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L’Operazione Speciale in Ucraina ha portato al culmine il confronto tra la Russia e i Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti. Le battaglie non si svolgono solo nella vastità dell’Ucraina, ma anche sul piano economico, politico e culturale.
Quali sono le minacce che incombono sulla Russia e fino a quando potrà continuare l’Operazione Speciale lo ha spiegato ad AiF il Segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Nikolai Patrushev.
Cosa sta cercando di fare l’Occidente?
– Gleb Ivanov, AiF.ru: Nikolai Platonovich, gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali stanno apertamente demonizzando la Russia, passando agli insulti diretti. A cosa è dovuto?
– Nikolai Patrushev: Lo stile degli Anglosassoni non è cambiato nei secoli. E così oggi continuano a dettare al mondo le loro condizioni, calpestando beceramente i diritti sovrani degli Stati. Coprendo le loro azioni con belle parole sulla lotta per i diritti umani, la libertà e la democrazia, mentre, in realtà, stanno attuando la dottrina del “miliardo d’oro,” secondo cui solo un numero limitato di persone può prosperare in questo mondo. Il destino degli altri, secondo loro, è quello di piegare la schiena in nome del loro obiettivo.
Per aumentare il benessere di un piccolo gruppo di magnati della City di Londra e di Wall Street, i governi degli Stati Uniti e del Regno Unito, controllati dal grande capitale, stanno creando una crisi economica mondiale, condannando alla fame milioni di persone in Africa, Asia e America Latina, limitando il loro accesso a grano, fertilizzanti e risorse energetiche. Con le loro azioni in Europa stanno provocando disoccupazione ed una catastrofe migratoria. Disinteressati alla prosperità degli Stati europei, stanno facendo di tutto per farli sparire dal novero dei Paesi economicamente sviluppati. E per il controllo incondizionato di questa regione, hanno messo gli Europei su una sedia a due gambe chiamata NATO/UE e osservano sdegnosamente il loro cercare di stare in equilibrio.
– Oggi si dice sempre più spesso che le aziende farmaceutiche occidentali sono interessate alla diffusione di malattie pericolose e alla dipendenza quotidiana dell’umanità dai farmaci…
– Secondo alcuni esperti l’infezione da coronavirus sarebbe stata causata dall’uomo, e ritengono che possa essere stata creata nei laboratori del Pentagono con l’assistenza di alcune grandi multinazionali farmaceutiche. I fondi di Clinton, Rockefeller, Soros e Biden sono stati coinvolti in questo lavoro con garanzie statali. Invece di occuparsi della salute dell’umanità, Washington spende miliardi per lo studio di nuovi agenti patogeni. Inoltre, la medicina occidentale pratica sempre più spesso l’ingegneria genetica e i metodi di biologia sintetica, confondendo così il confine tra artificiale e naturale.
– Washington sta tramando per far riconoscere la Russia come Paese terrorista, alcuni Paesi, come la Lituania, stanno già assegnando ufficialmente tale status alla Russia…
– Come dice il proverbio, il cappello del ladro è in fiamme [le persone che hanno commesso qualche tipo di peccato o crimine diventano nervose e non riescono a nasconderlo N.D.T.]. Oggi è più facile dire quali delle maggiori organizzazioni terroristiche internazionali non siano nate con l’assistenza americana. Gli Stati Uniti le utilizzano ampiamente come strumento di confronto geopolitico, anche contro il nostro Paese. Già a metà degli anni Ottanta, sotto il controllo dei servizi segreti americani, in Afghanistan era stata creata Al-Qaeda per contrastare l’Unione Sovietica. Negli anni ’90, gli Stati Uniti avevano dato vita al movimento talebano per influenzare l’Afghanistan e l’Asia centrale.
Guidati dai loro presunti “interessi nazionali,” gli Stati Uniti hanno rovesciato con la forza delle armi regimi scomodi in Libia e in Iraq e hanno cercato di farlo in Siria. In tutti i casi, a colpire sono soprattutto i gruppi radicali, la cui ulteriore unificazione, dopo Al-Qaeda e i Talebani, ha portato alla creazione di un mostro terroristico chiamato Stato Islamico, sfuggito al controllo degli Americani.
Sono note anche le strette relazioni di Washington con i teppisti neonazisti in Ucraina.
Cosa significa denazificazione?
– Ci sono ancora molte polemiche sui neonazisti in Ucraina. In Occidente si ripete all’unanimità che non ce ne sono. Il presidente Biden, mentre chiede al Congresso miliardi di dollari in forniture di armi all’Ucraina, definisce questo Paese la prima linea della lotta per la libertà…
– È probabile che gli Occidentali non si toglieranno gli occhiali rosa finché i teppisti ucraini non cominceranno a imperversare nelle loro strade. Tra l’altro, non solo in Europa. Ricordiamo la recente sparatoria nella città americana di Buffalo. Vorrei chiedere agli Americani qual è la differenza tra un neonazista che spara alla gente in un supermercato e i militanti di Azov, che umiliano e terrorizzano la popolazione civile del Donbass ogni giorno, anno dopo anno?
Cosa si intende per denazificazione? Se ne è parlato molto negli ultimi mesi, ma non tutti capiscono questo termine.
Tutto diventa chiaro se si ricorda la storia. Durante la Conferenza di Potsdam, l’URSS, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna avevano firmato un accordo sullo sradicamento del militarismo tedesco e del nazismo.
Denazificazione significava una serie di misure. Oltre a punire i criminali nazisti, erano state abrogate le leggi del Terzo Reich che legalizzavano la discriminazione basata su razza, nazionalità, lingua, religione e credo politico. Le dottrine naziste e militariste erano state eliminate dall’istruzione scolastica.
Il nostro Paese si era posto questi obiettivi nel 1945 e li sta perseguendo oggi, liberando l’Ucraina dal neonazismo. Tuttavia, all’epoca, Inghilterra e Stati Uniti erano con noi. Oggi questi Paesi hanno assunto una posizione diversa, sostenendo il nazismo e agendo in modo aggressivo contro la maggior parte dei Paesi del mondo.
Cosa succederà all’Ucraina?
– Alcuni dei nostri lettori, a volte, esprimono preoccupazione per “il ritardo nei tempi dell’Operazione Speciale in Ucraina.”
– Non stiamo inseguendo scadenze. Il nazismo deve essere sradicato al 100%, oppure si ripresenterà tra qualche anno, in una forma ancora più brutta.
– Come valuta le possibilità di successo dell’Operazione Speciale?
– Tutti gli obiettivi fissati dal Presidente della Russia saranno raggiunti. Non può essere altrimenti, perché la verità, anche quella storica, è dalla nostra parte. Non per niente il generale Skobelev una volta ha detto che solo il nostro Paese può permettersi un lusso come quello di combattere per un senso di compassione. Compassione, giustizia, dignità sono potenti idee unificanti che abbiamo sempre messo e metteremo in primo piano.
– Quale destino attende l’Ucraina? Sopravviverà come Stato?
– Il destino dell’Ucraina sarà determinato dalle persone che vivono sul suo territorio. Vorrei ricordare che il nostro Paese non ha mai controllato il destino delle potenze sovrane. Al contrario, li abbiamo aiutati a difendere la loro statualità. Abbiamo sostenuto gli Stati Uniti durante la loro guerra civile. La Francia ha ricevuto ripetuti aiuti. Al Congresso di Vienna del 1815 non avevamo permesso che fosse umiliata e, durante la Prima Guerra Mondiale, avevamo salvato Parigi due volte. Era stata l’URSS a non permettere agli Inglesi e agli Americani, nel 1945, di dividere la Germania in diversi Stati. È ben noto il ruolo decisivo di Mosca nell’unificazione della Germania, unificazione osteggiata soprattutto da Francesi e Britannici. La Russia ha svolto un ruolo altrettanto importante nella storia della statualità polacca. Allo stesso tempo, oggi l’Occidente oscura in ogni modo possibile il contributo del nostro Paese alla conservazione di altri Stati.
– A proposito, anche la Finlandia, che ora vuole entrare nella NATO, si era formata come Stato all’interno dell’Impero Russo?
– È vero. Inoltre, la Finlandia era uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, pur avendo partecipato al fianco della Germania, con danni minimi grazie alla posizione di Mosca. Ora, insieme alla Svezia, la Finlandia è stata convinta a entrare nella NATO, apparentemente per la propria sicurezza. La Turchia e la Croazia, tuttavia, si oppongono, ma credo che Helsinki e Stoccolma saranno accettate nel blocco, perché Washington ha deciso così, così come Bruxelles, che è controllata da loro. La volontà di altri popoli non interessa alla leadership degli Stati Uniti, anche se, secondo me, molti abitanti di questi Paesi capiscono in che tipo di avventura vengono spinti.
La NATO non è un blocco militare difensivo, è puramente offensivo e l’adesione ad essa implica il trasferimento automatico a Washington di una parte significativa della propria sovranità. Se l’infrastruttura militare dell’Alleanza si espande sul territorio della Finlandia e della Svezia, la Russia la percepirà come una minaccia diretta alla propria sicurezza e sarà costretta a rispondere.
– I membri della NATO si ostinano a strizzare l’occhio ai Finlandesi e agli Svedesi sull’Ucraina…
– Ma la logica è opposta. È stato l’effettivo controllo sulle autorità di Kiev da parte dei membri della NATO a portare alla catastrofe. Se l’Ucraina fosse rimasta indipendente e non fosse stata controllata dall’attuale regime fantoccio, ossessionato dall’idea di aderire alla NATO e all’UE, avrebbe già da tempo espulso tutti gli spiriti maligni e nazisti dal suo territorio. Nel frattempo, un conflitto senza fine in questo Paese è visto come uno scenario ideale per l’intera alleanza nordatlantica guidata dagli Stati Uniti. L’Occidente ha bisogno dell’Ucraina come contrappeso alla Russia e anche come terreno di prova per lo smaltimento di armi obsolete. Alimentando le ostilità, gli Stati Uniti, ancora una volta, stanno pompando denaro nel loro complesso militare-industriale, come nelle guerre del XX secolo, rimanendo dalla parte del vincitore. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti considerano gli abitanti dell’Ucraina come un materiale di consumo, che non trova posto nello stesso “miliardo d’oro”.
La storia dimenticata
– A proposito di miliardi. Zelensky dice che la Russia deve pagare le riparazioni all’Ucraina…
– È la Russia che ha il diritto di chiedere risarcimenti ai Paesi che hanno sponsorizzato i nazisti in Ucraina e il regime criminale di Kiev. La DPR la LDR dovrebbero chiedere loro un risarcimento per tutti i danni materiali subiti in otto anni di aggressione. E lo stesso popolo ucraino merita un risarcimento dai principali istigatori del conflitto, ossia Stati Uniti e Regno Unito, che costringono gli Ucraini a combattere, sostengono i neonazisti, li riforniscono di armi e inviano loro consiglieri militari e mercenari.
Molti Ucraini, purtroppo, credono ancora a ciò che l’Occidente e il regime di Kiev dicono loro. Prima o poi riusciranno a prendere coscienza. Non hanno ancora aperto gli occhi e non vedono che, in realtà, il Paese non esiste, che il patrimonio genetico del popolo, la sua memoria culturale sono stati distrutti dagli Occidentali e sostituiti da rabbiosi concetti di genere e da vuoti valori liberali.
– Dimenticare la storia e abbandonare i propri valori, a quanto pare, il problema non riguarda solo gli Ucraini?
– Certo. L’anno scorso ho visitato il Museo della Grande Guerra Patriottica di Minsk. La guida mi ha raccontato le sue impressioni sulla visita di un gruppo di studenti statunitensi, che, per tutta la durata del tour, avevano dubitato che nel museo venisse loro raccontata la verità, perché credevano ingenuamente che fosse stata l’America a sconfiggere la Germania nazista.
Purtroppo, alcuni insegnanti delle scuole del nostro Paese aderiscono a questa falsa versione di quei tragici eventi. Distorcono i fatti e anche molti testi formativi. Il tema dell’eroismo del popolo sovietico durante gli anni della Grande Guerra Patriottica è poco trattato nelle lezioni di storia e nei libri di testo è spesso descritto in modo superficiale. Di conseguenza, solo pochi studenti delle scuole superiori sono in grado di citare i nomi di coloro che avevano ottenuto la Vittoria nel 1945 a costo della propria vita, e quasi nessuno ha sentito parlare degli eroi della Prima Guerra Mondiale o della Guerra Patriottica del 1812.
La battaglia per la memoria
– Quali sono, secondo lei, le ragioni?
– Prima di tutto, dobbiamo guardare alla formazione del personale docente. È ora di ricordare il pensiero di Ushinsky e Makarenko, secondo cui l’insegnante forma la personalità dello studente e la sua vocazione non dovrebbe essere la fornitura di servizi, ma l’illuminazione, l’istruzione e l’educazione. Le università specializzate dovrebbero preparare i futuri insegnanti come maestri di alta classe, e non stamparli alla catena di montaggio.
Gli insegnanti occupano un posto speciale nella vita di ogni cittadino, quindi l’interpretazione arbitraria da parte di singoli insegnanti della storia mondiale e nazionale, che mina l’autorità del nostro Paese e programma le menti dei bambini sulla base di fatti e miti falsi, è inaccettabile. La manipolazione psicologica dei giovani, il divario generazionale, la distorsione della verità storica: tutto questo è incompatibile con la vocazione professionale di un insegnante.
– Ricordo la frase attribuita a Bismarck secondo cui “le battaglie sono vinte dagli insegnanti.”
– A mio parere, l’idea è certamente valida. Soprattutto nelle condizioni della guerra ibrida, quella che ora viene scatenata contro la Russia. E in essa gli insegnanti sono in prima linea. È necessaria una responsabilità personale dei direttori degli istituti scolastici, i cui laureati non hanno in mano libri sull’eroismo del popolo sovietico durante la Grande Guerra Patriottica, né hanno una vaga idea delle imprese di coloro che avevano combattuto per la Madrepatria.
È impossibile spingere i temi dell’educazione patriottica dei giovani in attività extrascolastiche. Nei rapporti, tutto questo viene descritto magnificamente, ma non c’è alcun risultato. In alcune scuole, anche private, la parola “patriottismo” è considerata obsoleta.
– Come propone di cambiare questa situazione?
– È necessario aumentare l’autorità degli insegnanti fedeli alla loro professione, in modo che dedichino la loro vita all’educazione dei veri patrioti. Il compito più importante di oggi è la rinascita delle tradizioni storiche e la protezione dei valori tradizionali, spirituali e morali, russi. Per portarlo a termine, è necessario un approccio sistematico all’educazione e all’istruzione. In questo settore è necessario attuare il programma statale in tutte le fasi della maturazione di una persona e della sua formazione come cittadino. È necessario sviluppare un modello completo di questo processo.
Attualmente, i nostri studenti e insegnanti sono, di fatto, estromessi dalla sfera scientifica ed educativa occidentale. Credo sia opportuno abbandonare il cosiddetto sistema educativo del Processo di Bologna e tornare all’esperienza del miglior modello educativo nazionale del mondo.
Inoltre, è necessario prevedere un aumento significativo dell’interessamento dello stato nella creazione di opere letterarie e artistiche e di programmi televisivi volti a preservare la memoria storica, a infondere orgoglio nel nostro Paese e a formare una società civile matura, chiaramente consapevole della responsabilità per il suo sviluppo e la sua prosperità.
Solo in questo caso, saremo in grado di contrastare con successo le minacce e le sfide dell’Occidente collettivo per influenzare la coscienza individuale, di gruppo e pubblica.
Link articolo originale: https://aif.ru/politics/world/pravda_na_nashey_storone_nikolay_patrushev_o_srokah_specoperacii
Link alla traduzione in inglese: https://thesaker.is/truth-is-on-our-side-about-the-timing-of-the-special-operation-nikolai-patrushev/
03.06.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org