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La Redazione

 

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La rivoluzione colorata in Georgia e le bugie dei Neoconservatori sulla guerra del 2008 nell’Ossezia del sud

Il revisionismo storico fa parte di uno sforzo per demonizzare Putin e la Russia
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A cura di Markus
Il 12 Marzo 2023
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Kurt Nimmo
kurtnimmo.substack.com

Non riesco a leggere l’articolo di Foreign Affairs sulla Georgia. È blindato dietro un paywall, disponibile solo a chi è disposto a sborsare soldi per la propaganda bellica del Council on Foreign Relations.

L’articolo in questione, “Make Russia Pay: Lessons From the West’s Botched Response to Moscow’s 2008 Assault on Georgia,” [Far pagare la Russia: Lezioni dalla risposta sbagliata dell’Occidente all’assalto di Mosca del 2008 alla Georgia] è stato scritto da Vasil Sikharulidze, ex ministro della Difesa della Georgia, ora Senior Fellow del Foreign Policy Research Institute. È fondatore del Consiglio Atlantico della Georgia.

Considerando la biografia di questo signore, le posizioni che ha ricoperto nel governo georgiano e la sua associazione con un istituto un tempo guidato dal neoconservatore Daniel Pipes, possiamo supporre che il post sia semplicemente un’ulteriore propaganda anti-russa, come del resto suggerisce il titolo.

Innanzitutto, affrontiamo l’affermazione storicamente scorretta che la Russia avrebbe “aggredito” la Georgia. Una lettura onesta della storia – che di solito provoca una reazione allergica nei confronti del CFR – sfata il mito che la Russia avesse invaso l’Ossezia del Sud, un’enclave di etnia russa.

Nella tarda serata del 7 agosto 2008, quando il mondo intero attendeva l’apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, il presidente georgiano Mikhail Saakashvili aveva ordinato alle sue truppe [addestrate dall’Occidente] di invadere la capitale dell’Ossezia del Sud, Tskhinval,” scrive Anatoly Kudryavtsev.

L’esercito georgiano aveva bombardato Tskhinval e i villaggi di Dmenis, Znaur, Tsunar-Khetagurovo e Khetagurovo con razzi GRAD, obici e mortai di grosso calibro, secondo l’Agenzia di informazione RES.

I caccia georgiani SU-25 avevano bombardato l’Ossezia del Sud. Erano state attaccate infrastrutture, tra cui una conduttura di irrigazione nella parte settentrionale di Tskhinval. Le truppe georgiane avevano allagato gli scantinati dove i civili si erano accalcati per sfuggire ai bombardamenti.

La popolazione civile, gli anziani e i bambini sono sotto il fuoco intenso dei sistemi di artiglieria GRAD, dei cannoni di grosso calibro e dei mortai. All’ingresso di Tskhinval sono in corso combattimenti di strada. La maggior parte dei proiettili e delle granate esplode nel centro della città. Ci sono morti e feriti. È ancora impossibile portare i feriti in ospedale. Decine di case nella capitale dell’Ossezia del Sud stanno bruciando. Il bombardamento arriva dai territori georgiani in direzione di Gori, adiacente ai confini con l’Ossezia del Sud… Gli aggressori georgiani stanno bombardando le case dei civili. Le persone non hanno un posto dove trovare riparo dal fuoco nemico, vengono uccise nelle loro case. È impossibile stimare il numero delle vittime.

All’epoca, in Ossezia del Sud c’erano solo le forze di pace russe, dislocate nel Paese nel 1992, dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Le richieste di indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia erano sfociate in un conflitto etnico.

In precedenza, l’Oblast’ autonomo dell’Ossezia del Sud della RSS georgiana aveva relazioni pacifiche con la Georgia (ad eccezione del conflitto georgiano-osseto del 1918-1920). La Georgia aveva preso di mira le forze di pace russe. Secondo quanto riportato, dieci persone erano state uccise e 30 ferite. Tuttavia, in seguito si era scoperto che erano stati uccisi circa 2.000 civili e 71 operatori di pace russi.

A poche ore dall’attacco ai civili dell’Ossezia del Sud, la Russia aveva chiesto una sessione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Poche ore dopo, il leader russo Putin aveva avvertito che ci sarebbero state “misure di ritorsione” in risposta all’attacco. Inoltre, Dmitry Medvedev, di recente eletto presidente, aveva dichiarato che le azioni georgiane in Ossezia del Sud non sarebbero rimaste impunite.

L’inviato della Russia presso la NATO, Dmitry Rogozin, aveva dichiarato che il leader georgiano, Mikhail Saakashvili, era stato incoraggiato dalla NATO in occasione di un vertice a Bucarest. Secondo Rogozin l’attacco era “un’aggressione non mascherata accompagnata da una guerra di propaganda generale.”

La Georgia aveva cercato di bloccare l’accesso al tunnel di Roki, l’unico passaggio tra l’Ossezia del Sud e la Russia. “Tuttavia, prima che ciò potesse accadere, la Russia era entrata in guerra, con il sostegno di quasi tutta la popolazione,” aveva scritto Christian Wipperfürth per Global Research.

“Due giorni dopo l’inizio della guerra, la sconfitta [della Georgia] era già evidente e la Georgia aveva affermato che le proprie operazioni erano state effettuate in risposta ad un attacco russo.”

Saakashvili aveva dichiarato alla CNN che la Russia “stava conducendo una guerra contro la Georgia,” un’affermazione palesemente in contrasto con i fatti.

Ciò che sta accadendo nel Caucaso viene riportato dai media statunitensi in una luce allarmante e fuorviante, facendo apparire Mosca come l’aggressore solitario,” aveva scritto all’epoca l’autore F. William Engdahl.

Il governo statunitense, sotto l’influenza dei neoconservatori di Bush, aveva accusato la Russia di “bullismo” nei confronti della Georgia, ignorando il fatto che il conflitto era stato scatenato dalla Georgia con il suo atto illegale di aggressione.

La sconfitta della Georgia non aveva risolto la questione. Nel 2012, il presidente dell’Ossezia del Sud aveva informato gli intermediari internazionali che le attività vicino al confine dell’Ossezia del Sud suggerivano che la Georgia stava preparando una nuova guerra, secondo quanto riportato da RT.

Leonid Tibilov ha dichiarato ai rappresentanti dell’Unione Europea, dell’OSCE e delle Nazioni Unite che l’intelligence dell’Ossezia del Sud possiede informazioni serie sul fatto che la parte georgiana sta costruendo fortificazioni e creando depositi di munizioni nei villaggi vicini al confine tra i due Paesi. Ha aggiunto che tali eventi fanno pensare che la Georgia stia pianificando [come proxy del governo statunitense e della NATO]… un’azione militare contro la popolazione dell’Ossezia del Sud.

In realtà, la NATO e il governo statunitense avevano pianificato da tempo un conflitto destabilizzante lungo il confine occidentale della Russia. Questo era evidente già prima dell’Operazione Militare Speciale della Russia in Ucraina. Nel gennaio 2022, durante una riunione della NATO, il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg avevano rilasciato alcune insolenti dichiarazioni, riportate da Anti-Bellum,

La Russia ha la possibilità di scegliere se capitolare alle condizioni e alle richieste della NATO riguardo alla guerra in corso in Ucraina (e implicitamente alla restituzione della Crimea) e all’assorbimento da parte della NATO di tutte le repubbliche ex sovietiche che non fanno già parte del blocco, oppure la NATO tornerà al suo ruolo di alleanza militare, com’è stata per 73 anni: utilizzerà la forza militare contro la Russia. Come non ha esitato a fare in Europa, Asia e Africa negli ultimi ventitré anni.

L’attuale governo di Tbilisi, secondo l’opinione del governo statunitense e del suo cane da guardia della NATO, è troppo amico della Russia e quindi è necessaria una rivoluzione colorata promossa dall’USAID.

Se l’attuale violenza di strada in Georgia riuscirà a rovesciare il governo, l’adesione della Georgia alla NATO sarà accelerata. L’Ossezia del Sud sarà ancora una volta brutalmente attaccata, come l’etnia russa nel Donbass e altrove in Ucraina era stata attaccata senza pietà dopo il colpo di Stato del 2014 Kiev, orchestrato dagli USA..

Le “proteste” in Georgia non hanno molto a che fare con le aspirazioni del popolo georgiano, come sostenuto con insincerità [dai media], o con una proposta di legge precedentemente presentata per espellere USAID e le sue ONG sovversive (successivamente ritirata).

L’obiettivo, come dichiarato pubblicamente dal falco statunitense Lloyd Austin, è quello di “indebolire” la Russia.

Nel caso della Georgia, a seguito del conflitto in Ucraina, il piano è quello di bloccare la Russia in una guerra su due fronti per un periodo di tempo indeterminato, sperando così che il popolo russo si rivolti contro Putin e il suo governo. Questo non accadrà.

Il governo degli Stati Uniti sta cercando di ripetere la sconfitta e la ritirata sovietica dall’Afghanistan, un evento determinante che, come sembre, aveva portato ad un “Vietnam” russo e alla caduta dell’Unione Sovietica subito dopo.

La Russia, pur essendo stata un po’ ingenua in passato e preferendo coprire le proprie scommesse, è ora pienamente consapevole della minaccia esistenziale che deve affrontare. Sta agendo di conseguenza. L’economia russa è ora in fase di produzione bellica, pronta ad affrontare l’inevitabile.

Nel frattempo, nell'”Occidente collettivo,” i mercanti di morte non sono in grado di produrre abbastanza armamenti per aiutare l’Ucraina a combattere fino all'”ultimo Ucraino” e, certamente, non saranno in grado di fornire alla Georgia la quantità di armamenti e munizioni necessaria per spingere la Russia fuori dall’Ossezia del Sud.

Kurt Nimmo

Fonte: kurtnimmo.substack.com
Link: https://kurtnimmo.substack.com/p/as-color-revolution-rages-in-georgia
11.03.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Kurt Nimmo, scrittore, ex redattore e responsabile di un notiziario web ormai defunto, attualmente vive e dipinge nel Nuovo Messico.

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