DI AMBROSE EVANS PRITCHARD
telegraph.co.uk
“Io non governo un paese in ginocchio”, ha detto Matteo Salvini dopo aver stravinto le elezioni europee in modo ancora più chiaro di quelli del partito della Brexit. Da notare bene l’uso di un “maestoso IO”: Salvini si sente già padrone di Roma.
Le élite della zona euro cominciano a vedere in fondo al barile, una rivolta degli economisti italiani e una valuta parallela: I sovversivi “minibot” stanno per tornare in campo.
Nessuno riesce più a contenere l’uomo forte della Lega, nemmeno quella sempre geniale classe dei mandarini italiani. Il suo partito conta sul 40% del paese insieme ai suoi euro-scettici confederati dei Fratelli d’Italia. La Lega è scoppiata nei territori borbonici del Mezzogiorno come un vulcano e ora è in prima linea sui flussi migratori e ha smesso di dar retta all’Europa. In qualsiasi momento Salvini ora può dare una spallata e chiedere le elezioni .
Per qualche maniacale riflesso, una morente Commissione europea in mano a Jean-Claude Juncker ha scelto proprio questo momento per inviare la sua prima lettera di accusa per contestare la nuova fiammata del debito e del deficit a regime. L’Italia si trova di fronte multe per 3,5 miliardi di euro per non essersi allacciate le cinture di sicurezza ed ha 48 ore per rispondere.
“Non siamo la Grecia“, ha detto Claudio Borghi della Lega e Presidente del Comitato per il Bilancio di casa Italia. “Noi siamo contribuenti attivi sul bilancio della UE. Noi abbiamo un surplus commerciale e un avanzo di bilancio primario. Non abbiamo bisogno di chiedere niente a nessuno. E stiamo meglio della Francia “.
La strategia della Lega è quella di dare ai leader europei una scelta: o riformare i trattati della UE per consentire una espansione fiscale e consentire alla Banca Centrale Europea di funzionare come prestatore di ultima istanza, oppure affrontarne tutte le conseguenze.
Bruxelles dice che I’Italia non è riuscita a fare “sufficienti progressi” sul piano del debito pubblico, senza prendere atto che la causa principale dello slittamento è stata la recessione e il crollo del commercio mondiale. Le sue richieste sono atti di vandalismo macroeconomico e sta dettando ordini a un paese già in crisi per effetto della politica imposta (dall’estero) al suo bilancio con un violento contenimento entro l’1,5% del PIL. Lo sta facendo dopo che la BCE ha ritirato ogni stimolo monetario.
La ricetta è futile anche nella sua crudezza. Il PIL nominale dell’Italia si sgonfierà e il rapporto percentuale del debito pubblico aumenterà per effetto del denominatore. Ma la legge è legge – almeno per l’Italia di Salvini, anche se non lo è per la Francia di Macron.
“Non ho intenzione di impiccarmi per qualche stupida regola”, ha detto Salvini. “Fino a quando la disoccupazione non scenderà sotto il 5%, noi abbiamo il diritto di investire. Abbiamo regioni in cui la disoccupazione giovanile è del 50%. Abbiamo bisogno di una cura Trump, di uno shock fiscale positivo per rimettere in moto il paese “. Il suo piano è un aumento di 30 miliardi di euro sulla scia di una flat-tax al 15%.
Ma l’Italia non è l’America. Non è un paese economicamente sovrano e non può prestare soldi all’economia con una propria moneta. Il suo progetto è irrealizzabile con la struttura attuale dell’unione monetaria. E’ bastata solo questa piccola scaramuccia per spingere gli spread sui titoli decennali italiani al loro massimo da sei mesi: mercoledì lo spread è arrivato a 292 punti base. Lo status di stress parte da 300. Il sistema bancario entra in crisi a 400.
360 miliardi di euro del debito italiano sono in mano a cittadini italiani, ma se i rendimenti salgono, saranno costretti a ridurre queste quote. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, un “duro-shock ” farebbe ridurre il ratio dei patrimoni base delle banche italiane di 230 punti, con una reazione a catena che si diffonderebbe rapidamente anche in Portogallo e Spagna e si trasformerebbe in una minaccia per tutto il sistema della zona euro. La “spirale della zavorra (dei titoli di stato) delle banche-sovrane” non è ancora finito.
Borghi ha detto che il progetto che prevede i minibot è stato scritto nel solenne “contratto” della coalizione e sarà messo in atto per affiancare il pacchetto delle riforme fiscali. Questi miniassegni creeranno liquidità parallela – qualcosa di simile a quello che Yanis Varoufakis voleva fare in Grecia – e serviranno per pagare 50 miliardi di euro di conti arretrati, che lo stato italiano ha con gli appaltatori e con le famiglie.
Ambrose Evans Pritchard
Fonte: www.telegraph.co.uk
Link: https://www.telegraph.co.uk/business/2019/05/29/epic-clash-building-italys-triumphant-salvini-brussels/
29.05.2019
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di BOSQUE PRIMARIO