La Russia e la rotta artica: le frontiere commerciali si spostano sempre più ad est

La rotta artica, sempre più libera dai ghiacci, ha aperto una nuova via di comunicazione tra l’Estremo Oriente e l’Europa. Questo passaggio marittimo, sviluppato dalla Russia, è destinato a rivoluzionare il commercio globale

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Karin Kneissl
thecradle.co

La regione artica è stata a lungo una fonte di interesse per le trivellazioni offshore, in particolare nei periodi di alti prezzi delle materie prime. Tuttavia, negli ultimi anni è diventata sempre più interessante anche come corridoio commerciale, soprattutto per la Cina, nazione non artica.

Il Passaggio a Nord-Ovest collega il Nord America al Pacifico, mentre il Passaggio a Nord-Est corre lungo la costa russa verso la regione Asia-Pacifico. La Russia considera quest’ultimo come una via d’acqua nazionale.

All’inizio di agosto 2007, alcuni esploratori russi si erano immersi in profondità sotto il Polo Nord con un mini-sommergibile e avevano piantato la bandiera nazionale sul fondale marino per rivendicare simbolicamente le ricchezze energetiche dell’Artico, in particolare l’area intorno alla dorsale Lomonosov, che si ritiene faccia parte della placca continentale siberiana.

Negli anni successivi, Stati Uniti e Canada avevano condotto ulteriori ricerche per cercare di dimostrare che la dorsale fa parte della placca continentale nordamericana.

Il Passaggio a Nord-Est (blu), sviluppato dalla Russia, introduce una nuova e più breve via di trasporto per le spedizioni commerciali che usano la rotta tradizionale del Canale di Suez (rosso).

La legislazione marittima delle Nazioni Unite

L’azione intrapresa dalla Russia era conforme alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), che consente alle parti di presentare, entro un certo periodo di tempo, rivendicazioni territoriali riguardanti la piattaforma continentale. La Commissione per la piattaforma continentale era stata istituita proprio a questo scopo.

L’UNCLOS è un trattato geopolitico altamente tecnico che ha richiesto decenni per essere negoziato e codificato. Affronta un’ampia gamma di questioni legate all’uso degli oceani, tra cui le dispute territoriali sulle zone di pesca e lo sfruttamento minerario, nonché il calcolo dei confini marittimi e delle zone economiche esclusive.

Gli Stati Uniti non avevano ratificato questa importante convenzione delle Nazioni Unite e, secondo quanto riferito, erano stati colti di sorpresa dalle implicazioni territoriali del documento. Da allora si è assistito ad una sorta di “corsa al monopolio artico,” mentre varie nazioni conducevano ricerche e avanzavano pretese. Il Consiglio Artico era servito come forum per questi dibattiti, ma era rimasto nel limbo dopo l’imposizione di sanzioni [alla Russia] da parte di circa 42 Stati.

Minacce e opportunità

Il riscaldamento della regione artica, che si manifesta soprattutto con la riduzione del ghiaccio marino, ha effetti sia negativi che positivi. Si prevede che le emissioni di gas metano aumenteranno con lo scioglimento del permafrost, ma il disgelo aprirà anche nuove rotte di navigazione nell’Artico.

Nel 2007, il Passaggio a Nord-Ovest era stato completamente aperto alla navigazione per la prima volta nella storia, mentre il 2020 era stato un anno record per la Rotta del Nord: era completamente libera dai ghiacci già a metà luglio.

Il nuovo Passaggio a Nord-Est, una rotta marittima settentrionale di 3.500 miglia tra l’Asia e l’Europa, sarà una componente marittima essenziale della regione Arcto-Pacifica.

L’uso commerciale – e potenzialmente militare – di questa nuova rotta, percepita da molti in Russia come un analogo del Canale di Suez, ha già portato alla creazione di una flotta di rompighiaccio e di terminali lungo la costa settentrionale russa.

Anche il progetto di punta di Rosneft, Vostokoil, mira a portare petrolio e gas da questi giacimenti ancora non sfruttati ai clienti dell’est. Il progetto Vostokoil era in corso di realizzazione già molto prima dell’inizio della guerra in Ucraina.

Di conseguenza, si prevede che milioni di nuovi barili di greggio entreranno nel principale mercato mondiale, che si trova ad est, piuttosto che ad ovest, di Suez o Mosca. Prima del 24 febbraio 2022, questo era ovvio anche per ragioni economiche e demografiche.

Il Passaggio a Nord-Est aggira le rotte marittime globali degli ultimi due secoli.

Dal punto di vista dell’Asia occidentale, dove si trova gran parte delle risorse energetiche mondiali, questo promette un notevole spostamento dei corridoi di trasporto. Il Canale di Suez era stato la via d’acqua dell’era europea, il Canale di Panama aveva caratterizzato il secolo americano, e il nuovo schema di corridoi commerciali attraverso l’Eurasia darà forma alle relazioni contemporanee per un’era completamente nuova.

Significa anche che il mitico “ultimo barile di petrolio” potrebbe essere russo e non arabo. L'”ultimo barile di petrolio” è un’unità statistica proiettata nei calcoli futuri del mercato petrolifero. Sulla base dei costi di esplorazione e del prezzo globale del petrolio, è da tempo assodato che l’ultimo barile di petrolio a raggiungere il mercato sarà saudita, grazie alle vaste riserve del regno e ai bassi costi di produzione.

Ma, visti gli immensi investimenti russi per portare nuovo petrolio sul mercato, c’è sempre più la possibilità che l’ultimo barile possa provenire da un giacimento russo. E sarà trasportato attraverso il passaggio artico verso il mercato asiatico, non attraverso lo Stretto di Hormuz o il Canale di Suez.

L’importanza geopolitica del passaggio artico

L’importanza del passaggio a nord-est è aumentata in modo significativo in seguito agli spostamenti geopolitici nella regione.

Anche la Cina sta espandendo la sua presenza nell’Artico, con la creazione, nel 2013, del primo partenariato strategico tra Cina e Islanda. Anche se Pechino potrebbe avere delle mire sulle potenziali riserve di idrocarburi della regione, probabilmente è più interessata alle nuove vie d’acqua, che possono far risparmiare tempo e denaro per i trasporti.

Data l’importanza dell’argomento, l’Eastern Economic Forum di Vladivostok del settembre 2022 aveva dedicato diversi panel a questa rotta commerciale. Avevo partecipato ad alcuni di essi come relatrice ed ero rimasta impressionata dallo stadio avanzato di sviluppo di questo nuovo corridoio commerciale.

Il passaggio artico sarà anche complementare al Corridoio internazionale di trasporto Nord-Sud (INSTC), che collegherà le vie d’acqua e le ferrovie dalla Russia all’India, passando per l’Iran.

Il Passaggio a Nord-Est, che, come già detto, è considerato una via d’acqua nazionale russa, è pattugliato e mantenuto sicuro da una costante presenza militare russa nell’Artico.

Vista dal Mar Mediterraneo o dalle coste del Golfo Persico in Asia occidentale, la vasta regione dell’Arcto-Pacifico sembra un altro pianeta, ma per i cosiddetti Cinque Artici (gli Stati litoranei dell’Oceano Artico: Canada, Danimarca, Norvegia, Russia e Stati Uniti) è un’agenda dominante.

Si sta preparando una nuova Guerra Fredda?

La guerra per procura in corso tra la NATO e la Russia potrebbe catapultare la regione artica sotto i riflettori in qualsiasi momento. La compagnia statale russa Atomflot gestisce cinque rompighiaccio a propulsione nucleare, a dimostrazione della determinazione di Mosca a portare avanti la priorità strategica dell’ex Unione Sovietica di dominare e sviluppare l’Artico.

Entro la fine di questo decennio, a questa flotta si aggiungeranno almeno altre cinque rompighiaccio a propulsione nucleare, ognuna delle quali sarà circa due volte più grande e potente delle navi attuali.
La dichiarazione del Consiglio Artico sulle prospettive della regione afferma che:

“Abbiamo fatto di questa regione un’area di cooperazione internazionale unica nel suo genere… Siamo fiduciosi che non vi sia alcun problema che non possiamo risolvere insieme attraverso le nostre relazioni di cooperazione sulla base del diritto internazionale esistente e della buona volontà.”

Mentre entriamo nel cuore dell’inverno 2023, il clima, la guerra in Ucraina e le sanzioni contro i combustibili russi avranno un impatto sui consumi e sul prezzo dell’energia, così come il numero crescente di oleodotti diretti ad est anziché ad ovest.

Karin Kneissl

Fonte: thecradle.co
Link: https://thecradle.co/Article/Analysis/20277
12.01.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Karin Kneissl è un’analista dell’energia e autrice di 14 libri su argomenti legati all’energia e altro. È stata ministro degli Esteri dell’Austria dal 2017 al 2019 e ha lavorato per 10 anni nel servizio estero. Parla correntemente l’arabo classico, tra le altre lingue, e attualmente vive in Libano dove sta lavorando ad un libro di prossima pubblicazione.

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