Metapolitefsi in corso

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Metapolitefsi è il termine utilizzato in Grecia per definire il momento storico in cui, nel 1974, si concretizzò il cambio di regime nel paese, con la fine della Giunta dei Colonnelli e il ritorno della democrazia. Il 24 luglio è il giorno in cui la si festeggia, ma Panagiotis Grigoriou ci ricorda come questo giorno sia stato, in realtà, l’apice di un duplice gioco, ordito principalmente dai “soliti” inglesi. L’operazione si concretizzò in un sostanziale avallo della resistibile invasione turca di Cipro, in cambio dell’approvazione successiva dello status quo venutesi a creare sull’isola, che ha permesso ai Turchi negli anni successivi – con la sostanziale approvazione del governo democratico di Atene – di passare dal controllo del 4% dell’isola di Cipro all’attuale 40%. Anche oggi, in realtà, è in corso un vero e proprio cambio di regime, poiché il governo “de facto” della Grecia non è più in mano ai soggetti istituzionalmente incaricati, ma segue le agende dettate altrove, non lontano dalla “solita” Londra, a dire il vero. In questo quadro si inseriscono gli incendi che divampano in tutto il paese, funzionali all’eteroimposta “agenda Green” e, più prosaicamente, all’installazione di parchi eolici costruiti in Germania, ma anche le bugie sull’aereo con equipaggio ucraino misteriosamente caduto su una regione della Grecia, con il suo carico di armi (convenzionali e non, probabilmente) ufficialmente diretto in Bangladesh… Si, va bè… in Bangladesh…

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Da “Nel cuore dell’estate greca” – Mercoledì 6 luglio 2022

 

Un paese che brucia nel cuore dell’estate. Luglio, il mese degli uccelli marini che si aggirano tra i traghetti affollati e i turisti, che vivono il loro mito in Grecia. Ma è anche il mese dei greci, che ad ogni costo si imbarcano per le loro isole, possibilmente nel Golfo Saronico, non lontano da Atene. Egina, Poros e persino Idra, senza dimenticare Salamina, la meta popolare dei bisognosi in via di formazione… e per di più a 2.500 anni dalla sua famosa battaglia navale che tutti stanno dimenticando.

Traghetti affollati. Golfo Saronico, luglio 2022
Traghetti affollati. Golfo Saronico, luglio 2022

(…)  Così, le navi cisterna piene di idrocarburi continuano a caricare per le isole… dove l’SP-95 [NdT: il carburante] è già venduto a quasi 2€50 al prezioso litro.

Ma i traghetti sono pieni, anche dopo aver aumentato il prezzo dei biglietti del 30%, e per quanto riguarda le barche a vela affittate dai turisti del grande blu… sono ovunque, come ad esempio sotto il tempio di Poseidone a Capo Sounion. Un Paese che sta bruciando.

Con il meltémi, il potente vento del nord che soffia periodicamente sul Mar Egeo tra luglio e settembre, un vento inviato da Zeus per raffreddare l’atmosfera, decine di incendi sono divampati dallo scorso fine settimana, anche a Itea, vicino a Delfi. In Argolide, un hotel a cinque stelle è stato a malapena evacuato prima dell’arrivo delle fiamme. Incendi che, ovviamente, sono pianificati… secondo l’intera satanizzazione del calendario del caos, che ci è stata imposta per il momento.

La terra bruciata è anche quella della capitale Atene, una città aperta all’LGBTismo della Teosofia ufficiale, ma con molte attività commerciali permanentemente chiuse. E come ovunque, i negozi e le taverne cercano attivamente i loro dipendenti e camerieri, ma invano. La pagina del lavoro sembra essere stata voltata, come tante altre.

Infatti, persino una certa stampa mainstream, tra le meno sciocche, finisce per sottolinearlo, con il titolo “Giovani umiliati e affamati disapprovano la democrazia”.

“I segni sono numerosi. I giovani, per fortuna o purtroppo, si trovano da tempo in un periodo pre-rivoluzionario. (…)  Questo è il rifiuto espresso da diverse migliaia di giovani, che non vogliono più lavorare nel settore turistico durante l’estate, per guadagnare tre soldi, lavorando dalla mattina fino a tarda notte.

“Questi giovani preferiscono quindi ricevere magri sussidi e lavorare in nero per un po’ di tempo al mese, per avere, come dicono loro, un po’ più di vita. Non molto tempo fa, siamo venuti a conoscenza di un’indagine condotta dalla società About People, con risultati… diciamo sorprendenti.

“Il 25% dei giovani tra i 17 e i 34 anni ritiene che la democrazia non sia il miglior regime politico. E che la dittatura, che hanno conosciuto solo ora grazie a serie televisive come I nostri anni migliori, ha fatto cose migliori nel nostro Paese”.

(…)

“La nostra generazione ha difficoltà a capire il modo di vedere e di pensare dei più giovani, che, privi di sogni, si nutrono di cinismo come di droga… per dimenticare la triste realtà della loro vita quotidiana; una droga il cui uso è stato appena ampiamente legalizzato dal Parlamento”.

Per andare oltre, va detto che questo è un programma. Perché il Parlamento del Regime legalizza le droghe, e allo stesso tempo sopprime l’economia reale, imponendo anche questi vaccini di tutti i pericoli. Oltre il 60% dei nostri pazienti covid in terapia intensiva è sottoposto a tripla vaccinazione. Questo non è più nascosto ed è addirittura una dichiarazione ufficiale.

(…) il Regime sta preparando le elezioni anticipate per il prossimo settembre o ottobre, e che molti… nuovi partiti patriottici o “patriottici”, sono già pronti a canalizzare la rabbia, se non altro di quel 30% della popolazione che non ha seguito il vaccinismo totalitario dell’ambiente.

All’estremo opposto, ci sembra, c’è Zóis Béglis, ex capitano e medico militare, leader del suo Movimento “Ellas 21” che sostiene, tra le altre cose, “il rovesciamento del Regime e la punizione dei bastardi”. Curiosamente, alcuni blog “patriottici”, ma in realtà inventati dallo Stato profondo e dalle sue spie, lo stanno attaccando proprio in questo momento e per di più contemporaneamente. Si percepisce che il Regime sta serrando i ranghi.

(…)

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Da “Testa di mulo” – Sabato 9 luglio 2022

(…)

Come scrive giustamente Nicolas Bonnal altrove, e non è l’unico a dirlo, “il crollo dell’Occidente di Biden-Leyen-Blinken è fisico, materiale, psichico e morale. Non siamo più nella fase della decadenza, ma in quella della decadenza e della degenerazione.

“Il collasso della Francia sta diventando evidente per milioni di francesi, se non fosse che altri milioni di francesi accettano questa situazione e ci nuotano dentro come veleno nell’acqua. L’Occidente sta pagando per generazioni l’accelerazione della decadenza iniziata negli anni Sessanta, che ha segnato l’inizio del wokismo o di quella che Thomas Frank ha definito la conquista del cool.

Trasporto bagagli. Idra, estate 2022

Ma a Hydra i turisti che vi sbarcano si fanno trasportare i bagagli da ragazzi albanesi o pakistani… americanizzati o meglio wokizzati per le esigenze dello spettacolo, e che diventano, di conseguenza, questi migranti… presentabili e a volte tatuati, quindi cool, proprio perché turismo, wokismo e Grande Ricambio stanno evidentemente molto bene insieme. Come in Idra.

I turisti fotografano così con pathos i gatti dell’Idra, senza nemmeno rendersi conto che questi animali adespoti, quelli senza padrone, incarnano con orgoglio ciò che l’ultima creatura umana occidentale ha ancora ben poco. In breve, praticamente nulla. Tutto, nella sua vita, sembra essere sotto il controllo del Regime.

(…)

Questa settimana, Chrístos Tsiranídis, un produttore di ciliegie della stessa regione, intervistato dalla radio Focus FM di Salonicco, lancia l’allarme. È troppo tardi?

“La crisi non è alimentare ma economica; è totalmente pianificata dai leader. Possiamo produrre, ma non ce lo permettono. Gli agricoltori greci hanno sia il know-how che gli strumenti per coltivare e nutrire non solo la Grecia, ma anche parte dell’Europa. Possiamo, ma non ce lo permettono. Ci puniscono non appena produciamo.

“Siamo bloccati da tutti i lati, il governo greco ci sta punendo. Un rapporto europeo che stavo leggendo dice che l’UE vuole che gli agricoltori rappresentino presto solo il 2% della popolazione. È possibile?”

“I media e i politici ci definiranno teorici della cospirazione, ma noi abbiamo a che fare con i fatti. Il prezzo dei fertilizzanti è aumentato anche prima che il petrolio diventasse così caro. Chi tira le fila ovviamente sapeva cosa sarebbe successo, sapeva in anticipo dove saremmo andati. E per quanto riguarda le forniture agricole, anche i loro prezzi sono aumentati così tanto da settembre. Non c’era nessun motivo… non c’è nessuna crisi alimentare. È comodo per loro dire che abbiamo una crisi alimentare. La questione è economica.

“Produrremo anche a qualsiasi costo al limite, non lasceremo che i greci muoiano di fame, ma il popolo greco deve sapere che il governo greco ci sta dando la caccia… ci sta punendo. Questo è chiaro. Tuttavia, i gravi danni causati alle nostre colture dal maltempo, gli alti costi di produzione e i bassi prezzi dei prodotti ci hanno portato sull’orlo della depressione.

Infine, c’è la caccia e poi, nella Grecia costiera e nelle isole, le vere e proprie barche da pesca. Forse riusciranno a sopravvivere, ma il destino delle barche non è certo, come dicono i loro stessi proprietari, “anche loro vanno a gasolio”. (…)

Quelli di Idra e i loro turisti non sanno certo… e a ragione, che 40 operatori ospedalieri licenziati dieci mesi fa per non aver accettato la loro… vaccinazione post-ippocratica, e che stavano manifestando davanti alla casa dello psicopatico e amico dei pedofili e di Schwab, Mitsotákis, sono stati arrestati, poi incriminati e alcuni di loro incarcerati.

(…)

Eppure, come scrive Nicolas Bonnal, “l’Europa si riunirà per tagliarci l’elettricità quest’inverno. E il bello è che non siamo vittime del picco del petrolio e nemmeno della guerra; siamo vittime delle nostre sanzioni, che derivano tutte dal nostro status di superpotenza umanitaria e quindi dalla nostra stessa stupidità. I bifolchi di Schwab Leyen e Hariri possono essere dei mostri, ma sono per lo più degli stupidi. Il loro nuovo ordine di computer verdi è insostenibile anche a breve termine.

“Putin sa essere paziente: in quattro mesi la guerra è stata vinta e l’Occidente rovinato, con le sue élite screditate anche dagli stolti che non comprendono certo i nostri… giornalisti. Non resta che attendere che il gioco al massacro continui, anche in Germania e Ucraina. E capovolgeremo la formula degli Illuminati: strangoleremo l’ultimo globalista con le budella dell’ultimo giornalista. Siate pazienti, ci stiamo avvicinando.

E per non rimanere ancora nel buio, il nostro progetto politico, almeno per quanto riguarda la Grecia, è abbastanza chiaro. Metteremo definitivamente fuori gioco coloro che appartengono all’attuale casta del marciume politico, compresi accademici, giornalisti ed ecclesiastici, vale a dire 100.000 persone secondo i nostri calcoli.

Usciremo dall’Unione Europea e dalla NATO, vieteremo tutta la propaganda LGBT e tutte le ONG e le logge massoniche simili a Soros, nazionalizzeremo tutte le aziende greche che sono state vendute e confischeremo tutte le proprietà acquisite in Grecia da cittadini britannici, israeliani, turchi e tedeschi, con solo poche eccezioni. In breve, imporremo la morte improvvisa del freddo.

(…)

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Da “La messa è finita” – Sabato 16 luglio 2022

(…) Airbnb sta tornando in auge e ad Atene si stanno costruendo quattro nuove stazioni della metropolitana, per scoprire, come per caso, altre antichità. Per il resto, la città di Pericle, già sufficientemente sporca, viene “abbellita” con slogan immigrazionisti… per non farsi mancare nulla della necropolitica imposta dalla casta degli ignobili.

I nostri turisti discernono il presente e poi, per quanto riguarda il passato, trovano solo ciò per cui sono venuti, l’Eretteo ad esempio, un tempio di ordine ionico situato sull’Acropoli di Atene, a nord del Partenone.

Ci sono altri edifici neoclassici, costruiti un secolo fa, che hanno ospitato diverse generazioni di greci che erano imprenditori, che lavoravano e che hanno fatto i loro figli. A loro volta hanno combattuto nelle sette guerre in cui il Paese è stato coinvolto tra il 1912 e il 1974, compresa la guerra civile del 1944-1949. Lontano dagli occhi dei turisti, questi edifici, un tempo bellissimi, sono ora occupati dalle ultime generazioni di invasori.

Questi altri edifici neoclassici. Atene, luglio 2022

(…)

Di conseguenza, l’immagine che i media danno al momento è quella di un turismo che si dice si sia “finalmente ripreso dopo quasi tre anni di pandemia”. In effetti, l’osservazione merita una riflessione, visto che non tutto il Paese è interessato da questo ritorno del turismo, tutt’altro. Ad esempio, in Tessaglia, a Trikala, vicino a Meteora, i professionisti segnalano un tasso di occupazione dei loro alberghi che va dal 30% al 40%. Nel Peloponneso la situazione è certamente migliore, ma è ben lontana dall’essere Bisanzio, e questo anche, sembra, dal 1204, quando Costantinopoli fu saccheggiata dai crociati.

E per una buona ragione. I politici contano in queste cifre del turismo i crocieristi, cioè diverse migliaia di passeggeri al giorno, solo che si tratta di persone molto speciali nel nostro piccolo mondo (…)  Lontana dal suo vecchio mito, Atene accoglie i suoi visitatori, il più delle volte in modo finto e kitsch. I suoi marciapiedi puzzano dell’urina dei senzatetto e dei tossicodipendenti, e poi l’accoglienza è completata dall’esplosione della cosiddetta “criminalità locale”, rapine e quindi aggressioni di ogni tipo. Greci e turisti a volte perdono il portafoglio, tanto per cominciare.

Per non parlare dell’aumento degli omicidi di stampo mafioso tra bande rivali, il 99% delle quali di origine immigrata(…) La stampa mainstream, già da Salonicco, è indignata, perché il fenomeno riguarda praticamente tutto il Paese e non solo Atene.

“Le due sparatorie di oggi a Salonicco evidenziano il cambiamento della mappa della criminalità nella nostra città. Le sparatorie multiple da parte di ignoti (…)  hanno evidenziato la criminalità che fiorisce a Salonicco, quando bande di stranieri che vendono droga, contrabbandano sigarette e merce rubata, la fanno da padrone”. (…) bande che anche in pieno giorno agiscono in modo incontrollabile sotto gli occhi dei passanti o degli abitanti dei quartieri di Salonicco.

(…)

Nella terra del sole ingannevole, i traghetti si riempiono perché anche i greci vanno finalmente in vacanza. Solo che ad Atene il ramo del potere satanista non è mai inattivo. (…)  lo squilibrato pro-pedofilia Mitsotákis ha ricevuto in modo molto ufficiale i genitori di Zak Kostópoulos, quest’ultimo era un noto tossicodipendente LGBT della città, che nel tentativo di rapinare un negozio è morto, dopo una violenta lotta con i negozianti. Da allora, il nuovo ordine nella Khazaria di Atene ha fatto di Kostópoulos il suo eroe dell’epoca. (…) Nella stessa ottica, Lignádis, figura inflazionata del teatro greco, amico di Mitsotákis, che lo aveva insediato come direttore del Teatro Nazionale, è stato appena condannato per due stupri di giovani uomini a dodici anni di carcere. Lignádis, che si occupava anche di giovani immigrati che, attraverso le ONG immigrazioniste gestite da alcuni membri della famiglia Mitsotákis, venivano educati al teatro, era anche il pupillo di Mendóni, il ministro della Cultura, che ovviamente proviene tanto dalla Khazaria quanto dalla Loggia. E non è indifferente ricordare che Lignádis è stato lasciato libero… in attesa del suo appello. “Ora tocca a me parlare”, dichiarò lo stupratore. Mendóni della Loggia dei pedofili, non potendo più sopportare la vista dei cartelli degli attori con il messaggio “Stupratori in prigione”, durante le rappresentazioni teatrali estive tra Nauplia e Kalamáta, ha lasciato il locale in tutta fretta.

Gli spettatori hanno applaudito gli attori per il loro motto, perché il popolo non è così marcio come a volte si pensa. Diciamo che i greci finalmente vedono che in questa Atene di complotti isterici e storici, l’agenda completa di questa cricca anti-greca, anti-russa, vaccina, satanica e LGBT, pratica tra gli altri crimini, lo stupro di molti giovani e bambini e questo non può più essere nascosto.

Ma nel paese che si suppone reale e greco, quello delle spiagge e del sole, la Seconda Guerra Mondiale è lontana e per quanto riguarda la Terza… Greci e turisti preferiscono non pensarci.

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Da “Il… curioso incidente dell’Antonov ucraino in Grecia” – Domenica 17 luglio 2022

In questi giorni, anche il cielo finisce per bruciare. Perché, oltre agli incendi appiccati dal Regime, direttamente o indirettamente, che stanno devastando le nostre foreste dalla Grecia centrale a Creta, nella tarda serata di sabato, un aereo Antonov ucraino, come una bolla di fuoco, si è schiantato tra Antiphílippi e Paleochóri, nella regione greca della Macedonia, nei pressi di Kavála, mentre era presumibilmente carico di 12 tonnellate di munizioni, senza ulteriori dettagli in un primo momento.

Schianto dell’Antonov ucraino. Agenzia di stampa Intime, 17 luglio 2022

 

Per quanto riguarda le notizie disponibili, le informazioni provenienti da fonti giornalistiche indicano che a bordo c’erano otto persone. Ci sono state diverse esplosioni e incendi e un fumo denso in seguito. Queste esplosioni hanno scosso la regione di Kavála per tutta la notte, mentre è stato lanciato un allarme per quanto riguarda i fumi, poiché non si conosce ancora il contenuto delle sostanze rilasciate nell’atmosfera dopo l’incidente, che è stato anche filmato dagli abitanti.

“Per due ore abbiamo sentito delle esplosioni. Sentivamo bruciare le labbra e la lingua. Abbiamo sentito un rumore assordante, una palla di fuoco che si avvicinava alla terra. Abbiamo visto l’esplosione, ma poiché contemporaneamente è mancata la corrente, non abbiamo visto nient’altro. Se fosse caduto un po’ più vicino, avrebbe schiacciato la nostra casa. Non abbiamo dormito tutta la notte a causa dello shock.

Stamátis Kourtésis, che gestisce un chiosco ad Antiphílippi, è stato uno dei primi ad arrivare sul luogo dell’incidente insieme ad altri abitanti del posto, quasi contemporaneamente ai primi vigili del fuoco, come racconta lui stesso, ma la gente del posto se n’è subito andata, scacciata… in emergenza dalle cosiddette autorità competenti.

“Mi bruciava la gola… Al rumore, abbiamo pensato che fosse un elicottero. Abbiamo girato la testa e abbiamo visto una luce, era l’aereo che andava a fuoco”, dice in modo caratteristico e descrive la prima esplosione “come un fungo di fuoco e fumo”.

Nel vicino villaggio di Paleochóri, Chrístos Tsolakídis stava cenando con un gruppo di amici quando ha sentito un forte rumore. “Abbiamo visto una fiamma nel cielo perdere quota e precipitare. Poi, per due ore abbiamo sentito esplosioni continue, mentre un forte odore indefinito ricopriva l’atmosfera.

Mários Apostolídis, tenente generale coordinatore dei Vigili del Fuoco della Grecia settentrionale, ha commentato l’inizio delle operazioni, spiegando “che i droni sono già stati sollevati e i vigili del fuoco dell’Esercito stanno iniziando a operare per dare la loro approvazione, o altrimenti il loro divieto di continuare, a seconda dello stato della scena, dato che le squadre specializzate dell’Esercito greco stanno già spazzando la zona”.

“Ci sono incendi in un raggio di almeno 500 metri. Abbiamo vietato l’accesso all’area in cui operiamo e i residenti sono stati avvisati di stare lontani, di fare attenzione e di tenere le finestre chiuse. Abbiamo sperimentato il bruciore sulle labbra e sulla lingua, eppure indossiamo le nostre maschere. Non sappiamo cosa ci stia colpendo”, ha dichiarato Mários Apostolídis.

Di conseguenza, è stato imposto il divieto di circolazione nella zona e le autorità locali sono in attesa dell’arrivo dell’unità speciale di difesa nucleare, biologica e chimica dell’esercito, che controllerà la polvere bianca sparsa intorno ai rottami dell’aereo e deciderà se è pericolosa.

Nel frattempo, i vigili del fuoco riferiscono che c’è un alto carico pirotermico intorno all’aereo e allo stesso tempo, da quando sono caduti i tralicci dell’elettricità, oltre al problema creato nella fornitura di energia elettrica, c’è anche questo imbarazzo nella fornitura di acqua nella zona, dato che le stazioni di pompaggio non sono più alimentate con l’elettricità.

L’aereo era decollato dall’aeroporto serbo di Niš e, secondo quanto riportato dal corrispondente della TV greca ERT a Belgrado, “il ministro della Difesa serbo Nebojša Stefanović ha confermato che l’aereo trasportava 11,5 tonnellate di munizioni”.

“Più precisamente, le munizioni sono state caricate all’aeroporto Costantino il Grande nella città di Niš, nel sud della Serbia. Si tratta di munizioni di fabbricazione serba, legalmente esportate in Bangladesh, visto che l’aereo era decollato alle 10:20 ora greca per il Bangladesh con scali intermedi ad Amman e Riyadh.

Immediatamente, il console generale ucraino a Salonicco, Vadim Shabluk, si è recato sul luogo dell’incidente, informando le autorità greche “che tutti gli otto membri dell’equipaggio erano ucraini e che la destinazione finale dell’Antonov era il Bangladesh”.

Se non fosse che altri rapporti in Grecia propendono più per la seconda versione dei fatti. “L’aereo da trasporto ucraino An-12 che si è schiantato 40 km a ovest di Kavala trasportava armi destinate all’Ucraina e non alla Giordania o al Bangladesh, come sostiene il ministro della Difesa serbo.

“Gli stessi ucraini, nei loro dispacci del giorno, affermano che la compagnia ucraina in possesso dell’aereo collabora con la NATO e che l’aereo ha spesso effettuato numerosi voli per conto della NATO. È stato inoltre rivelato che questo particolare aereo della compagnia ucraina caricava permanentemente armi in Serbia e Bulgaria e le trasportava in Polonia, da dove venivano ovviamente trasportate in Ucraina.

“Gli ucraini affermano che l’aereo apparteneva alla compagnia Meridian, che, secondo le informazioni riportate sul suo sito web, opera voli charter in tutto il mondo e adempie anche a contratti con organizzazioni governative e non governative per il trasporto di carichi umanitari”. Inoltre, lavora a stretto contatto con le Nazioni Unite e la NATO per la consegna di beni urgenti, soprattutto militari e a doppio uso. Il sito non menziona il Bangladesh o la Giordania e di certo non si tratta di una missione umanitaria delle Nazioni Unite.

“Dopotutto, come è possibile che un aereo da trasporto ucraino trasporti armi in… Bangladesh o in Giordania in tempo di guerra? E mentre i serbi sostengono che trasportava munizioni da addestramento per mortai, i fatti li smentiscono, poiché le munizioni da addestramento non contengono una quantità di materiale esplosivo sufficiente a provocare un’esplosione come quella avvenuta a Paleochóri…”.

La verità è che l’aereo era un “cavallo di battaglia”, “come gli americani descrivono un aereo cargo, un aereo cargo che stava per atterrare all’aeroporto di Chrysoúpolis – Kavala, perché seguiva esattamente la pista prevista per atterrare lì dalla Serbia, al fine di caricare ulteriori armamenti dalla Grecia, greci o forse americani, all’Ucraina”.

“Dopo tutto, l’aereo trasportava 20 tonnellate di carico e i serbi ammettono che ne trasportava solo 11,5 tonnellate. Sembra che questi aerei non volino in missioni così vuote. Quindi stava venendo a Chrysoúpolis per… caricare. Per inciso, i russi sanno tutto, ma poi capiscono, diciamo un po’, la politica di equilibrio seguita da Belgrado.

Infine, l’anziano giornalista Spýros Hadjáras, ex corrispondente sia in Serbia che in Russia ed eccellente esperto di Balcani, propone un altro scenario probabile.

“Tutti in Serbia sanno che la sostituzione di Aleksandar Vulin con Nebojša Stefanović al Ministero della Difesa dal 28 ottobre 2020 è avvenuta su richiesta degli americani. Tutti sanno che il capo dell’SDB Jovan Stanišić, il servizio di intelligence durante l’era Milosevic, era un agente doppiogiochista e che lavorava per la CIA”.

“Tutti sanno che il governo serbo è un formaggio svizzero… con dei buchi, pieno di agenti croati. Per esempio, l’agente croata Dijana Hrkalović, quella che Vučić ha nominato viceministro della polizia e che è sotto processo per i suoi legami con la mafia, ha recentemente rivelato che il ministro Nebojša Stefanović ascoltava le conversazioni del presidente del governo Aleksandar Vučić… per conto degli americani”.

“Pertanto, ciò che l’aereo stava realmente trasportando e dove era diretto è noto solo agli americani che lo hanno caricato e ai russi che lo hanno abbattuto a modo loro.

“Quello che dice l’agente Nebojša Stefanović dal suo ministero a Belgrado… non ha alcuna importanza”.

“Poscritto. Qualcosa mi dice che la causa dell’incidente è da ricercare nel carburante e… che era effettivamente ventilato.

Ovviamente, sotto la casta dei satanici, il Paese greco, sotto la khazaria di Atene, finisce per bruciare. Gli incendi appiccati dal Regime e che stanno devastando le nostre foreste a Creta sono iniziati proprio dove gli abitanti si sono opposti con forza all’installazione di turbine eoliche germaniche. I sindaci della regione parlano di un attacco doloso multiplo. Esattamente come un anno fa, quando il regime ha bruciato quasi metà dell’isola di Eubea.

E in Tessaglia, oltre ai mulini a vento del Quarto Reich, gli israeliani stanno installando impianti fotovoltaici su diverse migliaia di ettari, invitati da… un loro cugino, l’amico di stupratori e pedofili Mitsotákis. Anche per impedire alla Grecia di coltivare cibo per garantire la sua sovranità alimentare.

 

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Da “Empori un tempo famosi” – Giovedì 28 luglio 2022

I luoghi segnati dalla storia sono composti da molti strati sovrapposti, che formano … una millefoglie piuttosto agrodolce. Ne è un buon esempio Kechriés, un tempo famosa stazione commerciale affacciata sul Mar Egeo, che era uno dei due antichi porti della città di Corinto, a circa 8 km a est sul Golfo Saronico. In questa fine di luglio, si può fare il bagno, preferibilmente all’alba. Eppure.

(…) Il sito, abitato fin dalla preistoria, acquisì rapidamente una reputazione locale, e anche molto più ampia, grazie al suo porto naturale in acque profonde, favorevole allo scarico delle navi. Su questo piccolo promontorio si scava da quasi cinquant’anni e la storia non finisce qui.

L'invasione turca. Cipro, 1974
L’invasione turca. Cipro, 1974 Greek Press Photograph

 

(…) Alle 5.30 del 20 luglio 1974 iniziò l’operazione anfibia turca a Cipro. La giunta dei colonnelli, nella sua ultima versione, aveva inscenato un colpo di Stato a Nicosia per rovesciare il presidente cipriota Makários, che in realtà era stato pianificato dalla CIA da tempo. I Colonnelli furono quindi usati come copertura.

Quella mattina, nella sala riunioni del Ministero della Difesa di Atene, tutti aspettavano che Joseph Sisco, Assistente del Segretario di Stato per gli Affari Internazionali, portasse finalmente le ultime notizie da Ankara. Erano presenti il Presidente greco e… Il generale Fédon Gizíkis, il primo ministro Adamántios Androutsópoulos, il ministro degli Esteri Konstantínos Kypraíos, che aveva appena sostituito Spyrídon Tetenés, dimessosi l’8 luglio.

(…)

Dall’aeroporto e proveniente da Ankara, Joseph Cisco accompagnato da Henry Tasca, ambasciatore degli Stati Uniti ad Atene, arrivò , bisogna dire con il fiatone. L’inviato di Kissinger innanzitutto chiese “moderazione”, esortando i greci “ad astenersi dall’azione militare, assicurando loro che gli americani avrebbero convinto i turchi a lasciare Cipro entro le prossime 24 ore, lasciando dietro di sé solo una forza di 1.500 uomini per rinforzare il distaccamento TURKDYK dell’esercito turco già presente e, in particolare, per risollevare il morale dei turco-ciprioti”.

(…) Henry Tasca morì in uno strano incidente d’auto in Svizzera nel 1979, proprio mentre stava per pubblicare la sua testimonianza sulla vicenda di Cipro del 1974 e sul ruolo di Kissinger.

Poi, Rodger Davies, l’ambasciatore statunitense a Nicosia, venne ucciso il 19 agosto 1974 nella sua ambasciata, ufficialmente da due cecchini greco-ciprioti… che il sistema giudiziario nicosiano non riuscì a condannare per mancanza di prove, mentre in seguito gli Stati Uniti… non vollero mai approfondire questo crimine.

(…)  Vale la pena notare che Kissinger alla fine ammise di essere sempre stato un agente di Sua Maestà, pur lavorando all’interno dell’amministrazione statunitense. In un discorso tenuto a Chatham House il 10 maggio 1982, Sir Henry Kissinger si è vantato di essere stato un agente britannico sia sotto l’amministrazione Nixon che sotto quella Ford, pur avendo ricoperto il ruolo di consigliere presidenziale per la sicurezza nazionale e di Segretario di Stato.

Kissinger è stato promosso da Londra a Cavaliere Commendatore Onorario dell’Ordine di San Michele e San Giorgio, un grado normalmente conferito ai diplomatici britannici di alto livello… addetti ai lavori.

In Grecia, la mobilitazione generale… di un’operetta viene nel frattempo decretata, a seguito della riunione al Ministero della Difesa del 20 luglio 1974.

E sul campo delle operazioni, alle 5 del mattino del 20 luglio 1974, sette navi anfibie turche, sotto la copertura di quattro cacciatorpediniere, sbarcarono sulla spiaggia di Pente Míli, otto chilometri a ovest di Kyrenia, nella parte settentrionale, e questo fu il primo ponte stabilito a Cipro dall’operazione Attila. In tutto c’erano due colonne di carri armati e due battaglioni rinforzati, che non hanno incontrato resistenza.

Questo fu l’inizio dell’invasione turca che Makários, Arcivescovo e Primate della Chiesa di Cipro e anche Presidente della Repubblica di Cipro, aveva esattamente… richiesto, nel suo discorso davanti alle Nazioni Unite il 17 luglio 1974, a seguito del suo dettagliato briefing… da parte di quei politici britannici ai più alti livelli di potere a Londra.

Sul terreno, durante le prime operazioni, il lealissimo capitano della NATO Geórgios Antonakópoulos, comandante del 182° Squadrone di Artiglieria da Campo con sede a Kyrenia, non sparò una sola granata allo sbarco delle forze di Attila. Quasi contemporaneamente, i caccia F-100 delle squadriglie dell’aviazione turca hanno attaccato un’area più ampia tra Kyrenia e Nicosia.

 

Ciò che è molto importante capire… già per gli storici, è che il 20 luglio 1974 non sbarcò una forza turca di 40.000 persone, come suggeriscono gli stereotipi proposti in seguito, ma solo un piccolo battaglione. Il numero esatto di sbarchi turchi a Pente Milia è ancora un segreto nazionale in Turchia e per una buona ragione.

Kissinger… ricercato. Atene, 1974 Greek Press Photograph

(…)  Entrambi i miti fondativi sono presenti. Quello della “Turchia vittoriosa a Cipro” e quello del “ritorno della democrazia ad Atene”, perché i due eventi sono due facce della stessa medaglia… inglese.

Come ricorda il vecchio giornalista Hadjáras sul suo blog, “le grandi domande sono rimaste senza risposta per 48 anni da parte dei vari… ricercatori storici e politici, ma in realtà sono piuttosto semplici”.

“Quanti turchi sono sbarcati a Pente Milia il 20 luglio 1974? Dopo quante ore è seguita la seconda ondata? Di quante navi era composta la flotta anfibia turca?”.

(…)

Naturalmente, i traditori di Atene non hanno mai risposto a queste domande, perché semplicemente non hanno affondato gli anfibi turchi nelle prime ore dell’invasione, sebbene ciò fosse possibile a terra.

L’aviazione greca non fu inviata, così come la Marina greca, e i pochi rinforzi che furono infine inviati a Cipro, per lo più a cose fatte, non poterono cambiare la situazione, mentre coloro che combatterono eroicamente lo fecero di propria iniziativa.

 

Il periodo che i politologi chiamano “Metapolítefsi” dal 1974, ovvero il “cambio di regime e il ritorno della democrazia” dopo la caduta del regime dei colonnelli, durato dall’aprile 1967 al luglio 1974, si è concesso, va detto, la sua parte di mito e di inganno.

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Infatti, fu sotto il governo Karamanlís, e non sotto i colonnelli, che l’esercito turco finì per controllare non il 4% del territorio dell’isola, come aveva fatto da luglio, ma quasi il 40% attraverso la seconda operazione Attila-II nell’agosto 1974. Karamanlís aveva allora pronunciato pubblicamente la frase che è rimasta negli annali della più triste storia politica del Paese: “Cipro è troppo lontana per intervenire”. Tuttavia, le forze armate greche avevano tutti i mezzi necessari per fermare l’invasione turca o almeno per contenerla.

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La Metapolítefsi ha così opportunamente fabbricato il suo mito di fondazione, ma in realtà è questo tradimento permanente di una certa élite xenocratica con sede ad Atene a essere sempre in discussione. La cosiddetta “Giornata della democrazia”, celebrata ogni 24 luglio al Palazzo presidenziale di Atene, non è altro che una festa per i vampiri di un sistema politico corrotto fino all’osso. In breve, un regime che si è nutrito di sangue, sia a Cipro che in Grecia.

 

Vale la pena notare che nessuno dei colpevoli è stato processato e tanto meno giustiziato, perché questa è la condanna che meritano. Solo che il tradimento ha le braccia lunghe. Il fedelissimo capitano della NATO Geórgios Antonakópoulos, comandante del 182° Squadrone di Artiglieria da Campo, con sede a Kyrenia, che non ha sparato una sola granata durante lo sbarco di Attila, è stato nominato Capo di Stato Maggiore nel 2002.

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Il Regime lancia quindi la sua nuova favola. “Il turismo sta andando bene, i ricavi generati raggiungeranno i 18 miliardi nel 2022, per quasi 18,7 miliardi nel 2019… e questi manterranno alto il tasso di crescita dell’economia greca, perché senza di essi la Grecia andrebbe in recessione.”

Tuttavia, le entrate del turismo saranno, come si dice a volte in Grecia, “bruciate”, perché ancora una volta non avranno un effetto significativo sul corpo principale dell’economia greca. La spiegazione è semplice. Il prodotto turistico della Grecia, a parte gli alberghi e alcuni seri imprenditori, si basa sull’economia sommersa, anche criminale, tra il traffico di droga e la sempre più diversificata prostituzione. Questo vale per alcune destinazioni che si dicono addirittura “legali”.

 

Una realtà che riguarda soprattutto le cinque isole “top” della Grecia e i loro cosiddetti imprenditori del “divertimento”. Queste persone ovviamente non rappresentano il vero business greco, se non per il fatto che drenano tanti profitti e che, ad esempio, Mykonos è controllata dalla mafia albanese della droga, delle armi e della prostituzione, anche minorile, con la gentile collaborazione del Regime di Atene dei criminali pedofili.

 

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