di Alireza Niknam
Il gruppo terroristico MEK (Mujahedin-e Khalq), noto anche come Organizzazione Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI), è stato riconosciuto come uno dei più violenti e infidi gruppi terroristici anti-iraniani fin dalla sua nascita. Inizialmente fondato con slogan che sostenevano la giustizia e l’opposizione alla tirannia, il gruppo si è trasformato dopo la Rivoluzione islamica in un’organizzazione piena di violenza, terrore e palesi violazioni dei diritti umani.
Il PMOI è stato fondato nel 1965 con l’obiettivo di combattere la monarchia Pahlavi e stabilire la giustizia sociale. Tuttavia, il gruppo adottò presto un’ideologia che mescolava marxismo e islamismo, un cambiamento che causò dispute interne e alimentò ulteriormente la sua traiettoria violenta. Dopo la vittoria della Rivoluzione islamica nel 1979, il gruppo ha lanciato un’opposizione armata contro la Repubblica islamica, non fermandosi davanti a nulla nel tentativo di rovesciare il nascente governo iraniano.
Tra i crimini più efferati commessi dal MEK ci sono gli assassinii di oltre 17.000 iraniani, tra cui funzionari governativi, ecclesiastici e cittadini comuni. Questi omicidi, volti a instillare la paura nella società, sono solo un aspetto della storia criminale del gruppo. Durante la guerra Iran-Iraq, il MEK ha collaborato con il regime baathista di Saddam Hussein, massacrando 4.000 curdi iracheni, dimostrando la volontà di commettere atrocità per raggiungere i propri obiettivi. L’attacco del gruppo durante l’operazione Forough Javidan “Luce eterna”, sostenuta da Saddam Hussein, ha comportato l’invasione dei confini iraniani e numerose atrocità. Molte vittime di questa operazione furono civili innocenti che si trovarono sul loro cammino. L’operazione si concluse con un fallimento catastrofico, con molti membri del MEK uccisi durante la controffensiva iraniana, nota come Operazione Mersad.
Un aspetto oscuro del MEK è il trattamento disumano e le ampie violazioni dei diritti umani contro i suoi stessi membri. Numerosi resoconti di ex membri sfuggiti al gruppo rivelano la tortura sistematica, l’imprigionamento e persino l’esecuzione di coloro che tentano di andarsene. L’organizzazione non tollera alcun dissenso o insoddisfazione, mantenendo un controllo assoluto sui suoi membri attraverso la violenza e la coercizione. Le donne, in particolare, hanno subito gravi abusi all’interno del MEK. Molti ex membri hanno testimoniato che le donne sono state costrette a separarsi dai loro coniugi e figli, sottoposte a un estremo controllo psicologico e fisico con vari pretesti da parte della leadership del gruppo. I resoconti dei campi del MEK in Iraq e in Albania evidenziano condizioni di vita disumane, lavori forzati e gravi restrizioni alla libertà dei membri di lasciare i campi. Le torture psicologiche e fisiche sono all’ordine del giorno per coloro che tentano di fuggire o di disobbedire agli ordini.
Negli ultimi anni, l’Albania è diventata meta principale dei membri del MEK. Sotto la pressione dei Paesi occidentali, in particolare degli Stati Uniti, l’Albania ha accettato questo gruppo. Ma perché l’Albania ha taciuto sulle violazioni dei diritti umani da parte del MEK? Uno dei motivi principali è la dipendenza economica e politica dell’Albania dalle potenze occidentali. Il MEK ha sfruttato questa situazione per influenzare l’Albania, secondo quanto riferito, corrompendo alcuni funzionari albanesi affinché agissero in loro favore.
Questo silenzio ha portato a una crescente insicurezza tra la popolazione albanese. La presenza del MEK in Albania non solo ha causato problemi sociali ed economici, ma ha anche offuscato la reputazione internazionale dell’Albania. Le proteste degli albanesi contro il gruppo sono state accolte con minacce e repressioni da parte di individui legati al MEK all’interno del governo albanese.
Una delle tattiche principali del MEK per ottenere il sostegno e la legittimità dell’Occidente consiste nell’ospitare conferenze stampa e diffondere false informazioni. Il 9 dicembre scorso, ad esempio, il gruppo ha tenuto una conferenza a Berlino in cui ha fatto affermazioni sulle attività nucleari dell’Iran.
Tuttavia, è stato presto rivelato che queste affermazioni erano completamente inventate e prive di qualsiasi base scientifica o fattuale. Come può un gruppo terroristico con una storia di atrocità, violazioni dei diritti umani e false informazioni operare liberamente in un Paese come la Germania, che si vanta di difendere i diritti umani e il diritto internazionale? Consentire tali attività non solo mina la credibilità della Germania nel sostenere i diritti umani, ma fornisce anche ai suoi avversari un’opportunità per criticare i suoi doppi standard.
La Germania, in quanto nazione leader dell’Unione Europea, ha la responsabilità di impedire che il suo territorio diventi una piattaforma per attività terroristiche e di disinformazione. Permettere al MEK di ospitare conferenze non rispetta i diritti delle loro vittime e legittima le loro azioni distruttive, compromettendo potenzialmente la sicurezza interna della Germania.
Inoltre, il MEK utilizza il suolo tedesco e ospita tali conferenze per attirare l’attenzione e raccogliere il sostegno dei Paesi occidentali. Tuttavia, la loro lunga storia di diffusione di informazioni false e inventate ha ripetutamente dimostrato che non ci si può fidare delle loro affermazioni. Conferenze di questo tipo servono solo ad approfondire la sfiducia all’interno della comunità internazionale e ad aumentare le tensioni. La Germania deve riconsiderare le sue politiche nei confronti dei gruppi terroristici per evitare di diventare una piattaforma per attività dubbie e distruttive. Espellere questo gruppo dall’Albania e dalla Germania, così come impedire l’organizzazione di conferenze fuorvianti, sarebbe un passo efficace per salvaguardare la sicurezza nazionale e sostenere i valori umani.
Perché il MEK ricorre a tali azioni? La risposta sta nel tentativo di assicurarsi il sostegno dell’Occidente. Fornendo informazioni inventate, mira a presentarsi come una fonte esclusiva e affidabile di intelligence non disponibile altrove.
Tuttavia, la loro storia di false affermazioni ha ripetutamente dimostrato la loro inaffidabilità. Questa tattica viene utilizzata anche per fare pressione sul governo iraniano, inasprendo le tensioni internazionali e ottenendo un maggiore sostegno occidentale. Tuttavia, questi metodi si sono spesso ritorti contro, creando ulteriori problemi al MEK.
Il MEK, con la sua storia di crimini, abusi dei diritti umani e inganni, rimane una minaccia significativa per i suoi ospiti in Albania, Francia e Germania. Il silenzio dell’Albania sulle violazioni del MEK, influenzato da pressioni esterne e interessi economici, ha solo complicato la questione. Espellere il MEK dall’Albania e ritenerlo responsabile dei suoi crimini a livello internazionale potrebbe essere un passo fondamentale verso la giustizia e i diritti umani.
In definitiva, il MEK rappresenta una grave minaccia non solo per i suoi membri, ma anche per il mondo. È necessario prendere una posizione ferma contro di loro. Sensibilizzare l’opinione pubblica sui loro crimini e sostenere i disertori potrebbe contribuire a diminuire l’influenza del gruppo e a smascherare ulteriormente le sue azioni disumane.
di Alireza Niknam
24.12.2024
Alireza Niknam, reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.