L’attentato ucraino al Ponte di Kerch era già stato programmato dai servizi segreti britannici

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Kit Klarenberg
thegrayzone.com

The Grayzone ha ottenuto una presentazione dell’aprile 2022 redatta per alti funzionari dell’intelligence britannica che descrive un elaborato piano per far saltare in aria il ponte di Kerch in Crimea con il coinvolgimento truppe ucraine appositamente addestrate. Quasi sei mesi dopo la diffusione del piano, l’8 ottobre, il ponte di Kerch è stato attaccato con un attentato suicida, apparentemente supervisionato dai servizi segreti ucraini SBU.

Le proposte dettagliate per fornire un sostegno “audace” alle “operazioni di incursione marittima” di Kiev erano state redatte su richiesta di Chris Donnelly, un alto funzionario dell’esercito britannico e consulente di alto livello della NATO. L’elemento centrale dell’ambizioso piano era la “distruzione del ponte sullo stretto di Kerch.”

Documenti e corrispondenza che descrivevano l’operazione sono stati forniti a The Grayzone da una fonte anonima.

L’esplosione di un camion sul ponte di Kerch differisce dal punto di vista operativo dal piano descritto. Tuttavia, l’evidente interesse della Gran Bretagna nel pianificare un simile attacco sottolinea il profondo coinvolgimento delle potenze della NATO nella guerra per procura in Ucraina. Quasi esattamente nel momento in cui Londra avrebbe sabotato i colloqui di pace tra Kiev e Mosca, nell’aprile di quest’anno, i servizi segreti militari britannici avevano messo a punto una tabella di marcia per distruggere un importante ponte russo attraversato tutti i giorni da migliaia di civili.

La tabella di marcia era stata elaborata da Hugh Ward, un veterano militare britannico. In essa vengono delineate una serie di strategie per aiutare l’Ucraina a “costituire una minaccia per le forze navali russe” nel Mar Nero. Gli obiettivi principali sono quelli di “degradare” la capacità della Russia di bloccare Kiev, “erodere” la “capacità bellica” di Mosca e isolare le forze terrestri e marittime russe in Crimea “negando i rifornimenti via mare e via terra attraverso il ponte di Kerch.”

Questo è il link al file pdf del progetto:  Support-for-Maritime-Raiding-Operations-Proposal

In una e-mail, Ward aveva chiesto a Donnelly di “proteggere questo documento,” ed è facile capire perché. Di questi piani assortiti, solo il “Kerch Bridge Raid CONOPS [concept of operation]” è oggetto di uno specifico allegato alla conclusione del rapporto Ward, cosa che ne sottolinea l’importanza.

Il contenuto equivale ad un diretto e dettagliato patrocinio per quello che potrebbe costituire un grave crimine di guerra. In particolare, nel delineare i modi per distruggere un importante ponte civile, non c’è alcun riferimento a come evitare vittime civili.

In tre pagine distinte, accanto ai diagrammi, l’autore definisce i termini della “missione”: “disattivare il ponte di Kerch in modo audace, interrompendo l’accesso stradale e ferroviario alla Crimea e l’accesso marittimo al Mar d’Azov.”

Ward suggerisce che per distruggere il ponte “sarebbe necessario che una batteria di missili da crociera colpisse i due pilastri di cemento ai lati dell’arco centrale in acciaio, causando un completo cedimento strutturale, impedendo qualsiasi rifornimento stradale dalla terraferma russa alla Crimea e interrompendo temporaneamente [sic] la via marittima.”

Uno “schema” alternativo prevede una “squadra di sommozzatori d’attacco o UUV [veicoli subacquei senza equipaggio] dotati di mignatte e cariche da taglio lineari” per prendere di mira un “importante punto debole” e un “difetto di progettazione” nei pilastri del ponte.

Questo “difetto” sarebbe costituito da “diversi piloni sottili utilizzati per sostenere la campata principale,” costruiti appositamente sottili per consentire alle forti correnti di scorrere sotto il ponte con un attrito minimo. Ward indica un’area particolare in cui la profondità dell’acqua intorno ad una serie di pilastri è di soli 10 metri, secondo lui la “parte più debole” della struttura.

In alcuni messaggi di posta elettronica ottenuti da The Grayzone, Chris Donnelly, un alto funzionario dell’esercito britannico ed ex consulente della NATO, aveva dichiarato che le proposte erano “davvero impressionanti”.

Raggiunto telefonicamente, Hugh Ward non ha negato di aver preparato il progetto di distruzione del ponte di Kerch per Chris Donnelly.

Farò una chiacchierata con Chris [Donnelly] e mi accorderò con lui su ciò che ha preparato per me da rendere pubblico,” ha detto Ward a The Grayzone, quando gli è stato chiesto direttamente se avesse redatto il piano “Audace.”

Alla domanda se poteva confermare il suo ruolo nel piano, Ward ha fatto una pausa e ha risposto: “Non posso confermarlo. Prima devo parlare con Chris.”

Un attacco suicida ad una struttura da 4 miliardi di dollari

All’alba dell’8 ottobre, un attacco incendiario ha danneggiato il ponte di Kerch. Un camion è esploso, dando fuoco a due vagoni cisterna carichi di carburante, facendo crollare in mare due campate della corsia verso la Crimea e provocando tre morti.

Mentre il tratto colpito è stato rapidamente riparato e il traffico è ripreso il giorno successivo, i media occidentali hanno celebrato l’incidente come l’ultimo degli imbarazzi e dei fallimenti russi nel conflitto con l’Ucraina. In alcuni casi, i giornalisti hanno apertamente esultato e scherzato su quello che potrebbe essere a tutti gli effetti classificato come un crimine di guerra che ha causato la morte di civili.

L’attacco suicida ha preso di mira una struttura di collegamento tra la Crimea e la Russia continentale, costruita al costo di 4 miliardi di dollari e la cui apertura aveva rappresentato un’importante vittoria di pubbliche relazioni per il Cremlino, rafforzando il rinnovato controllo di Mosca sul territorio a maggioranza russofona.

Al momento della sua inaugurazione, nel maggio 2018, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato:

“In diverse epoche storiche, anche sotto gli zar sacerdoti, si era sempre sognato di costruire questo ponte. Poi ci si era tornati negli anni ’30, ’40, ’50. Infine, grazie al vostro lavoro e al vostro talento, il miracolo è avvenuto.”

Il ponte è fortemente difeso dal 24 febbraio, non ultimo perché funge da importante via di trasporto per le attrezzature militari destinate ai soldati russi in Ucraina. La Russia aveva già promesso grandi rappresaglie in risposta a qualsiasi attacco alla struttura.

In seguito all’attacco, sui social media era esplosa una generale euforia tra gli Ucraini, le autorità ucraine e i sostenitori dell’Ucraina. Oleksiy Danilov, capo del Consiglio per la sicurezza nazionale e la difesa dell’Ucraina, aveva postato un video del ponte in fiamme insieme ad una clip in bianco e nero di Marilyn Monroe che cantava Happy Birthday, Mr. President – un riferimento al fatto che Putin compiva 70 anni lo stesso giorno.

Inoltre, i media ucraini hanno riferito, attraverso una fonte anonima “nelle forze dell’ordine” che l’attacco era stato condotto dal Servizio di sicurezza ucraino. Tuttavia, alti funzionari ucraini, tra cui il principale consigliere presidenziale, Mykhailo Podolyak, stanno ora facendo marcia indietro, affermando invece che l’incidente è stato un false flag russo.

Tali affermazioni sono diventate comuni sulla scia di incidenti in cui la colpevolezza ucraina – o occidentale – sembra probabile o addirittura certa, come l’esplosione del gasdotto Nord Stream.

L’ex ministro della Difesa lituano Audrius Butkevičius era coinvolto in piani dei servizi segreti britannici per distruggere il ponte di Kerch.

Gettare le basi della Terza Guerra Mondiale

Sebbene l’attacco al ponte di Kerch non abbia coinvolto sommozzatori specializzati, droni subacquei o missili da crociera, vi sono indicazioni che i piani di Ward erano stati condivisi con il governo ucraino ai massimi livelli. Infatti, Chris Donnelly li aveva inoltrati all’ex ministro della Difesa lituano Audrius Butkevičius.

Figura di spicco del movimento anticomunista lituano, Butkevičius ha ammesso di aver deliberatamente condotto i combattenti filo-indipendentisti lituani sotto il fuoco dei cecchini sovietici, il 13 gennaio 1991. Questo incidente è talvolta indicato come la “domenica di sangue” di Vilnius ed è ufficialmente osservato come il Giorno dei Difensori della Libertà. Butkevičius e i suoi confederati sapevano che la manovra avrebbe provocato una strage, infiammando ulteriormente la popolazione locale contro la leadership sovietica e incoraggiando un cambio di regime, motivo per cui l’avevano pianificata.

Più di recente, Butkevičius era diventato co-proprietario di Bulcommerce KS, una società che fungeva da “principale intermediario nella fornitura di armi e munizioni bulgare all’Ucraina attraverso Paesi terzi,” armi da utilizzare nella guerra civile nel Donbass.

Butkevičius è stato accusato in modo credibile di lavorare per l’intelligence britannica. Gli scambi di e-mail con Donnelly confermano che era in contatto con Guy Spindler, un ufficiale di lunga data dell’MI6 che era stato inviato all’ambasciata inglese di Mosca contemporaneamente al famigerato autore del “dossier” Trump-Russia, Christopher Steele.

Raggiunto telefonicamente, Spindler, alla domanda se fosse stato a conoscenza del piano “Audace” per distruggere il ponte di Kerch ha risposto a The Grayzone: “Non ho assolutamente idea di cosa stiate parlando.”

Testimonianze dell’epoca suggeriscono che Spindler era direttamente in contatto con Boris Eltsin al momento del fallito colpo di stato contro Mikhail Gorbaciov, nell’agosto 1991.

Butkevičius è stato anche per molti anni “senior fellow” dell’Institute for Statecraft, un oscuro “ente di beneficenza” fondato da Donnelly che gestisce una serie di operazioni militari e di intelligence per conto dello Stato britannico e della NATO, tra cui l’ormai famigerata unità di ‘propaganda nera’ del Foreign Office, Integrity Initiative.

I file dell’Initiative trapelati al publico indicano Butkevičius come contatto chiave dell’organizzazione in Ucraina al momento delle elezioni del 2019. Tre anni prima era stato uno dei “membri della scorta” di cinque agenti dell’intelligence ucraina invitati a Londra dall’Institute for Statecraft per informare i militari britannici sulle tecniche di “guerra ibrida” russe. Insieme a lui c’era Vidmantas Eitutis, che, all’epoca, addestrava l’esercito ucraino a condurre “operazioni di controspionaggio attivo” a Luhansk.

Nella proposta di sabotaggio del ponte di Kerch commissionata da Donnelly, Ward si chiede se l’esercito russo fosse a conoscenza della presunta vulnerabilità del ponte e “quali contromisure ci si potrebbe aspettare” in risposta alla sua distruzione.

Il blitz di attacchi missilistici di rappresaglia sull’Ucraina del 10 ottobre fornisce una probabile risposta. È anche probabile che, se lo schema di Ward fosse stato seguito, la rappresaglia di Mosca sarebbe stata ancora più letale, mettendo a rischio la vita di innumerevoli Ucraini e Russi.

Donnelly era chiaramente indifferente a queste preoccupazioni, del resto aveva detto che i piani erano “veramente impressionanti.”

Una simile noncuranza per le conseguenze catastrofiche era già evidente in un promemoria privato scritto da Donnelly nel marzo 2014, in cui si delineavano le “misure militari” che l’Ucraina avrebbe dovuto adottare in seguito alla presa della Crimea da parte di Mosca.

Dichiarando che “se fossi al comando farei attuare quanto segue,” Donnelly raccomandava di minare il porto di Sebastopoli usando un “traghetto per auto,” distruggere i jet da combattimento sugli aeroporti della Crimea “come gesto per far capire che [gli Ucraini] fanno sul serio,” usare una “potente arma antisatellitare a microonde” per abbattere le installazioni spaziali russe e, infine, rivolgersi all’Occidente per le forniture di petrolio e gas.

“Sto cercando di far passare questo messaggio,” aveva concluso. Queste direttive non sono ancora state attuate, forse perché rischiano di scatenare una situazione apocalittica. In effetti, tali “gesti” equivarrebbero a provocazioni sfacciate contro una potenza nucleare, eppure sembra che Donnelly e coloro che lo circondano sarebbero contenti di veder scoppiare la Terza Guerra Mondiale per la Crimea. In effetti, come i documenti trapelati ottenuti da The Grayzone continueranno a dimostrare, provocare un conflitto tra l’Occidente e la Russia è da tempo uno dei loro obiettivi finali.

Kit Klarenberg

Fonte: thegrayzone.com
Link: https://thegrayzone.com/2022/10/10/ukrainian-kerch-bridge/
10.10.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Kit Klarenberg è un giornalista investigativo che esplora il ruolo dei servizi di intelligence nel plasmare la politica e le percezioni.

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