Nestor halak per Comedonchisciotte.org
Sono settimane che in televisione politici, poliziotti e “professionisti dell’informazione” continuano a vantarsi della formidabile operazione che ha portato alla cattura del notissimo, quasi un divo, Capo dei Capi di Cosa Nostra con notiziari, speciali, interviste, dibattiti.
A me pare che la cattura di un latitante tanto celebre dopo trenta anni di “sforzi congiunti” non sia poi una prestazione così meravigliosa da parte delle “forze dell’ordine”, come i media si ostinano a chiamare la polizia, nonostante l’espressione sia persino più usurata dell’altra che le vuole “brancolare nel buio”.
Sembrerebbe evidente a chiunque, tranne forse che ad un “professionista dell’informazione”, che un ricercato di cotanta fama può rimanere latitante per trent’anni solo se in possesso di consistenti appoggi in alto loco e non solo tra la “borghesia fiancheggiatrice” del paesello. Soprattutto se ha continuato a vivere quasi normalmente dalle sue parti in un comune appartamento usando qualche documento falso. E soprattutto se ha viaggiato, e si è curato tranquillamente, come trapela. Chissà se aveva il “green pass” e l’”app immuni” per stare più tranquillo. Magari dal punto di vista “vaccinale” è un cittadino integerrimo e neanche gli hanno fatto la multa per gli ultracinquantenni recalcitranti come è successo a me. I media purtroppo non ci forniscono particolari interessanti di questo tipo, si limitano a riferire di qualche vecchia pistola nascosta in cantina. Ci mancherebbe solo che un latitante di mafia non avesse nemmeno una pistola nascosta. Pare una notizia da prima pagina del Sun: “PIOGGIA IN SCOZIA!”
Cosa c’è comunque da celebrare tanto? Parrebbe più consono alla penosa constatazione che in trent’anni non si è stati in grado di catturare il super boss non fare tanto chiasso e “chiudersi in un dignitoso riserbo” come fanno sempre i “famigliari delle vittime”, nei reportage televisivi recitati nel linguaggio tanto caro ai nostri “professionisti” della frase fatta. In fondo lo stato è solo infine riuscito ad arrestare un uomo vecchio e malato trent’anni dopo che era stato lanciato per la prima volta in televisione come nemico pubblico. Se aspettavano ancora un poco finivano per non fare più in tempo.
Si vanta anche il ministro “della giustizia” (titolo quanto mai impegnativo) in carica intanto che ce l’ha su con le intercettazioni che magari un aiutino alla cattura del boss l’hanno dato, ma, assicura, non obbietta contro le intercettazioni che riguardano i mafiosi. Non sia mai! Contro quali allora signor ministro? Forse contro quelle che riguardano mestatori, corruttori, truffatori e appropriatori indebiti del denaro ricavato dalle tasse dei cittadini? E siamo sicuri che cotali gentiluomini non siano mafiosi di rango più elevato? Chissà.
E’ certamente piuttosto ironico che mentre latitanti del calibro di Messina Denaro rimangono tali per decenni i media si sbrachino a magnificare le fantastiche possibilità e realizzazioni che ci offrono le tecnologie moderne applicate alla pubblica amministrazione anche in campo giudiziario: la digitalizzazione degli archivi, le telecamere per ogni dove, i droni che rincorrono i podisti, l’intelligenza artificiale, il riconoscimento facciale.
In effetti hanno digitalizzato anche i cassonetti dell’immondizia. Poche settimane fa il comune mi ha inviato una lettera velatamente minacciosa facendomi notare che i “miei” cassonetti, che credevo amici, mi hanno fatto la spia sulla frequenza insufficiente del deposito dell’immondizia in alcuni contenitori. Ciò potrebbe denotare un presunto reato di scarsa “differenziazione”. Fatto sta che le informazioni sulla mia spazzatura si possono “intercettare” ed anzi è benemerito farlo nonostante non siano indagini di mafia, mentre una conversazione tra un palazzinaro e un assessore no di certo, perché quella è “gente perbene”, mica mafiosi e magari parlano di cose private, “informazioni sensibili”, come la marca di pillole per la pressione che usano.
E’ francamente delizioso constatare come la stessa pubblica amministrazione sia al corrente e attenta ai miei depositi di spazzatura e mi spii attivamente con mezzi elettronici (pur continuando a sparlare della Stasi e della DDR), ma allo stesso tempo, in trent’anni, trovi impossibile catturare il Capo dei Capi di Cosa Nostra. Si direbbe che l’intelligenza artificiale sia arrivata ad essere sufficientemente intelligente da capire da sola che cosa è bene sapere e cosa è bene ignorare, cosa è bene intercettare e cosa no: un’intelligenza che, per quanto artificiale, non sfigurerebbe nel “giorno della civetta”.
Voi mi direte: non ti vorrai mica paragonare al Capo dei Capi, lui sa bene come nascondersi, tu, se anche ti firmi Halak, sei facile da trovare. Magari è vero, non dico di no, tuttavia lo stesso tipo di discrepanza la ritrovo anche all’interno delle mie faccende private: a quanto pare talvolta sono facilmente raggiungibile e talvolta no. Per esempio, se vado in comune a per rinnovare la carta di identità, non mi riconoscono più, non sanno nulla di me, figuriamoci della mia immondizia e non vogliono neppure parlarmi perché non si parla con gli sconosciuti. Per parlare con loro occorre infatti prendere un appuntamento e gli appuntamenti li danno solo agli Spid, ai Troll e forse ai Migranti, non ai cittadini, per cui devo prima trasformarmi in uno di loro, a mie spese, se voglio parlare col “mio” comune. Ma non fatevi illusioni: quando poi finalmente arrivate, lo sportello e le prestazioni sono sempre quelle vecchie e scassate di prima.
In pratica, quando l’amministrazione non era digitalizzata e artificialmente intelligente, occorrevano una quindicina di giorni per avere, mettiamo, il passaporto, ora che “siamo entrati nel futuro” occorrono sempre gli stessi quindici giorni, ma in più ci vogliono un paio di mesi per prendere l’appuntamento. E’ il progresso.
Manco a dirlo se devi avere un rimborso fiscale, diventa molto difficile rintracciarti, occorre tempo, forse non quanto per catturare il Capo dei Capi, ma è probabile che per un annetto almeno non riescano a trovare neppure un comune mortale.