Leonid Savin
geopolitika.ru
Per lo sviluppo futuro del conflitto tra Russia e Ucraina, esistono almeno tre scenari e opzioni tra loro intercambiabili. Il primo è la resa delle forze ucraine. Dipende dalla decisione politica del presidente Zelensky. Ma, dal momento che i Paesi della NATO continuano a fornire sistemi d’arma e armi all’Ucraina, penso che ciò non sia possibile nel prossimo futuro. Il secondo scenario è quello di un conflitto prolungato. Può essere congelato o inasprito, ma sarà limitato alla regione. La terza variante è la più pericolosa e implica un più attivo coinvolgimento dei Paesi della NATO contro la Russia e la Bielorussia (nostro alleato e partner militare) o la Transnistria, dove si trovano basi e scorte militari russe.
Anche l’enclave russa di Kaliningrad è un possibile obiettivo di un attacco militare occidentale. In questo caso, la Russia risponderà con l’uso di armi nucleari.
Suppongo che il conflitto tra Russia e Ucraina possa influenzare radicalmente l’ordine internazionale. Non si tratta di un conflitto tra due soli Stati, ma di una guerra per procura tra la Russia e la NATO, in cui l’Ucraina è usata unicamente come campo di battaglia. L’effetto delle sanzioni è simile a quello dei tempi della Guerra Fredda e l’Occidente è ancora interessato ad isolare maggiormente la Russia (ma senza fortuna). Sia la Russia che la Cina rifiutano l’ordine di Washington “basato sulle regole” e il disaccoppiamento è più intenso di prima.
Nel prossimo futuro, il problema non saranno le basi di questo triangolo [Russia, NATO, Ucraina], ma la competizione tra i sostenitori del multipolarismo e l’egemonia statunitense.
Russia e Cina sono in un unico campo. Hanno culture e visioni diverse, ma entrambe sono interessate alla coesistenza e alla politica di non interferenza, in contrasto con le potenze occidentali che, sotto la copertura della libertà e della democrazia, hanno imposto il controllo e l’influenza sul globo a loro esclusivo vantaggio.
Penso che il conflitto tra Russia ed Ucraina cambierà la mappa geopolitica dell’Europa. In effetti, la mappa europea era già stata cambiata una volta quando si era dissolta la Jugoslavia. Dal punto di vista della legislazione internazionale (a causa della violazione degli accordi di Helsinki) si trattava di un grave precedente, ma gli Stati Uniti avevano sostenuto questo processo e poi, durante la crisi del Kosovo nel 1999, avevano promosso la seconda fase del separatismo europeo: era il momento dell’unipolarismo.
Ora tale momento è finito e vediamo l’ascesa del multipolarismo. Considero quindi molto probabile un nuovo cambiamento nella mappa europea.
Tra l’altro, l’adesione della Finlandia alla NATO violerà l’accordo di pace di Parigi. Quindi assistiamo veramente al crollo del sistema politico del XX secolo (post-Yalta). Qualcosa di nuovo emergerà e non dipenderà solo dagli attori europei, ma dal mondo intero.
Gli Stati Uniti sono interessati a prolungare il proprio dominio e la propria egemonia – Washington cercherà di coinvolgere sempre più Stati neutrali nella propria orbita. È il motivo per cui Svezia e Finlandia stanno per chiedere l’adesione alla NATO (negli ultimi 10 anni c’è stata una propaganda attiva promossa dagli Stati Uniti).
La questione dell’espansione della NATO e del suo limite ultimo è complessa. Naturalmente, l’allargamento della NATO ha dei limiti. Più Paesi significano più difficoltà e meno flessibilità. Penso che il comando politico (cioè gli Stati Uniti) cercherà di riformare la NATO in qualche modo per evitare la lentezza del processo decisionale.
Ora vediamo attriti e opposizioni all’interno della NATO: i presidenti di Turchia e Croazia hanno già detto che non permetteranno a Finlandia e Svezia di entrare nell’alleanza. Inoltre, un’altra questione è la percentuale di PIL nazionale che deve essere pagata per il paniere NATO. Molti membri (soprattutto i Paesi poveri del Sud Europa) non sono soddisfatti. Alcuni temono la reazione della Russia (e il caso ucraino è solo un elemento di tale reazione). Vediamo cosa succederà al vertice di Madrid di giugno.
I media mainstream sono occidentali e promuovono solo i loro interessi. Quando cerco di vedere i notiziari arabi o pakistani, vedo il loro ripostare l’Associated Press, la Reuters, la CNN, ecc. – è solo propaganda e disinformazione. I fatti sono distorti. Ci sono comunque buoni giornalisti occidentali che fanno bene il proprio lavoro e forniscono indagini reali, ma sono pochi. Il giornalismo in senso classico è morto. Anche i social network sono usati come strumenti di propaganda.
Recentemente, ho letto un’opinione su un sito web militare americano che il conflitto ucraino è la prima guerra Tik-tok, perché questo mezzo è stato usato attivamente dagli Ucraini e dai propagandisti della NATO.
“L’intenzione di Putin di stabilire una piccola Unione Sovietica” è una falsa narrazione promossa da Washington fin dal 2012. Quando era stata annunciata l’idea dell’Unione Economica Eurasiatica, Hillary Clinton aveva detto subito che sarebbe stata una restaurazione dell’URSS. Ma non è possibile. Molti Paesi di molte regioni del mondo si sono uniti per collaborare in attività finanziarie ed economiche. Mercosur, Unasur e CELAC in America Latina, SAARC e ASEAN in Asia sono solo alcuni esempi.
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Articolo originale di Leonid Savin:
https://www.geopolitika.ru/en/article/russia-ukraine-conflict-proxy-war-between-russia-and-nato
Traduzione di Costantino Ceoldo
Rivisto da Markus per comedonchisciotte.org