Governo «Black Mirror». Un sistema di potere si è infranto.

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DI ROSANNA SPADINI

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Il primo governo «Black Mirror», dice Aldo Grasso sul Corsera, proprio quel quotidiano espressione di Confindustria e del Capitalismo Finanziario, che quindi non può essere per nulla favorevole alle politiche dei gialloverdi, che gli hanno negato le grandi opere pubbliche (Tav, Olimpiadi), le concessioni (Autostrade, Ferrovie), le privatizzazioni (Sanità, Welfare), il sistema delle multiutility (No-inceneritori), i finanziamenti pubblici all’editoria (diretti e indiretti)…  Verissimo, questo è il primo governo «Black Mirror», quello con leggi a finale multiplo e rinviato. Che c’è di male?

Da alcuni giorni Netflix ha reso disponibile «Bandersnatch», un film-evento interattivo, in cui lo spettatore può intervenire sulla trama, scegliendo tra varie possibilità, e in cui il giovane protagonista programmatore Stefan cerca di adattare in forma di videogioco un romanzo di fantascienza a scelta multipla, dove il giocatore potrà poi decidere la trama stessa della storia. Anche nel film dunque l’utente inciderà sulla trama multipla e variabile.

Infatti vivere nella terra di mezzo dell’Eurozona, non è come vivere in un libro game, dove gli oligarchi e i banksters che ci governano ci presentano sempre poche opzioni tra cui scegliere? Austerity o Fiscal Compact? Deficit o Spread? Spesa sociale o Finanziamenti alle PMI? Reddito di Cittadinanza o Flat Tax? Pensioni d’oro o Pensioni di cittadinanza? Miliardi per l’immigrazione o per i Centri per l’Impiego? Grandi opere pubbliche o ristrutturazione di quelle esistenti?

Scelte da compiere e rischi da affrontare, come quelli che ha dovuto fare il Governo Conte con la legge di Bilancio: entrambi i partiti dell’esecutivo hanno dovuto vagliare il proprio finale, a seconda dei miliardi a disposizione e delle promesse elettorali.

Certo, nell’Europa degli oligarchi, della dittatura finanziaria, della perdita di sovranità monetaria, forse la Manovra di bilancio non basterà, ma è solo il primo anno, ce ne saranno altri 4, durante i quali si potranno affrontare altri problemi e verificare costi e benefici delle scelte fatte (se il governo reggerà). Il Governo per altro ha evitato la procedura d’infrazione, e ha cercato di confermare le misure promesse.

I più coraggiosi poi hanno potuto seguire in Tv il dibattito show parlamentare sulla manovra di bilancio, con Emanuele Fiano che spiccava il volo verso i banchi del governo, manco fosse l’incredibile Hulk, sfidava la legge di gravità calandosi dai seggi più alti, si librava con agili evoluzioni da pachiderma, finendo per lanciare il testo della Finanziaria direttamente in faccia al  sottosegretario Garavaglia.

I più arditi hanno potuto ammirare la rabbia schiumante di coloro che di fronte a questa manovra di bilancio, dopo aver sonnecchiato per 30 anni, per la prima volta si sono sentiti V come Vendetta, i fans della carta costituzionale, gli adoratori della centralità del Parlamento, immemori  delle tante leggi ad personas, delle mozioni sulla nipote di Mubarak, dei vari canguri e ghigliottine, delle mirabili compravendite di parlamentari, e dei soccorsi impunitari a fior fior di farabutti.

Scagliatosi tutti contro quella che si chiama “ridistribuzione della ricchezza” e che un tempo era battaglia della sinistra, ora sulle barricate ci sono FI e il PD… forse perché sono i principali referenti dei poteri forti (Berlusconi-De Benedetti)? Tutti a stracciarsi le vesti sul post rimosso dal blog del Movimento, che ribadiva verità sacrosante: le tv e i giornalai fanno “terrorismo mediatico e psicologico” perché diffondono notizie false per colpire a tradimento il governo, insieme a quei cittadini che hanno vinto legittimamente le elezioni, hanno scaricato i vecchi partiti e le loro dannose politiche di austerity.

Tv e giornalai quindi si confermano dalla parte della casta, che ha ridotto questo Paese ad economia terzomondista, mentre intossicano il dibattito pubblico con bufale preconfezionate per alimentare rabbia e rancore, impedendo così ai cittadini di informarsi e di capire,

Verissimo. È dal 4 marzo che la stampa padronale ha scatenato un attacco alla democrazia, perché teme il cambiamento in atto, teme di perdere prebende e privilegi assegnatigli proprio dai potentati d’interesse e dalle lobby di potere, economico e finanziario.

Che i giornalisti siano al servizio di padroni, lo sappiamo, ed anche che siamo immersi in un sistema paralizzato, che non conosce libertà di stampa, un sistema che consentiva al vecchio regime di bivaccare sulle spalle di milioni di cittadini.  Naturale che le lobby editoriali egemoni che si sono spartite il potere per decenni –  Berlusconi, De Benedetti, Cairo – tentino ora col discredito un disperato tentativo di sopravvivenza, per scongiurare il cambiamento in atto, quindi diffamino una manovra che cerca di sanare la tragedia di 5 milioni di poveri, aumentando le tasse ai grandi gruppi di interessi e di potere, quindi proprio a loro.

Ed eccolo il punto, che fa schiumare di rabbia gli oligarchi e i loro lacchè, finalmente dopo decenni un cambio di rotta epocale, il governo gialloverde si è schierato dalla parte dei poveri cristi, dalla parte del popolo e non delle lobby. Un cambiamento che ribalta un sistema di potere consolidato che non vuole arrendersi e che reagisce con violenza scatenando i propri media in un vero e proprio «Black Mirror», attacco terroristico da parte degli schermi neri di tv, monitor o smartphone che s’infrangono contro l’avanzata del populismo.

Perché dovremmo credere a Beppe Severgnini, stipendiato dal Corsera, di proprietà di RCS Media Group (Rizzoli-Corriere della Sera Media Group S.p.A.), uno dei principali gruppi editoriali italiani, impegnato nella gestione di quotidiani, periodici, televisione, web e raccolta pubblicitaria, di cui Urbano Cairo detiene il 59,831% dell’azionariato?

Urbano Cairo, ex collaboratore Fininvest di Berlusconi, coinvolto nell’inchiesta Mani pulite, al cui processo chiede il patteggiamento, e concorda una pena di diciannove mesi con la condizionale, per i reati di appropriazione indebita, fatture per operazioni inesistenti e falso in bilancio.

Perché dovremmo credere ai numerosi diffamatori seriali, che blaterano dagli schermi di La7, canale televisivo sempre di proprietà del gruppo Cairo Communication, GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.?

Sempre per lo stesso motivo, perché dovremmo credere a Repubblica (con i suoi nove supplementi), La Stampa, Il Secolo XIX, L’Espresso, stampati sempre da «Gedi News Network» (GNN), gruppo editoriale proprietario anche di tre radio nazionali, Radio Deejay, Radio Capital e m2o e delle emittenti televisive satellitari m2o TV, Radio Capital TiVù e Deejay TV?

E del Giornale berlusconiano ne vogliamo parlare? Il giorno 29/12 titola: “Toninelli, Lezzi e Trenta ministri a rischio rimpasto“. Il ministro dei Trasporti dunque secondo il Giornale rischierebbe la retrocessione in Parlamento… e le altre due ministre sarebbero spostate di location come pedine sul tavolo degli scacchi. Quando al contrario non è assolutamente possibile un rimpasto del genere, perché secondo il vincolo dei due mandati, i portavoce del MoV non possono passare da un incarico all’atro, tradendo il patto elettorale coi cittadini, pena l’espulsione dal MoV.

E ancora Libero Quotidiano… “Luigi Di Maio trema, quale Ministero vuole Matteo Salvini: rimpasto e fine del governo?”

Il Sole24ore… “Dalle gaffe di Toninelli ai malumori di Savona: il governo e le tentazioni di rimpasto.

Roma.Corriere… “Fraccaro al posto di Toninelli. La voglia di rimpasto nei 5 Stelle.

Il Giornale… “Stangata una pensione su tre. I tagli assegno per assegno. Dal 2019 scattano le penalizzazioni su tutti gli assegni che superano i 2000 euro lordi. C’è chi perde fino a 1000 euro.”

La Repubblica… “Manovra, la tassa sulla solidarietà colpisce anche gli ospedali: 70 milioni in più.” Lo stesso comma che penalizza il volontariato aumenta l’Ires anche per le aziende del sistema sanitario nazionale. Etc etc…

Infine. Evidenti segnali di un sistema di potere che si è infranto, e che cerca di svincolarsi dalla  morsa, per non collassare definitivamente. Logico che abbiano sfoderato tutte le loro armi terroristiche più violente, le loro insinuazioni più raffinate, per difendere i loro imperi editoriali, finanziari ed imprenditoriali.

Però negli ultimi anni si sono alquanto distratti e soprattutto hanno fatto malissimo i loro conticini, lasciando i ragazzi italiani senza lavoro e senza futuro… perché poi quelli si sono incazzati e guarda un po’, sono anche diventati  ministri.

Buon Anno a tutti !!

 

Rosanna Spadini

01.01.2019

Fonte: www.comedonchisciotte.org

 

 

 

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