Riceviamo e pubblichiamo da Dersu Uzala
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E alla fine l’hanno ammazzato. Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas è stato ucciso il 31 Luglio a Teheran, presumibilmente a seguito di un attacco israeliano, ma si sa che in casi simili il governo di Tel Aviv non conferma nè smentisce.
Appena qualche giorno prima il capo militare di Hezbollah, Fuad Shokor era stato ucciso da un attacco missilistico, sempre isrealiano, a Beirut in Libano e il 14 luglio era stato colpito a Gaza Mohammed Deif, uno dei più stretti collaboratori di Yahya Sinwar, l’uomo forte di Hamas nella Striscia. Se aggiungiamo che il Generale Mohammad Reza Zahedi dei Guardiani della Rivoluzione (IRGC) è stato ucciso in un attacco (ancora israeliano) a Damasco il 1° Aprile, uccisione che ha scatenato la risposta missilistica di Tehran su Israele, possiamo ben dire che Nethanyahu ha dichiarato informalmente guerra a tre Nazioni contemporaneamente in barba al diritto internazionale, certo di farla franca grazie alla colpevole copertura americana ed europea.
Ora, se qualsiasi altra Nazione si fosse anche solo permessa uno solo di questi “omicidi mirati” , la cosiddetta Comunità Internazionale si sarebbe “indignata” e le avrebbe sicuramente scatenato una guerra senza quartiere con contorno di sanzioni, paralleli con il nazismo, imputazioni presso la Corte Internazionale di Giustizia e via di seguito.
Da tempo però sappiamo che il sistema internazionale è ormai “basato sulle regole” che non si sa chi ha scritto nè quali siano ma che sicuramente si interpretano per gli amici e si applicano ai nemici. Se la Russia si permette una Operazione Militare Speciale in Donbass, deve essere punità senza pietà e la si accusa di crimini contro l’umanità, ma se Israele colpisce tre capitali estere e bombarda civili a Gaza sterminandone almeno 40mila (ma sono sicuramente molti, molti di più), gli si chiede solo più moderazione. Per favore, Bibi, ammazzali più piano.
L’Occidente è ormai assuefatto alla barbarie, sia essa di matrice americana, israeliana, europea o comunque della propria parte ma giudica risolutamente “inaccettabile” (è il termine più usato nella retorica mediatico-politica degli ultimi dieci anni) qualsiasi reazione da parte della controparte colpita. Il Miliardo d’oro è ormai certo della propria impunità, ed è forse pure disinteressato a quel che accade fuori dai suoi confini e si abitua in fretta, annoiandosi, alle spedizioni punitive contro i rivoltosi che stanno oltre il “limes”.
Se si parla di Israele, dei crimini di Israele poi, anche se volesse fare appello a quel briciolo di coscienza che ancora gli rimane, l’occidentale deve temere la minaccia capitale: l’accusa di antisionismo, che ormai è equiparata a quello di antisemitismo, per cui se un ladro ebreo ti ruba la macchina e lo denunci, finisci in galera tu.
Sui maggiori quotidiani europei la notizia dell’uccisione di Haniyeh è affogata tra quelle delle medaglie ai giochi olimpici e a qualche fatterello di cronaca, mentre i “Padroni del discorso” scrivono editoriali in cui si rallegrano dell’avvenuto, ammonendo che nessuno che minacci “lo Stato Ebraico” la passerà liscia.
L’intero Occidente Cristiano (ma ancor di più quello ateo) è ostaggio del piccolo Stato dall’altra parte del Mediterraneo in virtù del senso di colpa, autoinflitto, imposto e rafforzato ad ogni occasione a causa della persecuzione Nazionalsocialista di 80 anni fa. A questo punto possiamo anche attenderci, prima o poi, che i provenzali un giorno si arroghino un diritto di superiorità morale e la facciano pagare ai cattolici per la Crociata contro i Càtari del 1209.Vedremo.
La castrazione delle coscienze occidentali viene nutrita continuamente da film sulle persecuzioni subite dagli ebrei dai cattivi europei, dalle notizie sul “rigurgito di antisemitismo” nelle varie Nazioni del Vecchio Continente, sulla risorgenza di partiti di ispirazione nazifascista e se tutto ciò non bastasse, ogni legislazione europea ha la sua legge che punisce qualsiasi tentativo di discutere su quanto accaduto e di quanto accade: si sancisce che esiste un solo popolo di vittime eterne e molti popoli di carnefici ad oltranza. Ne consegue che le vittime di ieri possano essere i carnefici di oggi senza paura di esser puniti in alcun modo.
Contravvenendo anche all’Antico Testamento, quel Pentateuco cuore della Torah, che ci ricorda che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli (dal Libro di Ezechiele), non importa che gli europei di oggi siano nati in media 20 o 30 anni dopo la fine della guerra e che i loro padri fossero infanti o adolescenti durante il conflitto: sono colpevoli e non si discute.
Tutte le Nazioni europee e gli USA devono giurare appoggio incondizionato ad Israele, che ha sempre il diritto di difendersi anche lanciando missili a chi gli lancia solo pietre e la sua sicurezza deve essere in testa alle preoccupazioni di qualsiasi governo, indipendentemente dal suo colore politico e ancor prima del bene del proprio paese, pena la riprovazione internazionale tramite una fitta campagna di stampa a tutti i livelli.
Le dichiarazioni dei leader (!) europei si allineano e all’unisono ed è tutto un “occorre evitare l’escalation” (ah però, che capacità retorica!), senza però dire chi sta gettando benzina sul fuoco. Loro lo sanno, ma per quanto detto poco sopra, si guardano bene dal dirlo.
Gli USA che a partire dal 7 Ottobre paiono essere più il junior partner che il protettore di Israele, hanno già garantito il loro (scontato) appoggio nel caso di rappresaglia iraniana o da parte di Hezbollah, inviando le loro portaerei (che qualcuno ha ridefinito “bare galleggianti”) di fronte alle coste del Libano e al largo di Hormuz. Alla faccia della riduzione dell’escalation. La Diplomazia non è neanche presa in considerazione ed è addirittura diventata una pratica deplorevole, una sorta di “intelligenza con il nemico” , accusa già affibiata a Viktor Orban per aver visitato tutti gli attori del conflitto in Ucraina cercando di trovare una soluzione.
“E’ la Geopolitica, bellezza” si potrebbe dire, perchè il piccolo Stato è incuneato in un mare musulmano e lo tiene a bada, dividendolo, colpendolo e minacciandolo, inverando lo slogan caro a Nethanyahu, secondo il quale “la nostra sicurezza (quella di Israele) è la vostra sicurezza (quella occidentale)”. Fino ad ora l’operazione è riuscita perfettamente e nessun nuovo impero, Ottomano, Sassanide o Omayyade si è più riaffacciato alla Storia minacciando i commerci europei.
Il problema è che gli imperativi geoeconomici dell’Occidente Cristiano (o quel che ne resta) si avvalgono dei servigi di uno Stato che si definisce ebraico ed ha tutt’altri obiettivi, uno dei quali è proprio la dissoluzione del cristianesimo in quanto portatore del messaggio di un falso Messia (oltre a quello di dominare su tutte le Nazioni del mondo come gli ha promesso YHWH).
Oltre all’obiettivo messianico ed escatologico ce n’è un altro molto più pragmatico, ovvero quello di divenire il “gatekeeper”, delle risorse energetiche e dei commerci da e verso l’Europa, conquistando l’intero territorio del mandato palestinese “dal Giordano al mare” allargandosi a nord sino al fiume Litani, strappando territorio al Libano, e a sud riconquistando il Sinai e prendendo il controllo di Suez. A quel punto gli enormi giacimenti di gas al largo di Gaza (non a caso chiamati Leviathan) e del sud del Libano sarebbero di suo esclusivo possesso così come il collo di bottiglia (chokepoint) dello stretto di Suez, lungo la rotta più breve tra Europa ed Asia. Una volta compiutosi questo disegno, i destini di 400 milioni di europei sarebbero nelle sue mani per decenni (se non per secoli). Se si aggiunge che con la distruzione, a lungo agognata, dell’Iran, Israele non avrebbe più avversari di peso in tutta l’area e potrebbe divenire l’Hub di tutto il gas ed il petrolio mediorientale, la prospettiva di divenire il Pivot di cui scriveva Mackinder 120 anni fa, diventerebbe una realtà a portata di mano.
Anche la Turchia aspira a questo ruolo e non a caso Erdogan sta cercando di riavvolgere il nastro della Storia e di annullare la rivoluzione secolarista del Dunmeh Ataturk, mirando a vincere i cuori e le menti della Ummah sunnita, senza però entrare in conflitto con gli sciiti iraniani, in possesso delle seconde riserve potenziali di gas dopo la Russia.
A chi dice “ma il mondo va verso le rinnovabili!”, forse è bene mostrare questa infografica che rende più chiara la situazione, e la prospettiva ,energetica dei prossimi 20,30 anni.
La situazione del Medioriente è quindi in pieno rivolgimento ma non è detto che tutte le Nazioni europee stiano giocando la stessa partita e che stiano tutte dalla stessa parte (ovvero quella di Sion). Lasciando da parte l’Italia e la Germania, le grandi sconfitte della Seconda Guerra Mondiale, ridotte a protettorati economici americani “manu militari” e affossate da una asfissiante (per le menti ancora libere) pressione culturale ebraica, la Francia sta cercando di divincolarsi potendo contare in quell’area ancora su una certa influenza in Libano e facendo valere con l’Iran l’ospitalità data all’Ayatollah Khomeini durante il suo esilio terminato con la rivoluzione del 1979 .
Quale ruolo giocano Russia e Cina in tutto questo?
Ovviamente sia Mosca che Pechino hanno condannato le azioni improvvide comandate da Nethanyahu, avvertendo che possono portare ad un conflitto che da locale può diventare globale e loro non hanno alcuna intenzione di esservi tirate dentro.
La Cina ha firmato nel Marzo del ’21 un accordo di cooperazione economica e militare con l’Iran per un valore di 400 miliardi della durata di 25 anni e di portata strategica. L’Iran è il secondo fornitore di idrocarburi per Pechino ed un importante mercato di sbocco per le sue merci, oltre ad essere un punto di passaggio per il traffico merci verso l’Asia centrale. I cinesi si stanno anche impegnando a risolvere la situazione in corso a Gaza e il 23 Luglio le delegazioni di Al-Fatah, Hamas e altri gruppi della Jihad Islamica attiva in Palestina si sono incontrate nella capitale cinese per trovare un accordo (e pare l’abbiano trovato) per dare un governo unitario ai territori palestinesi ed evitare così che Israele crei un “governo Fantoccio” tanto nella Striscia quanto in Cisgiordania.
La politica mediorientale di Pechino è alla ribalta negli ultimi anni ed è riuscita là dove altri hanno fallito: far parlare e mettere (quasi) d’accordo l’Iran e l’Arabia Saudita, un fatto impensabile sino ad un anno fa. la Cina sarà pronta a fornire aiuto militare a Tehran in caso di attacco su larga scala americano-israeliano? Se consideriamo che il Giappone attaccò Pearl Harbor nel ’41 dopo che gli americani gli bloccarono i traffici di petrolio dal medioriente, possiamo pensare di si, anche solo per non legarsi mani e piedi ad un solo fornitore, la Russia, ma sarà solo l’opzione di ultima istanza.
Mosca, già impegnata in una guerra che non voleva in Ucraina,deve giocare a scacchi, poichè non vuole una guerra con gli USA, ma non può lasciare che l’Iran venga distrutto e magari conquistato dagli yankees, completando l’accerchiamento ai suoi confini anche sul fianco sud. E’ vero che però non si è opposta alle azioni sconsiderate dell’aviazione israeliana sulla Siria ma di contro sta cercando un riavvicinamento con la Turchia, invitata alla conferenza della SCO tenutasi ad Astana (Khazakhstan) due settimane fa, sebbene Ankara non faccia parte dell’alleanza e sia un membro della NATO.
In definitiva Israele tiene in ostaggio tutti, contando sulla sua forte capacità mediatica, sulle minacce che può imporre a USA, Germania, Europa in generale e sul timore di Mosca e Pechino di essere coinvolti controvoglia in una guerra dagli esiti imprevedibili. Evidentemente Nethanyahu sta facendo bene i suoi calcoli e sta giocando bene le sue carte. Anche se fosse solo un bluff, al tavolo sa che ci sono solo dei polli o attori timorosi di non avere una mano vincente (o con pochi soldi da buttare sul piatto).
Intanto le borse mondiali crollano e l’Oro vola verso record inimmaginabili.
Venti anni fa Condoleeza Rice definì le guerre americane in Iraq e Afghanistan come ” le doglie del parto del nuovo medioriente”. Ora la dilatazione è al massimo e il pargoletto potrebbe vedere la luce, ma forse non assomiglierà al padre.
02.08.2024
fonti:
https://www.telegraph.co.uk/news/2024/07/31/irans-humiliation-proves-that-israel-is-quietly-winning-war/
https://www.tehrantimes.com/news/501819/Ayatollah-Khamenei-vows-tough-punishment-of-Israel-following
https://english.almanar.com.lb/2163944
https://www.timesofisrael.com/haniyeh-hit-shows-depth-of-israels-reach-in-iran-something-we-have-all-long-known/
https://www.zerohedge.com/geopolitical/watershed-event-five-takeaways-israels-assassination-hamas-political-leader-tehran
https://www.sueddeutsche.de/politik/israel-krieg-news-liveticker-hanija-hamas-iran-chamenei-lux.3ggR95hXL2pGQFjYHr35kp
https://www.faz.net/aktuell/politik/krieg-in-nahost/israel-krieg-im-liveticker-israel-mit-klarer-botschaft-an-hizbullah-zu-grossem-krieg-faz-19589481.html
https://www.nytimes.com/live/2024/07/14/world/israel-gaza-war-hamas
https://www.reuters.com/world/middle-east/iran-warns-serious-consequences-any-israeli-hit-lebanon-2024-07-29/
https://www.elysee.fr/emmanuel-macron/2024/07/29/entretien-telephonique-avec-massoud-pezeshkian-president-de-la-republique-islamique-diran
https://www.reuters.com/world/china/iran-china-sign-25-year-cooperation-agreement-2021-03-27/
https://edition.cnn.com/2024/07/23/china/hamas-fatah-palestinian-factions-beijing-intl-hnk/index.html
https://www.zdf.de/nachrichten/politik/ausland/astana-gipfeltreffen-shanghaier-organisation-zusammenarbeit-100.html