, la disattivazione dei gasdotti consentirebbe agli Stati Uniti di aumentare le forniture di GNL all’UE. Questa non è la mia valutazione. È l’essenza degli slogan, degli appelli e delle tesi dei funzionari statunitensi, sia repubblicani che democratici, che, negli ultimi anni, hanno lavorato per attuarli. Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto che il loro obiettivo principale era quello di tagliare fuori l’Europa dalle risorse energetiche russe….Fino al 25, 26 e 27 settembre 2022, Washington non ci era riuscita. Le sue minacce, i suoi ricatti e le sue promesse erano tutti falliti, forse perché l’UE aveva imparato a separare le bugie dalla verità. Non avevano creduto a Washington. Avevano deciso di realizzare il progetto nonostante le provocazioni e il bagno di sangue che Washington ha scatenato nella regione. Hanno riparato le turbine e fatto tutto il necessario per garantire le forniture di gas all’Europa. I tentativi di sospendere il progetto per distruggerlo economicamente e politicamente erano falliti. E poi una serie di esplosioni sui gasdotti il 25, 26 e 27 settembre 2022.”

Aprire la guerra in Europa, al di fuori dell’Ucraina, è un rischio costi-benefici che le lobby energetiche statunitensi avevano già calcolato e convinto alcuni funzionari dell’amministrazione Biden a correre, purché erano sicure che la leadership tedesca avrebbe accettato la storia di copertura sulla responsabilità della Russia. Il predecessore del Cancelliere tedesco Scholz, Angela Merkel, si era rifiutato di accettarla dopo l’attacco all’MH17; la Germania aveva poi posto il veto al piano USA-NATO di inviare una forza olandese e australiana nell’Ucraina orientale.

Non è chiaro se la fazione ebraica ucraina a Washington – Blinken, Victoria Nuland – e quella cattolica irlandese – Biden, Kerry, William Burns della CIA, il generale Mark Milley dello Stato Maggiore – facciano lo stesso calcolo. Ma quale sarà il loro calcolo costi-benefici negli ultimi giorni prima della tornata elettorale, quando è consuetudine per i funzionari della Casa Bianca che perdono la presa sul potere contemplare misure disperate?

L’indice di gradimento di Biden è in modesto miglioramento, ma non così evidente in tutto il Paese da cambiare l’esito delle elezioni del Senato e della Camera dell’8 novembre.

Più preoccupante per lo staff della campagna di Biden è la risposta degli elettori alla domanda: il Paese sta andando nella direzione giusta o sbagliata? A metà luglio i votanti che avevano risposto ‘in modo sbagliato’ avevano superato di 57 punti quelli che avevano risposto ‘in modo giusto’. Questo divario, misurato il 30 settembre, si è ora ridotto a 37 punti.

Si tratta ancora di un margine di disapprovazione molto ampio, anche se il guadagno positivo, secondo i calcoli della Casa Bianca e del Comitato Nazionale Democratico, è stato di 20 punti in due mesi. Questo è il fattore di benessere, che evaporerebbe se la guerra in Europa rimbalzasse negli Stati Uniti nelle prossime quattro settimane.

I sondaggi che l’amministrazione Biden sta leggendo suggeriscono che l’8 novembre gli elettori vorranno sentirsi rassicurati dal fatto che Biden e i Democratici continueranno a tenere gli Stati Uniti fuori dalla guerra in Ucraina. Il margine negativo per Biden – cioè il divario tra coloro che approvano il suo operato e coloro che lo disapprovano – è significativamente più basso per la sua conduzione della guerra in Ucraina rispetto alle valutazioni degli elettori sul suo operato in materia di inflazione, economia in generale, immigrazione e criminalità.

A Washington, se non a Kiev, gli Ebrei ucraini e i Cattolici irlandesi contano i voti allo stesso modo. Il conteggio rivela che gli elettori statunitensi non vogliono rischiare il coinvolgimento del loro Paese nel caso l’amministrazione Biden e il Cremlino decidessero di aprire le ostilità sul territorio americano. Un’operazione false-flag, approvata in segreto dal Consiglio di Sicurezza Nazionale, per il sabotaggio di gasdotti, reti elettriche o reattori nucleari statunitensi, presentata agli elettori come una rappresaglia russa, comporterebbe un rischio maggiore di qualsiasi October Surprise  nella storia delle elezioni americane.

Sarebbe il rischio più grande da quando il presidente Franklin Roosevelt aveva valutato le informazioni sulle intenzioni giapponesi, tra il 1° agosto 1941, quando gli Stati Uniti avevano imposto l’embargo sulle esportazioni di petrolio, e il 7 dicembre 1941, quando il Giappone aveva attaccato Pearl Harbour, e da quando il presidente John Kennedy aveva interpretato le informazioni sulle intenzioni sovietiche a Cuba, nell’ottobre 1962.

Permettetemi di ricordarvi,” ha concluso la Zakharova nel suo briefing della scorsa settimana, “che questo non riguarda solo un Paese, ma l’intero pianeta.”

John Elmer

Fonte: johnhelmer.org
Link: http://johnhelmer.org/the-october-surprise-ask-not-what-the-kremlin-will-do-but-what-the-us-will-do-next/
02.10.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

John Helmer è il più longevo corrispondente estero in Russia e l’unico giornalista occidentale a dirigere un proprio ufficio indipendente da singoli legami nazionali o commerciali. Ha creato il suo ufficio per la prima volta nel 1989 e oggi è il decano della stampa estera in Russia. Nato e formatosi in Australia, poi all’Università di Harvard, Helmer è stato anche professore di scienze politiche, sociologia e giornalismo, nonché consulente di capi di governo in Australia, Grecia, Stati Uniti e Sri Lanka.

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