DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org
Alberto Nardelli, giornalista di BuzzFeed News con sede a Londra, sembra piuttosto ossessionato da Matteo Salvini, visti i numerosi articoli scritti quotidianamente su di lui. Giornalista ex Guardian, della sinistra britannica, oggi a capo di BuzzFeed, è l’autore del rumoroso scoop sui presunti finanziamenti di 65 milioni alla Lega, camuffati da traffico di petrolio tra Mosca e Roma, grazie al ‘faccendiere’ Gianluca Savoini.
Il giornalista dal suo profilo Twitter ha rivolto alcune domande a Salvini, farcite di tali tossine di odio che avrebbero fatto impallidire anche quelle di Roberto Saviano, di Ezio Mauro o di Marco Travaglio. Nardelli infatti dice di Salvini: “Qual è la sua relazione con Savoini? Per quale motivo un uomo che non ricopre alcun ruolo ufficiale nel governo partecipa a viaggi ufficiali a Mosca con il ministro, sedendo nelle riunioni con ministri russi e partecipando a cene con il presidente Putin? In che ruolo fa tutto questo?”. E ancora: “Cosa sa Salvini sull’incontro al Metropol del 18 ottobre. Era consapevole della trattativa e della proposta di accordo per finanziare il suo partito e la campagna elettorale? Sa quali altri italiani hanno partecipato alla riunione?”. E infine: “Cosa ha fatto Salvini la sera del 17 ottobre a Mosca dopo aver parlato alla conferenza al Lotte Hotel? E come mai i funzionari russi che avrebbe incontrato quella sera vengono poi nominati il giorno successivo durante l’incontro al Metropol Hotel?”.
La testata di BuzzFeed, che ha pubblicato gli audio sui presunti fondi russi alla Lega, è un giornale di recente successo, un laboratorio della viralità, una pagina per millennials e insieme una piattaforma social. Il sito fondato da Jonah Peretti è notevolmente dinamico e pronto a continue trasformazioni giornalistiche. I numeri sono decisamente dalla sua parte: 200 milioni di visitatori unici al mese, oltre 15 milioni di like totali su Facebook suddivisi tra oltre 40 pagine, edizioni locali in Brasile, Regno Unito, Francia, Germania, ricavi in crescita verticale e ulteriori prospettive di espansione in agenda.
Dal 2016 la redazione ha una squadra di venti giornalisti investigativi, guidata da Mark Schoofs, premio Pulitzer, l’oscar americano per il giornalismo, ma ha nel curriculum anche scivoloni molto consistenti: la testata infatti rivelò la storia delle molestie sessuali di Kevin Spacey nei confronti di un giovane attore (denunce poi ritirate); nel gennaio 2017 la pubblicazione del Rapporto Steele, sull’ex capo dell’ufficio di Mosca dell’M16, Christopher Steele, in cui si rivelava di come la Russia lavorasse da tempo per favorire l’ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca e della sua offerta di offrire il contenuto delle email di Hillary Clinton hackerate. Il dossier ipotizzava anche sul tentativo di Trump di tacitare le storie riguardo a “prestazioni sessuali” a lui attribuite con prostitute russe.
Mentre altri networks, New York Times e Nbc News, si rifiutarono di pubblicare il documento per “mancanza di prove evidenti”, Smith lo fece, informando i lettori, che il dossier “non era stato verificato” e includeva “errori evidenti”… “Intanto lo condividiamo con i lettori, è il nostro modo di essere trasparenti”, aggiungendo che la redazione stava comunque lavorando per trovare conferme.
Citata in giudizio per diffamazione da un uomo d’affari, Aleksej Gubarev, il cui nome era apparso nel dossier, nel dicembre 2018 BuzzFeed si era vista però riconosciuta la qualità del proprio lavoro. Secondo il giudice, l’articolo era risultato “corretto e veritiero”, poiché si era limitato a pubblicare un documento originale, senza aggiungere commenti.
Nel gennaio del 2015, BuzzFeed raccontava di come il presidente Trump avesse ordinato al suo avvocato, Michael Cohen, di mentire al Congresso riguardo l’accusa di relazioni con la Russia per la costruzione della Trump Tower a Mosca, poiché i colloqui sarebbero avvenuti durante la campagna presidenziale, cosa vietata negli Stati Uniti.
Lo scoop di BuzzFeed permise intanto ai democratici di valutare l’ipotesi di impeachment, ma due giorni dopo la notizia ricevette la smentita ufficiale del procuratore speciale, Robert Mueller, che bollò come “inaccurata” la ricostruzione giornalistica. Poi, per la chiusura dell’inchiesta sul Russiagate, BuzzFeed pubblicò un articolo dal titolo “Il rapporto Mueller dice che Trump non chiese a Michael Cohen di mentire”.
Ma gli scoop della testata di successo non finiscono qui, perché nel novembre 2016 BuzzFeed News pubblicò un’inchiesta giornalistica sulla disinformazione prodotta in Italia dal M5S e sui legami del partito di Beppe Grillo con diversi siti d’informazione che diffondevano propaganda russa. Autore dell’articolo sempre il nostro Alberto Nardelli, che nominava una serie di altri siti che si presentavano come “indipendenti” ma che di fatto sarebbero stati controllati dal M5S.
“I leader del Movimento”, scrivevano Alberto Nardelli e Craig Silverman, “hanno costruito una rete di siti internet e account di social network che diffondono notizie false, teorie cospirazioniste e storie pro Cremlino a milioni di persone”. Passavano poi in rassegna una serie di altri siti internet come TzeTze, La Fucina e La Cosa che vantavano oltre un milione di seguaci sui social network e che rilanciavano “gli elementi centrali della campagna del Movimento, disinformazione e attacchi ai rivali politici e in particolare a Matteo Renzi”. BuzzFeed inoltre sosteneva che molte delle news rilanciate dai siti della galassia M5s fossero riprese da fonti di proprietà del Cremlino come Sputnik. Secondo i giornalisti ci sarebbe stato uno stretto legame tra i siti della Casaleggio associati e il sito del Movimento 5 stelle: “Tutti condividono lo stesso indirizzo IP”, si leggeva nell’articolo.
Ora all’attacco contro Salvini interviene anche il Fatto Quotidiano, che ha tentato fin dall’insediamento del governo giallo verde di favorire un possibile cambio di alleanze, sostenendo in particolare un’alleanza tra il MoV e il PD di Zingaretti, apparentemente rinnovato, ma sempre a ispirazione mondialista renziana. Interviene anche Luigi Di Maio, che invita Salvini a rispondere dei presunti finanziamenti russi davanti al Parlamento: “Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione. Strano che Di Maio si sia scordato che l’Italia ha dovuto cedere gran parte della propria sovranità proprio a quell’Europa di cui lui si dichiara fedele, dopo aver fatto per anni propaganda per l’uscita dall’euro.
È evidente anche che il capo politico del MoV cita BuzzFeed come fonte d’informazione altamente attendibile, celando di proposito le rivelazioni pregresse sulla macchina di propaganda web del MoV, e sul fatto che Alberto Nardelli interpreterebbe un trend politico decisamente di sinistra, avverso al governo giallo verde. Perché allora Di Maio non lo dice? Perché ci sta al massacro nei confronti di Salvini? Forse per risucchiargli un po’ di quei consensi che lo stesso capitano gli ha sottratto durante l’ultimo anno e risalire nei sondaggi?
Ma anche il Fatto Quotidiano non rinuncia a massacrare Salvini, dimenticando di raccontare quello che BuzzFeed avrebbe detto anche sui 5Stelle, e che in data 30/11/2016 lo stesso Fatto aveva ripreso.
Però i risultati delle politiche anti immigrazione del governo giallo verde sono evidenti. Basta guardare gli ultimi dati targati Unhcr, aggiornati al primo luglio scorso: quest’anno nel Sud Europa sono arrivati 35.413 migranti (un dato in calo), in gran parte via mare (27.301), però di questi, 18.294 sono entrati in Grecia, 12.522 in Spagna, 2.755 in Italia, 1.048 a Malta e 794 a Cipro. Insomma l’Italia con i suoi 2.755 arrivi nel 2019 (dati del Viminale aggiornati al 2 luglio ne segnalano 2.784) è ben al di sotto delle cifre degli anni precedenti ed anche di quelle degli altri Paesi del Sud.
Perciò non credo che il Russiagate di Salvini possa provocare una grave perdita di consensi per il capitano, terrore delle ONG, che può anche aver preso soldi da Putin, ma il cui pugno di ferro anti immigrazione sta rispondendo alle istanze degli italiani, interessati soprattutto a ritrovare una sorta di sicurezza sociale, dopo che l’accelerazione del progetto melting pot alla Soros li ha proiettati, in brevissimo tempo, al centro di un mondo sempre più invivibile, cui non erano abituati, gravato da furti, stupri, dispregio sociale dei valori della propria tradizione. Questa almeno è la percezione, anche se molti stranieri lavorano onestamente, però le sacche di disoccupazione africana possono venire facilmente reclutate per ingrossare la manovalanza della mafia nigeriana e di altre organizzazioni criminali.
Non è solo un problema di sicurezza, ma anche di convivenza tra culture diverse, che sta diventando sempre più complicato. L’attacco mondialista a Salvini dimostra proprio questo intento, riprendere il flusso dell’immigrazione fuori controllo e continuare a produrre dumping salariale, tanto il presunto argine ‘antisistema’ rappresentato dai 5Stelle appare sempre più inadeguato, incoerente e ambiguo.
Rosanna Spadini
Fonte: https://comedonchisciotte.org/
15.07.2019