BRANDON SMITH
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L’anno scorso è stato, in generale, un fuoco di fila di notizie, molte delle quali distorte dai media mainstream, ma, in ogni caso, segnali importanti che il sistema economico, sociale e geopolitico a cui ormai siamo abituati sta cambiando o si sta destabilizzando rapidamente. Comunque, è importante comprendere che le implicazioni dovute a questi eventi stanno maturando da ANNI, non da settimane o da mesi. Non sono le improvvise ed inesplicabili conseguenze di un “effetto domino”, il risultato di questi eventi era stato progettato e previsto molto tempo prima.
Questo non significa che gli interessi delle classi dominanti, globalisti compresi, vadano sempre a buon fine. Io credo che [le classi dominanti] tendano a produrre diverse situazioni di crisi, tutte nello stesso tempo, sperando che, almeno alcune di esse, producano gli effetti desiderati sulla popolazione. Io la chiamo la “strategia dello sparare alla cieca:” creare uno sciame di speciali “pallottole” di impatto sociale/psicologico, tutte con lo stesso identico bersaglio, può dare un risultato più o meno prevedibile. E’ quasi la stessa cosa del continuare a mandare dei soldati all’attacco sempre contro lo stesso punto delle difese nemiche: alla fine è molto probabile che sfondiate dove prevedevate di farlo.
Alcuni di questi eventi casuali sono un po’ più ovvi di altri, almeno per quanto riguarda la loro gestione. Non tutti vengono iniziati dai globalisti, ma sono tutti considerati opportunità da sfruttare. Qui ci sono tre degli episodi più recenti che credo rappresentino una disperata mossa finale, a meno che la gente non si renda conto che la propria reazione a questi eventi è altrettanto (se non più) importante degli eventi stessi.
L’assassinio di Jamal Kashoggi
Pochi di noi, un mese fa, conoscevano l’esistenza del giornalista saudita Jamal Khashoggi, e la maggior parte della gente non ha la minima idea delle implicazioni connesse alla sua morte. Non voglio dilungarmi più di tanto sulle ragioni per cui il governo saudita aveva, a quanto pare, sequestrato Khashoggi nel suo consolato di Istanbul, Turchia, per poi presumibilmente torturarlo a morte. La teoria ufficiale è che sia stata la punizione per la fuga del giornalista dall’Arabia Saudita e le successive critiche al Principe Mohammad bin Salman, il nuovo dittatore del regime saudita.
Perchè Khashoggi era entrato volontariamente e stupidamente in un consolato saudita, considerato territorio nazionale saudita, quando sapeva di essere un potenziale bersaglio del governo? Perchè gli agenti sauditi avrebbero ucciso il giornalista in modo così palese e in un luogo così scontato? Se rappresentava una minaccia così grave, perché non assassinarlo lontano da una struttura dell’Arabia Saudita? Perchè non simulare una rapina o un incidente?
Mi sembra che, nel caso di Jamal Khashoggi, non siano state affatto seguite le normali procedure per un assassinio. E che, dopo il rilascio da parte delle autorità turche delle informazione sulle responsabilità dei sauditi, fossero venuti a mancare i normali tentativi di insabbiamento da parte di numerosi governi. La storia avrebbe potuto essere mascherata con una cortina fumogena di disinformazione, che allontanasse l’attenzione dall’Arabia Saudita, ma così non è stato.
Le conseguenze sono enormi. La fine delle relazioni diplomatiche con l’Arabia Saudita potrebbe portare ad una divisione delle nazioni occidentali. Ci sono anche voci che il Principe Salman possa essere rimosso dal potere e il suo piano economico “Prospettive per il 2030” fare la stessa fine del dodo. Comunque considero la cosa assai improbabile.
Anche se stampa mainstream vorrebbe far passare il progetto economico di Salman come un tentativo per rendere l’Arabia Saudita meno dipendente dal petrolio, “Prospettive per il 2030” riguarda sopratutto lo svincolo della produzione petrolifera saudita dalle dipendenze dei mercati statunitense ed occidentale.
La scissione fra Stati Uniti ed Arabia Saudita è già in corso da anni. Questo non è certo una novità, o qualcosa che possa essere decisa dall’uccisione di un singolo giornalista saudita. Dall’approvazione di un decreto del Congresso sulle responsabilità del governo saudita per i danni subiti dagli attacchi dell’11 settembre, alla minaccia saudita di liberarsi di 750 miliardi di dollari in obbligazioni USA (durante l’amministrazione Obama), alle atrocità saudite in Yemen, fino alla salita al potere con il ricatto di Mohammad bin Salman, non c’è assolutamente carenza di motivazioni per terminare le relazioni fra Stati Uniti ed Arabia Saudita.
Naturalmente, mi sto riferendo alla narrativa mainstream. Il vero problema qui è che i globalisti stanno cercando di porre fine allo status di riserva mondiale e di petro-valuta del dollaro, e l’Arabia Saudita è il fattore chiave per il crollo della moneta americana, da farsi in modo che le banche mondiali sembrino esserne completamente estranee.
Come sto già facendo notare da qualche tempo, le “Prospettive per il 2030” di Mohammad bin Salman non sono una sua visione, fanno parte di una più ampia dinamica globalista per un’economia e un sistema monetario completamente centralizzati a livello mondiale. Le “Prospettive per il 2030” di Salman sono finanziate, attraverso il suo Public Investment Fund (PIF), da ben note istituzione globaliste, come Carlyle Group, Goldman Sachs, Blackstone e Blackrock.
L’allontanamento dell’Arabia Saudita dagli Stati Uniti è già in corso e comprende accordi commerciali di ampia portata con Cina e Russia, due nazioni che stanno cercando di bypassare il dollaro negli scambi bilaterali. Qui non sto mettendo in dubbio il problema morale di avere relazioni commerciali con una tirannia come quella dell’Arabia Saudita. Sto solo sottolineando il valore del dollaro come petro-valuta, legata indissolubilmente al greggio saudita.
La strada è già stata tracciata. L’assassinio di Khashoggi e il fatto che sia stato reso di dominio pubblico non danneggia i piani dei globalisti, infatti li AIUTA, creando una narrativa secondo cui l’allontanamento dei Sauditi dagli USA sarebbe il risultato di un “evento casuale”, piuttosto che di un “piano” sponsorizzato dai globalisti. Se da questa equazione dovesse essere rimosso il Principe Salman (cosa che dubito possa avvenire), le “Prospettive per il 2030” continueranno per la loro strada.
Nonostante l’apparente apprensione di Donald Trump per il rischio di una rottura drammatica con i Sauditi dovuta alla questione [Khashoggi], il Congresso ha già fatto sapere che ha intenzione di prendere provvedimenti contro la nazione produttrice del prezioso petrolio, anche senza l’assenso della Casa Bianca.
Allora Khashoggi sarebbe stato ucciso per creare un perno geopolitico a sostegno degli schemi globalistici riguardanti la de-dollarizzazione? No. Khashoggi non è così importante. Ma questo è certamente un evento che i globalisti e i media da loro controllati sembrano voler sfruttare, portando avanti un progetto di lunga durata per separare gli Stati Uniti dal loro più importante partner petrolifero, in modo da affossare il petrodollaro senza che sia possibile risalire a loro.
La carovana degli immigrati
L’immigrazione illegale è una questione basilare della politica degli Stati Uniti, almeno per quanto riguarda i conservatori e il loro appoggio a diversi atti legislativi e azioni del governo. La mia posizione [sull’argomento] è di tipo conservatore, perché è quella logica: non sono affatto contro l’immigrazione, almeno fino a quando essa avviene in modo legale. La politica dei confini aperti è una pagliacciata, che causa un afflusso di persone che non necessariamente condividono i valori enunciati dalla Costituzione Americana. Abbiamo già assistito ai disastri economici e sociali che sono avvenuti in Europa a causa della loro politica dei confini aperti, e sarebbe stupido ripetere l’evento qui. Nessuna persona straniera ha il “diritto” di entrare negli Stati Uniti, così come nessun Americano ha diritto di accesso a qualsiasi paese straniero.
Ora c’è la parte del problema che i conservatori potrebbero non voler udire.
L’immigrazione illegale è una forma di invasione? Io direi di si, specialmente se viene incoraggiata o finanziata da interessi globalistici. Detto questo, dobbiamo stare attenti a non rispondere a questa invasione come se fosse un’invasione militare. Non la è.
Come mai? Perchè un’invasione militare richiede risposte militari e le risposte militari portano inevitabilmente ad un aumento dei poteri governativi. Dispiegare truppe al confine meridionale degli Stati Uniti potrebbe sembrare razionale, date le circostanze, ma vorrei ricordare agli attivisti dei movimenti libertari un piccolo programma che tutti dovrebbero conoscere: la Rex 84 e l’Operazione Garden Plot.
Come avevo messo in guardia nel mio articolo “Come un collasso in Sud-America potrebbe far scattare la legge marziale negli USA”, pubblicato nel 2016, i globalisti hanno da lungo tempo pianificato una potenziale causa scatenante per provvedimenti da legge marziale utilizzando, come razionale, una “invasione” dal confine meridionale. La Rex 84 era diventata inaspettatamente di pubblico dominio durante le audizioni sul caso Iran/Contras e la documentazione è consultabile qui.
La Rex 84 parla dell’uso di strutture, o campi di detenzione, come mezzi per controllare un’ipotetica invasione da oltre confine. Questo ha portato all’annosa “teoria della cospirazione” sui cosiddetti campi FEMA. La pre-esistenza dei campi FEMA non è un problema che ho intenzione di approfondire (come abbiamo visto durante l’uragano Katrina, uno stadio sportivo può essere trasformato in un campo FEMA nel giro di pochi giorni). Detto questo, l’attuale atteggiamento dell’amministrazione Trump, per quanto riguarda la carovana dei migranti in avvicinamento, mi ricorda in modo inquietante il copione previsto per la Rex 84.
Fin dove vorrà arrivare Trump per mettere in sicurezza il confine? Dichiarerà la legge marziale sulle zone di confine, come sembra intenzionato a fare? Sarà limitata alle zone di confine o si diffonderà come un cancro? In fondo, dopo aver usato la legge marziale per affrontare dei migranti turbolenti, perché non utilizzarla per sistemare degli indisciplinati di sinistra? I conservatori andranno contro i loro principi costituzionali e sosterranno una politica del genere?
C’era stato un buon motivo se il Posse Comitatus Act del 1878 era stato approvato. In origine era servito ad impedire, a meno di una delibera del Congresso, l’utilizzo dell’esercito come forza di polizia all’interno degli Stati Uniti. Naturalmente, George W. Bush e i Neoconservatori avevano cambiato tutto con il John Warner Defense Authorization Act, un provvedimento di cui, all’epoca, i media avevano parlato molto poco e che conferisce al presidente i pieni poteri per dichiarare unilateralmente la legge marziale.
Qualcuno potrebbe obbiettare che il Posse Comitatus rappresenta un concetto obsoleto e che esistono altri sistemi di protezione per prevenire una deriva totalitaria. Ma esistono davvero simili protezioni?
Come il Generale Wesley Clark aveva dichiarato una volta in pubblico, durante un’intervista alla MSNBC, in America i campi di internamento potrebbero essere utilizzati per chiunque venga considerato “sleale nei confronti degli Stati Uniti”. Trump ha di recente annunciato un piano per sistemate in “tendopoli” i migranti in arrivo, cosa che, anch’essa, assomiglia moltissimo al progetto descritto nella Rex 84.
Dove si fermeranno le tessere del domino, una volta che avranno iniziato a cadere? Ritengo che non si fermeranno. Penso che se sosterremo le misure di legge marziale sul confine meridionale, invece di riorganizzare le agenzie già esistenti per i pattugliamenti di confine e di costruire quel muro che a Trump piaceva tanto promettere, il risultato finale sarà una legge marziale applicata a tutti noi, come previsto dalla Rex 84.
La guerra di Trump alla Federal Reserve
Oltre un anno fa avevo previsto una possibile guerra fra Trump e la FED e, recentemente, avevo scritto dei pericoli di un simile conflitto, perciò, riguardo a questo evento, non entrerò molto nel dettaglio. Dirò che, proprio come la carovana dei migranti, questo è un altro evento che potrebbe innescare una reazione da parte dei conservatori, senza dar loro modo di pensare alle conseguenze di lungo periodo.
Nel mio articolo “L’obbiettivo finale economico spiegato,” avevo descritto la strategia utilizzata dai globalisti per ridurre l’economia americana [e utilizzarne il calo] come mezzo per favorire il sostegno popolare ad un sistema monetario globale, controllato dal FMI e possibilmente anche dalla BIS [Banca dei Regolamenti Internazionali]. Questa è una strategia che hanno apertamente discusso nelle loro pubblicazioni.
Tanto per esseri chiari, la FED ha veramente agito da forza distruttiva all’interno dell’economia degli Stati Uniti. I rappresentanti ufficiali della FED hanno apertamente ammesso in numerose occasioni di aver creato e poi di aver fatto scoppiare bolle finanziarie che hanno avuto risultati disastrosi per il pubblico americano. Jerome Powell, l’attuale presidente della FED, nel 2012 aveva messo in guardia su un possibile e diffuso crollo dei mercati se la FED avesse aumentato il tasso di interesse e tagliato le attività di bilancio, mentre i mercati erano ancora drogati dal credito facile. Ora sta mettendo in pratica la stessa identica politica, sapendo benissimo quello che accadrà.
Se da un lato sostengo lo smantellamento della Federal Reserve in quanto sabotatrice dell’economia statunitense, quello che mi preoccupa è: chi ricostruirà poi il sistema finanziario americano? Una guerra della Casa Bianca nei confronti della FED contribuirà alla morte del dollaro come valuta di riserva mondiale. Questo è garantito. La nostra economia è completamente dipendente da questo status [del dollaro] per la sua stabilità a lungo termine.
Come potete vedere, i globalisti hanno creato un Comma 22; se i conservatori non chiuderanno la FED, essa continuerà a far salire i tassi di interesse e a causare un rallentamento economico delle attività di bilancio, così come storicamente è sempre stato. La “madre di tutte le bolle” scoppierà e ne seguirà un crollo economico. Se chiuderemo la FED, la nostra moneta perderà lo status di valuta di riserva e i dollari attualmente in possesso delle nazioni d’oltre oceano si riverseranno negli Stati Uniti attraverso vari canali, causando (fra le altre cose) un’iperinflazione. Un collasso è inevitabile.
Di nuovo, chi si incaricherà della ricostruzione? Sarà il popolo americano o i globalisti? Visto che Trump mantiene nel suo gabinetto [i rappresentanti delle] elites bancarie e globaliste, non possiamo aspettarci che si adoperi a favore di una libera cittadinanza. Nei prossimi mesi i conservatori dovranno stare molto attenti a chi sosterranno e perché. La maggior parte delle narrative NON sono quelle che sembrano.
Brandon Smith
Fonte: alt-market.com
Link: http://www.alt-market.com/articles/3564-three-events-that-could-change-the-face-of-america
02.11.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org.