Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org
Lo avevo già accennato in un recente articolo (DRAGHI LIQUIDA LA PACE E IL SUPERBONUS 110: MEGLIO LE ELEMOSINE DI STATO DA 200 EURO) – che Mario Draghi, nel suo ultimo discorso al Parlamento Europeo, si era fatto primo ed unico promotore di un immediato ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.
Questo auspicio veniva addirittura caldeggiato, dal nostro premier, in nome di un processo di allargamento accelerato dei confini dell’Unione Europea. Dai banchi di Strasburgo tuonava:
L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’Unione Europea. Dobbiamo seguire il percorso d’ingresso che abbiamo disegnato, ma dobbiamo anche procedere il più speditamente possibile [1]
Per nostra fortuna, quel suo discorso lo hanno sentito in pochi, bastava infatti capovolgere le telecamere per scoprire un emiciclo completamente deserto.
Correre a proporre l’ingresso dell’Ucraina nella UE, proprio nel momento di un acceso conflitto militare, le cui ragioni si fondano per l’appunto nel veto assoluto, da parte della Russia, che l’Ucraina faccia ulteriori passi verso il blocco Euro-Atlantico – equivale a spegnere un incendio con gli idranti a benzina.
Di questo Draghi non può non rendersene conto! quindi, delle due l’una: o la sua è una posizione personale e quindi abbiamo a capo del nostro governo un novello guerrafondaio, che pensa di provocare Putin per poi conquistare la Russia all’interno di una guerra mondiale; o, altrimenti, le sue sono parole che eseguono ordini di altri.
Se dobbiamo giudicare da quanti lo stavano a sentire a Strasburgo e dalla condivisione della posizione con i principali leader europei, se di ordini si tratta, possiamo concludere facilmente, che debbano provenire da altri lidi.
Rispondere gli Stati Uniti, dove Draghi è in visita in questo momento, è fin troppo facile e scontato, ma non basta!
Quello che si fa sempre più stringente, a garanzia e nell’interesse dell’intera umanità: è capire (almeno per quanto riguarda scelte fondamentali come questa, che potrebbero provocare un conflitto mondiale), se ancora i nostri governanti le prendano seguendo processi democratici, oppure se anche queste, vengono loro dettate da poteri profondi sovranazionali.
La certezza che siamo sulla seconda ipotesi, deve essere il punto di partenza per provare a riportare il mondo sulla retta via.
Che nella maturazione di scelta della posizione – esposta da Draghi a Strasburgo – non vi è niente di democratico, lo si evidenzia anche dalla totale ipocrisia della scelta stessa.
Basti ricordare che Draghi è la stessa persona, che da presidente della Bce, mise in atto la famosa cura “lacrime e sangue” ai greci. Quindi se facciamo entrare l’Ucraina – un Paese che era già fallito prima della guerra e possiamo facilmente immaginare in che condizioni economiche si ritroverà quando la guerra stessa sarà finita – poi, a Bruxelles che cosa decideranno di fare? L’invio della Troika sarà una condizione per farli entrare o la invieranno appena entrati, un minuto dopo la firma dei trattati? Chi avrà il coraggio di mettere la propria faccia per richiedere al popolo ucraino la cura “lacrime e sangue” dopo tutto il sangue e le lacrime che hanno versato in questa guerra? Oppure, forse, hanno già deciso che per la causa, faranno uno strappo alle regole ed a pagare saranno ancora italiani e greci?
Che dire, siamo veramente all’apoteosi dell’ipocrisia.
Una idea talmente ipocrita e pericolosa, sia per l’Italia che per la stabilità mondiale, che appena sentita, in Europa e nel belpaese, i teatranti della politica si sono dati tutti alla fuga.
Tutti, eccetto uno….. a Firenze si dice “il più bischero”:
Enrico Letta segretario del PD, non ha perso un attimo per correre dietro fedelmente alla pericolosissima ipocrisia di SuperMario. Lui fin da subito pronto a morire per l’Euro, magari avrà già in stesura il nuovo libro:
Morire tutti per l’Ucraina
In attesa di vedere il “buon Enrico” con fucile ed elmetto camminare in su e giù per le trincee, vediamo cosa ci racconterà Draghi di ritorno da oltreoceano.
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org
NOTE
[1] Draghi a Strasburgo: “Crisi ucraina la più grave nella storia dell’Ue” (sky.it)